NOTE: nuova fic nella serie ‘Processo di liberazione’. I ragazzi arrivano a Zo e si riuniscono alle rispettive ciurme. È tempo per Law di guardarsi e scoprire il nuovo sé stesso che è attualmente in fase di cambiamento. La presenza costante al suo fianco di Zoro lo aiuta a sentirsi bene e ad essere sempre più sciolto. 
Ho diviso questa volta la fic in 3 brevi capitoli che sono tutti già pronti, nel primo guardiamo ai cambiamenti di Law e come si sentono lui e Zoro a separarsi brevemente per la prima volta da quando si sono alleati.
Per sapere cosa scrivo e quando aggiorno, seguite la mia pagina su FB. Grazie a chi segue. Buona lettura. Baci Akane
CREDITS: I personaggi non sono miei ma di Oda, io ho inventato e aggiunto alcune cosine solo per puro divertimento personale. Le fan art non sono mie ma dei rispettivi autori, io le uso solo per puri scopi estetici e dimostrativi.

NEL CAMBIAMENTO

1. UN NUOVO LAW

zolawzolaw

Non avrebbe mai immaginato di potersi sentire così profondamente confortato dalla presenza di Zoro accanto, tanto da avvicinarsi sempre più durante tutta quell’assurda permanenza a Zo. 
Assurda per il modo sempre più bizzarro ed esagerato che avevano tutti di comportarsi. 
Ormai aveva imparato a conoscere quella ciurma, ma nonostante questo continuavano ad essere troppo, per lui. Specie se tutti insieme.
C’erano momenti in cui si lasciavano andare e tiravano fuori il loro ‘peggio’ ed ecco che allora finiva ad appiccicarsi a Zoro senza rendersene conto. 
Non perché andassero a letto insieme, bensì perché era effettivamente l’unico ad avere delle reazioni normali, dal proprio punto di vista. 
Esattamente com’era stata la prima impressione di lui quando l’aveva identificato come l’unico tollerabile di quel gruppo di matti. 
Utili, per carità. Formidabili quando si aveva uno scopo, per lo meno da un certo punto di vista. Però al di là di quello, le cose diventavano pesanti, per lui.
La sua fortuna era stata quella di finire nel gruppetto di Zoro e da lui aveva finito per non staccarsi più, come se lo stare con lui lo proteggesse dal diventare scemo come gli altri. 
Ognuno con le proprie doti e qualità, tutti utili a modo proprio. O quasi tutti. 
Però sopportarli al di là della loro ‘utilità’, era un altro discorso. 
“Se non c’era lui penso che mi sarei dato alla fuga, non avrei mai potuto sopportare questi spostati!”
La goccia era stata quando si erano esaltati tanto per quel disegno vivente osceno di Kanjuro per cui tutti, persino Robin, si erano esaltati adorandolo. 
Fortunatamente Zoro l’aveva pensata come lui e l’aveva detto senza peli sulla lingua. 
Che stavano esagerando e che era solo un disegno riuscito male. 
Sentirglielo dire l’aveva sollevato capendo che se voleva sopravvivere emotivamente e mentalmente a quel viaggio su quell’isola bizzarra di per sé, si sarebbe dovuto appiccicare a lui e lui soltanto. 
Oltretutto poi si sarebbe riunito alla sua ciurma. 
Gli mancavano. 
Stando con quella di Rufy si era reso conto di cosa fosse realmente una ciurma ed aveva capito di averne sì formata una abbastanza casualmente e senza darci molto conto, ma alla fin fine era molto conforme al proprio modo di essere. 
Insomma, finire in quel gruppo di schizzati gli aveva aperto gli occhi. 
Non era mai stato veramente legato a loro, non come erano legati fra loro la ciurma di Rufy, ma capiva che tornando indietro con la testa e la consapevolezza e le esperienze di ora, avrebbe messo insieme esattamente le stesse persone. 
Mentre avanzava fra i vari ostacoli stravaganti e misteri inquietanti, superando addirittura alcuni pericoli non particolarmente preoccupanti, Law aveva percepito la propria frenesia nell’avvicinarsi sempre più ai suoi uomini. 
Si era separato da loro pensando di morire nella lotta a Doflamingo, ma adesso invece li stava per rivedere e nonostante tutto gli mancavano ed era felice. 
Una volta arrivati alla cittadella al centro di Zo, sulla schiena dell’enorme elefante Zunisha, Rufy gli comunicò il messaggio della sua ciurma che aveva accidentalmente incontrato nella Foresta della Balena e capendo che per rivederli si sarebbe dovuto separare per la prima volta da Zoro e gli altri, si sentì strano.
In parte era sempre più contento all’idea di ritrovare i suoi, sapere che l’aspettavano in quella foresta era la conferma che erano vivi e stavano bene e la notizia l’aveva rallegrato tanto da fargli capire che in qualche modo e momento della sua complicata avventura con Rufy e gli altri, era cambiato.
Guardando la sua ciurma riunita, carica di allegria e su di giri, si sentì impaziente e senza attirare l’attenzione di tutti, troppo presi uno dall’altro a salutarsi e aggiornarsi con i loro tipici modi esagerati ed esuberanti, toccò la schiena di Zoro nel modo più discreto possibile.
Era scontato che l’unico che voleva salutare fosse lui. 
Non c’era un altro da cui si sarebbe congedato, non in quel momento dove si era sentito vicino a lui più che mai. 
Era stato un viaggio lento, lungo ma decisamente in costante crescendo. 
Dal primo momento che aveva messo piede fra loro ad ora che doveva separarsi temporaneamente, si sentiva completamente un altro, ma ancora non capiva esattamente cosa significasse ed in che modo.
La prima avvisaglia l’aveva lì, quando all’idea di salutarlo temporaneamente per andare dai suoi compagni, si sentiva malinconico e felice al tempo stesso per entrambi i motivi. 
Gli dispiaceva lascialo anche se solo per un po’, ma era contento di rivedere gli altri.
Non aveva esitato a separarsi da loro per i propri scopi, a suo tempo, ma ora era contento. Contento di rivederli.
Sentiva che non era tutto lì, il proprio cambiamento, e che presto se ne sarebbe reso conto. 

Zoro venne distratto dal tocco lieve sulla spalla, uno stile facilmente riconoscibile per il semplice fatto che fosse quasi impercettibile. Chiunque altro della ciurma gli avrebbe dato una manata lasciando tutte e cinque le dita. 
Dopo il contatto, la sua voce monocorde. 
- Vieni un attimo? - chiese senza mostrare alcuna espressione particolare.
Apparentemente sembrava sempre lo stesso, ma lui sapeva che da quando si era unito a loro ad ora, Law era diverso. Non sapeva dire come, forse si era semplicemente sciolto ed umanizzato di più, ma era anche probabile che avesse finito per farsi un po’ contagiare, pur rimanendo sempre sé stesso. 
Era stato bello averlo sempre al suo fianco e vederlo reagire alle cose come faceva lui. Era stato quasi come avere un gemello od un clone. Si era divertito e si era sentito sollevato. 
Nel mondo qualcuno di normale allora esisteva. Ogni tanto era bello saperlo. 
Scostandosi dal gruppo che si era riunito e che ora si stava salutando con gran calore, si misero dietro ad una delle case della cittadella antica dove erano arrivati, che purtroppo ora era distrutta. 
- Io vado dai miei, Rufy ha detto che mi aspettano nella Foresta della Balena. - gli comunicò senza mostrare alcuna inclinazione. Zoro però percepì al volo che era più uno sforzarsi perché si vergognava di qualcosa e avvicinandosi a lui, lo spinse contro una delle pareti di pietra, infine sollevandogli il mento con un dito, avvicinò il viso al suo e sorrise malizioso: - Ti mancherò? 
Law da principio rimase colpito ed infastidito dall’insinuazione, ma solo perché era stato scoperto e colto in flagrante e vergognandosene, gli mise un pugno sul mento con l’intenzione poco seria di minacciarlo e fargli smettere di dire sciocchezze. 
Intenzione debole e per nulla convincente visto che quello sembrava più un appoggio per il suo mento. 
- Come un pugno in faccia. - rispose Law sforzandosi di essere serio; vedendolo però sogghignare divertito finì per ammorbidirsi e fare altrettanto. 
Per Law era difficile lasciarsi andare, ma ormai finiva sempre più spesso per farlo ed era bello vedere come il suo viso si illuminava, a modo suo, di qualche mezzo sorriso. 
La verità era che Zoro percepiva l’anima di Law che scalpitava per essere liberata ancora di più. Voleva scherzare, divertirsi, ridere e fare cose stupide come gli altri.
Non tutte, non sempre, ma c’erano volte in cui lo stare fermi ed ostentare serietà era più che altro un obbligo o meglio una cattiva vecchia abitudine. 
Ora stava cambiando troppo per continuare così ed ogni tanto avrebbe avuto bisogno e voglia anche di ridere o mostrare entusiasmo. 
O chiedere qualcosa che prima di quel momento non si sarebbe mai sognato. 
- Vuoi compagnia? - chiese Zoro intuendo che potesse volere quello. Law sorpreso dal cambio di modalità, da provocante e stronzo ad attento e gentile, abbassò il pugno e lo posò sul suo fianco. Lo guardò con cura e serietà lasciandosi assorbire dal proprio viso e Zoro non lo interruppe, non lo incalzò. Era bello quando se lo studiava così.
- No... - rispose infine facendo scivolando con le dita sul suo sedere per agguantarlo. Lo prese e lo strinse attirandolo a sé. A quel punto i loro corpi si toccarono ed i due dipinsero un sorriso sulle labbra, il medesimo. Sereno e divertito con un pizzico evidente di malizia. 
Simili e forse proprio per questo era così bello stare insieme. 
- Sicuro? - fece ancora Zoro prima di unire le labbra che reclamavano quel bacio. 
Law annuì. 
- Voglio riunirmi a loro da solo. Sono il loro capitano e loro la mia ciurma, li ho messi da parte per i miei scopi personali pensando di non rivederli più e non ho esitato a farlo. Devo scusarmi con loro. Ci andrò da solo. 
Zoro rimase stupito della sua apertura e di quel breve e conciso ma sincero approfondimento, non si stupì di cosa disse perché sapeva che prima della loro esperienza insieme non l’avrebbe mai pensato, ma adesso era ovvio lo facesse in quanto ora Law era diverso e sarebbe cambiato ancora di più. Lui quello lo sapeva perché era lo stesso identico processo che aveva subito appena Rufy era entrato nella sua vita.
Quel ragazzo cambiava la gente che aveva intorno e nemmeno se ne rendeva conto. Per questo l’amava e tutti quelli con cui entrava in contatto l’amavano a loro volta. 
- Ci vediamo domani, allora. - disse riferendosi al fatto che ormai stava per arrivare la sera. 
- O stanotte. - alluse Law lanciandogli un non molto velato messaggio. 
Zoro sorrise malizioso ed unì le labbra alle sue dando vita a quel bacio sospeso fin troppo. 
Le loro lingue si intrecciarono senza esitare, le bocche si aprirono e si fusero per prendersi ciò a cui avrebbero dovuto rinunciare per un paio d’ore. 
Prima di separarsi, Law scivolò sul suo collo e lo baciò ricoprendolo di brividi che lo accesero facendolo imprecare. 
Law, che sapeva perché, ridacchiò malizioso contro la sua pelle sensibile per poi sfilare via. Zoro sospirò e si voltò a guardarlo, aggiungendo un ultimo saluto che sperava fosse sufficientemente ironico o allegro: - Mi mancherà l’unica persona normale che era finalmente entrato nella ciurma! 
Forse però non era riuscito ad essere molto umoristico perché sapeva che un giorno quella stessa separazione sarebbe avvenuta sul serio e definitivamente e avrebbe detto le stesse identiche parole. E sarebbero state amare e dolorose, ma soprattutto molto vere. 
Law non si voltò a mostrare la sua risata, ma Zoro la percepì, la sentì e se la immaginò. 
Law era ormai leggero e sempre più libero.
Libero di vivere ed essere esattamente come meritava di essere. 
- Torno presto, non temere! - rispose scanzonato. 
Leggero esattamente come lo sentiva. 
Zoro sorrise, sospirò e poi tornò dagli altri. 

Doveva dire che era stato quasi catartico, in qualche modo, rivederli dopo tutto quel tempo ma soprattutto dopo tutti i cambiamenti avvenuti e vissuti. 
Prima di incontrarli non se ne era forse nemmeno reso pienamente conto, ma quando si era ritrovato di nuovo con loro non aveva potuto non notarlo. 
Era cambiato, era cambiato anche molto e tutti se ne accorsero, ma in particolare Bepo, quello a cui era più legato. 
Cosa più importante, sapeva che sarebbe continuato a cambiare. Era in mezzo a quel cambiamento, ma non era completato. 
C’era ancora molto da scoprire, realizzare e diventare. 
Pensandolo, sorrise fra sé e sé mentre Corazon gli veniva in mente.
“Credo ne sarebbe stato contento.”