* Zoro si rende finalmente conto che Trafalgar ha qualcosa di strano nei suoi confronti, complice l'alcool che gli rifila a tradimento e a stomaco vuoto, ma non afferra bene di cosa si tratta. Ci va vicino in un certo modo, ma ancora non ci siamo. Nel frattempo si devono integrare nel paese di Wa con le loro coperture e così il piano ha ufficialmente inizio. Le fan art non sono mie ma trovate in rete e somigliano molto alle scene da me descritte anche se non sono uguali. Alla fine mi sta piacendo parecchio quella coppia al punto che potrei veramente scrivere una fic fuori serie dove Zoro non sta con! <3 Buona lettura. Baci Akane

6. IL SOLITO OTTUSO

zolawzolaw

Essere ronin per Zoro fu naturale, era un po’ ciò che era realmente dopotutto; inserendosi nella cultura di Wa, ciò che lui era stato fino a che aveva incontrato Rufy si definiva in quel modo.
Ronin.
Un samurai senza casato perché il suo era andato in rovina oppure si era ribellato ad esso. 
Non era strano incontrare ronin, nel Paese di Wa, per cui in realtà non incontrava gente astiosa nei suoi confronti sebbene in quanto samurai senza casato potesse essere visto male. 
Il resto di quel primo giorno lo passarono tutti ad inserirsi nelle realtà sotto copertura che erano state create da Kin’Emon per loro. 
Ognuno di loro aveva un ruolo od  un mestiere, con esso andarono in giro per il paese alla ricerca di un’occupazione per potersi di conseguenza inserire nella comunità, carpire informazioni e soprattutto scovare i seguaci dei Kozuki. 
Il ruolo di un ronin consisteva nel eseguire lavori su commissione che solo i samurai potevano portare a termine. Specie consistevano nel proteggere delle persone o cacciarne altre. 
Né più né meno ciò che aveva fatto prima di incontrare Rufy, dopotutto. 
Trafalgar in quanto medico si inserì come tale. 
Zoro non aveva dimora fissa, ufficialmente era uno che girava di luogo in luogo alla ricerca di lavori per guadagnarsi da vivere, di notte chi non aveva trovato casa in città, andava a dormire fra le rovine del castello di Oden, poiché comunque esso restava la base per tutti loro. 
Di essi, non molti ci tornavano, quasi tutti dopo aver trovato lavoro trovarono anche una casa provvisoria. 
Trafalgar preferiva tornare sempre alla base ogni sera, decisero comunque di radunarsi regolarmente per fare i rispettivi punti della situazione e scambiare le informazioni raccolte. Anche tutti i samurai di Kin’Emon, compresi lui e Momo, si stabilirono lì in quella che un tempo fu la loro reale casa. 
Per quanto in rovina, il castello era ancora sufficientemente grande e abitabile, tuttavia ben presto il problema fu rappresentato dal cibo. Gran parte degli animali dell’intro paese così come quasi tutta l’acqua dei ruscelli era contaminata dalle fabbriche di Orochi che industrializzavano il paese. Per cui non era realmente facile procurarsi cibo e acqua puliti. 
Quando capirono il problema principale di quel posto, fu tardi. Finirono infatti per capirlo a loro spese, quando si ritrovarono a contorcersi da atroci fitte di dolore alla pancia e per la gran parte della notte chiusi in bagno. 
L’unico che comunque mangiava e beveva tranquillamente senza grosse conseguenze, era Zoro. 
Trafalgar lo guardò perplesso durante la prima notte fra le rovine, mentre assistevano alle inevitabili conseguenze intestinali degli altri. 
- Ma come diavolo fai? - Chiese Trafalgar mentre cercava di preparare un antidoto che aiutasse gli altri. Zoro alzò le spalle e con esse una borraccia di sakè. 
- Ho solo un po’ di mal di pancia, niente di che... - Trafalgar ridacchiò vedendolo bere alcool, per il resto era così abituato a sentir male che anche se ne aveva non reagiva come gli altri e quasi non ci faceva caso. 
- Dunque hai solo un’alta soglia di dolore... - Zoro non era interessato a quale fosse il motivo per cui lui potesse rimpinzarsi di cibo liberamente. - Forse dopo la prima volta che hai avuto la febbre il tuo corpo ha sviluppato da solo gli anticorpi ed ora subisci meno rispetto ad altri... - Trafalgar era fatto così, doveva capire tutto e darsi risposte alle mille domande che si ponevano nella sua testa. 
- Che palle, pensavo sarebbe stata una festa ogni sera... ma qua sono tutti sparsi a contorcersi dal dolore... gli altri sono già stabiliti in città... io mi annoio! - Zoro si lasciò andare sulla schiena allargando le braccia mentre poggiava la fiasca al suo fianco. Trafalgar ridacchiò mescolando il composto che aveva ridotto in poltiglia. - Tu piuttosto? Perché non stai male? - Trafalgar lo fissò perplesso come se fosse ovvio. 
- Non mi fido mai di niente e nessuno, dopo che ho capito che qua era tutto contaminato ho evitato di bere e mangiare... - Zoro realizzò che era a digiuno da quando erano naufragati e spalancando gli occhi si alzò di scatto e gli ficcò in bocca la sua bottiglia, facendogli bere il sakè a forza. 
- Andiamo, questo non è contaminato! Non puoi stare a stomaco vuoto fino alla battaglia! - Trafalgar avrebbe voluto rispondergli che intendeva individuare il cibo sano e che avrebbe mangiato quello, perché era ovvio che da qualche parte ci dovesse essere, ma non ne ebbe tempo, infatti dopo le prime lunghe sorsate il fatto di essere a stomaco vuoto e bere alcool non andò a suo favore. 
Appena riuscì a togliersi il braccio di Zoro dal collo e la sua bottiglia dalla bocca, sentì subito la testa girargli ed uno strano senso di euforia accoglierlo. Non era mai stato un gran bevitore in quanto non aveva mai avuto nulla da festeggiare, perciò non era abituato a quel genere di cose. L’ultima volta a Dressrosa corrispondeva ad una delle prime, in realtà. 
- Sei un idiota! - rispose seccato, Zoro rise dandogli una pacca sulla schiena. 
- Per superare gli ostacoli devi abituarti... - Trafalgar lo guardò seduto al suo fianco. 
- A cosa?  
- Agli ostacoli! - non trovava il nesso logico con quel che diceva, ma non riusciva ad articolare la frase in modo sensato, spinto anche dal fatto che tanto lui non avrebbe comunque capito nulla, alla fine rise lasciando perdere. 
Un momento, rideva?!
Quando si vide fare ciò, Trafalgar capì di non essere ancora abituato all’alcool e realizzò cosa intendeva Zoro nel suo modo contorto. 
- Cioè devo bere tanto così poi mi ci abituo e sarà come bere acqua fresca? - Zoro rise dandogli un’altra pacca addosso. 
- Bravo, proprio quello che intendevo! 
- Peccato, ormai è tardi. - così dicendo Trafalgar si voltò verso Zoro, gli prese il mento fra due dita e sorprendendolo, lo baciò. 
Zoro non si aspettava di certo una cosa del genere, il tempo che ci impiegò a realizzare che lo stava baciando sulla bocca, gli stava già infilando la lingua dentro. Non fece molto altro perché a quel punto lo scaraventò dall’altra parte con una bracciata ed alzandosi mugugnò solo un: - Forse è meglio se non bevi più! - poi se ne andò a farsi un giro, ancora shoccato del suo assurdo gesto. 
Di tutto si sarebbe potuto aspettare da lui tranne che lo baciasse. 
Dunque da ubriaco diventava maniaco. Beh, divertente se non fosse che lui era occupato con Rufy e comunque non aveva voglia. O meglio ce l’aveva, ma di Rufy, non di chissà chi. 
“Nemmeno se fossi disperato andrei con un altro stando con Rufy! Ma tanto non sapeva nemmeno che faceva!” 
Se lo ripeté a lungo mentre percorreva tutto l’esterno intorno alle rovine, scendendo la collina a grandi passi. Si sentiva seccato anche se capiva che lui non c’entrava nulla e che non aveva colpe di alcun genere. 
L’effetto dell’alcool non durò molto in Trafalgar, con la botta ricevuta si riebbe subito e rendendosi conto di averlo baciato si diede dello stupido. 
“Almeno se lo faccio voglio ricordarlo.” si disse infastidito dal ricordo troppo vago che gli era rimasto delle sue labbra. Se le sfiorò con le dita e fissò la porta da cui era uscito, non si era mai trovato in una situazione così strana. Forse era meglio fare finta di nulla, nel dubbio l’indifferenza era la cosa migliore di solito. 
Anche se doveva ammettere che un modo per farsi Zoro lo voleva trovare, sebbene fosse consapevole non era facile. 
“Dovrei comunque aspettare di finire i nostri affari, una volta che riusciamo nell’intento prefissato, allora a quel punto posso anche far scoppiare la coppia e prendermi Zoro. Prima di quel momento sarebbe stupido da parte mia.”
Sebbene ci ragionasse su e lo sapesse, i propri istinti primordiali ormai avevano iniziato a muoversi per conto proprio e stendendosi sul letto di fortuna ricavato con quanto trovato in giro, si infilò la mano nei pantaloni aperti ed iniziò a toccarsi pensando a lui. 
Una parte di sé iniziava ad essere stufa di aspettare sempre i momenti adatti per fare ciò che desiderava. 

Al mattino Zoro era già partito per il villaggio alla ricerca di qualche commissione. In realtà era lì da molto poco e doveva far girare la voce della presenza di un bravo ronin, ma non era facile perché lui non era loquace quanto Usop. 
In testa aveva prevalentemente Trafalgar e quel suo strano gesto inconsulto, anche se ubriaco che gli era saltato in mente di baciarlo? Era così disperato? 
Pensandolo iniziò a macinare l’idea che forse avesse solo bisogno di qualcuno con cui fare sesso e su quello poteva capirlo perché in effetti anche lui aveva un gran bisogno di farlo, ma con Rufy naturalmente. Chissà quando avrebbero avuto tempo, ormai. 
“In questa fase del piano sarebbe perfetto, peccato che lui non c’è e che arriverà di sicuro in prossimità della grande battaglia... chi avrà più tempo per una scopata come si deve?”
Zoro non era tanto di buonumore all’idea di dover aspettare tanto per avere il corpo di Rufy fra le mani. Per gli uomini il sesso era una cosa fisiologica necessaria, oltre che un piacere su ogni piano. Privarsene per una persona abituata a farlo regolarmente significava aumentare la dose di stress e nervoso, ma nel caso di Zoro non era un grande problema perché si sarebbe limitato a sfogarsi con la spada su chi gli stava intorno. Sperava in qualche commissione difficile dove avrebbe dovuto combattere con qualcuno di degno del suo calibro, però come inizio non arrivò nulla. Farsi una fama non era facile in un posto sconosciuto specie se doveva stare in incognito. 
Così ebbe modo di pensare a Trafalgar.    
“Se ha bisogno di scopare e non ha un fidanzato dovrebbe provare a cercare un ragazzo disponibile, di gente che fa sesso e basta ne trovi. È un bel tipo, qualcuno che voglia farselo lo troverà di sicuro. Io se fossi libero me lo farei.” 
Sovra pensiero iniziò a valutare i ragazzi che vedeva per capire se sarebbero stati bene con Trafalgar o se gli sarebbero piaciuti, dopo un po’ valutò che il genere effemminato sicuramente non si addiceva ad uno come lui, ma nemmeno uno stile Rufy tutto esuberante ed allegro fino all’estremo. L’avrebbe ucciso dopo poco tempo.
Alla fine dedusse che se aveva baciato lui probabilmente aveva un debole per quelli virili e mascolini e che non parlavano tanto, così individuati un paio appetibili iniziò a tirargli delle lame di fortuna mirate a ferirli senza esagerare nelle lesioni. Il necessario per spedirli dal dottore. 
Di volantini della nuova clinica medica di Trafalgar era tutto pieno in giro, per cui fu naturale per tutti questi feriti in modo misterioso andare da questo nuovo dottore. 
Dopo aver procurato la ‘merce’, Zoro soddisfatto andò col suo bel ghigno a controllare la fase successiva del suo infallibile piano per aiutare il suo compagno provvisorio di disavventure. 
“Rufy sarebbe fiero di me nel sapere che sto aiutando Trafalgar a curare il suo spirito!”
Ovviamente una parte essenziale per chiunque, specie chi utilizzava una spada per combattere. “Il mio è un po’ trascurato ma spero di rimediare presto col mio ragazzo se si muove a tornare...”
Quando raggiunse la clinica, un posto aperto da solo un giorno in realtà, vide una coda che arrivava fino a fuori composta completamente da bei ragazzi muscolosi e virili simili a lui. Li guardò con orgoglio e facendo il giro dell’edificio arrivò alla finestra dell’ufficio e bussò col suo tipico ghigno soddisfatto stampato in faccia. 
Trafalgar, sorpreso da tutti quei pazienti che non si aspettava così da subito, congedò l’ennesimo bel ragazzo con le stesse ferite da ‘lama volante’ e si prese cinque minuti di pausa per salutare Zoro. 
Aprì la finestra stupito anche perché non si sarebbe di certo aspettato di vedere Zoro dopo quanto successo la sera prima. Per lui andava bene archiviare la cosa così facendo finta che non fosse successa? Forse era meglio, in effetti. 
Aprì e si affacciò appoggiando i gomiti, Zoro era lì fuori in piedi con il suo kimono da samurai aperto, la capigliatura da samurai anch’essa, le solite tre spade ed il fiasco tipico da sakè appeso dall’altra parte della cintura. Aveva un ghigno soddisfatto di chi ha fatto qualcosa di cui è proprio fiero. 
- Hai scoperto qualcosa di utile? - chiese ignorando totalmente il malo modo in cui si erano lasciati la sera prima. 
Zoro scosse il capo sempre sorridendo. 
- Per niente. 
- Allora hai trovato una commissione interessante? - Zoro scosse ancora il capo sempre senza spegnere il ghigno.
- Hai conosciuto qualcuno di utile? - Zoro ancora fece di no e Trafalgar si scocciò con la sua solita vena sulla tempia che pulsava: - E allora che diavolo hai da sorridere come un ebete? - chiese seccato. Zoro rise di gusto. 
- Volevo solo vedere se stavi gradendo il mio regalo! 
A questa frase Trafalgar capì che era stato Zoro a ferire tutte quelle persone e dal genere di ferite in effetti aveva pensato a lui, ma non aveva immaginato il motivo per cui avrebbe dovuto ferirli in quel modo. 
- Ma ti ha dato di volta il cervello? Perché mai avresti dovuto ferire tutte queste persone in questo modo? - lo sgridò, l’attività che gli riusciva meglio.
- Mi sembra ovvio! 
- Volevi fornirmi pazienti? - Zoro annuì. 
- E pretendenti! - puntualizzò sicuro di sé lo spadaccino. Trafalgar spalancò gli occhi convinto d’aver capito male. 
- Pre...pretendenti? Per cosa? - chiese senza minimamente arrivarci. 
- Come per cosa? Mi sembra ovvio che sei emotivamente stressato e non c’è niente di meglio del sesso per curare lo spirito! È importante per noi che usiamo la spada e il sesso è il sesso! Sicuramente ti manca! Perciò prego. Spero di avere indovinato i tuoi gusti! Sentiti libero di mandarmi commissioni avvincenti se te ne arrivano fra le mani! 
Con questa spiegazione senza mezzi termini e molto convinta, Zoro se ne andò salutandolo mentre Trafalgar, ancora shoccato, rimase lì a guardarlo incredulo che la sua testolina piccola e malconcia avesse elaborato una cosa simile dal suo bacio da ubriaco della sera prima. 
Dopo diversi istanti di puro e profondo shock da cui forse non si sarebbe ripreso mai del tutto, Trafalgar scosse il capo e chiuse la finestra con la propria personale conclusione: 
“Che poi mi spiegherà perché si sente in dovere di aiutarmi in tal senso, posto che io abbia il genere di problema che sostiene lui?”
Non che magari Zoro avesse torto, però non aveva ovviamente capito un punto nodale del suo ‘problemino’.
Trafalgar voleva fare sesso con Zoro, non con altri ragazzi in generale. 
Una bella differenza.