14. RISVEGLIO

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Law si svegliò per primo guardandosi intorno corrucciato, con la sensazione che fosse successo qualcosa mentre dormiva. Poi realizzò. 
Dormiva? Quando si era addormentato? Era comparso qualche ora prima, in piena notte, silenzioso e segretamente nella stanza dei due malati per vedere come stava quello che gli interessava, approfittando del fatto che tutti a palazzo dormissero e che anche Chopper che li vegliava continuamente, finalmente fosse nel mondo dei sogni. Ricordava d’averli controllati come di consueto concentrandosi principalmente su Zoro, scocciandosi del fatto che dopo una settimana lui e Rufy fossero ancora incoscienti e non davano cenni di vita. Sembravano in quello che in medicina si chiamava coma, ma dubitava che sarebbero potuti rimanere veramente due vegetali per sempre. Si aspettava un loro risveglio, perciò ogni notte da quando erano stati spostati lì nella nuova dimora di Momo, lui si intrufolava, li controllava e valutando che non c’erano cambiamenti, se ne andava infastidito. 
Anche quella volta era andata così. Da un punto di vista medico stavano bene, non c’era nulla che potesse più fare, nulla che comunque non avesse già fatto le volte precedenti o che non avesse fatto Chopper stesso. La renna era un ottimo medico, ma lui aveva comunque dei poteri coi quali poteva guarire il malato dall’interno. 
Tuttavia nel loro caso, dopo averci provato, aveva visto che di fatto stavano solo dormendo e che non c’era niente, nemmeno a livello neurologico, che potesse fare per svegliarli. Sapeva che si sarebbero destati, un giorno, ma non poteva sapere quando e dopo che i giorni erano iniziati a susseguirsi, Law si era sentito via via sempre peggio, più nervoso ed intrattabile. 
Si sentiva un idiota ad intrufolarsi lì la notte quando tutti dormivano, ma per fortuna Zoro e Rufy, gli unici rimasti in quello stato di incoscienza, erano stati messi in una stanza a parte, lontana da qualunque altro seccatore. Chopper era il solo che rimaneva lì, ma non essendoci nulla da fare, la notte stava nel mondo dei sogni.
Law dopo aver aperto gli occhi e capito di essersi addormentato a sua volta per la prima volta da quando faceva quelle incursioni notturne, si corrucciò tornando sulla sensazione avuta appena aperto gli occhi. Una sensazione strana, come che fosse successo qualcosa mentre dormiva. 
Fece mente locale sulle sensazioni fisiche, era supino sulla schiena, doveva essersi messo steso sul fianco per guardarlo con la testa appoggiata alla mano ed il gomito piegato e dopo averlo fatto fino ad ipnotizzarsi per provare a connettersi con la sua anima e risvegliarlo, si era addormentato. 
"Ho fatto una cosa davvero imbarazzante!” realizzò arrossendo e riferendosi sia al fatto di aver provato a svegliarlo in quella maniera così intima, sia per il fatto che ci aveva provato fissandolo intensamente ed in modo inquietante. Qualcuno l’avrebbe definito tenero e romantico, lui preferiva imbarazzante ed inquietante. Per di più aveva finito per addormentarsi come un idiota col risultato che era stato inutile perché Zoro dormiva ancora. 
“Ehi, aspetta un momento...” si disse realizzando cos’era di strano e diverso. “Ho un peso sullo stomaco. Voglio dire. Un peso fisico, non qualcosa che ho mangiato e non ho digerito!”
Ancor più aggrottato si alzò a sedere e a quel punto sentì il peso sullo stomaco scivolare giù sulle gambe; Law abbassò gli occhi e vide materializzarsi nel buio della stanza e della notte proprio l’oggetto dei suoi pensieri carichi di imbarazzo. O meglio, la sua testa. 
Zoro gli dormiva addosso tutto storto con le braccia larghe, sembrava bello comodo e russava. 
Law alzò un sopracciglio e si grattò la tempia perplesso. C’era qualcosa che non andava. Sì, dormiva ancora, ma... ma non come aveva dormito per quei sette giorni. Dritto, immobile e più simile ad un morto che ad un essere umano vivo ma addormentato. Esitò prima di realizzarlo. Girò il capo e guardò Rufy nel futon accanto che dormiva ancora proprio come l’aveva lasciato qualche ora prima. Dritto e normale. Ma Zoro no, lui era storto e con la testa su di sé. 
Fu così che comprese e spalancando gli occhi, sentì un’ondata bollente invaderlo e bruciare ogni terminazione nervosa fino a renderlo molle e gelatinoso, come appena ricevuto uno dei colpi micidiali di Big Mom. 
“Si è svegliato mentre dormivo e si è girato salendomi sopra! Perciò lui è finalmente uscito dal coma ed ora dorme e basta!”
Si sentiva stupido ed al settimo cielo insieme. Stupido per essere così felice, euforico ed emozionato. Gli bruciavano pure gli occhi proprio come uno stupido, appunto.
Si portò una mano sulla bocca per bloccare qualsiasi suono o manifestazione esteriore di emozione, ma non funzionò. Una lacrima traditrice decise di scappargli lo stesso lungo la guancia, ma la pulì subito col palmo; gli sembrava di essere un bambino sciocco, ma inghiottendo più volte quel nodo che era uscito a tradimento, cercò di tornare normale e riflettere su cosa fosse meglio fare a quel punto. Provò disperatamente a riattivare il proprio cervello in tilt fino a che qualcosa uscì. Qualcosa che sembrava sensato. 
“Ma tu guarda questo stronzo che si sveglia, mi si stende addosso e non mi chiama!” 
No, aggiunse poi. Quello non era utile. Ritentò. 
Guardò ancora corrucciato ed arrabbiato Zoro che continuando a dormirgli addosso si girò col viso contro le proprie parti basse solleticandolo col suo respiro regolare proprio lì dove si apriva la stoffa del kimono. Gliene avevano dato uno per girare in quei giorni indisturbato a Wa, ma il risultato fu che adesso si era aperto proprio sul bacino dove il viso di Zoro si era rivolto dormendo. 
Law sentì subito i brividi corrergli proprio dalle parti dove il suo fiato arrivava, nemmeno farlo apposta. Si morse il labbro guardandosi intorno.
“Ok, adesso me lo trombo!” pensò di getto realizzando che quella sì che era un’idea sensata e utile! Finalmente il cervello tornava a collaborare mettendo da parte le emozioni che l’avevano attanagliato e sopraffatto come un idiota. 
Osservò Rufy dormire accanto, era in coma e non sarebbe stato un problema, ma poi guardò Chopper. Lui dormiva normalmente, rischiavano di dare spettacolo e non voleva sconvolgere un bambino, tale per lui era la piccola renna. 
“Davvero non posso trombarlo qua, ora e subito?” si chiese stizzito mentre altre reazioni fisiche cominciavano a risvegliare meglio il proprio corpo. 
Sospirò scontento e tornò a guardare Zoro, il suo corpo era completamente bendato ma pulito, sapeva che qualcuno del palazzo si era occupato di loro mentre erano in coma anche se non immaginava chi fosse stato in realtà. Se avesse saputo che era stata Hyori a lavarlo proprio con l’intenzione non casta di approfittare del bell’addormentato e godere della sensazione tonica del suo corpo forte, sia pure malandato in quel momento, si sarebbe sicuramente rivoltato male contro tutti indistintamente. Però per sua fortuna non ne aveva idea e pensando fossero stati i Visoni che assistevano Chopper, non ci diede peso. 
Adesso le sue ferite, dopo una settimana, iniziavano a migliorare, così come le ossa rotte e tutti i problemi agli organi interni che aveva avuto precedentemente, ma su quello Law aveva potuto intervenire lui stesso in una di quelle notti. 
In realtà era contento di vederlo così, finalmente in ripresa e senza più pensieri a preoccuparlo, perciò rilassato da quello si concesse di carezzare il suo viso. Poteva anche svegliarsi e baciarlo come si doveva, dopotutto. 
Anche se per svegliarlo avrebbe come minimo dovuto essere più deciso nel toccarlo invece che limitarsi a quelle tenere e delicate carezze. 
Suo malgrado, anche se la sua testa gli dava suggerimenti, come per esempio di approfittare del dormire di tutti per svegliarlo e spostarsi, magari facendosi un bagno rigenerante in solitaria, il proprio corpo non rispondeva minimamente.
Rimase a carezzargli il viso percorrendo la cicatrice sull’occhio che glielo chiudeva perennemente, infine scivolò sulla guancia e sulle labbra. Una volta lì, gliele percorse languido, ma non riuscì a scendere oltre perché si aprirono avvolgendoglielo. 
Law sorrise malizioso lasciando che i propri occhi sostituissero la tenerezza con la malizia. 
- Bentornato alla vita, mister pigrizia... - lo prese un po’ in giro parlando piano, la propria voce era roca per il calore scaturito dal respiro sulla pelle nel basso ventre che gli piaceva incredibilmente. 
L’occhio appannato di Zoro si colorò di una vitalità tipica sua, la stessa che aveva sempre quando lo guardava. Malizioso, ironico, sensuale. 
Adesso c’erano solo loro due e la libertà di fare quel che volevano, non c’erano imminenti apocalissi a cui pensare o guerre terribili da affrontare.
Zoro non parlò, nemmeno tentò. Si limitò ad aggrapparsi al kimono all’altezza del petto e risalire col viso e col busto verso il suo. Una volta che fu arrivato alla sua bocca, gli si issò sopra sedendosi come una principessa sul suo principe, gli avvolse il collo con le braccia e intrecciò le labbra con le sue.
Immediatamente le lingue si trovarono trasmettendosi un calore che li rigenerò all’istante. Ogni parte di loro si riempì di un’energia pura e benefica. 
Si sentirono subito eccitati e capendo che non avrebbero aspettato alcun momento migliore, Law mise un braccio sotto le ginocchia di Zoro, passò l’altro dietro la sua schiena e tenendolo veramente come fosse la sua principessa, usò il proprio potere per trasportare entrambi fuori dalla stanza. 
Lieto di non trovarsi circondato da altra gente sveglia e attiva grazie all’ora della notte in cui erano, Law smise di baciare Zoro tenendoselo ancora in braccio. Una volta nel corridoio, si guardò intorno per capire dove fossero e dove potessero andare per continuare indisturbati. 
- Siamo nel palazzo dello Shogun. - spiegò Law come se a Zoro interessasse realmente dove erano. Stava per dire che ora era Momo il nuovo Shogun, ma Zoro inarcò un sopracciglio malizioso prima di unire di nuovo le loro labbra infilando le dita fra i suoi capelli. 
- Per qualche strana ragione mi sento molto bene, credo che qualcuno abbia usato qualche potere utile da chirurgo... - lo canzonò allusivo. Law arrossì per essere stato colto in fallo e per come lo teneva sulla nuca dolcemente e possessivo insieme. 
- E credo che qualcuno abbia approfittato di me mentre dormivo per usarmi come cuscino senza svegliarmi per dire che finalmente era fra i vivi dopo una settimana! 
Zoro sogghignò mordicchiandogli il labbro inferiore. 
- Una settimana? Wow! - fece sorpreso. Poi aggiunse subito: - Sai, per la verità potrei camminare ma mi piace che mi tieni come la tua principessa... - sussurrò sempre sulle sue labbra che parevano incapaci di staccasi. 
Entrambi stavano veramente bene, sia a livello fisico ma soprattutto emotivo. Non erano mai stati più spensierati di così. 
La sensazione del giorno dopo alla vittoria più sudata e più dura di tutte, era preziosa. 
Preziosa, bella ed intossicante. 
Ignorando ancora una volta di essere in un corridoio e non in un luogo effettivamente sicuro, rimasero così com’erano, uno in braccio all’altro a baciarsi e lo fecero fino a che a Law non iniziarono a dolergli le braccia. 
- Penso che dovresti essere tu a portarmi in braccio, sei fisicamente più forte di me... - gli fece notare Law polemico. 
Zoro sogghignò e aumentando la presa intorno al suo collo come a dire che non ci pensava minimamente a saltare giù da lì, nascose il viso contro il collo come un gatto gigante e lì miagolò: 
- Se non vedo male quello è l’accesso alle terme e pare incredibilmente vuoto... - sussurrò come gli facesse una proposta indecente. 
Law rabbrividendo sia al movimento delle labbra sul collo sensibile, sia alla proposta, si girò con lui ancora in braccio e guardando una porta scorrevole mezza aperta, constatò che aveva ragione. 
Si intravedeva l’interno e aveva tutta l’aria di essere delle terme. 
- Mi sembra che la lunga dormita ti abbia fatto proprio bene! - disse ironico Law abbracciando entusiasta la sua idea ed entrando. 

La piscina termale era semi interna, il perimetro esterno era completamente chiuso da alte pareti di legno di bambù. Metà di essa era riparata da un portico con lo stesso materiale spiovente, l’altra metà era all’aperto. 
Il cielo era terso e buio, tempestato di stelle splendide che si potevano vedere ad occhio nudo. Era ancora piena notte e la temperatura era semplicemente perfetta, come sempre nella Capitale Fiorita. 
In giro c’era il silenzio assoluto, un silenzio tale da far impressione. Rufy era ancora incosciente e finché lui era KO avevano speranze che le cose si mantenessero relativamente calme. 
Quella pace incontaminata era evidenziata dalla piscina termale paradisiaca, incassata nel pavimento in legno e delimitata da pietre lisce e squadrate della stessa misura. 
Era suggestiva e a dir poco spettacolare, ma sebbene entrambi l’ammirassero, nessuno dei due fu vezzo a complimenti.
Law posò Zoro giù, ma appena mise i piedi a terra si rese conto che non camminava veramente da un sacco di giorni, era tutto indolenzito e mollo. Per poco non gli mancarono le forze e non si piegarono le ginocchia, ma riuscì a rimanere su e togliersi lo yukata mentre Law si spogliava del kimono. Si liberarono anche delle bende che avvolgevano entrambi e dopo essersi denudati del tutto rivelando molti nuovi segni che presto sarebbero diventate preziose cicatrici, si sistemarono nell’angolo adibito alle docce apprestandosi a lavarsi prima del bagno, com’era usanza.
- Stai davvero bene, comunque? - chiese Law con fare professionale prendendo il necessario mentre pareva valutare con sguardo acuto le ferite quasi chiuse, ormai. Zoro ammiccò sollevando il mento in sua direzione. 
- Tu piuttosto. Hai finito di curarmi le ossa rotte che avevo mentre dormivo, quelle non guariscono in 7 giorni. - disse deciso lo spadaccino senza esitare né bisogno di indagare. - Avevi forze per farlo? - sapeva che anche lui aveva speso molto per quella battaglia ed anche se non era andato in coma come lui e Rufy, sicuramente era stata dura recuperare anche per lui.
Law finse indifferenza, ma il rossore sulle sue guance lo tradì. 
- Se non potevo non l’avrei fatto. Non c’è più niente per cui io debba risparmiare le energie... - sottolineò fingendo freddezza. Zoro ridacchiò divertito avvicinandosi a lui, lo girò con poca grazia e iniziò a lavargli la schiena con una delle manopole calde e bagnate recuperate da Law. Questi si irrigidì e fece una smorfia che Zoro non vide standogli dietro, ma la percepì ugualmente divertito. Poco dopo lo sentì rilassarsi mentre gli strofinava la schiena. 
- È bello non avere nulla per cui tenere le forze, vero? - disse poi basso e suadente Zoro, inseguendo la sua riflessione. Law trattenne brevemente il respiro, infine lo rilasciò concordando. 
- Già... - ma c’era un lieve tremolio nella sua voce. Zoro sapeva perché, sapeva cosa pensava e cosa provava pur senza essere realmente telepatico. 
- Siamo agli sgoccioli, eh? Appena si riprenderà anche Rufy, ripartiremo... - non indorava la pillola, era esattamente quel che aveva pensato appena aperto gli occhi. L’aveva tenuto in un angolino della propria mente, ma era vero. 
Era quasi ora di separarsi.
Il momento tanto temuto. 
Rimasero in silenzio interrotto solo dal rumore dell’acqua termale che scorreva. 
Senza dire ancora nulla, Zoro si voltò facendosi lavare la schiena a sua volta. Le mani di Law non erano mai state così tremanti. Ormai non era più bravo a mascherare e soffocare le proprie emozioni. Non con lui. Con lui probabilmente si rilassava. 
Era felice che Law si fosse liberato da ogni catena, quando aveva iniziato quella cosa con lui non l’aveva fatto pensandoci a fondo, aveva solo seguito il proprio impulso, ma ora sapere fin dove era arrivato e cosa era diventato, gli piaceva. Lo rendeva felice.
Gli sarebbe rimasta una parte di lui anche quando si sarebbero separati. E Dio solo sapeva se mai si sarebbero rivisti. 
- Godiamo di quel che ci rimane senza pensare al dopo, ti va? - fece poi il più delicato possibile, sentendo che le mani di Law si fermavano dal lavarlo. 
A quello lasciò andare la lavetta e lo cinse da dietro aderendo il suo corpo alla schiena. La sensazione calda della loro pelle a diretto contatto lo attraversò da testa a piedi elettrizzandolo, gli diede uno splendido senso di beatitudine avvolgente. Law sembrava meno rigido e teso.  
Zoro posò le mani sulle sue, sul proprio petto, intrecciando le dita; abbandonò poi il capo all’indietro posandolo sulla sua spalla e voltandosi verso di lui col viso, attese che Law lo guardasse.
Quando lo fece ed i loro occhi si incrociarono a quella vicinanza ipnotica, Zoro sussurrò: - Sono felice di dove siamo arrivati e ciò che siamo. Niente lo cancellerà. 
Law era in conflitto con sé stesso, se ne rendeva conto. Non serviva saper leggere nell’animo degli altro o avere l’haki della percezione. 
Era evidente poiché gli occhi grigi di Law erano tempestosi e corrucciati, ma le sue dita intrecciate alle proprie erano strette, così come le sue braccia intorno al torace. 
Era come se non avesse minimamente intenzione di lasciarlo. 
Per guardarlo meglio Zoro scivolò a tre quarti contro di lui, i visi erano separati da pochi centimetri ma si vedevano bene. 
Ogni più piccola sfaccettatura nelle loro espressioni, negli occhi, era fin troppo chiara. 
- Hai dei rimpianti? Preferiresti non aver fatto niente con me? 

Zoro non era in grado di essere romantico o delicato nel parlare, non lo faceva di proposito, era fatto così e per questo Law gliene fu grato. Sapeva che non avrebbe appesantito la situazione con scene da film drammatico, non gli avrebbe mai detto qualcosa di troppo emotivo da sopportare, però diceva le cose come stavano.
Prima di rispondere si prese del tempo e invece di baciarlo, lo staccò da sé per finire il lavaggio. Prese i secchielli di legno di bambù piene dell’acqua termale che scorreva perennemente tramite un sistema di tubi a vista e aperti dello stesso materiale, poi gliela versò addosso. Lo vide tendersi e rilassarsi chiudendo gli occhi e sorridendo. 
Era terribilmente bello.
Zoro fece poi altrettanto versando l’acqua del secchio sul suo corpo e la sensazione avvolgente di calore innescata poco prima dal loro abbraccio e dalla loro pelle a contatto, esplose grazie all’elemento più naturale che potesse esistere. 
Law chiuse gli occhi lasciando la propria mente vagare per rispondere alla domanda di Zoro. Si pentiva di qualcosa?
Adesso che l’amava tanto e anzi che addirittura amava in generale per era la prima volta, sapeva che sarebbe stato difficile lasciarlo, ma mentre si sciacquavano a vicenda accompagnando la schiuma del sapone con le mani in dolci carezze che innescavano l’atto che si sarebbe consumato dopo, capì che ce l’avrebbe fatta proprio grazie a quello che era successo fra loro. 
Dopo aver completato la doccia, lo accompagnò nella piscina per la parte migliore di quei bagni che a Wa in particolare venivano tanto apprezzati. 
L’acqua calda li accolse come una coperta avvolgente e con una dolcezza senza pari, Law si prese Zoro fra le braccia e se lo sistemò addosso per avanti allargando le gambe. Il compagno si adagiò sul suo petto con la schiena lasciando scivolare la nuca contro la spalla, nell’incavo del collo. 
Il cuore pulsava, mentre la pelle riconosceva un altro calore che si aggiungeva a quello dall’acqua. Quello del suo corpo di nuovo contro il proprio, adesso più aderente, più abbandonato, più bollente.
Un benessere, una sensazione di casa, di privato, di speciale. Quella che li aveva aiutati durante la battaglia più dura della sua vita. 
Il proprio inguine a riposo ancora per poco iniziava a sentire gli effetti del premere contro il basso schiena di Zoro, il quale probabilmente aspettava solo di innescarlo.
Law prima di cominciare, immaginò come sarebbero state le cose per lui se avesse vissuto tutto ciò che era successo a Wa senza il rapporto che aveva instaurato con Zoro e con tutto quel che ne era conseguito. Perché di conseguenze a quel rapporto ce n’erano molte. 
Ogni cambiamento portato proprio dalla loro relazione era fin troppo chiaro per sé stesso e solo lui sapeva veramente cosa il loro legame aveva portato. 
Capì che senza di quello molte cose sarebbero andate diversamente. Nel rispondergli prese un altra delle lavette ben ripiegate e poste in ordine sul bordo della piscina, sui vari massi che la delimitavano. Dopo averla immersa nell’acqua calda, la strizzò e gliela posò sul viso coprendogli la fronte e gli occhi. Zoro gemette di piacere e sollievo e non si mosse, tornando ad intrecciare le dita sotto la superficie.
- Il vecchio Law non si sarebbe mai buttato a capofitto in una missione suicida come questa. Quando ho contattato Rufy per far guerra a Kaido nella mia mente il piano era ben diverso e molto più sicuro. Si sarebbero dovuti eliminare a vicenda lui e Doflamingo. 
Zoro rise spontaneamente spingendo la nuca contro l’incavo stimolando un sorrisino anche in Law che al momento parlava a ruota libera, riflettendo ad alta voce. 
- Ti sei alleato con la ciurma sbagliata, allora! 
Law continuò divertito. 
- Me ne sono accorto, sì... 
Dopo aver ridacchiato insieme per un po’, Law scosse la testa e tornando serio e pensieroso riprese a parlare, mentre le mani allacciate alle sue scivolavano lentamente su e giù sul torace scolpito di cui andava ormai matto, andando sui pettorali tonici e sui capezzoli turgidi, percorrendo poi tutti gli addominali in rilievo e infine raggiungendo il basso ventre con le linee dell’inguine accentuate e sensuali. 
Zoro era in beatitudine e lo sentiva chiaramente lasciandogli totale libertà di manovra. 
- Nel momento in cui il piano originale per combattere Kaido era andato a rotoli, normalmente vi avrei abbandonati dicendo acido ‘questi non erano i piani, adesso vi arrangiate!’. Specie perché quel che mi interessava in realtà era far fuori Doflamingo, non avevo di certo immaginato che avremmo potuto sconfiggerlo direttamente noi. Però ormai la macchina era in movimento. Kaido ci avrebbe cercato per vendicarsi.
- Perché non te ne sei andato allora? - Zoro probabilmente capiva dove voleva andare a parare, ma voleva sentirglielo dire per portarsi via quella confessione.
Law rimase in silenzio a rifletterci un po’. 
- Non c’era ancora niente fra noi. - aggiunse Zoro insistendo su quella linea.
- Avevamo iniziato a scopare. Mi avevi appena aperto un mondo a cui pensavo di non avere accesso. Quelle cose piacevoli erano per gente spensierata e senza problemi, non per me, difettato e pieno di casini com’ero. 
Zoro sorrise e si tolse la lavetta dalla faccia, sollevò la mano, cercò alla cieca e trovò la sua guancia carezzandogliela con più delicatezza di quel che avrebbe pensato. 
- A nessuno è precluso il piacere e la felicità. Tutti ne hanno diritto. - disse calmo mantenendo la mano sulla sua pelle calda e umida.
Law sentendolo vide il resto della propria mente rischiararsi e riuscì a concludere. 
- Mi hai cambiato molto. Sia tu che Rufy. Lui mi ha mostrato che tipo di capitano voglio essere, tu mi hai fatto capire che tipo di persona. Una persona di cui tu poi un giorno ti potrai innamorare proprio come hai fatto con Rufy. 


Note Finali: Tempo fa guardavo fan art su Zoro e Law e mi sono imbattuta in quella dove Zoro dorme su Law e mi è piaciuta così tanto che ho detto di voler inserire una scena simile nelle loro serie. Di fatto poi ne ho inserite tipo mille, perché il fatto che si dormano addosso mi è piaciuto da matti. La fan art in questione non è replicata nel capitolo al 100 % fedelmente e di per sé forse non è niente di eccezionale rispetto ad altre, ma a me è piaciuta tanto e così alla fine eccola qua. Lode all'autore, perché mi ha fatto creare uno dei loro 'marchi distintivi', diciamo (il dormirsi addosso). La fan art di Law che prende Zoro in braccio come una principessa è un'altra che mi ha ispirato la scena specifica che ho scritto, mi era piaciuta molto ed ho voluto omaggiarla inserendola nel capitolo. Mentre quella del bagno in realtà non è molto simile, ma siccome è l'unica in cui fanno un bagno insieme ho voluto inserirla lo stesso (e volevo da matti fargli fare un bagno insieme da soli). Complimenti agli autori. Ultima cosa che non riguarda le fan art, avevo pensato a mille possibilità per il risveglio di Zoro, ma ci tenevo che fosse con Law (o meglio, su Law), così dopo accurate riflessioni, ho optato per questa soluzione. Grazie dell'attenzione. Baci Akane