NOTE: quarta e ultima fic della serie su Zoro ‘Nuova vita’. La fic è interamente dal pov in terza persona di Rufy, ha 3 capitoli ed è completa. Ne metterò uno ogni 4 giorni circa.
Precedentemente Zoro, innamorato di Rufy, ha passato 2 anni con Mihawk scoprendo il vero sé stesso ed una certa dipendenza dal sesso e dalla sottomissione verso determinate persone che stima e rispetta. Quando poi si è riunito a Rufy, per non venire meno alla sua regola del ‘mai con uno della propria ciurma’, si è buttato su Law per sfogare i propri istinti, il quale è diventato un ottimo complice in cerca di modi per vivere la sua nuova vita. Rufy però nel tragitto verso Zo aveva beccato i due a fare sesso e da lì si era scatenata una certa reazione che ora scopriremo. La fic è ambientata a Wa. Scrivere le cose dal pov di Rufy è stato strano perché finora l’avevo fatto su Zoro, Law e Mihawk, ma Rufy è completamente diverso da tutti loro, è istinto puro ma al tempo stesso è molto semplice e curioso, certe cose le vive come un bambino, ma in realtà, soprattutto dopo quello che ha passato, è ormai un adulto e come tale ha certi bisogni e sentimenti anche lui. Vediamo come li vive.
Le fanart non sono mie ma prese da Pinterest, le uso per presentare i capitoli. La fanfic invece è mia ma su soggetti di Oda, io ho deragliato dalla sua storia per scrivere qualcosa di inventato a puro scopo di divertirmi. Alla prossima. Baci Akane
INCIPT: Dopo che Rufy becca Zoro e Law fare sesso, un mondo gli si apre inaspettatamente e senza potersi controllare si lascia andare alla scoperta della sua sessualità e dei suoi sentimenti. Ma Zoro ha una regola. ‘Mai con uno della tua stessa ciurma.’
1. RIVELAZIONI
Né Zoro né Law avevano la più pallida idea di che cosa era successo a Rufy dopo essere stati beccati a fare sesso.
Qualcosa di imprevedibile per chiunque, soprattutto lui stesso.
Quel che gli venne guardandoli e che nessuno aveva notato sul momento, era stata infatti un’erezione. La prima generata non dal classico alzabandiera mattutino che per i ragazzi era pura fisiologia e a cui lui non aveva mai fatto molto caso.
Tutto ciò che riguardava la sfera sessuale non l’aveva mai sfiorato realmente, ne sapeva qualcosa, ma in modo molto vago. Sapeva che le donne dovevano piacere tanto agli uomini, e questo grazie a Sanji, ma a lui non gli avevano mai fatto alcun effetto. A tutti nella ciurma ne facevano almeno un po’, a tutti tranne che a lui e a Zoro e dal momento che aveva capito il motivo per cui non l’avevano mai fatto a Zoro, dopo aver vissuto sulla propria pelle la reazione fisica alla scenetta fra lui e Law nudi a rotolarsi per terra, aveva facilmente dedotto che probabilmente anche lui era come loro.
Insomma, lo erano nella totale mancanza di reazione davanti alle donne, perciò sicuramente doveva essere come lui anche riguardo gli uomini.
In altre parole se a Zoro non piacevano le donne perché piacevano gli uomini, anche per lui era così.
Tuttavia non lo capì subito, bensì con un po’ di scoppio ritardato.
Sul momento si limitò a realizzare che gli era venuta una strana erezione, ma nel ritrovarsi il pene grosso e dritto come quello di Zoro e Law mentre facevano sesso, non aveva sul momento collegato le cose.
Non si era fatto domande né ragionamenti.
Quelli erano venuti successivamente, quando si erano dovuti separare dopo Zo.
Andando a recuperare Sanji con alcuni della ciurma che non comprendevano il suo vice, il quale invece si era unito a Law e Kinemon per precederli a Wa, Rufy si era inevitabilmente trovato davanti ad una verità impossibile da non vedere e senza la sua reale volontà, aveva capito.
Precisamente gli era capitato quando, nella noia più totale del viaggio che portava da Zo a Tottoland, il territorio di Big Mom, la mente aveva vagato liberamente sciolta tornando a quel ricordo che aveva facilmente accantonato dopo i molti eventi che si erano velocemente susseguiti dopo aver beccato Zoro e Law a fare sesso sulla nave di Bartolomeo.
Di preciso, infatti, il ricordo che gli era riaffiorato a tradimento e senza apparente motivazione logica, era stato proprio quello legato ai due. Lì, inavvertitamente e contro ogni previsione, gli era tornata l’erezione dura, così tanto che aveva dovuto per forza toccarsi e stimolarsi andando totalmente ad istinto, senza la più pallida idea di che cosa stesse facendo.
L’aveva trovato piacevole e soprattutto d’aiuto, invece che farsi una doccia fredda o distrarsi in qualche altro modo.
Nella postazione di vedetta in cima all’albero maestro della Sunny, perfettamente solo e senza nessuno nei paraggi, una volta che la mente aveva riprodotto quelle scene scatenandogli la stessa reazione fisica, la propria mano si era mossa da sola e quando aveva aumentato l’intensità ed il ritmo dei movimenti, il piacere provocato dal proprio membro sempre più eretto, grande e pulsante era aumentato. Tuttavia ad aiutare veramente a trovare maggior soddisfazione era stata la propria mente che era rimasta agganciata al ricordo da cui era partito tutto.
In particolare la parte in cui Zoro prendeva l’erezione dura di Law da dietro e gemeva mezzo nudo sotto di lui, a carponi, eccitato e coinvolto.
Quando nell’immaginarseli si era sostituito a Law come se fosse lui invece a prenderlo da dietro, allora qualcosa di liquido e denso era schizzato dal proprio pene finendo nella pedana rotonda di legno della torretta su cui era appostato. Per fortuna sopra nessuno dato le gocce che avevano rischiato di cadere giù.
Il piacere era stato acuto ed improvviso e senza precedenti. Si era totalmente sconnesso da sé tanto da non sapere più dove fosse, per un momento, e ad occhi chiusi aveva pensato per un momento folle di far veramente sesso con Zoro.
Era stato lì, dopo un bel po’ dal suo primo orgasmo volontario, che si era reso conto piuttosto facilmente che era come Zoro e che quindi anche a lui piacevano i ragazzi.
Quando gli era capitato di nuovo, sempre prima di arrivare a Tottoland, però, e gli era tornato duro di nuovo pensando ad un ipotetica notte focosa fra lui e Zoro, aveva capito che nel dettaglio non è che gli piacevano i ragazzi in generale e la questione era tutta lì.
A lui piaceva proprio Zoro e non come amico o compagno di viaggio, ma come ragazzo. Gli piaceva totalmente. Soprattutto sessualmente, ma anche emotivamente e mentalmente. In ogni modo potesse piacere qualcuno.
Una volta raggiunta quell’epifania aveva anche capito il motivo per cui era sempre scappato a gambe levate dalle molte avance di quella splendida donna che rispondeva al nome di Boa Hancok. All’epoca si era detto che non ne voleva sapere di distrarsi e pensare a quelle cose, che voleva diventare il re dei pirati e non sistemarsi con una donna, ma lì finalmente ogni cosa era andata al posto giusto, così come ogni motivazione dietro ad ogni scelta passata.
Non gli piacevano le donne ma bensì gli uomini e nella fattispecie era totalmente perso per Zoro.
Che, purtroppo, al momento stava con il loro alleato più importante. Trafalgar Law.
Oltre che alleato, era anche una delle persone a cui doveva molto per via di come l’aveva aiutato dopo la morte di Ace, perciò la rivelazione del secolo per lui si era fermata lì.
Ad un paio di orgasmi di conferma dei suoi non più ormai sospetti ma solo certezze.
Fortunatamente l’arrivo a Tottoland l’aveva distratto impedendogli poi di fissarsi oltre su quelle rivelazioni che erano state messe abilmente da parte fino all’arrivo al Paese di Wa e alla conseguente riunione proprio con Zoro. Fra tutti quelli che avrebbe potuto incontrare. Lui.
Proprio lui.
Mentre gli piombava addosso dal cielo lanciandosi dall’animale che trasportava lui e la piccola Tama verso un villaggio per poterla curare, si era ricordato del non piccolo trascurabile dettaglio che aveva accantonato dopo che di nuovo era stato preda di un continuo susseguirsi di eventi uno più impegnativo dell’altro.
Perciò fu quello lo stato d’animo con cui si agganciò alla testa di Zoro una volta che, vedendolo da lontano e riconoscendolo, gli si era sparato addosso come un proiettile.
Lo stato d’animo di chi, tutto in un botto, improvvisamente e inavvertitamente, ricordava quanto scoperto in modo shoccate e che poi aveva messo da parte nella consapevolezza che era una questione più complicata di quelle a cui normalmente era abituato.
Ma lì, mentre le proprie gambe finivano avvolte intorno alla sua testa e lo stringeva forte a sé più felice che mai, si ricordò in un’unica ondata bollente di calore incontrollabile che lui, in realtà, era innamorato di Zoro.
Quel calore, infatti, si concentrò di nuovo nelle sue parti basse, esattamente quelle che erano accidentalmente finite appiccicate contro il suo viso. A quel punto a Rufy tornarono in mente le suddette fantasie che gli avevano regalato i suoi primi orgasmi, quelli in cui lui e Zoro facevano proprio le cose che gli aveva visto fare con Law.
Proprio quelle che, vestiti a parte, sembravano predisposti a fare in quel preciso momento vista la posizione in cui erano finiti.
Così, di nuovo, andando in totale confusione col cervello che gli si spegneva del tutto, prima di aprirsi la veste ed infilare l’erezione in bocca a Zoro, Rufy scivolò con le gambe giù sulle braccia come a bloccarlo, poi gli prese la testa con le mani e appoggiando la fronte alla sua, sorridendo al colmo della felicità, fece per baciarlo.
Fu veloce, un lampo infinitesimale, così rapido da non poterlo forse considerare reale.
A farlo tornare in sé ricordandogli che le sue fantasie non erano reali, fu lo sguardo sbigottito di Zoro che per un momento, pensando effettivamente che Rufy stesse per baciarlo, lo guardò shoccato.
Quello permise al giovane capitano di tornare in sé e staccandosi da lui, saltò giù mantenendo totalmente invariata la sua enorme gioia nel rivederlo, la stessa che subito pervase Zoro mentre si salutavano entusiasti facendo ognuno un veloce e rapido punto della situazione.
Ovvero ‘ci sono tutti?’ come a chiedere se avevano recuperato Sanji o se qualcuno era morto nella missione, e ‘sì sono da qualche parte nell’isola’.
Poco importava che era quasi morto nel frattempo, ma siccome era lì vivo e vegeto e che stava più bene che mai, i dettagli non contavano più.
Sicuramente Zoro sapeva com’era andata realmente, un po’ perché lo conosceva, un po’ perché lo percepiva col suo haki, ma il fatto che non si accertasse oltre di quelle questioni, lo sollevò. Non voleva che si preoccupasse, sapeva che si era crucciato per essersi separato da lui, ma sapeva anche che era stata una scelta dettata dalla logica e dalla razionalità. Dopotutto la missione era stata recuperare Sanji, non far guerra a Big Mom. Di guerra ne avevano già una da fare ed era lì per quello, finalmente.
Con lui, il suo primo generale, la persona più forte con cui si sentiva totalmente al sicuro che gli aveva giurato solennemente non avrebbe mai più perso dopo averlo fatto con Occhi di Falco.
Ebbene adesso si erano di nuovo riuniti ed il resto delle cose potevano tornare in un angolino, bellamente ignorate, fingendo che tutto fosse come sempre e che non ci fossero realizzazioni shoccati di mezzo che l’avevano fatto ulteriormente crescere tutto d’un colpo.
Di crescite obbligate sconvolgenti ne aveva abbastanza, quella legata alla propria sessualità ed ai propri sentimenti non voleva che lo destabilizzasse né che rovinasse nulla.
Soprattutto fra lui e Zoro.
“Che poi tanto non è che potrei comunque farci qualcosa. Lui sta con Law, punto. Me la devo mettere via. Comunque resta il mio vice, è con me che se ne va in giro, è parte della mia ciurma. È comunque più mio che suo. Se io gli dico una cosa lui la fa perché sono io a dirgliela, mentre se Law dovesse dirgliene un’altra opposta alla mia, lui eseguirebbe la mia. Non la sua. È me che seguirà sempre e comunque. Che se lo scopi pure finché possono, tanto poi finirà e lui tornerà via con me.”
Mentre parlavano di cibo e di quella bambina che stava male e dovevano salvare di cui Zoro non sapeva nulla ma che ovviamente avrebbe aiutato solo perché glielo aveva detto lui, Rufy andò avanti come un treno per le proprie considerazioni senza rendersi conto che Zoro celava uno strano imbarazzo portato da un dubbio che gli arrovellava il cervello da quando le proprie gambe erano finite intorno alla sua testa.
Dubbi e tormenti che lui non sentiva proprio in quanto troppo occupato con altre cose, fra cui il cibo avariato che stava ingurgitando senza rendersene conto e la missione di salvataggio.
Zoro aveva sentito eccome, la sua erezione premuta sulla faccia mentre lo soffocava. Così come aveva avuto l’impressione che poi stesse per baciarlo, ma siccome poi era tutto svanito alla velocità della luce e che poi era Rufy e che non era possibile facesse quello che aveva pensato, l’aveva presto accantonato rimanendo comunque dolorosamente eccitato.
Rufy di fatto non aveva minimamente idea dello stato terribile in cui l’aveva gettato, stato che poi aveva sfogato solo grazie a Law.
La scena si consumava davanti ai suoi occhi, ma Rufy se l’era proprio cercata.
Vedendo Zoro prendere Law per una manica e trascinarselo brutalmente fra le case povere del quartiere degli scarti dove erano finiti dopo la riuscita della loro missione speciale, proprio mentre la gente recuperava felice il cibo e l’acqua procurati, li aveva seguiti pur avendo un’intuizione su cosa stavano andando a fare.
Era stato più forte di lui, pur immaginando andassero a fare una sveltina non si era chiesto se fosse il caso di seguirli, aveva solo sentito il bisogno di andargli dietro. Dopotutto doveva sfogarsi anche lui, visto come ce l’aveva duro da quando aveva ritrovato Zoro. Non gli era mai sceso, si era distratto, aveva egregiamente fatto altro, anche combattere e fare casino era stato d’aiuto, ma poi una volta finito tutto e riunitosi a Zoro nel quartiere degli scarti che stavano aiutando, nonostante ci fosse con loro anche Law, si era ritrovato di nuovo atrocemente duro. Così aveva capito che se loro si sfogavano per quel motivo, doveva farlo anche lui. Bisognava cogliere l’attimo, insomma.
Tuttavia nonostante le proprie intenzioni fossero quelle, chiare, nette e semplici, alla fine si era reso conto che era più difficile di quel che aveva pensato. Perché voleva riuscire a concentrarsi solo su Zoro e sul suo corpo muscoloso parzialmente scoperto dal kimono che Law gli alzava, e non sul suo pene che gli entrava dentro da dietro.
Quello lo disturbava perché non era il proprio il quale invece era stretto nella mano che muoveva su e già alla ricerca di sollievo, gli diventava grande e sempre più sensibile ma, appunto, non era nel posto dove lo voleva veramente mettere. Nelle natiche di Zoro.
Perciò ci mise un po’ a venire e scaricarsi, ci riuscì solo quando Zoro si voltò circondando il collo di Law con le braccia e scoprendo così il suo corpo possente per avanti, col kimono addosso ma aperto che ora cadeva giù dopo essere entrambi venuti.
Quando intravide il suo seme gocciolare ancora dal pene sufficientemente eccitato nonostante l’orgasmo appena avuto, Rufy cancellò la bocca di Law che si chiudeva su quella di Zoro, così come le loro lingue intrecciate che si vedevano da fuori.
Si concentrò solo sull’inguine della persona che ora era un’ossessione per lui e riuscì a venire liberandosi di gran lunga da quel peso mentale che gli avrebbe altrimenti impedito di agire lucidamente da lì in poi.
Non doveva distrarsi con quei pensieri, c’era ben altro da fare, ora. Scaricarsi e schiarirsi la mente era la mossa migliore, adesso poteva continuare per la propria strada senza rischiare di fare qualche cazzata.
Di questo Rufy ne era totalmente convinto e tralasciava assolutamente il fatto che forse era proprio quando la sua mente era così libera e sgombera da altre fisse, che poi finiva per fare le suddette cazzate. Ma contava solo ciò di cui lui era graniticamente certo.
Dopo l’orgasmo solitario, Rufy sgusciò via riunendosi agli altri guardando di continuo con stizza la direzione da cui i due dovevano rispuntare. Perché ci mettevano tanto?
Eppure ormai avevano fatto.
Appena li vide tornare, non poté controllarsi e seguendo un impulso indomabile portato da una sorta di freddo interiore che non aveva niente a che fare con quello esteriore, si appiccicò a Zoro e gettandogli le braccia al collo come prima l’aveva visto fare con Law, aderì le labbra al suo collo.
Appena l’aveva visto ne aveva sentito un gran bisogno, così forte da non sapersi proprio controllare, e così non si era frenato.
Zoro l’aveva accolto di riflesso, rimanendo teso e sorpreso. Non aveva idea di che espressione stesse facendo, forse era perplesso, ma a Rufy in quel momento non importava più. Aveva solo bisogno di calore, calore fisico. Il suo calore.
Dopo l’orgasmo si era sentito subito come vuoto e magari era la cosa migliore, per non distrarsi con cose che non c’entravano, ma aveva subito una specie di contraccolpo.
- Rufy, che hai? Non stai bene? Hai mangiato qualcosa di avariato? - chiese Zoro senza rendersi conto che prima avevano mangiato entrambi qualcosa di avariato senza avere conseguenze. I loro fisici erano decisamente diversi da quelli della gente di Wa che soffriva appena ingurgitavano qualcosa di non pulito.
Rufy si appiattì al suo corpo stringendo ancora di più la presa delle braccia, scosse il capo e strusciò ulteriormente le labbra sul collo sensibile e caldo. C’era il profumo di Law. Appena lo riconobbe e lo identificò come un profumo estraneo a quello fin troppo conosciuto di Zoro, Rufy arricciò il naso e con una smorfia si staccò.
Stava per dire ‘sai di lui’ con un’acidità non propriamente tipica sua, ma quando vide come Zoro lo guardava shoccato, capì che doveva aver esagerato.
Lui era uno che non si faceva problemi coi contatti fisici, abbracciava e toccava con estrema spontaneità, ma evidentemente quella cosa era off limits.
- Sto bene, avevo solo freddo. - disse mentendo malissimo. Lui non ne era capace e lo sapeva, suo malgrado ci provava sempre.
Zoro lo guardò consapevole che era una bugia, ma decise con una scrollata di spalle di lasciarlo perdere. A volte capirlo era forse troppo difficile e a Rufy dispiacque perché lui era l’unico che ci era sempre riuscito. L’aveva sempre capito, se ora non ci riusciva e nemmeno ci provava, era brutto.
Stava per reagire in maniera imprevedibile persino per sé stesso, sentendo di dover fare qualcosa a riguardo, quando venne interrotto dalla gente del posto accorsi per ringraziarli di nuovo dell’aiuto.
Tutti avevano già saccheggiato sia cibo che acqua ed ora si apprestavano a festeggiare, ma fu a quel punto che Law richiamò Rufy all’ordine dicendo che per loro era ora di andare e che doveva fargli vedere una cosa importante.
Era un bel ragazzo, si disse Rufy mentre era sulla groppa a Komachiyo, l’animale cane-leone che ormai era loro amico, lo stesso che prima li aveva trasportati fino al quartiere degli scarti per salvare Tama. Con lui c’erano anche Law, Zoro e Kiku, quella strana ragazza che sapeva usare bene la spada e che aveva chiesto di venire con loro fra le rovine del vecchio castello dei Kozuki.
Law era un bel ragazzo, tuttavia non era Zoro.
Rufy lanciò una breve occhiata al suo vice che dava loro le spalle con le braccia incrociate sul petto e l’aria imbronciata. Era quella che aveva di solito, ma lì gli sembrava diverso. O meglio, lo percepiva.
Al contrario, Law era come sempre.
Dubitava avessero litigato, forse il disagio di Zoro, che percepiva ma non sapeva tradurre bene, derivava da qualcos’altro che gli sfuggiva.
Tuttavia venne distratto dalle spiegazioni tecniche e pratiche di Law che a quanto pareva si era incaricato di metterlo in pari e richiamarlo all’ordine, probabilmente per farlo smettere di salvare gente a destra e sinistra e farlo concentrare sul piano originale di Kinemon.
Rufy non aveva idea che Zoro l’aveva sentito ed aveva capito che stava succedendo qualcosa, suo malgrado si ostinava a non vederlo per quel che era. Si rifiutava di vederci un interesse speciale, per lui il suo capitano era solo il solito eterno curioso che doveva ficcare il naso ovunque. Però per colpa di questo vizio, che ultimamente era diventato morboso, gli stava rovinando l’esistenza.
Rufy ignorava totalmente come si sentiva Zoro, così come che la sua sola fortuna fosse la presenza di Law. Senza di lui non avrebbe mai potuto tenere a freno i propri istinti scatenati da quei suoi strani comportamenti.
Prima l’erezione spalmata sulla sua faccia, poi il quasi bacio, infine di nuovo che li spiava mentre facevano sesso ed adesso quell’abbraccio post sesso?
C’era qualcosa, ma non poteva essere quello che pensava. Si rifiutava di crederlo.
Rufy non sapeva che ne aveva poi parlato a Law e non sapeva nemmeno che lui gli aveva detto che non lo conosceva così bene e che lui era l’unico a poter dire cosa gli prendesse. Tuttavia non era stato geloso e comunque di fatto non l’aveva minimamente aiutato.
A quel punto, pieno di dubbi che Rufy ignorava totalmente e per nulla nella capacità mentale di affrontarli e snodarli, Zoro scese dall’animale che li portava su per la collina lasciando a Law l’annoso compito di gestire il suo capitano.
Zoro al momento aveva bisogno di aria. Avrebbe approfittato per perdersi volontariamente.
Rufy sapeva che Zoro aveva qualcosa, ma non capiva di cosa si trattava e una volta rimasto solo con Law e quella strana ragazza di nome Kiku, sospirò e senza nemmeno rifletterci su, chiese schietto: - Ma che ha?
Law lo guardò meravigliato, convinto d’aver capito male. Rufy a quel punto, seccato e col broncio infantile, ripeté: - È strano, che combinate voi due? Pensavo che foste in grado di gestirvi, per questo non sono intervenuto!
Law spalancò ancor di più gli occhi convinto di star capendo male:
- E su cosa dovevi intervenire?
- Sulla vostra relazione! Non voglio che le nostre questioni personali incidano sulle missioni.
Law continuò a guardarlo mentre quell’incrocio fra un cane gigante ed un leone li portava su per la collina, verso le rovine del vecchio castello dei Kozuki.
Non perse la calma e la compostezza. Rufy lo invidiava, ogni tanto. Lui quando si agitava non c’era verso di calmarsi con uno schiocco di dita.
- Non mi sembra che sia venuto meno ad alcuno dei tuoi ordini anche se avrebbe fatto bene. Per colpa tua abbiamo deragliato dal piano principale e ci siamo tutti e tre fatti scoprire! Ma lui invece preferisce sempre seguire i tuoi ordini, non importa quali siano! Si dimentica di tutti i piani precedenti, quando ci sei tu!
Law volle sottolineare con maggior precisione quello che intendeva, per fargli capire meglio la situazione. Solo lì Rufy si rese conto che aveva ragione e piegando la testa di lato inarcò le sopracciglia con fare da ‘effettivamente forse hai ragione’.
Sospirò e ci rifletté ancora un po’ fino a che capì di sentirsi meglio e di essere più sollevato.
- Quindi non ha niente con me?
Law tornò a guardarlo stupito.
- Perché non glielo chiedi?
- È scappato...
- Ha sentito qualcuno avvicinarsi... - rispose logico il dottore. Rufy scrollò le spalle.
- Nessuno di forte. Voleva staccarsi da noi. Non capisco perché.
Law alzò le spalle totalmente disinteressato.
- Sa cavarsela da solo. Concentrati su quello che stai per scoprire ora, perché è molto più importante dello spadaccino!
Rufy stava per dire imbronciato ed offeso che non c’era niente più importante di Zoro, per lui, ma poi l’animale si piantò una volta raggiunta la sommità della collina e superato il bosco, arrivarono ad una radura con delle rovine e davanti ad esse, degli obelischi di legno con sopra incisi dei nomi.
Lapidi.
Appena li vide percepì subito la sacralità del posto e l’estrema importanza di quel che stava per scoprire, così lanciando un ultimo pensiero a Zoro, sperò di rivederlo presto e che tutto tornasse come prima. Prima di cosa? E a posto come? Cosa c’era di diverso, ora?
Ma nessuna delle domande trovò risposta rapida ed ogni cosa venne semplicemente accantonata. Ci avrebbe pensato alla fine di tutta quella storia.