3. SCALA DI PRIORITÀ
Non si era fatto un piano preciso, né si era preparato una scaletta di cose da dire.
Sapeva solo che doveva chiarire quel concetto.
Di chi era ora Zoro? Capiva che forse detta così sarebbe stato equivoco, ma di fatto si trattava di quello e non sapeva davvero in che modo mettergliela giù.
Mentre si dirigeva in palestra, il regno esclusivo di Zoro, si chiese solo se andasse bene porgli quella domanda diretta. Poi capendo che con lui solo essere diretti pagava, entrò nella stanza chiudendosi la porta alle spalle.
L’aria decisa di chi non intendeva uscire senza un chiarimento, senza sapere una volta per tutte com’era ora la scala di priorità del suo vice.
Sorvolò con lo sguardo il luogo pieno di macchinari e attrezzi fra cui spiccava una panca ed il bilanciere pieno di pesi con cui Zoro si allenava sempre.
Lui era proprio lì, infatti. Seduto a cavalcioni su quella rivolto verso il bilanciere che però non stava nemmeno toccando.
Aveva le spalle ricurve, la maglietta ancora addosso. Non si era ancora spogliato né fatto riscaldamento.
Era lì, fermo, seduto. Totalmente immobile.
Stava male.
Non lo vedeva in faccia, ma non gli serviva per saperlo.
Zoro stava male per Law e l’informazione lo colpì come un pugno allo stomaco.
Appena lo realizzò un lampo attraversò la sua mente bruciando ogni cosa, infiammandolo immediatamente e lasciando solo istinto. Puro basico istinto animale, quello che spesso prendeva il sopravvento nei momenti complicati e rischiosi e che lo faceva vincere.
Non glielo permetteva, di stare male per lui.
Perché adesso c’era il suo capitano, lì. Erano soli e stavano andando oltre quanto appena vissuto, stavano voltando pagina. Non si poteva rimanere ancorati al passato o ad una persona.
Si doveva andare sempre avanti senza legami tanto seri da mettere a rischio la propria vita e quella di chi si aveva intorno.
Zoro quello doveva capirlo, ma soprattutto doveva mettere a posto la sua testa, il suo animo ed il suo cuore.
Non poteva stare male per un altro. Non poteva mettere un altro sopra di lui e cambiare le cose da come erano sempre state. Aveva aspettato ardentemente quel momento. Quello in cui, salpati da Wa, tutto sarebbe tornato come prima. Ed ora cosa? Non era più possibile? Il ‘prima’ era cancellato? Esisteva solo una novità che mutava ogni cosa? Ed in che modo la mutava? In peggio? Doveva rinunciare al suo Zoro?
Rufy col sangue che ribolliva nelle vene all’idea di quell’allontanamento dalla persona più importante della sua vita, si avvicinò dopo aver stretto i pugni lungo i fianchi, silenzioso e senza fare il solito chiasso.
Arrivato alle sue spalle, nemmeno un passo a separarli, Rufy parlò piano, basso e penetrante. Furioso, quella furia che precede un urlo rabbioso. Un tono che faceva solitamente più rumore di qualsiasi scoppio.
- Chi c’è al primo posto, adesso, Zoro?
A quella domanda inaspettata, specie da lui, il suo vice alzò il capo di scatto trattenendo il fiato, voltò il capo a metà senza girarsi del tutto, rimanendo in quella posizione. Si sentiva qualcosa nell’aria. Come dell’elettricità statica pronta a scoppiare al primo contatto, ma non era chiaro in che modo sarebbe poi scaturita.
Dopo un primo momento di stupore, lo spadaccino si incupì rabbioso ed infastidito tornò a girarsi, dandogli ancora le spalle e fingendo che quel suo atteggiamento non fosse anomalo per i suoi canoni.
- Che diavolo stai dicendo, Rufy? Non sono dell’umore adatto!
- Hai capito bene, rispondimi! - tuonò deciso con un tono che non ammetteva repliche, un tono da vero capitano. Era un ordine, doveva rispondergli. Era raro che lo usasse coi suoi compagni, con Zoro di sicuro non era mai successo.
Egli sussultò, si tese sulla panca lunga e stretta, la schiena e le spalle dritte, ma il capo sempre rivolto dall’altra parte.
- Solo per una volta che non ti ho assecondato, non mi sembra sia una tragedia. Tornare indietro adesso è da folli, mi pareva che avessi capito!
Sembrava una risposta normale, sensata, ma c’era sempre qualcosa nell’aria. Qualcosa che sentivano entrambi pronta ad esplodere veramente al primo contatto.
Quel contatto arrivò con Rufy che gli prese la maglietta da dietro e strattonò salendo in ginocchio sulla panca sempre alle sue spalle. Si appiccicò a lui con forza e possessione premendosi completamente contro di lui fino a fargli sentire ogni sua parte, anche l’erezione non più a riposo. Lo fece per avere il controllo su di lui e costringerlo a rispondere, per fargli capire chi comandava.
- Non è quello. Dimmi chi c’è ora al primo posto, Zoro. Chi sta sopra tutti gli altri per te? - tornò a chiedere mentre l’adrenalina fluiva nel proprio corpo accaldato arrivando alle sue parti basse che continuavano a reagire premute nel centro della sua schiena larga e forte.
Era arrabbiato e pieno di dubbi e odiava essere così con Zoro, si domava a stento perché lo desiderava da matti, ma non voleva sapere di essere secondo. Non poteva sopportarlo. C’era una delle lotte più dure, in sé, ormai, e stava impazzendo mentre una bestia dentro di sé scalpitava per uscire e avere la meglio.
Zoro rimase fermo, sempre rigido e dritto seduto a cavalcioni di spalle a lui, ma non si mosse, non si voltò, non se lo scrollò di dosso. Nemmeno urlò.
Infatti non respirava e finalmente rispose piano, con un tono penetrante che lo fece rabbrividire.
- Tu. Stai tu sopra chiunque. Sei tu che vieni al primo posto.
Appena lo disse, Rufy si sentì eccitare ancora di più e realizzando che nel premergli l’inguine contro il corpo trovava sollievo, continuò iniziando anche a strofinarsi lentamente. Molto lentamente. Quasi impercettibilmente.
Così come impercettibili furono le sue mani che smisero di tirarlo per la maglietta da dietro, ma strisciarono in avanti, sul petto, insieme alla sua bocca che si avvicinava al suo orecchio.
L’istinto stava totalmente prendendo il sopravvento dopo quell’ondata di gioia nel sapere che c’era lui al primo posto per Zoro. Se lo diceva gli credeva. Sapeva che era vero.
Adesso non si poteva più controllare, non ce l’avrebbe mai fatta e nemmeno ci provò.
- Sei mio, allora? - chiese piano aderendo le labbra al suo orecchio. Zoro rabbrividì e, sorpreso, fece per voltare il capo verso di lui per capire se stesse succedendo veramente, ma Rufy lo fermò prendendogli il viso con una mano che strisciò sulla fronte e lo costrinse a stare immobile, gli piegò la testa di lato e gli leccò l’orecchio iniziando a liberare ogni istinto e desiderio accumulati in quell’interminabile periodo da quando aveva capito cosa provava per lui.
- Sei mio? - chiese ancora leccandolo.
Zoro sospirò faticando a parlare, ma si sforzò perché glielo stava chiedendo. Anzi, gli stava ordinando di rispondere. Se lui gli diceva qualcosa era impossibile non accontentarlo a meno che non dicesse o pretendesse cose totalmente illogiche che andavano contro tutti loro.
- Sì, lo sono. - ma quello non era illogico e di sicuro non andava contro nessuno.
A quel punto a Rufy che ora era totalmente connesso con lui tramite i loro haki della percezione, tornò a venirgli in mente quel modo di fare sesso di Zoro e Law che l’aveva colpito tanto.
Al suo vice piaceva farsi sottomettere e si dava il caso che a lui piaceva comandare.
Visto che gli aveva risposto bene, poteva accontentarlo. Con la mano libera che non gli teneva fermo il capo, scivolò giù e gli alzò la maglietta continuando a leccargli e mordicchiargli l’orecchio. Era così bello assaggiarlo, aveva un sapore intossicante. Così suo.
Dopo avergli sollevato la stoffa scoprendogli il petto, scese sugli addominali. La sensazione della sua pelle tonica ed i muscoli delineati iniziava a dargli alla testa. Non aveva mai immaginato che carezzarlo in quel modo potesse essere così bello. Lo era in un modo deleterio, gli sembrava di star lentamente prendendo fuoco e sapeva che quello era niente rispetto al resto. Rufy continuò la discesa al proprio paradiso personale e senza esitare, continuando a leccargli l’orecchio ed il collo, si infilò nell’inguine sotto i pantaloni ed i boxer e andò subito a toccargli l’erezione che tanto agognava, su cui aveva a lungo fantasticato. Sorrise contento sentendolo duro.
Quello non poteva essere frainteso.
Gli stava piacendo. Forse dopotutto non era poi così preso da Law se riusciva ad eccitarsi così con lui.
Zoro fece per alzarsi dalla panchina intenzionato a togliersi i pantaloni, ma Rufy lo fermò con un tono deciso.
- Non farlo.
Zoro rabbrividì e lo sentì sotto le labbra che gli succhiavano e baciavano il collo.
Con la mano gli prese l’erezione e gliela tirò fuori iniziando a masturbarlo, intanto dietro si strofinava più forte contro di lui, infastiditi dai vestiti che ancora si frapponevano fra loro. Era così bello usarlo per procurarsi piacere. Finora aveva fatto tutto solo, al massimo si era concesso di guardarlo mentre era con Law, ma quello superava ogni fervida immaginazione.
Rufy mosse in fretta la mano sul suo pene che cresceva sempre più, scendendo con la mano dal viso per tormentargli i capezzoli. Ne strinse uno fra indice e pollice e lo sentì gemere, i muscoli gli guizzarono sotto le dita e capì che gli piaceva da matti; Rufy, dunque, strinse di più facendolo gemere più forte. L’ondata di calore crebbe a quella sua reazione, consapevole che era lui a farlo godere e con l’erezione che ormai gli pulsava nella mano fin quasi ad esplodere, pensò che gli succedeva di solito poco prima di venire, poco prima che finisse tutto, perciò si fermò decidendo che era presto. Voleva giocare ancora un po’.
Quell’interruzione brusca fece stizzire Zoro che, allucinato, stava per lamentarsi e girarsi, ma di nuovo Rufy glielo impedì con la forza. Gli mise una mano sulla bocca e lo zittì bloccandolo lì seduto fra le proprie braccia.
L’erezione tesa, scoperta, sul punto di esplodere e mollata sul più bello.
Tornò a parlargli all’orecchio che tirò coi denti. Le dita ancora a pizzicargli forte il capezzolo che continuava a dargli reazioni inequivocabili grazie ai muscoli che guizzavano bollenti. Lentamente prendevano vita tutte le sue fantasie erotiche di quelle settimane.
- Non azzardarti a toccarti. Stai fermo così. E zitto.
Perché se era questo che gli piaceva, anche lui lo adorava. Lo adorava da matti.
Dare ordini, ma soprattutto darli a lui. L’aveva sognato e desiderato tutte le volte che si era provocato piacere da solo. Poterlo fare in quel modo, mentre gli diceva cosa fare e qualunque cosa fosse, non importava cosa, lui la eseguisse.
Zoro non si ribellò, non provò a muoversi né a parlare. Quando lo lasciò, Rufy scese e rimase dietro di lui senza farsi vedere né sfiorarlo. Lo lasciò in attesa per un po’, per metterlo alla prova e vedere quanto sarebbe resistito, nel frattempo si spogliò del tutto.
Vedendo che faceva il bravo e non si voltava nemmeno, Rufy sorrise soddisfatto leccandosi famelico le labbra ancor più eccitato.
Era meraviglioso oltre ogni immaginazione e capiva meglio Law. Come lui era un capitano e tutti i capitani avevano una specifica caratteristica e feticismo, in un certo senso.
Il controllo sugli altri. Il comando.
Avere per le mani uno come Zoro che si fidava e seguiva totalmente il proprio capitano, dava totalmente alla testa.
Rufy, contento e scalpitante, si spostò davanti e salendo sulla panca questa volta di fronte a lui, gli presentò la propria erezione dura e tesa, carica di eccitazione. Anche lui non ne poteva più, ma prima aveva un paio di altre fantasie da soddisfare.
Guardò Zoro che si mordeva il labbro facendo violenza su sé stesso. Non ne poteva più, voleva saltargli addosso, toccarlo, leccarlo e divorarlo. Lo sentiva, lo percepiva, lo provava tramite l’haki. Era intossicante.
Dopo averglielo tenuto a pochi centimetri dalla faccia, nonostante Zoro fremesse per mettergli le mani addosso ed invece non si muovesse, si decise a posarglielo gentilmente sulle labbra e appena lo fece lo sentì sospirare di sollievo nell’averlo sul suo viso. Rufy stava già morendo ma voleva vedere fin dove poteva arrivare in quel gioco.
- Succhia. - ordinò a quel pinto e solo lì Zoro aprì vorace la bocca, non ne poteva più e si vedeva. Lo prese subito come per divorarlo, leccò senza usare le mani che rimanevano rigorosamente a stringere la stoffa dei pantaloni che ancora indossava, l’erezione fuori ed ancora eccitata voleva trovare sollievo, ma lui non si toccava. Stava fermo con le mani perché non gli aveva detto che poteva farlo.
Era delirante.
Assolutamente delirante.
Il piacere nell’avere la sua bocca bollente sul proprio pene gonfio e duro, la sua lingua a leccare, lui che succhiava così forte facendo quei rumori assurdi, era delirante.
Non aveva mai provato niente di simile, di sicuro la propria mano non si era mai avvicinata ad un piacere del genere. Voleva venire, esplodergli in bocca ed inondarlo, e spingeva con sempre più foga come se lo stesse facendo suo del tutto, ma proprio mentre stava per venire veramente, pensò che a quel punto voleva tutto, ogni singola fantasia. Voleva realizzare ogni cosa.
- Toccati. - sussurrò prendendogli i capelli sulla nuca per farlo rallentare e cercare di dominare il piacere che per un momento era quasi esploso.
Zoro eseguì ben volentieri non aspettando che quello ed iniziò a masturbarsi, mentre con la bocca continuava a pompare e lui spingeva ancora ma con meno foga di prima.
Rufy sempre connesso a Zoro, capendo che stava di nuovo per venire, lo fermò.
- Smettila, non venire ancora.
Sapeva bene che chiedergli una cosa simile vicino ad un orgasmo era la cosa più crudele da chiedere e dura da realizzare. Per quanto Zoro fosse assuefatto di quel gioco di dominazione, poteva ribellarsi a quello. Era il secondo quasi orgasmo che gli aveva bloccato, sapeva quanto fosse anche solo impossibile fermarsi al primo sul più bello, ma lui invece eseguì l’ordine e si tolse la mano di dosso.
Si infiammò immediatamente del tutto. Quel controllo su di lui, così assoluto, gli stava per far avere una specie di orgasmo mentale. Rufy era allo stremo e non resistendo più, poco prima di schizzargli in bocca, lo tirò via strattonando i capelli. Questo piacque a Zoro e lui lo sentì, sorrise con un ghigno compiaciuto, ma a quel punto scese dalla panca.
- Alzati e spogliati. - ordinò. Zoro si sbrigò a finire di togliersi i vestiti e una volta in piedi attese che Rufy gli dicesse come mettersi. Entrambi non ne potevano più ma al tempo stesso non volevano smettere. Era così bello per entrambi, come un sogno che si realizzava.
- Inginocchiati a terra e piegati sulla panca.
Finalmente poteva e Zoro eseguì senza esitare. Si inginocchiò e si piegò in avanti appoggiando la parte anteriore del corpo sulla panca per darsi a lui nel modo migliore. Senza attendere oltre, Rufy ammirò il suo sedere bello sodo e tonico in attesa di lui. Quanto l’aveva desiderato.
Quello stesso che Law aveva spesso preso. Li aveva visti come facevano.
Glielo leccava e gli infilava le dita dentro, aveva sempre desiderato sapere cosa si provava a ricevere una cosa simile e con la sua bocca sulla propria erezione era andata alla grande, sicuramente anche quello doveva essere bello, ma era sempre assolutamente impazzito all’idea di fare a Zoro quel che gli aveva fatto Law, così senza pensarci ancora, si chinò dietro di lui e sparì col volto fra le sue natiche.
Lo leccò andando subito in profondità e poco dopo, impaziente, ci mise le dita.
Per lui non era niente di che, ma sentì Zoro inarcarsi e riprendere a gemere. Quello doveva essere maledettamente piacevole da ricevere più che da fare.
“Me lo farai la prossima volta. Adesso devo entrare o muoio.”
Fu l’ultimo pensiero vagamente razionale. Con impazienza Rufy non perse molto tempo lì dietro, si alzò subito, lo prese per i fianchi e senza esitare, con una spinta forte e decisa, gli fu tutto dentro.
Usando più forza del necessario, lo penetrò completamente e fu solo grazie al fatto che Zoro non era vergine e che resisteva egregiamente al dolore, che invece di gridare e imprecare, gemette tendendo la schiena e la nuca all’indietro. Si teneva al bordo della panca su cui era piegato, le ginocchia a terra e lui, da dietro, le mani ai fianchi e finalmente dentro.
Proprio lì dove doveva essere.
- È questo il mio posto. - sussurrò totalmente coinvolto dal piacere più intenso mai provato. Per Rufy fu come perdersi e ritrovarsi. Fu totalmente invaso ed avvolto da un piacere senza precedenti, ben lontano dalla propria mano o la bocca di Zoro. Qualcosa che non avrebbe mai pensato di poter provare.
- Sì... - sussurrò Zoro che stava impazzendo a sua volta dal piacere tanto fisico quanto mentale. Rufy non capiva cos’era quella gioia mista ad eccitazione. C’era qualcosa di emotivo e spirituale in quell’esplosione di piacere fisico.
A Zoro non stava solo piacendo, non stava addirittura credendo che stesse succedendo, da tanto che l’aveva desiderato.
Fu quando mise a fuoco la sensazione che il suo compagno sotto di sé gli trasmetteva, che comprese.
- Mi volevi anche tu così tanto? - chiese continuando a muoversi dentro di lui.
Zoro annuì fra i sospiri.
- Da quanto?
- Credo sempre...
Voleva chiedere perché l’aveva fatto con Law, come aveva osato andare con lui, ma invece di parlare aumentò le spinte che si fecero più forti e possenti.
Follia.
Era tutto follia.
Ogni cosa aumentò e crebbe.
- Sei mio? - chiese ancora totalmente preso da lui mentre affondava sempre più.
La forza delle spinte, gli affondi, la velocità, tutto presto andò fuori dal loro controllo.
- Sì, sono tuo... - rispose sospirando e gemendo di piacere sempre più intenso.
Zoro lo desiderava da tempo e non glielo aveva mai detto e solo lui sapeva perché, ma ora poteva ucciderlo per questo. Come aveva osato fargli questo per tutti quei giorni che per lui erano stati un’agonia nel guardarlo con un altro, credendo non provasse nulla per sé?
- Mi appartieni... - sussurrò a denti stretti, sotto sforzo.
Era morto nel pensare di dover vivere in una vita di rinuncia proprio su chi desiderava di più.
- Sì, ti appartengo... - gemette Zoro completamente inglobato nel suo capitano.
Ma mentre poi il piacere si mescolava al sentimento, capì che era gioia, gioia assoluta nel realizzare il massimo desiderio, quello che gli stava trasmettendo il suo compagno sotto di sé. Perché era quello che aveva sempre sperato e voluto. Lui. Loro.
- Siamo due idioti. - mormorò infine realizzandolo con la sua tipica semplicità. Con quello si chinò, aderì al suo corpo e proprio come aveva visto fare a Law le volte precedenti, gli prese l’erezione e lo masturbò aiutandolo a venire.
Come se non aspettasse altro, come se quello fosse il suo permesso, Zoro venne con piacere. All’idea che avesse davvero aspettato quello, il suo permesso per venire, poco dopo anche Rufy fece altrettanto e in un’esplosione che finalmente non fu frenata per nessuno, entrambi si liberarono come non mai e fu l’orgasmo più bello della loro vita.
Niente si poteva paragonare a quello. Nemmeno la vittoria più dura.
Era bello. La sua missione, le loro vittorie, quella vita d’avventura, realizzare i sogni, mantenere le promesse. Era bello tutto. Ma c’era una cosa, infine, che non aveva paragoni con tutte quelle cose splendide ed era quello.
Fondersi totalmente con Zoro, corpo, anima e mente. Fondersi, unirsi, averlo, darsi, essere un tutt’uno.
Era suo. Era totalmente suo. Irrimediabilmente suo.
Rufy non avrebbe mai dimenticato quel momento, quella sensazione.
Si appoggiò del tutto a lui uscendo, avvolgendolo da dietro in un abbraccio sfinito, dove tutto si mescolava. Le sensazioni erano confuse e c’era una pace in quel non capire i propri sensi.
Una pace inaudita.
Gli baciò il collo e sorrise ansimante e sudato come lo era anche Zoro, immobile, sfinito sotto di lui.
- Credo che ti amo, Zoro... e non come un amico od un compagno... - sussurrò ansimante sul suo orecchio, il bisogno di chiarirlo subito.
- Io lo so, invece, che ti amo. Da parecchio. - rispose deciso e stanco insieme Zoro, tenendosi il compagno addosso come una tenera scimmia che l’avvolgeva da dietro, arrampicato addosso.
- E perché stavi con lui? - chiese subito senza peli sulla lingua, con un tenero broncio che gli premeva contro la pelle sensibile.
- Perché non pensavo di poter avere te. Non volevo incasinare tutto. Sei il mio capitano, hai la tua missione...
- Anche tu ce l’hai... - gli fece notare senza capire come funzionava la sua testa stramba. A volte Zoro aveva solo i doveri nel cervello, ma non c’erano solo quelli. Aveva faticato molto a fargli capire che nella vita potevi raggiungere traguardi importanti anche concedendoti divertimenti e libertà. Tuttavia a volte tendeva a tornare quel vecchio Zoro rigido ed inquadrato, così simile al Law dei primi tempi.
- Sì ma... non so, credevo che non pensassi a me in quel senso... - si giustificò Zoro iniziando a star male in quella posizione mentre i sensi, sempre confusi e accentuati, gli trasmettevano piano piano la consistenza dei loro corpi accaldati e pulsanti.
Rimasero un po’ in silenzio a respirare cercando di riprendersi per capire cosa dovessero fare, ancora spaesati per l’improvvisa svolta che li aveva investiti senza preavviso.
- Beh, ci ho messo un po’, ma l’ho capito...
Con quello Zoro girò il capo verso di lui cercando la sua bocca, ma nella scomodità definitiva di quelle posizione a carponi uno sull’altro, si decise ad usare quel po’ di forza necessaria per sciogliere le posizioni e cambiarle. Staccò le braccia di Rufy dal torace e se lo sollevò mentre si sedeva a terra con la schiena contro la panca, poi se lo tirò addosso a cavalcioni. Una volta lì Rufy gli avvolse teneramente il capo con le braccia aderendo a lui col suo corpo sinuoso; Zoro si lasciò fare in uno stato di totale beatitudine che gli trasmetteva ancora limpido e cristallino.
- Ti sentivo seguirmi e spiarmi, ma pensavo fossi solo curioso... non sapevo cosa facevi o quali fossero le tue reali intenzioni, perché guardavi... - disse infine ipnotizzato dal battito del suo cuore che percepiva lì sulla sua enorme cicatrice ad X, dove il suo orecchio appoggiava pigramente.
A quella frase Rufy gli prese il viso fra le mani e glielo staccò alzandolo per poterlo guardare bene nell’unico occhio sano. Non ansimavano più e Zoro gli cingeva la vita tenendoselo gelosamente sopra e contro di sé. Il calore era diverso da prima che erano andati a fuoco fino ad esplodere. Adesso era un calore più dolce ed avvolgente. Meraviglioso.
Era così bello essere stretto da lui.
- Sì, ero incuriosito. Ma anche eccitato. Ho capito che mi piacevi dopo avervi visto, ma a quel punto pensavo che tu fossi innamorato di lui e avevo troppo rispetto per Law, e...
E Zoro lo zittì con la bocca in quello che di fatto fu il loro primo bacio.
Quando lo realizzò, Rufy trattenne il fiato e lasciò che la propria si aprisse di stupore ed emozione, ma poi la lingua di Zoro si fece avanti, si agganciò all propria e l’emozione esplose di nuovo. Un piacere diverso, meno fisico e più mentale. Calore.
Meraviglia.
Per parlare avrebbero avuto tempo, ormai. Adesso era necessario recuperare quello perso non impiegato in quell’attività splendida e vitale.
Ora che aveva la sua bocca, non gliel’avrebbe più restituita.
Finalmente Zoro aveva capito di chi era ed adesso iniziava anche per loro una nuova vita, molto diversa da quella avuta fino a quel momento. Non tanto perché adesso lui era un imperatore, ma perché adesso loro erano una coppia, oltre che capitano e vice.
Una nuova vita. Una nuova splendida avventura.
Mentre era lì, un pensiero gli passò per la testa, mentre si ricordava com’era stato ogni volta dopo gli orgasmi solitari precedenti, quando aveva sentito quel freddo interiore che l’aveva portato a cercare strane coccole compulse.
Adesso quel freddo non c’era. Adesso c’era un meraviglioso appropriato calore, lì fra le sue braccia forti che lo stringevano. Meravigliose e intossicanti.
- Coccole post sesso? - chiese sulla sua bocca per assicurarsi di sapere cosa fossero. Zoro, che aveva capito di cosa parlava, sorrise.
- Ti piacciono?
Rufy annuì e stringendo di più le braccia intorno al suo capo, piegò la testa e aprì meglio la bocca aumentando l’intensità dei baci.
Gli piacevano decisamente.
FINE
NOTE: E così ci siamo, con questa fic si chiude la serie ‘Nuova vita’, un tema che lega tutte e 4 le fic che ne fanno parte, ognuno dei protagonisti ha in qualche modo iniziato una nuova vita nel corso di questa serie e da qui partono nuovi percorsi per ognuno. Alla fine sono tornata alla mia prima grande passione, Zoro e Rufy insieme! <3 È stato bello per me scrivere di Zoro con altri partner, ma Rufy per me è sempre Rufy, c’è poco da fare. Spero che la fic vi sia piaciuta, da qui non ho più scritto niente su One Piece, ma c’è sempre tempo per farne di nuove. Più avanti e a seconda di come va il manga mi piacerebbe scrivere della Reunion di Zoro e Mihawk che sicuramente avverrà e ancora qualcosa su Rufy e Zoro, la mia passione originale, perciò non so quando, ma credo tornerò. Per sapere se e quando, seguite la mia pagina su FB. Grazie a chi ha seguito la serie e soprattutto chi ha commentato, alla fine la ZoLu ha trionfato! <3 Baci Akane