3. SENZA GIRI DI PAROLE 

zolawzolaw

Zoro alla fine decise di non irritarlo come coi bambini e lasciò stare il suo cappello morbido che ricordava il manto di un leopardo delle nevi. 
Anche la sua pelle, in effetti, la ricordava. Pallida e quasi cadaverica. Non aveva idea che un tempo era stato ben più impressionante di così. 
Era ora di fare un altro passo, si disse. La notte avanzava e non avrebbe avuto altre occasioni perfette come quella. Forse sì, ma non sapeva cosa gli avrebbe riservato il futuro. Doveva cogliere l’attimo pensando che il domani non esistesse. Aveva sempre fatto così. 
Si ricordò dunque delle parole di Robin e lanciando un’occhiata a Rufy che russava nella stessa stanza in cui erano loro, disse così come se continuasse a parlare della bontà del vino: - Siamo simili, abbiamo bisogno della stessa cosa. 
Per lui aveva perfettamente senso, anche se Law rimase spiazzato e senza capire a cosa si riferisse, notando però la sua repentina serietà, chiese: 
- E sarebbe?
A quel punto non esitò a dirlo. Sapeva che avrebbe significato scoprirsi più di quanto avesse fatto con chiunque altro, ma sapeva anche che ne valeva la pena ed era giusto. Più che altro utile.
Erano simili ed ormai era talmente evidente da non poterlo ignorare.
- Distrarci dall’amore per Rufy. E tu dal senso di insoddisfazione e di vuoto che stai provando dopo aver lasciato ad un altro il compito che ti eri prefissato da una vita. 
Non era tipo da flirtare a lungo con qualcuno tirandola avanti all’infinito fino a fargli capire che voleva farselo. Ma capiva anche che infilargli semplicemente la lingua in bocca da un momento all’altro non era molto pratico poiché istintivamente gliel’avrebbe azzannata sicuramente. Serviva una sorta di preparazione e per non perdere tempo, trovò che la sincerità fosse la cosa migliore. Come suo solito, del resto. Com’era nel suo stile, insomma.

Sentendolo, Law si irrigidì e si chiuse a riccio. Il primo istinto fu di negare a prescindere per proteggersi, come aveva sempre fatto in vita sua. Per la verità aveva registrato la prima frase sull’amore per Rufy, ma aveva pensato che Zoro si riferisse a sé stesso. Per questo Law si concentrò esclusivamente sul resto della frase, quella che riteneva fosse rivolta a lui. 
- Che diavolo ne sai che mi ero prefissato un compito che ha portato a termine Rufy? 
Non intendeva minimamente accettare mite un discorso simile. Come osava invaderlo così? Non l’aveva mai fatto, gli era sempre piaciuto perché era stato uno dei pochi a farsi i cazzi suoi. Cosa voleva, invece?
- Te l’ho detto, siamo simili. È fin troppo chiaro cosa provi e come stai. 
Law andò immediatamente in attacco, mentre dentro di sé si sentiva dilaniato e bruciante. Ma forse era colpa di quel dannato vino, non riusciva a gestire certe cose. 
Si sentiva caldo.
- È così anche per te? Fai portare a termine a lui il tuo compito? - se diceva che erano simili e che si crucciava perché aveva scaricato il proprio compito ad altri, era ovvio che anche lui avesse passato una cosa simile. Non voleva realmente approfondire, né condividere i propri stati d’animo, voleva solo che la piantasse di invaderlo ripagandolo con la stessa moneta.
- Il mio compito non lo posso delegare. Voglio diventare lo spadaccino più forte del mondo. Se gli facessi abbattere a lui lo spadaccino più forte del mondo attuale non avrebbe senso, fallirei miseramente. 
Era molto sensato, in effetti, ma lui a quel punto spinto da qualcosa di fortissimo e totalmente imprevedibile, portò avanti una conversazione che aveva pensato voler solo interrompere. Invece sentì la propria stessa bocca fargli una domanda ben precisa. 
- Che faresti a quel punto? 
Zoro non esitò. Rispose girandosi a guardarlo risultando più vicino di quel che gli era parso prima. 
- Penso che mi toglierei la vita. - rispose deciso e serio. Non stava esagerando, ma fu a quel punto, mentre lo sentiva scoprirsi senza ritegno ed ammettere quella cosa shoccante, che la propria bocca continuò a muoversi da sola. 
- E non dovrei fare altrettanto? 
Non aveva continuato a bere. Solo due sorsi, tre al massimo, ma quel bicchiere non era ancora vuoto. Eppure parlava come se non avesse più freni. Come se Zoro in qualche modo avesse tolto una catena e non potesse più controllarsi e frenarsi. 
Non sapeva di voler morire. Non aveva minimamente immaginato che in cuor suo, ora, pensasse di meritare questo, ma probabilmente il fatto di essere capito così alla perfezione da uno che non aveva paura a tirare fuori la verità, doveva avergli dato coraggio. Il coraggio di vedere la propria. 
- Il tuo compito era vendicare qualcuno, no? 
- Sì, ma l’ha fatto lui...
- Grazie a te. Sei tu che hai mosso i fili affinché succedesse. Noi non avremmo mai fatto guerra a Doflamingo. 
Law ancora non si sentiva pienamente convinto. Rimase a guardare in basso il vino fra le proprie mani non riuscendo a reggere più il suo sguardo troppo magnetico e penetrante. Zoro a quel punto proseguì deciso, senza indorare alcuna piccola o mostrare sensibilità: - Senti, è il risultato che conta. Il tuo amico è o non è stato vendicato? 
- Come fai a sapere queste cose? Non le ho dette a nessuno... 
Sapeva che si aggrappava ad inezie per non rispondere a quel che gli stava dicendo, ma ammettere certe cose era come un fallimento, in un certo senso. 
- L’haki con cui sono forte è quello della percezione. In questi due anni mi hanno insegnato ad usarlo un po’. Certe cose le so e basta. - poi insistette. - Allora? 
Law sospirò insofferente alzando gli occhi al cielo, sempre stringendo il bicchiere di vino che non voleva continuare. 
- Sì certo che è stato vendicato. - sbottò senza avere scelta. 
- E allora il tuo compito è finito. Trovatene un altro senza metterti in croce!
Law a quello si tornò a girare verso di lui di scatto, indispettito e seccato. Di nuovo la propria bocca parlò come se fosse indipendente dal cervello: - E quale dovrebbe essere? 
- E che cazzo ne so? 
- E allora che diavolo stai dicendo? 
Cominciava ad innervosirsi e ad avere voglia di farlo a pezzi, ma Zoro decise di calmarsi. Più o meno. 
- Sto dicendo che mentre capisci il tuo prossimo compito, divertiti e sfogati perché te lo meriti e perché ti fa bene. 
Questo lo spiazzò non aspettandosi che la conclusione di tale provocazione potesse essere così dolce, a modo suo. Così piena dei desideri che da qualche parte evidentemente nutriva. Perché sentì una scarica di calore, quando lo disse. 
Così forte che non riuscì di nuovo a reggere il suo sguardo troppo vicino.
I loro corpi al momento si toccavano uno di fianco all’altro nonostante. Si sentiva bollente, inquieto e preda di una frenesia folle; dilaniato, pensava ancora che non se lo meritasse. 
Zoro gli prese il mento fra le dita e gli voltò il capo verso di sé, a pochi centimetri dal suo; sempre con un’intensità di sguardo più ubriacante di quel vino, disse chiaro e tondo e senza filtri e freni: - Scopa con me, Law! 
- Non capisco come questo dovrebbe farmi sentire meglio e aiutarmi... - rispose preso alla sprovvista da tale onestà. Sicuramente in tutta la sua vita non aveva mai ricevuto una proposta simile, ma almeno rispondeva ai dubbi che gli erano venuti in quei giorni.
Zoro ci provava davvero con lui.
Ed era bello, dannatamente bello. 
- Oh, lo vedrai... 
Non gli diede tempo per altre considerazioni, perché l’attirò prepotentemente a sé e aderendo le labbra alle sue ne prese possesso invadendolo con la lingua.
Law rimase esterrefatto sia della velocità con cui era passato all’attacco, che del fatto stesso che l’avesse fatto davvero. 
Il primo istinto fu comunque quello di ritirarsi, ma Zoro a quel punto gli afferrò la camicia mezza rotta tenendolo a sé, impedendogli di separarsi; a quel punto Law si ritrovò a rispondere al bacio andandogli sconvolto incontro con la lingua. 
Quando si trovarono e si intrecciarono, il mondo svanì e tutto divenne bollente ed elettrico, in lui. Come se venisse attraversato dal proprio elettroshock. 
Sconvolgente, assolutamente sconvolgente. 
Non aveva mai provato niente di simile.
Già bere vino era stato shoccante perché gli aveva trasmesso una sensazione nuova ed euforica mai provata, ma quello fu come farsi fuori una botte intera in un attimo.
Si sentì girare la testa e mentre l’eccitazione si scaricava tutta d’un colpo nell’inguine che diventava duro a vista d’occhio, Law dovette staccarsi per respirare. Aveva gli occhi sgranati e si sentiva andare a fuoco. 
Cercò di spingerlo via, ma non aveva realmente molta voglia che se ne andasse. Sentiva solo che il proprio controllo scemava e non poteva permetterselo, anche se dannazione... era così bello. 
- Perché vuoi scopare con me? - chiese per prendere tempo mentre il caos dilagava e gli sembrava di stare già per venire. - Credevo amassi Rufy... 
- Certo che lo amo, ma non incasinerei mai le cose col mio capitano, né con un altro della mia ciurma. Perciò siccome sono un uomo ed ho bisogno di trombare, specie dopo una bella vittoria come questa, tu sei perfetto. Va bene? 
Era impaziente ed era un ragionamento per quanto semplice e sensato, fin troppo semplicistico. 
Voleva discutere e polemizzare su alcune cose, ma Zoro tornò a prendergli il viso con due dita e stringendolo, lo attirò nuovamente a sé aprendogli a forza la bocca. Infilò la lingua e mentre lo leccava in quel modo erotico ed insistente, Law realizzò che all’appello mancava una mano.
Dov’era l’altra?
Lo capì troppo tardi. 
Quando se la ritrovò fra le gambe a toccargli il pacco gonfio e duro. 
Law mugolò.
Voleva controllare, gestire, capire e decidere.
Decidere quando fare sesso e come farlo. 
Ma lì seduto con la mano di Zoro fra le gambe e la sua lingua in bocca, realizzò che non c’era una sola parte di sé che volesse fermarlo. 
“Dannazione, razionalmente so che non è giusto che mi conceda questi lussi, ma istintivamente ormai lo voglio. E chi cazzo ha la forza di fermarlo?”
Si rese conto che non l’avrebbe fermato da come, al contrario, invece di cercare di spingerlo via sollevò il braccio sano circondandogli il collo. 
Aprì meglio le gambe lasciando alla sua mano un accesso più ampio e Zoro gli aprì vittorioso i jeans. Le loro bocche continuarono a fondersi insieme, mentre le lingue giocavano allacciate. 
Appena ebbe accesso alla sua erezione e sentì la mano calda e decisa prendergliela e muoversi con impeto e prepotenza, Law non riuscì più a baciarlo e sentendo un incontrollabile senso d’eccitazione troppo potente, nascose il viso contro il suo collo cercando di non gemere. 
Zoro prese ancora meglio il controllo della situazione e lo costrinse a sedersi sopra di sé. Law lo fece senza salirgli a cavalcioni, a quel punto continuò masturbarlo più agevolmente.  
Era la prima volta che qualcuno glielo faceva, quel mattino Zoro nel sonno aveva fatto qualcosa, ma non era niente di paragonabile a quello.
Sapeva che sarebbe venuto e non voleva essere così pietoso. 
Continuando a cingerlo col braccio lo guardò con un certo sforzo per controllarsi. 
Per quanto ci provasse sapeva di essere confuso sul da farsi, sentiva tutto fluire alla velocità della luce ed aveva la netta sensazione che gli stava sfuggendo tutto. Non l’avrebbe potuto gestire a lungo.
- Zoro, sto per venire... - sussurrò contro la sua bocca, ansimando. 
Zoro si fermò e lo guardò stranito per il fatto che fosse già a quel punto. 
- Mica sarai vergine... 

Gli ci volle poco per capire che la scarsa resistenza doveva essere per forza ricondotta a quella spiegazione. 
Il resto lo fece la propria percezione. 
Law si fermò immediatamente e lo guardò indispettito da vicino, incerto se sputargli in un occhio per tale domanda insolente o semplicemente piantarlo in asso.
Capì che stava per rovinare tutto con la sua boccaccia e si affrettò ad aggiungere tenendolo per la camicia. Non si accorse d’aver appena smesso di masturbarlo. 
- Ehi, non è un problema, è solo che dovrei saperlo perché se lo sei devo prendere delle misure... 
- Dannazione, spadaccino, pensi di trombarmi qua davanti a tutti sul serio? - rispose seccato e vagamente isterico Law. Solo a quello si rese conto che appena dietro di loro sparpagliati nel pavimento c’erano i loro amici e piegando il capo inarcò il sopracciglio ammettendo che non aveva torto. 
- Va bene, ma devi dirmi se sei vergine... - insistette senza moto tatto.
Aveva intuito che col sesso Law aveva problemi, adesso capiva perché. Lo vide avvampare, ma alla fine ammise annuendo che lo era e con un brontolio imbarazzato e seccato insieme, spiegò: - Non rientrava nei lussi che intendevo concedermi prima della realizzazione del mio compito. Miseramente fallito da un punto di vista... 
 Stava proseguendo con una tesi sulle proprie colpe che a Zoro non interessava minimamente e prima di farlo proseguire, lo prese per i fianchi e issandoselo sulla spalla stile sacco di patate, se lo portò nella stanza adiacente a quella principale dove stavano tutti; aveva notato che c’era ma che nessuno, Kyros per primo, vi accedeva. 
Zoro non ci pensò nemmeno mezzo secondo, entrò lì senza esitare lieto che Law avesse il buon senso di non gridare nonostante le lamentele che riconosceva dal pugno che gli stava picchiando contro il fondoschiena. Appena dentro lo lanciò sul letto chiudendo a chiave la porta, infine si voltò verso di lui e lo guardò: aveva ancora i pantaloni slacciati, la camicia era rotta e sgualcita a causa della battaglia con Doflamingo, ma come tutti si erano dati una ripulita alla meglio in attesa di tornare alla Sunny e alle proprie cose personali. 
La cosa migliore, tuttavia, era la sua espressione imbronciata che era un misto fra il rimprovero e l’imbarazzo.
- Lo sapevo che c’era una camera, qua! - disse ignorandolo totalmente. 
- Sì, che non usa nemmeno Kyros visto che quando c’è dorme con noi! 
- Non stasera, non è rientrato e manca da tutto il giorno! 
- Forse non vuole più saperne di noi invasori del terzo mondo! 
Zoro rise alle sue risposte che erano un misto fra il logico e il seccato. 
Mentre rideva, si tolse la camicia rimanendo in piedi davanti a lui che invece ancora steso dove l’aveva mollato. 
- Aspetta... - fece poi Zoro sorvolando con lo sguardo sui mobili all’interno della camera. 
Law fece altrettanto e realizzò quel che aveva capito anche lui ad un secondo treno.
- Questa è la sua camera e della sua defunta moglie... - fece con una certa evidenza di prove quali il letto matrimoniale. 
- E quella è la culla della piccola Rebecca? - chiese dunque Zoro indicando la culla con aria perplessa. 
- Ecco perché non la usava... 
C’era una sorta di solennità, lì dentro.
Solennità che Zoro si chiese se potesse rovinare e contaminare con del sporco sesso. 
Law si tirò su a sedere, improvvisamente calmo e stupito della sua esitazione. 
- Che fai, hai cambiato idea? Hai un cuore, allora? Sei sensibile? Non l’avrei mai detto...
Alla raffica di provocazioni, dette per altro in modo totalmente serio, Zoro si indispettì e alzando il dito medio, si tolse i pantaloni e la consueta fascia verde che aveva alla vita. 
- Al diavolo, certo che ho un cuore, che c’entra... 
Law inarcò interdetto le sopracciglia guardandolo sorpreso mentre si avvicinava al bordo del letto in tutta la sua splendida nudità, con un’erezione dura. 
Infatti, guardandola, indicò scettico: 
- Oh sì, si vede il tuo cuore. È diciotto centimetri ad occhio e croce, per un diametro di...
Glielo stava per misurare quando Zoro per chiudergli la bocca, indispettito più che mai, gli prese la nuca con una mano e glielo infilò in bocca. 
Questo sorprese Law che probabilmente realizzò solo in quel momento che era il suo primo pompino, ma forse fu grazie a quello che smise di prenderlo in giro e polemizzare. 
Tutto tornò a cambiare bruscamente e mentre pensava che forse fosse effettivamente troppo insensibile farlo così con uno vergine, proprio mentre stava per estrarlo e scusarsi, si ritrovò con le mani di Law sui fianchi a fermarlo lì dov’era. Immediatamente la sua bocca iniziò a muoversi succhiandolo con impegno e curiosità.
E gusto. 
Oh, sì, molto gusto, doveva dire. 
Sul viso di Zoro si dipinse un bel ghigno malizioso e lasciando cadere le braccia lungo il corpo, lo lasciò fare valutando che come primo pompino fosse davvero bravo. 
“Dote di natura, eh?”
Per fortuna non rovinò tutto parlando e fu così che finalmente la miccia si accese e non venne più spenta. 
Zoro spinse col bacino lasciando che l’eccitazione salisse e poco prima di venire, si staccò da solo, si chinò su Law e baciandolo gli prese i jeans sfilandoglieli con un movimento deciso e brusco. Con essi tolse anche i boxer. 
Una volta nudo, lo spinse più indietro verso il centro del materasso, salendogli sopra e ricoprendolo col proprio corpo possente. 
Lo carezzò riscaldandolo e strofinandosi, gli fece prendere confidenza col proprio così maschile e quando lo sentì muoversi accaldato e bisognoso di qualcosa di più, scese con la bocca su di lui.

Zoro lo ricoprì di baci umidi lasciando scie che lo riempivano di brividi di piacere, a quel punto Law perse lentamente la testa oltre che la connessione con la realtà.
Il suo corpo era forte e possente, così virile e mascolino. Il dubbio che gli era venuto recentemente sul fatto che apprezzasse quel genere di ragazzi, era ormai certezza. 
Non aveva mai provato niente di più bello a livello fisico e quando la bocca di Zoro arrivò al suo inguine incendiandolo, si sentì presto impazzire. 
L’erezione si impennò e quando si sentì vicino all’orgasmo di nuovo, gli prese la testa fra le mani per fermarlo. 
- Zoro, sto di nuovo per venire... 
Zoro mugolò senza staccarsi, insistendo a rimanere lì. 
- Vieni... 
- No, voglio che mi scopi... 
Quando sentì la propria voce pronunciare quelle parole, si sentì ancor più caldo e fuori di sé. 
L’eccitazione salì e quasi venne, Zoro si staccò in tempo guardandolo, convinto di vederlo schizzare. Stava letteralmente pulsando. 
Vedendo che era pericolosamente in bilico, lo accontentò e risalì sulla bocca, tornando a coprirlo col proprio corpo. Prima di girarlo, lo baciò.
- Potevi venire, non è mica proibito farlo prima... 
Law non era pratico di sesso, ma era un dottore oltre che un uomo istruito, sapeva perfettamente la teoria su ogni cosa e sapeva che per gli uomini il sesso era piacevole a prescindere dalla pratica. Bastava avere un partner sufficientemente bravo e Zoro sembrava esserlo. 
- Basta che non entri a crudo... - sussurrò ricambiando il bacio febbrile esplodendo dalla voglia. 
Zoro annuì e così separandosi gli disse roco: - Girati. 
Law era enormemente eccitato e capendo cosa significava, sentì il cuore in gola in un’emozione diversa da quella provata fino a quel momento. A quel piccolo comando andò a fuoco e si voltò. Quando fu in posizione, Zoro sparì dietro e iniziando con la lingua, presto la sostituì con le dita che infilò lentamente una ad una, usando abbondantemente la saliva per lubrificarlo a dovere.
Non l’aveva mai fatto, ma sapeva che stava andando bene e sapeva anche come fare per fare in modo che durante la penetrazione non fosse così lacerante. 
Era un dottore, qualche trucco lo conosceva. 
- Sei pronto? - chiese Zoro da dietro con sorprendente attenzione. Law shoccato da tutte queste sue delicatezze, annuì e piegato in avanti sulle ginocchia si spinse verso di lui.
Dietro di sé, Zoro lo prese per i fianchi e dopo avergli allargato le natiche, entrò senza dire una parola.
Nel momento del primo colpo, anche Law spinse i propri muscoli facilitandogli così la penetrazione.
Fece male, ma non fu tremendo.
Una volta dentro Zoro rimase fermo aspettando di sentirlo rilassarsi. Law prese un paio di respiri profondi e in poco ci riuscì, così il compagno prese a muoversi. 
Le prime volte fecero solo male e stava per cacciarlo a calci chiedendosi che diavolo gli fosse venuto in mente di accettare di scopare con lui.
Aveva il cazzo troppo grande e duro, oltretutto com’è che era chiamato uno dei piaceri della vita quella cosa lacerante?
Ma poco prima di mandarlo a cagare, si sentì percorrere da tanti brividi sempre più potenti. Brividi strani, confusi.
Era sicuro non fossero di dolore, ma cos’era?
Il caos lo invase e ben presto non riuscì più a capire niente. Così come non capiva che Zoro aveva lasciato scendere altra saliva per scivolare meglio e non capiva che riuscendo ad andare sempre più in profondità, era riuscito ad arrivare a quel punto in profondità che per gli uomini significava piacere. 
Quel piacere, infatti, iniziò a lottare in sé col dolore normale della prima volta. 
Non seppe quantificare il tempo, non ebbe idea di quanto ci mise a sentirsi meglio, ma si dimenticò di volerlo cacciare e ben presto si lasciò totalmente trasportare, consapevole che di spinta in spinta fosse sempre più bello che brutto.
Arrivò una sorta di crescendo elettrico dove i loro corpi iniziarono a muoversi insieme uno contro l’altro, sincronizzati in una totale fusione bollente. 
Zoro probabilmente sapeva quel che faceva più di quel che dava a vedere e quando lo percepì tendersi e tremare, mentre il piacere diventava sempre più insistente, si chinò su di lui, lo avvolse con le braccia e lo sollevò. Una volta che la schiena fu premuta contro il suo petto, lo spadaccino lo masturbò ed in quella perfetta fusione sincrona fra il dietro e l’avanti, Law non capì più niente. 
Si ritrovò a liberare finalmente quell’orgasmo che aveva frenato a lungo. 
Esplose come se una scarica l’attraversasse dalla testa per uscire dal proprio membro duro ed eretto che schizzò. 
Ogni parte di sé, ogni muscolo, ogni centimetro di pelle, persino le ossa provarono piacere. Provò brividi sconvolgenti anche nel braccio poco sensibile. 
Law scoprì il primo vero piacere della propria intera vita. 
Qualcosa che sicuramente non avrebbe mai dimenticato ma di cui non avrebbe più voluto e potuto fare a meno. 

Zoro aumentò le spinte e l’intensità dei movimenti dopo che lo sentì venire, senza remore e riguardi, fino a che riuscì a scoppiare anche lui. 
Law dopo l’orgasmo si era accasciato in avanti probabilmente totalmente assuefatto di piacere, così quando anche lui venne, uscì poco dopo gettandosi di schianto sul letto, a pancia in su. 
Ansimante e soddisfatto più che mai, lasciò che Law si accorgesse da solo che era uscito e che era finita. Non ci mise molto, ma quando si voltò stendendoglisi sopra, aveva un’aria seccata. 
- Che diavolo mi lasci lì come un idiota? Mica sono un buco! 
Il fatto che lo specificasse fingendo di essere arrabbiato anche se era evidente che non lo era, lo fece sorridere e cingendolo se lo accomodò meglio addosso baciandogli lo zigomo. 
- Dai, lo so che non sei un buco. 
Law non voleva essere abbandonato come uno dei tanti suoi amanti. 
Non ci aveva pensato, per la verità. Aveva solo voluto fare sesso con lui e l’aveva fatto. Sapeva che l’avrebbero rifatto per tutto il tempo che sarebbero rimasti insieme in quella guerra a Kaido, ma se sarebbero sopravvissuti si sarebbero separati. Ognuno sarebbe andato per la propria strada, un giorno. 
Zoro sospirò pensandoci, poi gli prese il viso fra le dita pentendosi di aver finito in modo così brusco e freddo. Indirizzò il volto verso il proprio facendosi guardare, gli occhi grigi di Law erano indispettiti e sulla difensiva, ma lui sapeva a cosa pensava. 
- Non sei solo un buco. - gli ripeté seriamente e con più coscienza per tranquillizzarlo. Law avvampò e non rispose, approfittò così per baciarlo sulle labbra, stemperando l’imbarazzo del suo amante. 
- Com’è stata la prima volta, verginello? - che poi di metodi per stemperarla ne aveva, ma non riusciva proprio ad attivare il cervello in certi momenti. Specie dopo una scarica ormonale simile. 
Law scattò con uno sguardo assassino convinto che non potesse aver davvero detto quello sul serio e stava per andarsene, quando Zoro ridendo lo afferrò per il polso e se lo tirò di nuovo addosso, abbracciandolo prepotentemente. 
- Dai scherzo! Era per calare la tensione. 
A quel punto smise di combattere e si calmò, sospirò ancora imbronciato e poi dopo un po’ di silenzio durante il quale si mise effettivamente più comodo sopra di lui, alzò le spalle. 
- Bello. È stato bello. Shoccante. 
Zoro sorrise consapevole, prevedendo quella risposta anche se non gliela avesse data a voce. 
- Pensi di privarti di questo piacere per punirti della mancanza che ritieni di avere avuto con questa tua personale missione? 
Law scattò di nuovo a guardarlo sorpreso di tante attenzioni e precise impressioni, cercando di capire come diavolo facesse a sapere certe cose che non aveva veramente mai condiviso, non del tutto per lo meno. In risposta Zoro rise ancora. 
- Te l’ho detto, l’haki della percezione. Per me è una cosa così! 
Così come? Per fortuna Law non glielo chiese in quel momento, non avrebbe saputo rispondere.
- Non so, non mi sto più facendo progetti, non ci riesco anche se vorrei. Vedo tutto nero, adesso. Però... 

Lì Law esitò pensandoci meglio, calmandosi e rilassandosi sul suo corpo forte e possente. Era la cosa più piacevole su cui si era mai steso.
- Però? - chiese Zoro incuriosito. 
- Però credo che Corazon... la persona per cui ho fatto tutto questo... vorrebbe il mio bene. Vorrebbe vedermi felice. E questo se non altro è veramente bello... 
Lo era, non si poteva discutere che fisicamente non era mai stato così bene. Merito degli ormoni in circolo, vedeva tutto sotto un’altra ottica e si sentiva nella pace dei sensi, in totale serenità armoniosa col mondo. Sapeva che era una sensazione dovuta al sesso, ma sapeva anche che era esattamente ciò che Corazon aveva sempre desiderato per lui. O per lo meno una delle cose.
- In attesa che io riesca a sentirmi così anche senza la reazione chimica scatenata dall’alcool e dal sesso, penso che questo placebo possa andare bene. 
La fortuna di Zoro fu di non capire un H di ciò che stava dicendo, perché se avesse compreso che lo stava paragonando al placebo e ad un effetto chimico, si sarebbe infuriato. Nel non capire che diavolo avesse detto, ma solo che comunque intendeva rifarlo, a lui andò più che bene e alzando la mano sulla sua nuca, lo carezzò dandogli il suo benestare. 
- Ti ho detto che il sesso ti avrebbe aiutato... - disse citando la frase con cui aveva introdotto il loro primo bacio nemmeno mezzaora prima. 
Law voleva rispondere qualcosa, ma non fece in tempo perché si accorse che quello già dormiva. 
- Zoro? - chiamò incredulo. 
Silenzio. 
- Zoro? Dobbiamo uscire, se Kyros rientra e ci vede qua ci uccide... 
Non che avesse paura di lui, ma in effetti aveva dato prova di una certa forza non da poco. Sicuramente in quel momento era più forte di lui. 
Zoro, in tutta risposta, lo abbracciò con entrambe le braccia e girandosi con lui sul fianco come fosse il suo cuscino, si mise più comodo continuando bellamente a dormire. 
Law alzò gli occhi al cielo e sospirò scuotendo il capo. 
Guardò l’ora e fece qualche calcolo.
“Fra mezzora lo sveglio ed usciamo. Qualunque cosa faccia Kyros in città di notte dubito che entrerebbe comunque qua dentro visto che finora non l’ha mai fatto...”
Ovviamente non fu solo mezzora.
Fu la notte intera. 


Note finali: ho voluto essere più descrittiva nella parte del sesso di Law perché per lui era la prima volta e me lo immaginavo a viverlo così, analiticamente, capendo cosa succedeva e sapendo come farlo anche se era la prima volta. Essendo un dottore e comunque uno molto informato su qualunque cosa, la sua prima volta l’ho vista così. Se fosse stata solo dalla parte di Zoro sarebbe stata una descrizione diversa e meno dettagliata, ma come ben sapete la serie è ancora lunga e da qui in poi praticamente non mi privo di nessuna occasione per scrivere i loro orgasmi che saranno in tanti modi diversi. Poiché sì, diciamolo chiaramente, volevo principalmente scrivere cose zozze, poi nel mezzo c’è stato anche altro, ma di base era questo il motivo per cui ho scritto. 
Spero che la fic sia stata di gradimento e che siate invogliati e continuare la serie perché ci saranno evoluzioni caratteriali e relazionali. 
Grazie a chi mi ha seguito. La prossima fic della serie arriverà circa fra 4 giorni, per sapere quando pubblico basta seguire la mia pagina su FB. In ogni caso arriveranno tutte. 
E come sempre, le fan art sono degli aventi diritti. 
Buona lettura.
Baci Akane