11. UN CONFRONTO DOVEROSO
A Zoro ci volle un nano secondo per capire Rufy senza il minimo bisogno di parlare e di chiarire a voce.
- Da quanto è là? - chiese Law a denti stretti, infastidito dal suo pessimo tempismo. A lui non era bastata un’occhiata per capire, invece, ed era già sulla difensiva.
- Ti sei deciso ad uscire dalla prigione, eh? - commentò Zoro calmo, ripose nei foderi le sue tre spade, poggiandole accanto. Appena lo fece il suo corpo iniziò a sentirsi più sollevato e leggero.
Rufy li fissava all’ingresso della foresta di bambù, le braccia incrociate e l’aria felice, soddisfatto e totalmente al settimo cielo, come avesse già vinto una battaglia.
- E perché non fa il solito chiasso? - continuò Law seccato e battagliero.
Zoro prima di dedicarsi a loro, si rivolse al suo attuale maestro.
- Mi prendo una breve pausa. - Shimotsuki annuì dando loro le spalle ed andandosene fra i bambù fitti che riempivano quella zona. Quando furono soli, Rufy si decise ad avvicinarsi rimanendo sempre col suo bel sorriso felice stampato in faccia.
- Mi sono appena svegliato, ero a Udon ed ora mi sono ritrovato qua. Credo che Chopper mi abbia trascinato via a forza! - Rufy lì davanti a loro incrociò fiero le braccia al petto mentre si rimirava i due elementi migliori e più importanti del proprio gruppo. Uno il suo vice e braccio destro di sempre, l’altro l’alleato più forte mai avuto e sicuramente di quel momento.
Adesso che erano di nuovo tutti e tre insieme, Rufy guardò Zoro come a ricordarsi dell’ultima volta che erano stati così.
- Meno male che dovevi sconfiggere quel misterioso nemico in arrivo e tornare subito da noi! - scoppiò infine a ridere alla sua maniera limpida e Zoro si sentì rigenerare. Era una delle cose più importanti della sua vita, forse la più importante in assoluto. Si asciugò il sudore con un lembo del kimono che gli pendeva alla vita, sogghignando per nulla intenzionato a dirgli che si era perso di proposito perché non aveva resistito alla visione di lui e Law insieme dopo la progressione del loro rapporto.
- A proposito, mi dispiace che non c’ero quando ti sei scontrato con Kaido. Avrei potuto impedire ti prendessero, quanto meno.
Rufy rise ancora battendogli la mano sulla spalla spensierato.
- Invece meglio che non c’eri, ti saresti fatto ammazzare per farmi scappare! Tanto alla fine è andata bene così, alla miniera ho incontrato tante bravissime persone e alleati potenti e il nonnetto mi ha insegnato una nuova mossa importante...
Stava per rimettersi a sproloquiare di cose importanti, ma probabilmente non essenziali in quel momento, quando Law sbottò allucinato e già esasperato. Gli ci erano voluti due minuti, massimo tre, per tornare a quella modalità esaurita. Il potere di Rufy, come sempre.
- Insomma, non è proprio quella la cosa più importante di cui parlare ora, no? - ricordò loro isterico, fissandoli entrambi male. Specie alla loro occhiata totalmente sconcertata perché non capivano che avesse.
- Faremo il punto della situazione e programmeremo la parte finale del piano in questi giorni, per il momento dobbiamo aspettare e...
Zoro stava per spiegargli quel po’ che aveva capito dall’ultima riunione con Kinemon, quando Law gli mise una mano sulla faccia per zittirlo, profondamente irritato da qualcosa che lo spadaccino ovviamente non comprese. Zoro non se la prese mantenendo una sorprendente calma solo perché a toccarlo era stato lui. Rufy invece scoppiò a ridere come guardasse una scenetta divertente.
- Non parlo di questo! - con quello si voltò truce verso Rufy, ancora aperto in un enorme risata sguaiata. - Ci hai visti! - esclamò sottintendendo un po’ troppo per Rufy.
Infatti non capendo rispose ovvio: - Sì certo, vi sto pur parlando! Come potrei parlarvi senza vedervi?
A quel punto Zoro capì finalmente che diavolo aveva il suo ragazzo, così togliendosi la sua mano dalla faccia come fosse un moscone fastidioso, gli disse ancora straordinariamente calmo: - Lui è Rufy, sapeva anche prima di noi che saremmo finiti così...
A quella risposta Law stava per saltare su irascibile, ma registrando quanto detto, si fermò sorpreso e guardò prima uno e poi l’altro per capire se avesse ragione e assimilare meglio le sue parole ed il loro significato.
Rufy smise di ridere mantenendo il volto in un’espressione felice, di nuovo le braccia incrociate sul petto e l’aria di chi era fiero di chi aveva davanti.
Law, nello scrutarlo con più cura, parve capirlo anche lui.
Rufy sapeva molto bene ogni cosa di loro e lo sapeva anche da molto, probabilmente, ma per lui era stato così naturale e giusto da non doverlo nemmeno commentare né farci realmente caso.
Diverso sarebbe stato il discorso con gli altri i quali probabilmente ci avrebbero visto tutti i difetti del mondo nella loro relazione iniziando a rompergli le scatole.
- È vero? Sapevi già? - chiese retorico Law poiché aveva appena capito che era vero. Rufy annuì accentuando il suo sorriso.
- Ma parli di voi due insieme? - finalmente ci arrivò. - Certo che lo sapevo. Dal momento in cui ho stretto l’alleanza con te ho pensato ‘vedrai che legherà benissimo con Zoro!’ E quando è successo mi sembrava normale, l’avevo già previsto! Sono bravo a capire le persone, sai?
Law l’ascoltò ancora un po’ disorientato da quella rivelazione che di sicuro non si sarebbe mai aspettato, mentre Zoro scuotendo il capo gli restituì la manata sulla faccia.
Era così facilmente leggibile, quell’idiota che aveva per ragazzo, che pensare che lui invece si credeva indecifrabile la riteneva la cosa più divertente di tutte. Law si tolse la mano e lo spinse per la spalla stizzito e permaloso.
- Piantala, non ha fatto una piega, come fa a dire che è normale? Oltretutto tu non volevi che nessuno dei tuoi lo scoprisse, non sono stato io a dire...
Law punto sul vivo avrebbe continuato all’infinito sciorinando le sue ragioni per non sembrare un idiota, cosa che sembrava comunque ai suoi occhi. e anche a quelli di Rufy visto che era appena tornato a ridere di gusto piegandosi in due.
In quello si lasciò cadere a terra sedendosi sull’erba, sotto quella fresca e confortevole foresta di bambù. O quel che ne rimaneva, visto che molti alberi erano stati tagliati da Zoro.
Si sedette come a guardare uno spettacolo a teatro, gli mancava giusto qualcosa da mangiare.
- Nemmeno io sapevo che si era già accorto di noi, l’ho capito adesso da come ci guardava. Se non ha avuto reazioni, significa che per lui va bene ed è a posto.
Per lui era ormai ovvio e non c'erano problemi in quello, aveva compreso e assimilato alla perfezione la questione, non dello stesso avviso pareva essere Law che quanto meno faticava a digerire la scoperta.
Infatti sempre braccia incrociate, gli rispose battagliero: - E che problemi hai con gli altri, invece? Ma poi scusa se non gli sarebbe andato bene, che avresti fatto?
A quella domanda Zoro si ritrovò di nuovo nella stessa crisi che l’aveva colto il giorno fatidico della loro Reunion a Wa.
Stava per rispondere qualcosa a caso quando si fermò realizzando che probabilmente la sua risposta spontanea non sarebbe piaciuta a Law, così ebbe la delicatezza di rifletterci, ma fu proprio quello a stizzire il compagno che lo spinse infuriato ed acceso. In realtà a Zoro piaceva farlo uscire di testa, adorava quando gli capitava, ma lì davanti a Rufy non poteva saltargli addosso e approfittarne. Oltretutto voleva riprendere ad allenarsi e quei due insieme lo destabilizzavano e lo deconcentravano molto, mentre lui ora doveva stare esclusivamente concentrato su Enma.
Così sospirò e piegando le labbra all’ingiù cercò di depistarlo.
- Ma sapevo che lui avrebbe capito, è stato lui a stringere l’alleanza con te! Gli altri non capirebbero e mi romperebbero le palle, non voglio che niente mi rovini questa cosa fra noi, perché sai che... - a quel punto si morse di nuovo la lingua realizzando che stava ancora una volta parlando troppo sinceramente. Era più forte di lui, non riusciva proprio a mentire. Si fece improvvisamente serio e grave, quasi, al punto che anche Law capì cosa stava per dire e l’ira scemò repentinamente dal suo viso.
Da terra, Rufy li guardò fissarsi seri e zittirsi di colpo, infatti anche il suo sorriso divertito si spense capendo che era appena successo qualcosa fra loro e non era solo il modo in cui si guardavano a rivelarglielo. Zoro sapeva che Rufy aveva già letto in loro prima ancora che se ne rendessero conto coscientemente.
- Non finirà. Non finirà in alcun modo. Niente finirà. Faremo la nostra guerra e la vinceremo e poi... - disse Rufy al loro posto, seccato che potessero avere pensieri negativi a quel punto.
Ma Law rispose al suo posto, girando il capo dall’altra parte, non riuscendo a sostenere lo sguardo con nessuno dei due.
- E poi ognuno per la propria strada. - disse duramente, amaro. - È una cosa destinata a finire, per questo Zoro non vuole che nessuno rovini questo breve periodo in cui possiamo viverla. - tradusse per lui in modo chiaro, esauriente e amaro. Ma era vero.
Zoro si morse la bocca infastidito e seccato, non avrebbe voluto parlare di quello, non capiva come diavolo ci fossero arrivati, come avessero potuto farlo. Era stata colpa sua, solo colpa sua. Aveva deciso di vivere quel breve periodo in modo spensierato prendendo tutto ciò che sarebbe venuto senza esitare, ma adesso l’ombra della fine incombeva su di loro.
Enma sussultò posata lì accanto a lui, insieme alle altre spade.
Rufy la guardò notandola e Zoro non se ne stupì. Anche Law la guardò.
- Quella spada è più viva delle altre... - commentò Rufy alzandosi in piedi di nuovo. Si avvicinò ma non la toccò, la guardò serio, intensamente. - È la tua nuova spada? - chiese a Zoro già sapendo la risposta. Questi annuì.
- Vuoi prenderla? - sapeva che sarebbe riuscito a manipolarla, pur non avendo idea di come si usavano le spade. Rufy però sorrise e scosse il capo guardando infine il suo vice, ora davanti a lui.
- No, è tua. È perfetta per te. - asserì con una sicurezza da maestro di spada. Zoro sorrise lieto che lo pensasse, così come era stato contento di realizzare che aveva già capito di lui e Law e che gli era sembrato così perfetto da non doverlo nemmeno commentare.
Avere la sua approvazione era essenziale, importantissimo.
- Vi lascio, vado ad allenarmi anche io. - disse invece senza più dire nulla riguardo la discussione appena avuta.
I due ragazzi lo guardarono andarsene con una tranquillità ed in un silenzio così insoliti per lui, che lo stupirono di nuovo alla stessa maniera di quando era arrivato prima.
- Pensi che gli vada davvero bene di noi? - chiese Law ancora meravigliato. Zoro si strinse nelle spalle e sospirò avvicinandosi a lui. Lo prese per la vita e lo scrutò piegando il capo di lato.
- Se non gli fosse andata bene l’avrebbe detto. Ma sapevo che gli sarebbe stato bene. Ero io che non ero pronto a farglielo sapere, ma suppongo fosse inevitabile.
Zoro capì di nuovo d’aver detto qualcosa di troppo, lo percepì quando Law sotto le sue mani si irrigidì cercando di divincolarsi, ma aumentando la presa lo costrinse a stare lì contro di sé. I loro copri si appoggiarono di nuovo.
- Perché lo ami e sei confuso su di noi? - disse stizzito il chirurgo. Zoro alzò le spalle.
- Non so, volevo solo evitare che i nostri mondi andassero in collisione. Quello che provo con te non deve mai incontrare quello che provo con Rufy. Quando succede vado in cortocircuito. Però non posso pensarci ora. Per me è più importante allenarmi con Enma, devo padroneggiarla alla perfezione ed ho poco tempo. - Zoro non spostò l’attenzione sulla spada per comodità, era vero che al momento la sua nuova katana aveva la priorità e Law lo capì ammorbidendosi, forte forse del fatto che comunque i giorni erano contati sul serio, in un modo o nell’altro, proprio come avevano appena detto.
- Vuoi che ti aiuto? Mi alleno un po’ con te? - chiese sorprendendolo per la sua proposta, Zoro sorrise piacevolmente colpito ed in risposta lo baciò intrecciando le labbra alle sue.
La sensazione di calore si riversò in entrambi ridonando loro pace e scacciando le tempeste appena passate.
Quando si separarono, Zoro appoggiò la fronte alla sua e chiudendo gli occhi, trovò la forza per dargli la risposta che doveva, che non era quella che voleva.
- Devo farlo da solo. Tu mi deconcentri e devo essere totalmente concentrato su Enma.
Law annuì come già sapesse cosa avrebbe detto.
- Tornerò di notte. - comunicò. Zoro concordò con lui che era la cosa migliore e lasciandolo andare a malincuore, lo guardò voltarsi e allontanarsi sulla scia di Rufy.
Rimase qualche istante a guardarlo consapevole che avrebbero avuto ancora del preziosissimo tempo insieme a cui non avrebbe mai rinunciato.
Non gli aveva chiesto cosa aveva combinato in sua assenza e cosa gli aveva nascosto, consapevole che alla fine contava che le cose fossero andate bene.
“Lo tartasserò ben stanotte!”
A quel pensiero che allietò la propria anima, riprese Enma e le altre due spade.
Per un momento gli rimase aggrappata alla mente la sorpresa nel realizzare che Rufy già sapeva di loro e che non lo trovava né strano né sbagliato o sconvolgente. Non era mai stato realmente certo della sua reazione alla scoperta di loro, ma sapeva che sarebbe successo, presto o tardi.
Tuttavia era vero che a stringere l’alleanza con Law era stato Rufy, era ovvio che gli piaceva e che non avrebbe avuto nulla contro il loro legame.
“Ma non era questo che mi turbava.” si disse mentre sfoderava tutte e tre le sue spade per ricominciare.
Le consuete sensazioni di forza provenienti dalle sue tre katane scivolarono lentamente in lui.
“Avevo paura che alla sua facile e totale accettazione della nostra relazione, ci sarei rimasto male. Perché alla fine amo Rufy e l’amerò per sempre, anche se non farò mai e poi mai nulla con lui. Al di là di Law e di quel che provo ora per lui. Però devo dire che alla fine è andata meglio di come pensavo. L’ho superata bene. Credo che mi abbia fatto più piacere che fastidio sapere che lui ci approva. Sicuramente se non gli fossimo andati bene avrei troncato con Law su due piedi. Però alla fine ha superato le mie aspettative e sono contento di questo confronto.”
Zoro chiuse gli occhi, prese un respiro profondo e poi, aprendoli, si voltò e ricominciò a menar fendenti verso i bambù, davanti allo sguardo del suo maestro momentaneo che era tornato.
Law era arrivato azzerando totalmente la propria aura, avendo imparato facilmente da Zoro e senza nemmeno il bisogno di meditare per farlo. Si era avvicinato alla radura dove la ciurma di Rufy e gli altri con loro si erano sistemati, poi con il suo potere sostituì il corpo di Zoro con quello di una pietra e continuò a fare la stessa sostituzione per entrambi fino ad arrivare ad una sorta di capanno abbandonato nei dintorni.
Aveva cercato un posto dove poter stare da soli per quelle sere che rimanevano ed era contento d’averne trovato una. Giudicandola perfetta, solo a notte fonda si era fatto avanti. Sicuramente Zoro si era allenato fino a tardi e guardandolo dormire ancora della grossa ai suoi piedi anche dopo gli spostamenti, capì due cose.
Una: si fidava totalmente di lui al punto che il suo inconscio pur percependolo sicuramente non l’aveva svegliato per metterlo in allarme.
Due: era sfinito.
Rimase in piedi davanti alla sua testa al contrario a guardarlo dormire con le mani incrociate dietro la nuca, incerto su cosa fare con lui.
Forse non era il caso di svegliarlo.
“Dubito in ogni caso riuscirebbe a far qualcosa con me...” pensò riferendosi al sesso.
Sicuramente aveva esagerato con la sua nuova spada, ma era un’arma potente e per niente facile. Se era l’arma di Kozuki Oden non poteva pensare di padroneggiarla così facilmente, ma era sicuro che ci sarebbe riuscito in tempo.
Alla fine sospirando scrollò le spalle e si stese con lui nell’alcova di paglia che aveva costruito per poter dormire quelle poche notti che rimanevano.
Prese il proprio haori e se lo sistemò sopra accoccolandosi accanto a lui. Lo cinse dal lato mettendosi su un fianco e sentendolo, nel sonno, Zoro si voltò verso di lui e gli si issò sopra come se fosse il suo cuscino privato.
Beh, era comunque una cosa del genere. Lo chiamava il suo angolo, no?
Law si sentì finalmente bene e rilassato e baciandogli la guancia, si calmò lasciandosi cullare dalle sue braccia e dal calore del suo corpo forte e tonico. Gli era mancato da matti, quasi come respirare. Solo la speranza di poterlo abbracciare un’altra volta, l’aveva spinto a non perdere la testa.
- Si può sapere che hai combinato quando ci siamo separati? - la voce di Zoro lo raggiunse roca e a Law per un pelo non venne un infarto. Lo guardò sorpreso che sapesse qualcosa e che non dormisse della grossa.
Poi però i suoi occhi si socchiusero puntandosi su di lui e tutto passò in secondo piano. Di che si stupiva? Ormai lo conosceva.
- Ho fatto tante cose, a cosa ti riferisci? - chiese facendo fina di non capire.
Zoro da sotto l’haori che fungeva da coperta, gli pizzicò un capezzolo dopo essersi infilato nell’apertura del kimono.
Law gemette ma non di dolore.
- Non prendermi per il culo. So che ti è successo qualcosa, l’ho sentito appena ti ho visto oggi. Che è successo? So che hai liberato Bepo. Ti hanno preso?
Law non si stupì nemmeno che arrivasse così facilmente alla verità e sapeva che Bepo non gli aveva detto nulla o se lo sarebbe visto piombare nelle prigioni senza esitazione.
Meno male che si poteva fidare del suo vice.
- Mi sono fatto prendere in cambio della loro liberazione. Sapevo di cavarmela, per questo gli ho detto di non dire niente agli altri.
Zoro sospirò alzando gli occhi al cielo. Era visibilmente stanco ed assonnato e sapeva non avrebbero fatto nulla, ma pensò che anche quel dormire semplicemente abbracciati ed aggiornarsi parlando in totale sincerità, era bello.
Law strinse il braccio intorno al suo corpo tirandoselo addosso meglio. Zoro gli si arrampicò meglio continuando a tormentargli casualmente il capezzolo senza un secondo fine né fargli più male. Quel gesto lo rilassava terribilmente e a momenti si sarebbe addormentato. Riusciva a dormire serenamente solo con lui, perciò era da molte notti che non chiudeva occhio. Era stremato anche lui.
- Potevi chiedere aiuto, avremmo risolto la cosa in un attimo. - lo rimproverò comunque. Law non si scompose.
- Proprio per questo gli ho detto di non dire nulla. Avreste fatto l’ennesimo casino.
- Venivo solo io! - gli fece notare Zoro sicuro.
- Anche peggio! Almeno il cuoco se gli spiego una cosa la capisce e trova dei modi per fare ciò che deve...
- Guarda che anche ricciolo si è parato davanti a tutti in piena piazza nella capitale per andare contro agli ufficiale di quel coglione che ammazzerò con le mie mani!
Law sapeva che il coglione in questione era Orochi, era stato aggiornato da Robin e sapeva tutto.
Però si sentì stupidamente felice nel suo solito scatto di gelosia, in realtà aveva nominato Sanji di proposito.
- Comunque non dovevi fare tutto solo! - brontolò alla fine Zoro capendo che l’aveva fatto apposta a stuzzicarlo. Law non disse nulla iniziando a carezzargli distrattamente la schiena, mentre la mente volava altrove.
Sapeva che condividere con lui impressioni e pensieri inerenti la battaglia era inutile e comunque non era il momento di sprecare il loro tempo.
- Non hai parlato con Rufy da solo? - chiese infatti sapendo che c’era qualcosa che Zoro non gli voleva dire per non turbarlo.
Zoro si infastidì come faceva sempre quando nominava Rufy.
- No, mi sono allenato tutto il tempo.
- Guarda che non sono geloso. - disse mentendo. In realtà lo era, ma era diversa dalla gelosia di Zoro per lui e Sanji.
- Sì, come no! - commentò scocciato facendo il muso.
Law gli prese così il viso con una mano e lo obbligò ad alzarsi per guardarlo, lo fece con un certa prepotenza e Zoro issò il capo scrutandolo sempre imbronciato.
- So che Rufy è al primo posto nella tua vita e lo sarà sempre, non pretendo di essere al suo pari né nulla... solo vorrei sapere come stanno le cose fra voi...
Si accorse d’aver parlato troppo e se ne pentì rimettendogli il viso giù contro il suo collo, dove però non rimase perché Zoro lo rialzò girandosi a pancia in giù ed appoggiandosi su un gomito per fissarlo meglio. A quella vicinanza intossicante era impossibile mascherarsi, specie con lui. Lo denudava totalmente.
- Non succederà mai niente fra noi, te l’ho detto mille volte.
- Ma tu non volevi dirgli di noi NON perché pensavi che disapprovasse, cosa che nel caso in cui sarebbe successo mi avresti lasciato. - cominciò seccato e deciso Law fissandolo dritto negli occhi, era serio e turbato, ma non avrebbe mollato la presa. Zoro lo fissò colpito nell’essere stato letto così precisamente, si morse il labbro dandogli conferma che ci aveva preso e non negò, così continuò: - Tu non volevi fargli sapere di noi perché avevi paura che non gliene importasse o che gli sarebbe stato bene! La sua reazione positiva riguardo noi ti deve per forza aver turbato, era quello di cui avevi paura, no?
Law non sapeva come faceva a conoscere quelle cose, forse ormai si erano legati così tanto che sapeva e basta. Zoro si aggrottò con un moto di sofferenza e contrarietà, non voleva parlare di quelle cose ora, ma non perché lo ferissero, bensì perché non voleva ferire lui. Lo capì in un istante guardandolo nell’unico occhio aperto che aveva. Un occhio che quando voleva, parlava bene per entrambi.
- Perché dobbiamo parlare di queste cose nel poco tempo che abbiamo insieme? Quello di cui avevo paura io non cambierà che tutto questo ha i giorni contati in un modo o nell’altro. Alla fine Rufy è contento per noi, basta. Chiudiamo qua questo argomento. Io ora voglio solo stare bene con te nel poco tempo che abbiamo.
Questo dava solo una dolorosa conferma che Zoro comunque avrebbe amato sempre Rufy prima di ogni altro e sapeva che doveva aver sofferto nel trovare quel muro da parte di Rufy. Un muro che dava la sua benedizione alla loro relazione intendendo che non provava la stessa cosa per Zoro.
Suo malgrado concordò con lui. Ormai i tempi erano agli sgoccioli sul serio e in ogni caso niente avrebbe cambiato la situazione.
“Ci lasceremo comunque, perciò che senso ha parlare di certe cose? Quasi che non serve dirgli che lo amo...”
Pensandolo si limitò a baciarlo e appena le loro labbra si trovarono, entrambi parvero trovare sollievo e riuscire ad accantonare Rufy.
- La prossima volta che sei nei guai chiamami. Ti sentirò a qualunque distanza.
Law sorrise a quella frase che sembrava una cosa romantica troppo poco da lui, ma decise di tenersela stretta ed incidersela nella memoria insieme alle altre cose belle che lo riguardavano.
- La prossima volta saremo in guerra contro Kaido, penso che avrai ben altro da fare che correre in mio aiuto. E poi non sono debole come pensi. - rispose stizzito riprendendosi la propria reputazione, importante in quel momento solo perché era agli occhi di Zoro che voleva essere forte.
Il suo ragazzo rise nascondendo il viso contro il collo, era soddisfatto di come si erano girate le cose fra loro e di essersi scrollato di dosso il ‘fantasma Rufy’.
- Piantala, dico sul serio! Vedrai che sarò io ad aiutare te!
E nonostante Zoro ridesse, qualcosa si insinuò nella sua mente, qualcosa di cui sapeva sarebbe stato necessario parlare sul serio prima di andare in guerra.
Ma di tempo prima della festa dei fuochi per il momento c’era, per quanto poco, perciò soffocando Law in un abbraccio più corposo, gli scoccò un bacio a ventosa sulla bocca e si posizionò sulla sua guancia usando quella come cuscino e non più il suo collo e la sua spalla.
Law brontolò, lo minacciò, gli disse di levarsi che non respirava, ma non si mosse e non lo spostò. Dormirono avvinghiati così tutta la notte.