NOTE: terza fic nella serie ‘Nuova vita’, sempre LawZo. È una fic già scritta e divisa in tre capitoli. Si ambienta dopo Dressrosa e quindi dopo il divertimento fra Zoro e Law durante la festa di cui ho scritto nella fic precedente, segue interamente Zoro. Il primo capitolo è nella nave del Barto Club che li trasporta a Zo, il secondo è proprio a Zo, il terzo è all’inizio di Wa. Il genere è prevalentemente erotico perché di fatto la serie intera è una scusa per fargli fare tanto sesso, ma c’è anche un forte aspetto introspettivo viste le evoluzioni sia nei personaggi che nei loro rapporti, oltretutto un filo che unisce la serie c’è. 
Metterò un capitolo ogni 4 giorni, per sapere quando pubblico seguite la mia pagina su FB. Le fanart non sono mie ma prese in prestito da internet, in certi casi mi hanno un po’ ispirato in quel che ho scritto, in altri sono semplicemente perfette. Buona lettura. Baci Akane

SENZA FRERNI

1. ARMADIO PIENO DI VESTITI 

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Era stato come aprire un armadio chiuso da cui erano poi esplosi fuori tutti i vestiti stipati a fatica. Molti più di quelli che ci sarebbero stati. 
Non che a Zoro dispiacque, per la cronaca. Era decisamente contento di aver aperto quell’armadio e fatto fuoriuscire tutti i vestiti di Law, però era a dir poco straordinario e sconvolgente vedere il nuovo lui, così diverso da quello che avrebbe mai pensato che fosse.
Gli aveva sempre dato l’idea di essere una persona troppo seria e rigida, zero divertimenti, mai lasciarsi andare, guai ad uscire dagli schemi ed ora era così fuori da quello che aveva sempre visto. 
Ovviamente tanto meglio, gli piaceva molto di più così senza ombra di dubbio, non c’erano paragoni.
Gli era piaciuto sufficientemente da farselo appena aveva avuto l’occasione e la battaglia a Dressrosa era finita, perché era un bel tipo. Uno da scopata, insomma.
Come non approfittare di quelle rare persone perfette per scaricare gli ormoni?
Si era prefissato di non fare confusione all’interno della ciurma, perciò pur essendoci qualcuno con cui sarebbe potuto andare a letto, non l’avrebbe mai fatto.
Poi era arrivata l’alleanza con Law che non solo era andata a buon fine a livello pratico, dopotutto avevano sconfitto uno della Flotta dei Sette, non male per un’alleanza pirata; ma gli aveva offerto una splendida opportunità che aveva colto al volo senza esitare.
Non sapeva nulla di lui se non che gli sembrava o anzi, meglio, lo percepiva come il Zoro dei vecchi tempi, prima che Rufy entrasse nella sua vita e lo cambiasse. Perciò sapeva perfettamente che tipo fosse e di cosa aveva bisogno.
Di una scopata. Una o due. Insomma, di qualcuno che lo spingesse a lasciarsi andare.
Di questo Trafalgar Law aveva bisogno! 
Non glielo aveva chiesto, era andato subito all’attacco nel suo tipico modo. Per fortuna l’occasione della festa con tutti i nuovi amici di Rufy era stata propizia ed era riuscito prima a farlo bere e poi a portarselo da qualche parte. 
Più si era infilato nel suo mondo, più aveva percepito cose di lui che lentamente l’avevano un po’ sconvolto.
Come per esempio che fosse totalmente vergine e non avesse mai avuto approcci sessuali con nessuno.
Dal bacio non l’avrebbe detto che era stato il suo primo, ma poi ne aveva avuto conferma ed era stato un altro shock. 
Quel tipo sembrava assolutamente esperto in qualunque cosa, così tanto che si era sconvolto nel sapere che invece non lo era.
Tuttavia, nonostante fosse stato un po’ difficile farlo sciogliere, poi ci era riuscito senza grossi problemi ed anzi, aveva visto lati suoi caldi, focosi e passionali.
Non propriamente quella prima volta, sebbene venire due volte come prima scopata non era male, ma presumeva fosse più un merito suo che di Law. 
Quelle successive lo erano state. 
Calde, focose e passionali.
In quelle aveva dimostrato tutta la sua fissa assurda per il comando e la voglia di controllare e sottomettere gli altri. Non che gli fosse dispiaciuto visto che era una cosa che lui adorava nel partner, ma sulle prime aveva pensato che sarebbe stato più difficile replicare con Law perché sembrava ancora sulle sue, rigido e poco incline ai contatti umani. Anche lui lo era, normalmente, ma il sesso gli piaceva, specie se fatto in un certo modo, e appena poteva se ne concedeva. Con estranei, per lo più, o alleati momentanei.
Vedendone tanti che davano loro un passaggio fino a Zo per ricongiungersi con gli altri da cui si erano separati, Zoro aveva pensato che uno si sarebbe volentieri dato a lui visto come li idolatravano. Bartolomeo ed i suoi erano fan accanitissimi della Ciurma di Cappello di Paglia e un paio di loro li desideravano anche sessualmente.
Zoro l’aveva capito appena le cose si erano calmate ed erano finiti nella loro nave per trasportarli fino a Zo. Lì aveva pensato che sarebbe stato più facile fare sesso con uno di loro piuttosto che di nuovo con Law, il quale non aveva dato cenni di alcun genere nei suoi confronti. 
Così aveva cominciato a guardarsi intorno in quei giorni di navigazione per capire con chi avrebbe potuto consumare ancora. 
Nella sua vita, ormai, c’erano spesso lunghi periodi tortuosi dove non trovava nessuno e stare a stretto contatto con Rufy era sempre più una tortura, specie da quando erano tornati insieme dopo i due anni di separazione.
Prima non l’aveva mai visto in quel senso, sebbene fosse sempre stato totalmente dedito a lui al punto di voler dare la vita per lui e venire a meno ai propri desideri di battere Mihawk di cui invece poi era diventato allievo solo per potersi migliorare e poter proteggere meglio Rufy. 
Però dopo quei due anni l’aveva visto totalmente diverso. Maturo in tanti sensi, oltre che fisicamente anche caratterialmente e mentalmente, così era partito l’ormone che definirlo così era riduttivo. Per lui era più una tortura, in effetti, tanto che sebbene prima di quei due anni avesse avuto qualche partner sessuale e scappatella di tanto in tanto solo per divertirsi e perché era un uomo con tipiche ed ovvie necessità, poi si era accorto che era diventato un dovere verso sé stesso. 
Nel frattempo era arrivato Mihawk ad aprirgli totalmente gli occhi su di sé, sui propri gusti reali e su molte cose di sé.
Law era entrato nella sua vita al momento giusto, era arrivato al limite anche perché non aveva avuto molte occasioni per cercarsi qualcuno dopo la loro riunione; le cose erano state frenetiche dalla risalita dal regno sottomarino degli uomini pesce e anche se aveva contemplato l’idea di accaparrarsi un marine, l’idea gli aveva fatto ribrezzo.
C’erano tanti ragazzi decenti, ma il punto era che erano marine. 
Forse avrebbe potuto fare un pensierino su Smoker, ma anche lui era comunque il nemico, perciò non se ne era parlato. 
Successivamente Law era salito sulla sua nave, ma era stato il pupazzo di neve che non scaldava nemmeno per sogno, così sì, aveva pensato che fosse un bel ragazzo e che se lo sarebbe anche fatto volentieri, ma non gli era mai venuta realmente voglia. 
Sentendo della loro alleanza aveva sperato di vedere la sua ciurma, fra loro un ragazzo utile al suo bisogno l’avrebbe trovato. Tuttavia, purtroppo, le cose non erano andate come aveva sperato ed erano rimasti soli con lui e basta. 
A quel punto aveva sperato in Dressrosa. Inizialmente la missione sarebbe dovuta essere facile e veloce, insomma, si sarebbe dovuto trattare solo di far esplodere una fabbrica, quanto complicato sarebbe potuto essere? Perciò aveva pensato di poter trovare qualcuno con cui divertirsi lì. 
Naturalmente le cose avevano preso una piega diversa da quanto pensato ed erano finiti per fare una guerra senza frontiera a Doflamingo. 
Di cose da fare prima di pensare ai propri bisogni speciali ce ne erano state e nel mentre aveva avuto modo di scoprire e percepire nuovi lati di Law, lati che gli avevano fatto capire che non era un semplice pupazzo di neve, ma era una persona con un disperato bisogno di qualcuno che lo scaldasse e lo sconvolgesse facendogli capire che nella vita c’erano anche le cose belle.
Dal momento che era carino, oltre che bisognoso, aveva finalmente deciso di puntare su di lui.
Era andato tutto bene, gli era bastato farlo bere un po’ e tutto era andato da sé. Era stato dannatamente bello, forse la volta più bella dopo quelle con Mihawk nella sua isoletta sperduta. 
Quelle al momento erano imbattibili, ma sospettava che Law l’avrebbe potuto sorprendere.
Pensando comunque che una era stata anche troppo per uno come lui, per giunta vergine e dedito a doveri e missioni di vendetta, aveva cercato uno fra i pirati di Bartolomeo. Cercato e mai trovato, perché il giorno dopo Law l’aveva preso e spinto contro un angolo abbassandosi e prendendogli in bocca l’erezione senza troppi complimenti.
Dopo di quell’atto di gentilezza, l’aveva prepotentemente posseduto in piedi e da dietro, senza il minimo romanticismo. 
Proprio come piaceva a lui. O meglio. Proprio come l’aveva sempre fatto lui.
Non sapeva com’era fare sesso provando qualcosa per il partner, magari dei veri sentimenti. Con Mihawk era stato complicato, di sicuro alla fine qualcosa aveva provato, ma non amore, non ciò che il sui Maestro gli aveva trasmesso. Perciò quel che lui conosceva realmente era quello. Sesso e basta. E gli piaceva. 
Con Law non si era stupito di trovarsi a farlo così, perché erano molto simili e si tolleravano tanto a vicenda anche per questo. Perciò in seguito a quella bella piacevole sorpresa, Zoro aveva capito la piega che avrebbe avuto quell’alleanza e di aver aperto un armadio con tanti vestiti stipati dentro alla rinfusa.
Per la verità quella specifica impressione gli era appena venuta, quando alla bellezza della loro terza volta aveva deciso arbitrariamente di interrompere la sua meditazione.
Ne faceva sempre ogni giorno o per lo meno ci provava quando poteva, ma a Law a quanto pareva non importava niente perché gli aveva gentilmente carezzato il viso con la punta del suo pene.
Proprio così.
Mentre lui meditava seduto in un angolo a gambe incrociate, lui gli aveva carezzato la faccia col suo cazzo. 
Non che poi non gli piacesse, solo che non se l’era aspettato. 
Prima di prenderlo in bocca interrompendo senza scelta la meditazione, Zoro gli chiese seccato: 
- Non potevi aspettare un po’?  Tipo che io finissi di meditare, per esempio?
A quello Law senza dire nulla né cambiare espressione, fece un passo indietro iniziando a rimetterselo nei pantaloni.
- Se è questo che vuoi... - ma Zoro reagì subito d’impulso afferrandolo per le gambe e mettendosi in ginocchio lo prese subito in bocca con foga senza esitare nemmeno. 
Non gli servì guardarlo, sapeva che sogghignava soddisfatto ed ovviamente lo irritava, non per questo rallentò.
- Non ti facevo così dipendente dal sesso, pensavo fossi vergine... - disse solo dopo essersi staccato per girandosi a carponi e abbassarsi pantaloni e boxer. 
Law si succhiò il dito per poi infilarlo dentro di lui. 
Non si erano parlati, il giorno precedente l’avevano fatto così, Law glielo aveva succhiato e poi l’aveva posseduto come non avesse aspettato altro. Adesso era uguale. Perciò nessun accordo. 
Solo il trasporto puro e semplice.
A Zoro piaceva sia prendere che farsi prendere, dipendeva sempre da con chi lo faceva. Law ci teneva a controllare gli altri e a mettere in chiaro il suo ruolo, perciò non ci si metteva nemmeno a ribellarsi. Non era uno che se trovata una personalità dominante si ribellava. Non con i veri leder, per lo meno, quelli che stimava e rispettava.
Con Law doveva essere così, non ci aveva mai pensato in quei due giorni con lui. Si era semplicemente lasciato trasportare assecondando le cose. 
- Lo ero, ma sto recuperando esperienza... - disse Law roco e malizioso prendendogli poi i fianchi. Zoro sentì la punta appoggiarsi fra le sue natiche e dopo aver fatto scivolare altra saliva proprio lì nel punto di giuntura fra loro, lo fece suo con una spinta decisa e più sicura del giorno prima. 
- Mmm... diventi sempre più bravo... - mormorò Zoro trattenendo un gemito e aderendo il volto sul pavimento in cui erano inginocchiati uno dietro l’altro. In calore iniziò a spingere lentamente verso di lui indicandogli i movimenti e il ritmo che voleva e ben presto Law riuscì a sincronizzarsi iniziando ad andare più in fretta e più a fondo. 
A quel punto i brividi si espansero e crebbero fino a spegnergli il cervello che si trovò immerso nel piacere inebriante fin troppo familiare, il piacere di cui in due anni con Mihawk era diventato dipendente. 
Era caldo ovunque e semplicemente perfetto, ogni parte del suo corpo era colta da spasmi di piacere che si riversarono come dei fremiti che ben presto esplosero in un orgasmo che precedette di poco quello di Law dentro di sé. 
Zoro gettò la testa all’indietro alla ricerca di quella di Law che si premette su di lui col suo corpo, le labbra si chiusero sul suo collo. 
- Oh, se mi abituo a questo sarà un casino quando te ne andrai... - disse nell’estasi che ancora non gli restituiva il controllo dei sensi.
Il primo a tornare fu la vista, quando Zoro aprì gli occhi mise lentamente a fuoco il mondo circostante. Quella stanza dentro cui si era chiuso cercando un po’ di pace per la meditazione, dove aveva trovato l’estasi, prese forma insieme al mobilio di quella specie di armeria.
E dopo l’armeria ed il mobilio, prese forma davanti a lui, accucciato e con la testa appoggiata alla mano, la faccia incuriosita di Rufy. 
Ci mise qualche istante, sebbene la vista ora gli funzionasse bene; perché il cervello non era ancora collegato e le braccia di Law attorno alla sua vita gli indicava che anche lui era in condizioni forse peggiori. 
Ma quando il cervello gli trasmise l’informazione che quello era Rufy e che li stava guardando chissà da quanto, Zoro imprecò irrigidendosi.
- Rufy, che cazzo ci fai qua? - sbottò Zoro tirandosi su con la schiena bruscamente, facendo finire a terra dietro di sé Law. 
Il risveglio brusco dall’estasi fu peggio per il dottore che coi pantaloni abbassati e le grazie al vento, si prese anche una botta al sedere ed alla nuca. 
- Che diavolo... - ma poi anche lui registrò l’informazione, probabilmente, perché cambiò subito tono. - un momento, chi? 
Zoro si alzò boxer e pantaloni, si sentiva andare a fuoco e voleva morire, non era mai stato così imbarazzato. Con lui non aveva mai avuto problemi di alcun genere, ma siccome da quando si erano riuniti era diventato il suo sogno erotico, adesso il problema c’era eccome. 
Specie perché stava andando con Law per non saltare addosso a lui. 
Alle sue spalle anche Law si ricompose.
- Rufy, ma ti sembrava il caso di rimanere a guardare? - chiese scocciato Law. 
Rufy però in risposta si limitò a ridacchiare divertito. 
- Oh, mi sembrava interessante! Perché, non dovevo guardare? - disse lui innocentemente e senza alcuna malizia dietro. Nessun doppio senso, non conoscendo Rufy.
Zoro lo guardò stralunato, mentre Law imprecava di nuovo alzando gli occhi al cielo e girandosi nel tentativo di calmarsi. 
- Stavamo scopando, non so se l’hai mai fatto, conoscendoti non credo! Ma quando due scopano, non vogliono spettatori! Non noi per lo meno! 
Zoro sapeva di doverglielo spiegare con più calma, ma non era nemmeno un genere di conversazione che avrebbe mai voluto avere con lui.
Se con Law era rimasto sorpreso nel sapere che era vergine, con Rufy ne aveva la certezza. 
- Oh, era sesso, quello? - chiese infatti rimanendo accucciato con la testa appoggiata alla mano in una posa interessata. Anche la sua espressione rivelava che lo era, in effetti. 
Zoro si lasciò cadere seduto dopo essersi ricomposto e si strofinò il viso stralunato. Non era mai stato così imbarazzato, voleva cancellare gli ultimi dieci minuti ma sapeva che doveva assumersi le sue responsabilità.
Perché fra tutti proprio lui? 
- E come hai fatto a non percepirlo tu che usi l’haki così bene? - lo rimproverò seccato Law che invece rimaneva in piedi e camminava in giro per la stanza. 
Sembrava impazzito, era totalmente fuori di sé, così tanto che per un momento Zoro si perse ad osservarlo. Era dannatamente eccitante anche così, ma non poteva saltargli di nuovo addosso. Più stava con lui e più conosceva lati che lo ispiravano un sacco, suo malgrado tornò alla questione e gli rispose acido: - È Rufy, sono abituato alla sua aura, non ci faccio più caso. 
Law però scrollò ancora le spalle e si fermò battendo un piede per terra, furioso indicò Rufy sempre fermo lì ancora interessato a loro, del tutto intenzionato a rimanere per saperne di più. 
- Perché diavolo non se ne va, poi? O non dice nulla? 
- Perché diavolo parli di lui con me come se non ci fosse? Chiedilo a lui! - replicò alterandosi Zoro che si alzò in piedi di scatto per fronteggiare quello che ora lo eccitava molto meno. In realtà voleva mettergli le mani al collo. 
- Quindi è quello il sesso di cui tutti parlano! - esclamò Rufy che ascoltava e immagazzinava ogni informazione. 
- Oh andiamo, non puoi non saperne nulla! - fece acido ed incredulo Law spostando la sua attenzione su di lui. 
- Anche per te era la prima, l’altro giorno! - replicò Zoro in difesa di Rufy come se dovesse proteggerlo da qualcosa. In qualche modo gli sembrava fosse così, ma non sapeva bene da cosa. 
Law lo guardò sempre più arrabbiato. 
- Sì ma sapevo perfettamente cos’era il sesso tanto che sapevo come farlo per non sentire troppo male! 
- Oh, era quello che facevi mentre sospiravi così profondamente? Pensavo che fosse un trucco per avere due orgasmi di fila! - Zoro si perse a divagare come tendeva a fare quando camminava a casaccio, cioè sempre. 
Law però sembrava in una vera e propria crisi di nervi e mentre i due continuavano a discutere in una maniera alquanto delirante, Rufy rimaneva ancora accucciato a terra con l’aria interessata e pensierosa.
- Però sembrava bello... - fece ancora ad alta voce parlando però fra sé e sé. 
I due ragazzi, in piedi e furibondi, si fermarono a guardarlo sempre più shoccati delle conferme che stavano avendo da lui. 
- Mi sono alleato con un ritardato! - replicò per primo Law mettendosi la mano sulla faccia, esasperato. 
- Piantala, è solo ingenuo, non è ritardato! - con questo Zoro spinse Law che ricambiò la spinta seccato. 
- Fagli capire che non ne deve parlare, non voglio che si sappia! 
- Ehi, sono io che non voglio che si sappia! - non sapeva perché, forse solo per non essere da meno di lui. Non che fosse tipo da manifesti, anzi, ma non era nemmeno uno che si pentiva delle cose che faceva. 
- Va bene, glielo spieghi tu? - Law era sempre più allucinato, lo fissava furioso ed in procinto di farsi ricoverare in un manicomio. 
Zoro che in realtà voleva continuare a discutere con lui, si accucciò davanti a Rufy, lo guardò dritto negli occhi più serio ed incazzato che mai, ed alzando il dito indice davanti a lui attirò la sua attenzione. 
- Ok Rufy, non puoi dirlo a nessuno, va bene? - fece quindi. 
Law spalancò gli occhi shoccato non capendo come potesse dirgli solo quello. 
Rufy, però, annuì sorridendo con l’aria meno affidabile del mondo. 
- Va bene. 
- Lo prometti? - aggiunse Zoro sempre col dito alzato. Rufy accentuò il sorriso e gli prese il dito agganciandolo col suo come normalmente si faceva per sancire le promesse. 
- Lo prometto! 
A quel punto Zoro sospirò e si alzò soddisfatto tornando a Law per riprendere la discussione di cui aveva comunque perso il filo, ma quello tornò a tuonare: - Ma ti sembra affidabile? È ovvio che lo dirà a tutti! 
Zoro però fece il segno con la mano rivolta a Rufy come se scacciasse una mosca. 
- Oh, non ti preoccupare! 
- Come diavolo faccio? Sta ancora ridendo! - cosa che in effetti era vera. 
- Se promette lui mantiene a costo di morire! - gli spiegò calmo mentre Law per contro continuava a perdere le staffe vedendo che Rufy continuava a ridere. Senza più resistere oltre, Law lo prese per il colletto e lo fronteggiò a muso duro, minaccioso e furioso. 
- Se dici qualcosa di noi in giro te la scordi la nostra alleanza, chiaro? Se pensi che Doflamingo fosse dura, sappi che Kaido è mille volte peggio! 
Rufy però rise mettendogli le mani sulle sue ancora strette sul colletto della maglia, non era infastidito dei suoi modi che probabilmente, conoscendolo, li trovava divertenti. 
- Ma di cosa ti preoccupi? Zoro è un bel ragazzo. Sono sicuro che ti invidierebbero tutti! Non ti devi vergognare a stare con lui! Io sono contento per voi, sicuramente eravate felici e stavate bene mentre facevate sesso! - nel tentativo di rabbonirlo probabilmente fece peggio, ma Zoro finì per ridacchiare invece di tirare fuori qualcosa di utile per calmare l’animo insolitamente incandescente di Law. 
- E tu piantala di ridere! - sbottò sgridando anche lui. 
- Ma dai, ti stai preoccupando per niente, se dice che non dirà nulla, non dirà nulla! Me l’ha promesso, ti devi fidare! - Zoro mise una mano sulla spalla di Law e quel contatto in effetti scaturì qualcosa. Law lo lasciò all’istante e si allontanò da entrambi, forse più per scappare dalla sua presa che da Rufy. 
- Traf, devi essere felice di questa cosa con lui, io ti invidio! Zoro è la persona migliore che io conosca! Non affiderei a nessun altro che a lui la mia vita. Anzi, è esattamente quel che faccio! 
Zoro lo guardò meravigliato, perdendosi a quelle parole al miele e a dir poco sorprendenti che Rufy continuava a sciorinare per rabbonire Law.
Lo conosceva e sapeva che non capiva cosa avesse Law, ma sapeva anche che lui diceva sempre quel che pensava e che non stava dicendo qualcosa tanto per dire. 
Rimase fermo dove era in un silenzio repentino a fissare il suo capitano nonché la persona che amava da sempre. 
Quello ora come lo doveva interpretare? 
Law però parve finalmente convincersene e sospirando scosse il capo, infine annuì sventolando una mano mentre con l’altra si copriva la fronte massaggiandosela come in preda ad un atroce mal di testa. 
- Va bene. Non ho scelta che fidarmi! Comunque puoi stare con lui anche tu, non siamo una coppia, non è mia proprietà. Ci divertiamo e basta. Finché dura! - precisò.
Dopo di questo, come se ci tenesse a non essere passato per il suo ragazzo, né tanto meno per quello a cui teneva di più a lui, recuperò la sua spada ed il suo cappello e poi uscì dalla stanza lasciandoli soli. 
Rufy rimase lì a guardare la porta da cui era uscito e lo fece gonfiando le guance contrariato, in una tenerissima maniera infantile. 
Sempre continuando a farlo, si voltò infine verso Zoro ancora lì zitto ed immobile, totalmente impreparato a quella piega strana. 
Cosa diavolo era successo, in realtà? 
- Perché fa così? Che c’è da vergognarsi? È fortunato a stare con te! 
Zoro si morse il labbro cercando di valutare in tempo davvero troppo ristretto cosa fosse il caso di fare.
Doveva approfondire la questione o fingere indifferenza? 
“Ma non è che non ci ho mai provato per paura di essere respinto, è che non volevo confondere i nostri ruoli. È importante che io sia il suo braccio destro e che lo copra. Non devo essere altro. Mi sono sempre detto questo.”
Così in quel troppo breve lasso di tempo, Zoro decise di non assecondare quella strana piega che aveva preso la situazione. Si limitò a sorridere, alzare le spalle e scuotere il capo per sminuire la cosa. 
- Ma non stiamo insieme, scopiamo e basta. Comunque è solo molto riservato. 
- Anche tu lo sei, ma non ne hai mica fatto un dramma, insomma, sono io, mica una massa di sconosciuti... 
Zoro recuperò le proprie spade apprestandosi ad uscire con Rufy che continuava a parlare a macchinetta. 
Già, si disse. Erano simili lui e Law. Anche lui se ne era accorto.
Pensandolo, un caldo sorrise si dipinse sulle sue labbra. 
Non stavano insieme al momento, era vero, ma se fosse stato un membro fisso della sua ciurma forse avrebbe potuto seriamente soprassedere ai propri principi di non confondere i ruoli. 
Si era sempre detto di non instaurare relazioni con nessuno dei suoi compagni, ma era anche vero che se le cose si sarebbero messe in un certo modo, ci avrebbe potuto fare poco.
Quel modo sarebbe potuto essere un Law che entrava a far parte realmente della loro ciurma e non solo in via momentanea, per esempio. 
Con la mano sulla maniglia in procinto di uscire anche lui, si fermò e si girò verso Rufy che ancora non capiva la reazione di Law. Le sue dichiarazioni totalmente spontanee ed innocenti tornarono a martoriargli il cervello. 
Stava cambiando qualcosa anche fra loro, ora? 
Gli occhi grigi di Rufy si incrociarono con i suoi, ora vicini. Zoro si fece serio costringendo automaticamente anche lui a fare altrettanto. 
Si guardarono in silenzio, Zoro immaginò si baciarlo e capì che se l’avesse fatto, quello non si sarebbe scostato e non l’avrebbe fermato. Improvvisamente ne ebbe una certezza assoluta e ne ebbe paura. 
“No, non devo mescolare le cose. Sono il suo braccio destro e lui è il mio capitano. Questo è molto più importante di qualunque altra cosa. Solo questo.” si ripeté. Infine uscì senza dire nulla, turbato. 

Uscito fuori, la prima cosa che fece fu cercare Law. Sorvolò con lo sguardo corrucciato tutto l’esterno della nave. Alcuni uomini erano in giro indaffarati con qualche faccenda, mentre molti erano svaccati in giro annoiati a fare esattamente nulla. 
Percepì Rufy gracchiare che tanto per cambiare aveva fame e cercava qualcosa da mangiare, così quando vide Law appoggiato al parapetto in legno della nave, in uno dei lati un po’ più appartati rispetto ad altri, Zoro lo raggiunse senza esitare appoggiandosi alla stessa maniera, coi gomiti e lo sguardo rivolto verso il mare.
Erano in una tratta dove non si intravedevano strisce di terra nemmeno a strabuzzare gli occhi, ma nessuno dei due la stava cercando. 
Si mise vicino a lui senza dire nulla, ancora col broncio sul volto. 
Law gli lanciò un’occhiata disattenta per poi tornare a guardarlo con più attenzione subito dopo, per farlo meglio si girò di schiena rispetto al mare. 
- Che hai? - chiese subito senza peli sulla lingua. - ti sei già pentito di esserti fidato di lui? - aggiunse con un ghigno scanzonato. 
Zoro lo guardò stupito di quella sua modalità, non tanto perché prima era stato furioso come poche volte l’aveva visto, ma più perché aveva fatto dell’ironia e sembrava prendere ora con leggerezza una cosa che gli aveva fatto perdere la testa. 
- No, sono sicuro di Rufy. Se promette una cosa la mantiene. È quando non gli fai promettere qualcosa che non si ricorda cosa deve fare! 
Law sogghignò divertito, poco dopo sollevò il mento e si fece meno scanzonato pur rimanendo ancora sorprendentemente sereno. 
Zoro pensò distrattamente che era contento che stesse già cambiando molto rispetto all’inizio della loro avventura insieme, lui ci aveva messo di più a rilassarsi dopo che aveva incontrato Rufy. 
Senza rendersene conto, dalla propria bocca uscirono le parole che aveva condiviso solo con Mihawk. 
- Amo Rufy. 
Appena lo sparò così a tradimento, Law si fece serio e accigliato guardandolo più attento, come se fosse ubriaco. 
- Sei serio? - chiese infatti esterrefatto. 
Zoro lo guardò realizzando d’averlo detto davvero ad alta voce e prima di concepirne il risultato, lo ammonì istintivamente: - Sono serio, ma se mi rompi le palle su questa cosa ti getto in mare e non ti salvo!
Law a quello richiuse la bocca e fece una strana espressione che lo spadaccino non volle cercare di interpretare. I due smisero di guardarsi sorvolando con gli sguardi uno sul ponte principale, l’altro sulla superficie blu scura del mare. Non si intravedevano pesci né altre creature. Niente a distrarlo. 
Zoro sospirò e con sorpresa realizzò di sentirsi più leggero. Dirlo al suo Maestro nella situazione in cui l’aveva fatto era un conto, farlo a uno qualunque con cui aveva comunque poco rapporto, era un’altra. Era strano.
- Quindi ami Rufy... perciò prima hai pensato davvero di andare con lui visto la sviolinata che ti ha fatto? 
Prima Law l’aveva detto forse senza rifletterci e sulla base di qualcosa di logico e razionale, ma Zoro non ci poteva credere. 
- Non dire stronzate, non era niente. L’hai interpretata male. - tagliò corto sentendosi strano e ridicolo a fare quei discorsi sentimentali con qualcuno.
Eppure Law doveva essere davvero adatto a lui in qualche modo visto che la propria bocca continuava ad aprirsi da sola, come spinta da un bisogno interiore profondo di parlarne.
- Comunque mi ha fatto pensare. Sicuramente non ne ha la minima idea, ma se lo baciassi credo ci starebbe. - concluse riassumendo e stringendo al massimo i vortici di pensieri che l’avevano attraversato in quel breve lasso di tempo. 
Law tornò a spostare lo sguardo su di lui, ma non era seccato né geloso. Era più che altro curioso. Zoro lo sentiva candidamente col suo haki. 
- Cosa ti frena? - chiese logicamente il chirurgo. Era assolutamente calmo, come se parlassero di cose del tutto normali. Questo calmò ancora di più Zoro che non si sentì fuori posto ma capito. 
- È il mio capitano, capisci? Non voglio mescolare i ruoli. Sono il suo braccio destro, devo proteggerlo, non posso fare casino mettendomi con lui. 
Law non disse nulla, a quel punto però si tornò a girare verso il mare nella sua stessa direzione e sospirò senza commentare né fare alcun cenno. 
Al suo silenzio, Zoro sbottò e lo guardò di nuovo spingendolo con il gomito. 
- Ehi, non dici più nulla? 
Law lo guardò rimettendosi dritto. 
- Oh, volevi che dicessi qualcosa? - fece sinceramente sorpreso. - solitamente quelli come noi non si confidano e se lo fanno sicuramente non vogliono pareri. Credevo di aiutarti standomene zitto! 
Zoro alzò l’occhio al cielo cominciando ora ad innervosirsi. 
- Sento i tuoi pensieri comunque anche se non li so leggere! 
Law lo guardò meravigliato senza allontanarsi né avvicinarsi di più. 
Intorno a loro gli altri ragazzi si facevano ognuno i fatti propri, qualcuno dalla cucina che fungeva anche da sala da pranzo annunciò il pranzo e la gente si precipitò sotto coperta. Rimasero così da soli per un po’ e ne approfittarono per rimanere ancora soli. 
- Sei proprio bravo con quell’haki, sai? L’hai allenato bene... 
Zoro fece un veloce sorrisino soddisfatto ricordando come l’aveva allenato, ma non era di certo quello che voleva sentire e si girò verso di lui prendendogli il colletto con la mano, avvicinò il viso e ringhiò seccato da vicino: - Piantala di tergiversare e dimmi chiaramente che ne pensi! Dovrei fregarmene e provarci? Prima c’è stato un momento e te ne sei accorto anche tu o non avresti fatto quella battuta! 
- Non era una battuta, ho visto chiaramente che era geloso, oltre che invidioso. Per questo gli ho detto che poteva farsi avanti e che per me non c’erano problemi. Non volevo creare tensioni fra noi, siamo alleati. 
Zoro l’ascoltò trattenendo il fiato, lo guardò serio e gli lasciò la camicia. Law sorrise malizioso e si avvicinò sporgendosi fino a sfiorare le sue labbra. Si fermò un istante prima di toccargliele. 
- Mi sa che ti ho risposto, non credi? 
Zoro rimase fermo pensieroso, riflettendo sulle sue parole e sulla situazione che si era creata improvvisamente. 
- Sì... - fece infatti incupendosi. - L’hai fatto. 
Con questo si girò di nuovo verso il mare come se ci fosse rimasto male e sperasse in un’altra risposta. A quel punto però Law dispiaciuto del fraintendimento gli prese il viso con una mano e lo voltò verso di sé. Sicuro ma al tempo stesso con un fondo di delicatezza. 
- Ehi, ma che hai capito? Per me puoi fare quello che vuoi, non credo che lui capisca un’accidenti dei tuoi scrupoli! 
Zoro sbuffò scuotendo il capo ma non si scostò, rimase a pochi centimetri dalle sue labbra, la mano ancora lì a raffreddargli la guancia. Erano sempre così fredde le sue mani. 
- Questo non significa che non siano giusti. So che lui non ci pensa, ma se non è ancora accaduto forse devo lasciare le cose così. Perché è meglio, no? 
Glielo stava chiedendo. Zoro non aveva mai esitato su nulla, nella sua vita. Ma lì, in quel momento non sapeva cosa fare e si sentiva un perfetto idiota. Si sentì tornato indietro in quei due anni di addestramento con Mihawk, quando per un periodo si era sentito immerso in un nebbione terribile.
Law sospirò e alzò una spalla muovendo lievemente il capo come per dire che in realtà non sapeva che dirgli. 
- Non c’è una risposta giusta, lo sai solo tu cosa è meglio. 
Zoro si morse il labbro con una breve smorfia scontenta. 
- Non mi aiuti proprio per un cazzo! 
Law si appoggiò al suo corpo continuando a tenergli il viso con la mano, sfiorò così le sue labbra, lieto di essere soli e poterlo fare senza problemi. Ammiccò con una leggerezza che Zoro non era abituato a vedergli, ma che gli stava molto bene addosso. 
- Se vuoi posso aiutarti a non pensarci, però... 
Zoro si aprì in un espressione del tutto diversa e da cupa e seccata si fece malizioso e acceso. Infine senza rispondere aprì le labbra e si fece avanti con la lingua. 
Law la prese fra le proprie e la succhiò in un bacio che lo calmò di nuovo enormemente. 
La verità era che ora era più confuso di prima, ma sicuramente la cosa migliore era approfittare di Law per distrarsi da Rufy. Poi quando se ne sarebbe andato ci avrebbe pensato.