2. LE GIOIE DELLA VITA

zolawzolaw

Che Law stesse cambiando, Zoro se ne rese conto quando al momento della consueta festa non aveva dovuto convincerlo a bere per divertirsi e lasciarsi andare. 
Dopo aver riunito di nuovo le rispettive ciurme e aver dato vita ad uno dei tanti banchetti, Law non aveva fatto finta di schifare né il cibo né la birra, rimpinzandosi ben volentieri. 
Non si era di certo messo a cantare e ballare come gli altri, nemmeno Zoro lo faceva. 
Lo spadaccino rimase a guardarlo incuriosito prima di avvicinarsi, proprio per capire se dopo un paio di volte durante le quali l’aveva dovuto stimolare, avrebbe continuato come ai vecchi tempi o se si fosse finalmente liberato di quelle brutte antiche abitudini.
Con gioia piuttosto ben evidente, lo vide prendere un boccale ed allungarlo verso i visoni che distribuivano birra a tutto andare. 
Lo guardò bere e poi prendere una coscia di pollo e azzannarla stile Rufy. 
Beh, non proprio. In pochi mangiavano come lui. Ma mangiò di gusto e lo vide più colorito, nel viso, nonostante la notte inoltrata priva della luce del sole.
Lui sapeva che quell’ombra nel suo volto era un sorriso, piccolo, vago ed accennato, ma c’era ed era rivolto il più delle volte ai suoi compagni.
Zoro rimase in parte prima di rapirlo e prendersi ciò che gli spettava, perché era bello vederlo. Si incantò trangugiando birra dall’altro lato del campo allestito per il banchetto.
Lo guardò parlare e, per i suoi canoni, divertirsi coi suoi uomini che erano molto più allegri di lui senza alcun dubbio; li trovò un bel gruppo, ben amalgamato. Non al livello di follia rasentato dalla propria ciurma, ma si capiva che erano tutti molto felici di aver riabbracciato il loro capitano e si chiese se in realtà non ci fosse sempre stato un lato segreto che Law aveva sfoderato sempre e solo con loro, i suoi eletti. 
“Ma se ora si rilassa anche con noi significa che siamo entrati nel suo cerchio?”
In risposta a questo quesito lo vide irrigidirsi e farsi serioso mandando via infastidito Rufy ed Usop che quando facevano festa diventavano molesti. Poi fece diverse smorfie ai strofinamenti dei visoni e ai loro tipici modi di approcciarsi agli altri, sicuramente non gradevoli per lui come non lo erano per sé stesso. 
“No, non direi che si è rilassato in generale... però durante le altre feste non sfoderava nemmeno mezzo sorriso. Adesso forse li fa solo perché ci sono Bepo e gli altri..”
Zoro continuò a guardarlo, studiarselo e a bere insieme fino a che, mandando a quel paese tutte le congetture inutili, si rese conto che aveva passato già metà serata a pensare e riflettere su di lui come se fosse chissà chi. 
Alla fine si decise e schivando Rufy versione molla rimbalzante che passava da un vassoio di cibo all’altro, si alzò, fece il pieno di birra e dopo aver raggiunto Law, rallentò passandogli accanto. Non si fermò, non lo guardò, non gli disse nulla.
Gli passò solo vicino, rallentò e ruttò. 
Poi andò oltre, verso la boscaglia che li circondava. 
Quello bastò. 

Law lo guardò venire verso di lui, dopo averlo visto passare gran parte della serata a fissarlo torvo da lontano bevendo tanto da fargli pensare di essere geloso o che fosse preoccupato per il cuoco che mancava. Sentì il suo rutto e lo vide andare oltre verso il bosco lì intorno, non si fermò, non lo guardò e non gli parlò.
Che diavolo significava? 
“Beh, non ci vuole un genio, conoscendolo vuole che lo segua. Per fortuna che è discreto, se fosse stato uno degli altri avrebbe sbraitato ai quattro venti di muovermi a farne una!”
Ridacchiando da solo, si alzò portandosi dietro il boccale e comunicando che andava a fare pipì, seguì la scia di Zoro. 
Gli andava proprio a genio, uno così. 
Non si metteva in piazza, non era esplicito ma al tempo stesso era chiaro e diretto. 
Soprattutto, però, non metteva in mezzo sentimenti.
Se fosse stato uno di quelli sarebbe sicuramente scappato a gambe levate.
E non era poi forse vero che quando l’aveva rivisto qualche ora dopo la separazione, si era accorto che gli era pure mancato? 
Persolo di vista, rallentò guardandosi intorno una volta entrato nel fitto del bosco che ormai era diventato più scuro. La luce della radura del banchetto, li raggiungeva ormai ben poco e quando una mano lo afferrò, per poco non si rovesciò il resto della birra. 
Law non si spaventò e non fece per attaccare o difendersi, sapeva che era lui, ma imprecò lasciandosi tirare docile. 
- Se faccio io così con te e ti rovescio la birra, mi squarti! - commentò seccato. 
Zoro si fermò dopo averlo bloccato contro un albero particolarmente nascosto dal sentiero. Era una buona posizione, valutò brevemente Law, ma venne ben presto distratto dall’occhiata strana che gli stava mandando il ragazzo fermo davanti a lui. Il boccale ancora in mano a sorseggiare la birra. 
- Che hai? - chiese diretto Law. Zoro non rispose e lui ricominciò seccato: - Allora, ti sei bevuto già tutto il cervello? Perché non mi rispondi e mi fissi in quel modo? Sei inquietante, sai? 
Zoro rimase ancora fermo a fissarlo in silenzio, non disse nulla così Law sbuffando scosse il capo e posò il boccale a terra. 
- Allora, vuoi scoparmi o devo chiamare qualcun altro? 
A quella domanda il compagno sembrò rianimarsi e lo vide chinarsi per mettere giù anche la sua birra, dopo di quello lo prese per la vita attirandolo forte a sé. 
- Oh, sei tornato! - esclamò Law mentre veniva trascinato a terra da Zoro che gli circondava il collo con le braccia. Lo fissava sempre strano ed inquietante. 
- Mica me ne ero andato... - brontolò lo spadaccino adagiando la schiena sull’erba e facendosi ricoprire dal suo corpo in un chiaro evidente messaggio: ora voleva essere lui quello passivo. 
- Ah non saprei, sei rimasto tutto il tempo a fissarmi tanto che pensavo volessi farmi una foto segnaletica... 
Law lo disse ridacchiando e scherzando e quando lo fece vide nettamente l’espressione di Zoro animarsi di un’aria vivace, come se avesse trovato le sue risposte. 
- Ma si può sapere che hai? - chiese il medico prima di baciarlo, mentre Zoro si alzava la maglietta e si abbassava contemporaneamente pantaloni e boxer. 
- Cercavo di capire se sei veramente cambiato o se erano mie visioni! 
Law era sceso a baciargli il collo già carico di desiderio, mentre sentiva le mani del collega armeggiare anche coi propri jeans. 
- E cosa hai scoperto? - chiese interessato a quel quesito. 
Zoro sollevò il bacino strofinandolo contro il suo finalmente scoperto. 
- Che se non mi scopi, scoppio! 
Law ridacchiò sul suo collo e mordicchiandolo scese sul resto del suo corpo allenato e forte, coperto dalle cicatrici a cui ormai era ben affezionato. 
Law aveva bevuto, ma ormai si era abituato alla sensazione dell’alcool che lo rendeva semplicemente euforico e felice senza motivo. 
Era bello bere, tutto sommato. 
Così come lo era mangiare. Prima l’aveva sempre fatto per dovere e necessità, ma quando veniva associato ad una festa, sebbene in vita sua non ne avesse mai fatte, era tutta un’altra cosa. 
Era bello.
Così come era bello fare sesso.
Ma era bello il sesso in generale, o lo era farlo con lui? 
Law non si rispose a quella domanda perché una volta raggiunto l’inguine di Zoro, ne prese possesso succhiando avido sentendolo crescere contro la lingua. 
Zoro era eccitato e aveva una gran voglia di godere e gli piaceva che gli chiedesse di essere lui quello preso. Aveva l’aria da prepotente che preferiva farsi gli altri, invece se trovava la persona giusta gli piaceva ‘subire’. 
Non che quello che gli facesse lui fosse brutto, sapeva di essere piuttosto bravo perché era un gran conoscitore del corpo umano, così come dei punti erogeni e di come trattarlo per dar piacere o dolore.
A lui avrebbe sempre dato piacere e mentre lo sentiva gemere e spingere col bacino nella sua bocca, si masturbò preda di un piacere mentale che gli stava trasmettendo Zoro e il suo abbandono. 
Non sembrava proprio uno così aperto in generale, perciò averlo così sottomesso e desideroso, fu meglio di qualunque botte di birra o vino. 

Quando Zoro realizzò che Law si stava masturbando, lo fermò prima di venirgli in bocca e lo spinse malamente contro l’albero, gli poggiò la schiena sul legno, scivolò con la testa fra le gambe finendo per togliergli il resto dei pantaloni e lasciargli la parte sopra dei vestiti. 
Si era già eccitato molto, ma completò facilmente l’opera con la mano del chirurgo che accompagnava la propria testa. 
Zoro sorrise sulla sua erezione che cresceva e pulsava. 
Perciò anche lui era speciale, così come lo era la sua ciurma. Supponeva in modo diverso. Loro erano sicuramente più degli amici e dei veri compagni di viaggio, lui era uno con cui scopava, ma sicuramente non un semplice buco come ne avrebbe potuti avere molti.
Orgoglioso e felice di essere qualcosa in più, di diverso, di speciale, si sentì carico di un bisogno profondo sconvolgente. Tale che staccandosi, sali sulla sua bocca e divorandola con foga, gli chiese ansimante e sul punto di esplodere: 
- Scopami subito che non ce la faccio... 
Era diverso dalle altre volte. Così come ognuna lo era sempre, ormai.
Era diverso perché adesso, mentre si girava a carponi aspettando che arrivasse, aveva realizzato che Law era realmente cambiato e davvero lo considerava in un altro modo.
Questo pensiero era dannatamente bello ed ubriacante, molto più di qualsiasi alcool mai bevuto. 
Quando finalmente la lingua di Law si occupò della sua apertura e poi infilò le dita, Zoro si inarcò sporgendosi verso di lui in attesa di avere di più.
Il chirurgo si occupò di lui per un po’, fino a che non tornò a pretendere bruscamente che si desse una mossa. 
- Ti muovi? - lo sentì ridere e percependolo si girò di scatto torcendosi col busto per guardarlo.
Quel bisogno.
Quel bisogno viscerale e mentale di guardarlo ridere per capire come lo facesse ora che lo faceva per lui.
Law aveva un bel sorriso, divertito, con un pizzico di sadismo e molta malizia. 
Un sorriso tutto suo. 
Zoro si morse il labbro e se lo leccò tornando a girarsi, appoggiò il volto fra le braccia incrociate per terra e gli si diede. 
- Dai... - lo incitò ancora.
Finalmente Law si decise ed entrò e quando lo fece Zoro chiuse gli occhi mentre un sollievo fisico lo intossicava come non gli era mai successo.
Non era mai arrivato a desiderare tanto qualcuno ed infine ad averlo, né ad essere desiderato in quel modo, non come un bel ragazzo, ma come qualcosa di più. Come una reale piacevole compagnia, qualcuno di diverso dagli altri.
Qualcuno che piaceva al di là dell’aspetto. 
Era davvero cambiato qualcosa, anzi, loro lo erano. 
Entrambi.
Perché finalmente non pensava che stava scopando qualcuno al posto di Rufy, ma pensava che stava scopando proprio chi aveva tanto desiderato e che gli era mancato. 
Mentre l’eccitazione saliva per entrambi, ad ogni spinta sempre più profonda e possente, Zoro capì che avevano creato qualcosa di bello, davvero bello e speciale e che sebbene un giorno sarebbe inevitabilmente finita, sarebbe stato sicuramente un gran bel sogno.
Il sogno più bello mai vissuto. 

Appoggiato con la schiena contro il tronco dell’albero, Zoro costrinse Law a mettersi su di lui stringendosi la sua testa al petto. 
Lo fece con estrema prepotenza tanto che Law, avvampando come ancora non gli era capitato, pensò di usare il suo potere per sostituirsi con qualcun altro e scappare da lì. 
Tuttavia era così bello sentire quel suo braccio intorno alla testa e il volto che affondava sul suo petto; stava così bene. 
Perciò rimase lì su di lui, mentre dormiva della grossa sicuramente estremamente realizzato. Non si mosse, non se ne andò da lì. 
Rimase lì, proprio lì a bearsi di quella sensazione morbida e calda, capendo che per quelle ore che si erano separati, gli era mancato molto, forse troppo, ma il pensiero confortante che si sarebbero separati e che prima o poi tutto quello sarebbe finito, lo rilassò. 
Non l’avrebbe rincoglionito troppo, sarebbe probabilmente riuscito a rimanere sempre sufficientemente in sé e quando sarebbe diventato tutto troppo fuori controllo, ognuno avrebbe preso la propria strada. 
Perciò che fosse. 
Che andasse tutto come doveva andare.
Che corressero, eventualmente, poiché prima o poi sarebbe comunque finito tutto. 
Law avvolse il braccio intorno alla vita di Zoro e si lasciò invadere dal sonno. Per una volta era bello essere lui a dormirgli addosso e capiva perché Zoro lo volesse tanto fare. 


Note Finali: le fan art come sempre non sono mie, ma di chi le ha create. Alcune sono casualmente adatte a quel che ho scritto, altre mi hanno aiutato a scrivere alcune scene ispirandomi. 
L’uso di alcuni termini poco formali è voluto perché in realtà anche se la fic è scritta in terza persona, sono comunque i loro POV e di conseguenza il linguaggio è adattato a loro. Parlo di termini come  ‘scopare’ al posto di ‘fare sesso’ o ‘rincoglionito’ al posto di ‘rimbambito’ o qualche altro termine più da letteratura. Grazie a chi segue la fic e la serie, il prossimo conclude questa mini fic, sempre fra quattro giorni. Baci Akane