15. LA LIBERTÀ DEL DOMANI

lawzolaw

Zoro sorrise mentre il calore si espandeva. Era avvolgente ed invadente, un’ondata crescente continua, così come cresceva la propria eccitazione grazie ai brividi di piacere delle sue mani sul proprio corpo. Si voltò leggermente per guardarlo meglio, i loro occhi tornarono ad incrociarsi ed infine ebbe la sua risposta alla domanda di prima. 
- Perciò no, non rimpiango nulla. - concluse Law.
Zoro sapeva che quello non era una competizione con Rufy, da parte di Law. Sebbene in un certo senso poteva sembrarlo. 
- Comunque non voglio sostituirmi a lui. - aggiunse infatti il compagno come se gli avesse letto nella mente. Zoro non se ne stupì. 
- Lo so. 
- Anche perché non c’è competizione con lui, per te. 
Zoro voleva contraddirlo e dirgli di non farsi piani per conto proprio, come sempre, ma di lasciare un po’ di spazio per gli imprevisti. Però si limitò a prendergli la mano ed indirizzarsela lì dove finora non era arrivato perché si era sempre fermato prima.
Gliela posò sulla propria erezione allargando meglio le gambe e quando finalmente Law gliela prese, si mossero insieme procurandogli un piacere davvero ben mirato. 
Zoro avvicinò le labbra alle sue e prima di unirle del tutto, mormorò basso e penetrante: - Ti amo, Law. Non è che te l’avevo detto solo perché pensavamo di non rivederci più. - perché sapeva perfettamente che finora aveva pensato quello. Che avesse risposto alla sua dichiarazione solo perché credeva sarebbe stata l’ultima volta. 
Law aprì gli occhi e si fermò dal baciarlo e dal masturbarlo, così Zoro sorridendo divertito riprese a muovergli la mano proseguendo l’importante lavoro. In quello annullò la distanza sia pure minima delle loro labbra e si baciarono.
Le lingue si intrecciarono subito all’interno delle bocche unite. La sensazione di familiarità e di completezza lo invase. 
Paradiso. Il suo piccolo angolo privato di paradiso era di nuovo lì. Gli sarebbe mancato da morire e avrebbe pianto, ma c’erano dei sogni da inseguire e finalmente Law poteva rincorrere il suo perché adesso sapeva qual era.
Non poteva pensare ad un motivo migliore per separarsi da lui. 

Law sapeva che Zoro non avrebbe mai smesso di stupirlo, del resto capiva perfettamente come mai fosse stato la prima scelta di Rufy al momento di mettere insieme la sua ciurma. 
Impossibile non sceglierlo nell’imbattersi in lui.
Pensando a come sarebbe stata la sua vita se l’avesse incontrato per primo, prese Zoro per i fianchi e se lo girò facendoselo sedere a cavalcioni sopra. 
Si guardarono una volta che l’ebbe addosso sospendendo i baci per qualche istante, pensando ognuno a qualcosa e lì Law capì che se l’avesse incontrato prima di Rufy probabilmente non sarebbe finita così come ora. Non si sarebbero messi insieme, non si sarebbero innamorati salvandosi a vicenda, cambiandosi. 
Perché ad aver salvato e cambiato Zoro, era stato Rufy.
Il Zoro che ora amava era il risultato dell’incontro con Rufy, perciò no. Alla fine le cose erano state destinate ad andare così. Lo capì lì, perso nei suoi occhi e capì anche che il suo ragazzo aveva appena pensato altrettanto. 
Non se lo dissero, non rovinarono il momento innescato dicendo ‘se fossimo stati nella stessa ciurma non ci saremmo mai innamorati perché è grazie a Rufy se ora io so amare’. 
Si limitarono a tornare ad unire le labbra mentre Zoro, puntando le ginocchia, si sollevò iniziando a strofinare l’inguine eccitato contro il suo nelle stesse condizioni.
Il calore ed i brividi di piacere aumentarono ubriacandoli, così come le loro erezioni che giocavano insieme senza freni stuzzicandosi a vicenda, aumentando la voglia incandescente uno dell’altro. 
Era una delle ultime volte, questa per davvero e non grazie all’incertezza del domani. Adesso c’era solo la certezza. 
Però era bello, tutto sommato, perché non andavano a morire, ma andavano all’avventura e alla conquista. 
Il domani era luminoso, splendido, chiaro e soprattutto libero. 
Libero come non mai.
Di cosa poteva avere paura? Per cosa essere tristi e rovinarsi la bellezza di quel momento con la persona che amava?
Avrebbe potuto presto vivere qualcos’altro di straordinario e scoprire meglio sé stesso, i propri gusti, i limiti, il potenziale. Migliorarsi. Quante cose poteva fare, domani? 
Avrebbe pianto, probabilmente, e non per la tristezza o l’angoscia e nemmeno per la rivalsa e la vittoria. 
Avrebbe pianto per la mancanza della persona che l’aveva cambiato e che amava, ma l’avrebbe rivisto perché erano entrambi vivi a fare la stessa cosa in giro per i mari. 
Perché, semplicemente, era libero di rivederlo e fare quel che voleva. 

Law si issò sedendosi sul bordo dove le pietre erano tiepide e piacevoli al tatto, poi aprì le gambe davanti al viso di Zoro e lo guardò malizioso, in attesa, con un chiaro messaggio implicito negli occhi vivi.
Così vivi, splendidi, accesi.
Zoro, guardandolo e vedendo tutta quella vita così meravigliosa nel suo sguardo lussurioso, partì definitivamente e infilando le braccia sotto le sue cosce, le afferrò bene, si incastrò lì nel centro del suo piacere, immerse il viso sul suo inguine con impeto e desiderio e iniziò a divorarlo con foga. 
Law si appoggiò all’indietro con le mani rimanendo alla sua mercede come se lo sfidasse a fargli vedere quanto lo desiderava. 
Certo che lo desiderava. 
Da matti. 
Era bello che avesse fatto pace con sé stesso, che infine avesse trovato il suo ultimo tassello mancante. Adesso l’ansia e l’angoscia nel separarsi dopo quegli ultimi giorni insieme, non era più un fantasma incombente sulle loro teste. Non gli faceva più paura, non rovinava tutto, quel pensiero.
Adesso c’era la gioia nella libertà del domani.
Perché erano vivi e liberi di rivedersi in ogni momento, in ogni modo. Perché non erano morti nella guerra contro Kaido e non c’erano più vendette da consumare o gente sotto cui stare. Ora tutte le cose sarebbero andate a posto. 
C’era l’eccitazione e la felicità ed erano tali che la sentiva crescere pulsante nella sua bocca. La sua mano passò frenetica sulla nuca ad accompagnare forte e prepotentemente i movimenti della sua testa, questo scaturì un brivido folle di piacere che attraversò ustionante ed elettrizzante tutto il suo corpo ancora immerso parzialmente nella piscina.
Era bello, così bello ed intossicante. 
“Eh no mio caro, non ti scopo io, mi scopi tu perché poi dovrò farne a meno per chissà quanto!”
Pensandolo si staccò da lui sul più bello impedendogli di venire, uscì dalla vasca e mettendosi a carponi accanto a lui, si premette con la parte superiore del corpo sul pavimento di legno di bambù. Quella posteriore sporgeva verso il suo compagno ancora seduto con le gambe immerse nell’acqua, sicuramente allucinato e contrariato per l’interruzione brusca sul più bello. 
Zoro non disse nulla, attese che Law si muovesse, ma vedendo che stava ancora fermo a rimirarselo, si mise un dito in bocca e si strusciò la mano fra le gambe da sotto andando ad infilarselo da solo nella propria fessura penetrandosi. 
Iniziò a prepararsi senza dire assolutamente nulla. Contò i secondi.
Law resistette la bellezza di dieci. All’undicesimo, si girò verso di lui, gli tolse brutalmente la mano insultandolo e afferrandolo per i fianchi gli allargò le natiche volgarmente immergendovi il viso come prima lui aveva fatto con il suo inguine. Lo leccò e lo stuzzicò divertendosi un po’, poi quando lo sentì fremere e contorcersi dal piacere decise che era ora.
Law finalmente si sollevò sulle ginocchia dietro di lui, lo prese bene, gli allargò i glutei sodi e con una spinta possente fu dentro prepotente. 
Quel modo di dominare gli aveva fatto perdere la testa.
Durante la battaglia Law non aveva fatto che ripetere a tutti che non prendeva ordini da nessuno ed era una cosa che adorava perché era uno che in realtà voleva comandare e lo irritava seguire le indicazioni degli altri, ma al tempo stesso eseguiva comunque perché capiva che a volte bisognava solo eseguire e sbrigarsi. Quella contraddizione era splendida, in lui.
Anche se lo preferiva quando lo prendeva così duramente e lo possedeva con un fuoco tale da bruciarlo.
Infatti lo bruciò. Anzi, lo ustionò. Ad ogni spinta affondava sempre di più e con più forza mentre lui soffocava i gemiti contro il braccio per evitare di svegliare qualcuno proprio in quel momento. 
Non percepiva nessuno, ma preso com’era poteva esserci anche un esercito pronto ad attaccare, che non l’avrebbe interrotto. 
I brividi si espansero in ogni parte del corpo rigenerandolo. Sentiva le cellule rinvigorirsi in un impeto di elettricità pura, come se gli avesse fatto una delle sue scariche col defibrillatore. Era ormai vicino al culmine e capendo di non poter resistere ancora un minuto di più, corse a toccarsi da solo e masturbandosi trovò il colpo di grazia in un orgasmo liberatorio che schizzò sotto di sé, facendogli vedere per un momento tutto l’universo sotto forma di energia incandescente. Come una visione informe che esplode nel cervello sconnettendolo totalmente. 
Si sentì così tanto da non saper più distinguere le sensazioni specifiche. Era tutto un enorme splendido e piacevole caos. 
Law dopo di lui non ci mise molto e con una spinta più profonda e possente, gli venne anche lui dentro tendendosi e trattenendosi lì in quella posizione perfetta di piacere estremo. 
Il calore fu totalmente, come lava incandescente. 
Zoro sospirò di piacere accasciandosi sul pavimento di legno umido e caldo, era senza forze e la parte inferiore del suo corpo ora rilassato, era avvolta dalle braccia di Law che dopo essere venuto gli era crollato addosso abbracciandolo e tenendosi dietro nella sua stessa posizione. Le ginocchia a reggerli. 
Sentì fra mille brividi di piacere la sua bocca scivolare lungo la pelle sudata e accaldata, risalì fra le scapole e poi sul collo. Una volta lì lo baciò lieve e delicato, poi trovato l’orecchio disse roco ed ansimante, ancora carico di un desiderio appena esploso: - Grazie. 
Zoro tornò in sé all’istante e spalancando l’occhio cercò di torcersi per girarsi a guardarlo, ma Law glielo impedì usando un poi di forza, quella necessaria a costringerlo a rimanere in quella posizione, piegati a terra, uno schiacciato sull’altro, entrambi totalmente sfiniti e anche scomodi probabilmente, ma ormai incapaci di muoversi. Zoro si arrese e rinunciò a guardarlo. Anche se poco prima si era rigenerato con quell’orgasmo, si sentiva di nuovo senza forze come appena finita la battaglia. Forse un po’ meglio, ma non di molto. 
Alla fine anche se aveva davvero un gran bisogno di guardarlo in viso, decise di accontentarlo e rimanere così senza aggiungere niente. 
Nessun ‘grazie a te per non avermi abbandonato quando stavo per morire ieri.’ 
Sapeva bene che se non l’avesse raccolto e spostato dal campo di battaglia principale lasciandolo di sotto a ricciolo, non sarebbe mai arrivato a Chopper. Era stato lui infatti ad aiutarlo con quel farmaco magico che l’aveva fatto riprendere per poter combattere contro King e sconfiggerlo, ma non era solo questo. Ripetutamente durante la battaglia con Kaido e Big Mom l’aveva aiutato scambiandolo nei momenti giusti, per evitargli di subire colpi deleteri. E quando Rufy gli aveva detto di scendere e lasciare Kaido a lui, Law l’aveva fatto senza rifiutarsi e piantarlo in asso perché ‘lui non prendeva ordini da nessuno’. Ed una volta scesi non l’aveva mollato in un angolo abbandonandolo a sé stesso per tornare in battaglia, si era assicurato che venisse aiutato e curato il minimo indispensabile per non farlo morire. 
Perciò era stato Law a salvarlo, doveva essere lui a ringraziarlo. Gli doveva tanto, a livello pratico e concreto.
Tuttavia la forza con cui il suo ragazzo ora lo cingeva gli fece capire che per lui era importante farlo e che il suo ‘grazie’ era diverso dal proprio, perché non riguardava la battaglia né altre cose pratiche e concrete. Era un grazie più profondo, quasi più bello del ‘ti amo’ che alla fine si era deciso a dirgli, sebbene probabilmente l’avesse fatto perché convinto di morire di lì a breve.
Alla fine Zoro sorrise arrendendosi e spinse la testa contro la sua all’indietro, rimanendo lì così com’era per un po’; il tempo per i loro corpi accaldati ed eccitati di calmarsi e smettere di pulsare impazziti dando la sensazione che le ferite appena rimarginate dovessero riaprirsi e scoppiare madide di sangue. Adesso erano di nuovo terribilmente stanchi e forse non era stata l’idea migliore fare sesso appena svegli, specie dopo il coma di una settimana.
- Credo che non ci siamo ancora ripresi davvero... - ammise infine Zoro con voce roca sentendosi di nuovo sfinito. Law sorrise contro il suo collo, ancora appoggiato a lui da dietro sempre in quella posizione raggomitolata. 
- Dici? - fece ironico il dottore. Era evidente che anche lui fosse nelle sue stesse condizioni. Stanco e senza più forze, di nuovo. 
- È ancora notte, possiamo dormire ancora prima che si scateni il casino tutto intorno. Torniamo in camera? - fece poi senza muoversi ancora da sotto di lui, volendo disperatamente stendersi comodo abbracciato a Law. 
- Finché non si svegliano tutti. - commentò lui logico. 
- Beh, quando senti movimento in giro stai poco ad andare via col tuo potere! - Zoro nemmeno ci aveva pensato un secondo, era scontato che comunque sarebbero stati ancora insieme. Non poteva pretendere una vera e propria stanza privata dove stare completamente soli, ma Rufy al momento era ancora incosciente ed era come non averlo, per quanto facesse strano dirlo di lui, mentre Chopper presumeva avrebbe dormito fino al mattino. Alla fine sarebbe stato come essere comunque soli.
Alla sua idea così tipica, Law rise rilassato finendo per attuarla senza opporsi, limitandosi, una volta ricomparsi nella camera di prima, a bendarlo di nuovo per bene per evitare inutili sospetti quando l’avrebbero visto. 
Una volta concluso e rivestiti con gli abiti di prima che si erano portati dietro dal bagno termale, si stesero nel futon di Zoro. Si girarono sul fianco e Law se lo mise davanti a sé decidendo la posizione che avrebbero assunto per l’ultima dormita insieme. Erano entrambi tranquilli nonostante non fossero tecnicamente soli e ci fosse il rischio di essere beccati. Ma sapevano, in qualche modo, che avrebbero potuto gestire la situazione, qualunque cosa sarebbe potuto succedere. 
Anche se qualcuno si fosse svegliato o fosse entrato era tranquillo perché sapeva che tanto Law pur stando steso abbracciato a lui, non avrebbe dormito veramente sprecando un solo istante con lui nel mondo dei sogni. Voleva rimanere vigile e cosciente di quella splendida sensazione e anche Zoro lo voleva, sebbene fosse molto più stanco e senza forze dopo quel coma.
Si rilassarono beandosi della sensazione che si faceva strada in entrambi, totalmente consci che sarebbe stato tutto perfetto per quell’ultima volta insieme. Nessuno li avrebbe guardati dormire abbracciati uno all’altro come una tenera coppia di fidanzati. Law stretto a Zoro da dietro, le labbra appoggiate fra le sue scapole, il corpo totalmente aderente al suo caldo e forte. Un rifugio sicuro, una sensazione familiare di casa, di privato, di personale. 
Law straordinariamente possessivo, al contrario di com’era iniziata. 
I ricordi dolcemente gli resero l’inizio della loro strana storia, quando aveva cominciato con lui che gli dormiva addosso. 
Zoro sorrise rilassato e felice. 
Da come se lo stringeva forte, Law sembrava quasi spaventato che potesse osare scappargli mentre dormiva.
Pensieri si mescolarono e si sovrapposero pasticciando nella sua mente. 
Pensieri e sensazioni meravigliose che entrambi si sarebbero impressi a fuoco nella mente per andare avanti una volta che ognuno avrebbe preso la propria strada. 


C’era un sacco di allegria intossicante, tutt’intorno a loro.
Ovunque.
Letteralmente ovunque.
L’intera Capitale Fiorita di Wa si era trasformata nel teatro della festa più spettacolare di sempre, migliore addirittura di quella dei Fuochi di due giorni prima, forse; non c’era un quartiere dove non si festeggiasse ufficialmente la fine della dittatura di Orochi e Kaido, la liberazione del Paese di Wa e il ritorno dei Kozuki sul trono dello Shogun.
In seguito alla notizia del risveglio effettivo di Zoro e Rufy avvenuto quel mattino, per tutti insieme anche se nella realtà Zoro si era svegliato per primo durante la notte, lo Shogun Momonosuke aveva dato l’ordine che la sera ci sarebbe stata una grande festa e così era stato. 
Appena il sole era sceso, ognuno in città si era scatenato preda di una gioia senza precedenti. Non c’era un luogo specifico dove si consumava quella festa poiché era ovunque. 
Ogni locanda e casa era aperta e si vedeva cibo e bevande uscire da ogni porta ed essere condivisa con la gente riversata nelle strade e nelle piazze. Anche la popolazione delle cittadine più sfortunate che finora avevano patito la fame, così come tutti i molti prigionieri, ora si mescolavano a quelli agiati e fortunati della Capitale che avevano sempre avuto tutto. Non c’erano più differenze di alcun tipo, erano tutti insieme a ridere, gioire e festeggiare l’incoronazione di Momonosuke Kozuki e la fine di Orochi. 
C’era buon cibo e bere sano per tutti ed erano tutti così felici come nessuno poteva ricordare d’essere mai stato. 
Rufy prima di cedere alla stanchezza e a quel lungo sonno di una settimana, subito dopo la battaglia, aveva espressamente chiesto a Momo di non dire che erano stati loro a liberare il Paese dai dittatori, ma di prendersi il merito e questo per due motivi. 
Uno: voleva che il popolo vedesse il suo nuovo Shogun come il suo salvatore. 
Due: non voleva passare per un eroe, anche se di fatto lo era. Su questo anche Law e Kid, i due pirati con rispettive ciurme che avevano dato un enorme importantissimo contributo, furono d’accordo. Nessuno dei due avrebbe mai accettato l’idea di passare per dei pirati di buon cuore che aiutavano il prossimo. Loro avevano solo fatto di tutto per sconfiggere due Imperatori del Mare, il fatto che a quello fosse conseguita la liberazione di un Paese massacrato ed in ginocchio da anni, era una coincidenza. 
Così nessun gruppo di pirati venne identificato come degli eroi, ma vennero comunque riconosciuti come dei preziosi alleati a cui dovevano molto. 
C’era tanta allegria ovunque ed era intossicante. Specie per Law che non era mai stato famoso per essere né allegro né espansivo.
Adesso dopo ‘la cura’ di Zoro aveva imparato a fare festa quando era necessario, quando si poteva e non perché tutti lo facevano, ma perché gli piaceva e comunque era effettivamente appropriato, in certi momenti.
Non che tutte le volte che quelli facevano festa fosse il momento di farla, ma in quel caso specifico fu ben lieto di alzare il gomito e concedersi qualche bella mangiata dopo aver adempiuto ai propri doveri di pirata in cerca dello One Piece e quindi del prezioso Poignee Griffe rosso che sapeva essere lì a Wa. Concluso con successo anche quell’ultima parte del proprio personale programma, aveva deciso di potersi rilassare per quel che rimaneva della notte e della festa girovagando in giro in cerca di buon bere e buon cibo. E di una certa persona, naturalmente. 
Seccato dal dettaglio per lui non trascurabile che non trovasse Zoro in quel marasma e soprattutto dal fatto che ci fosse fin troppa felicità intorno, mentre lo cercava per fare quanto era doveroso in una notte come quella, venne intercettato e richiamato da qualcuno della propria ciurma che beveva e mangiava con qualcuno della ciurma di Cappello di Paglia. 
Vedendo due di loro, si era fermato per vedere se ci fosse anche Zoro.
Il posto era un giardino delimitato da un muretto di circa un metro che circondava una locanda all’aperto. I ragazzi erano seduti a dei tavoloni e bevevano e mangiavano senza freni, tutti su di giri, contagiati dall’allegria intorno.
Non Law, non era particolarmente contagiato da nessuno essendo che continuava a non trovare la fonte del suo benessere.
“Dove diavolo è finito quella testa di cazzo? Domani si salpa, doveva perdersi proprio stanotte?”
Pensandolo, appoggiò i gomiti al muretto soffermandosi lì per guardare meglio o fare mente locale su dove avesse già visto. Non poteva di certo chiedere ai suoi compagni dove fosse Zoro, sarebbe stato strano, ma non ci pensava minimamente nemmeno ad unirsi a loro. 
- Perché non vieni qua capitano? - fece il membro della propria ciurma alzando un bicchiere pieno probabilmente di sakè. 
Law nemmeno sorrise, fece solo un cenno inventandosi al volo qualcosa. 
- No, voglio camminare, ho bisogno di smaltire. - disse mentre stava per girare sui tacchi ed andarsene. A quel punto però due mani lo presero con forza e prepotenza per i fianchi e lo spostarono di lato di mezzo passo. 
Law spalancò gli occhi guardando in basso chi aveva osato tale affronto, pronto ad ucciderlo seduta stante, tuttavia si fermò vedendo che a sorridergli malizioso, seduto davanti a sé fra lui ed il muretto, era Zoro. 
Era sgattaiolato silenzioso a terra nascondendosi li dietro, usando la sua famosa tecnica per non farsi notare. 
Se voleva era un ninja, altro che samurai mancato!
Law rimase lì piantato allargando meglio le gambe per fargli spazio.
Zoro sembrava stare egregiamente lì dov’era e doveva ammettere che era stato anche piuttosto intelligente per essere probabilmente ubriaco perso. 
Aveva scelto una via ben riparata che non dava in una di quelle principali più grandi e affollate, perciò non rischiavano di essere visti lì dov’erano. Sarebbe bastato non spostarsi. 
Law si morse il labbro fingendo indifferenza, non poteva guardarlo o avrebbero capito che gli succedeva qualcosa, così rimase lì a guardare i propri compagni insieme quelli di Zoro a ridere, chiacchierare e mangiare, mentre le mani del proprio ragazzo gli aprirono velocemente i pantaloni tirandogli fuori l’erezione. 
- Capitano, allora vieni o no? - replicò il suo sottoposto vedendo che era ancora lì.
Law imprecò fra sé e sé e scosse il capo facendosi serio e truce come ai vecchi tempi. 
- E allora perché stai lì? 
Law stava per dirgli malamente di farsi i cazzi suoi, ma se avesse parlato avrebbe emesso un gemito poco equivoco, così rimase zitto a mordersi la lingua e sperare di essere ancora capace di fare quello apparentemente freddo e scostante. 
La bocca di Zoro avvolgeva totalmente la sua erezione che pulsava e cresceva insieme alla sua voglia. 
“Adesso lo uccido!” pensò mentre si sentiva lui quello in procinto di venire. Gli cedevano le gambe per il piacere che gli correva dall’inguine e si espandeva giù sulle cosce trasformandogli in gelatina le ginocchia. 
I gomiti piantati sul muretto a reggerlo, appoggiò il mento al palmo della mano coprendosi la bocca con le dita che premevano forsennate per tapparsela. 
“Non gemere, non gemere ora. Maledetto idiota!”
- Tieni capitano, se mangi qualcosa ti aiuterà a smaltire! Forse non sei tanto abituato a bere! - con questo il suo compagno si alzò e gli porse uno spiedino di dango, Law impallidì spalancando gli occhi e prendendolo in fretta e furia, fece la prima cosa che gli venne in mente per evitare di farlo avvicinare troppo. 
- Ehi, ma che diavolo fanno quelli? 
Appena il suo compagno di ciurma si girò per vedere, Law con uno scatto prese Zoro per i capelli sparì con lui in tempo. Quando il secondo successivo egli tornò a girarsi per parlargli, trovò al suo posto solo i dango. 


Note Finali: Il prossimo è l'ultimo capitolo, poi ci sarà una one shot conclusiva della serie e anche questa sarà conclusa. Come dicevo l'altra volta, avevo diverse opzioni per far ritrovare Zoro e Law dopo il risveglio, ma alla fine mi piaceva l'idea che Law fosse il primo che Zoro vede quando apre gli occhi, così come che la prima cosa che facevano fosse fare l'amore ed avere quel tenero momento romantico. Un'altra idea era che si sarebbero dovuti cercare come matti tutto il giorno e tutta la notte durante la festa per poi ritrovarsi ad un certo punto e saltarsi addosso, litigare e poi fare pace, ma ha vinto il romanticismo. So che la storia de 'l'ultima volta' va avanti da metà fic, in pratica, ma è colpa di Law perché dipende tutto da come vive lui le cose, essendo che è tutto un po' Lawcentrico. Ripeto come sempre: le fan art non sono mie ma degli aventi crediti. Grazie dell'attenzione. Alla prossima. Baci Akane