16. ULTIMO
Zoro si ritrovò da un’altra parte nel giro di pochi secondi, la mano di Law che lo teneva per i capelli come se fosse un criminale da punire severamente, lo strattonò per staccarselo di dosso. Quando si sentì levare dalle labbra la sua erezione che aveva iniziato ad indurirsi, se le leccò compiaciuto pregustandosi il resto, ma dovette alzarsi in piedi vedendo che Law si stava sistemando il pacco.
- Che fretta avevi? Potevo continuare senza problemi, eh? Avevo giusto un po’ di fame... - disse allusivo prendendogli subito la cinta dei pantaloni che si stava allacciando per nulla intenzionato a farlo all’aperto.
Law gli afferrò deciso i polsi e glieli alzò torcendoglieli per poi spingerlo malamente contro il muro alto di una delle case che li circondavano.
Erano finiti in una zona più appartata della Capitale, ancor più spostati rispetto al centro del casino.
- Sei un pazzo, stavo parlando coi nostri compagni, brutto idiota ubriacone senza speranza!
Zoro era ovviamente ubriaco, ma non così tanto da non sapere cosa faceva. Di fatto non perdeva mai il contatto con la realtà nemmeno mentre dormiva.
Lo guardò col broncio, non capiva perché fosse tanto agitato. Era stato divertente, anche se ora lo era di più vederlo così fuori di sé.
- Mmm quanto mi ecciti quando fai così... - sussurrò roco prendendogli famelico il labbro fra i denti e tornando a sorridere malizioso.
Law cercò di farlo smettere e per quello gli lasciò uno dei due polsi. Liberandogli una mano, Zoro poté correre sul suo inguine e strofinarlo sentendolo ancora bello duro. Del resto prima non l’aveva fatto venire, ma gli era sicuramente piaciuto il trattamento.
- Zoro, devi controllarti! Non dobbiamo mica dare spettacolo!
Zoro in risposta scese sul suo collo a mordicchiarlo, mentre il compagno tentava di nuovo di fermare la mano su di sé, passava dal bloccare una parte all’altra senza successo.
- Mi sa che ho bisogno di una lezione, perché non ricordo le regole!
A quel punto però Law invece di continuare a seccarsi, si mise a ridere sorprendendolo. La sua risata era sempre shoccante perché così strana fatta da lui.
- Ma se hai fatto tu le regole!
Ora che glielo diceva se lo ricordava, ma il punto non cambiava comunque e prendendogli il lobo fra i denti, morse anche quello.
- Sì, ma puniscimi lo stesso...
Con le mani cercava di liberarsi anche se non ci provava con tanta serietà perché gli piaceva che lo bloccasse. Infatti alla fine Law parve raccogliere la provocazione e controllando che lì non ci fosse nessuno, valutò che anche grazie al buio della notte particolarmente intesa in quel vicolo, potesse andare bene.
Infine si staccò bruscamente allontanandosi di un passo da lui. Zoro, improvvisamente abbandonato, per poco non cadde giù. Si appoggiò alla parete su cui era e andò a toccarsi da solo succhiandosi il labbro pieno di una voglia impellente.
Si sentiva impazzire, esplodere, morire.
Doveva averlo e doveva averlo brutalmente. Anzi, voleva che lo prendesse.
- Scopami e puniscimi Law. Devo ricordarmi la tua lezione per sempre.
A quel punto, in quel breve lasso di tempo, Law capì cosa aveva e cosa intendeva, ma riuscì a non rovinare l’eccitazione del momento.
Raccolse la provocazione e decise di accontentarlo.
Si tolse la cintura dalla vita e tornando su di lui gli prese prepotentemente i polsi e glieli alzò sopra la testa. Zoro collaborò fin troppo volentieri rimanendo fermo mentre glieli legava con la cintura. Infine alzò la maglietta fin sotto il mento e scese a leccargli e mordergli il petto, come a marchiarlo. Tirò in particolare i capezzoli, stringendoli fra i denti.
- Lo vuoi ricordare per sempre, eh? - chiese Law pieno di desiderio.
- Sì, sei tu quello che comanda, no? Non prendi ordini da nessuno, vero? - citò le centinaia di volte che aveva ripetuto frasi simili in battaglia e Law rise scendendo in ginocchio davanti a lui, gli abbassò i pantaloni e gli slip per poi rimanere fermo a guardare la sua erezione che pulsava.
Pulsava senza che la toccasse, solo perché la guardava ed era in ginocchio davanti a lui con la promessa di prendergliela in bocca. Sapeva cosa presagiva, aspettava di sentirlo ed intanto cresceva ancora.
Zoro guardò allucinato in basso a vedere perché non lo prendeva, ma per Law quello spettacolo era meraviglioso al punto che decise di masturbarsi tirandosi fuori la propria erezione.
Lo spadaccino lo fissò stralunato mentre si masturbava senza osare succhiarglielo, a breve sarebbe venuto, ma gli serviva una mano, un tocco, una lingua, qualcosa. Serviva, era necessario, doveva.
Stava per impazzire come non mai ed ora che era legato voleva toccarlo, stendersi lì su di lui e leccarlo, succhiarlo e farlo suo.
Ne aveva bisogno, ma era legato ed era un’autentica tortura.
Tentò di strapparsi la cintura, ma Law capendolo gli afferrò con le unghie la coscia, graffiandolo.
- Non osare muoverti! È un ordine, ricorda che non sei tu che comandi! - tuonò deciso e minaccioso.
I suoi muscoli si tesero sulle cosce e Law si distrasse finendo poi per leccarglieli arrivando vicinissimo alla usa erezione altissima e dura. Voleva leccarla e succhiarla, lo voleva davvero, ma gli faceva impazzire come soffriva di piacere nel ricevere quel trattamento così.
- Law, mi fai morire... - sussurrò Zoro abbassando le braccia che rimanevano legate per i polsi. Con le mani impossibilitate a fare granché iniziò a toccarsi da solo, ma Law lo morse sulla coscia.
- Ehi.. - lo ammonì. Zoro gemette e sospirò alzando di nuovo le mani, eseguendo il suo ordine implicito.
Probabilmente la più bella nel loro modo di essere, nel modo in cui erano stati insieme. Nel modo in cui si sarebbero sempre ricordati.
Dopo che Zoro ebbe fatto il bravo smettendo di ribellarsi e toccarsi, Law lo accontentò e lo prese in bocca.
Quando finalmente glielo succhiò, fu un sollievo per entrambi, lo fece fin quasi a farlo venire e quando lo sentì vicino si staccò e si allontanò guardandolo di nuovo allucinato.
Ansimava accaldato, la maglia alzata, i pantaloni abbassati e i polsi legati. Uno spettacolo senza precedenti. Law non l’avrebbe di sicuro mai dimenticato.
- Sei dannatamente bello, bastardo che non sei altro.
Zoro sogghignò famelico e con questo Law si avventò di nuovo su di lui, lo girò di forza e succhiandosi due dita velocemente, le infilò dentro di lui per farsi largo e lubrificarlo in fretta. Non voleva che niente frenasse quell’ultimo momento.
Quello tanto agognato.
Lo prese per il collo da dietro e lo piegò in avanti bruscamente, poi senza complimenti né dolcezza, lo penetrò.
Zoro appoggiava le mani legate nel muro davanti a sé, si spingeva contro di lui piegato in a novanta e gli si dava completamente per permettergli di farlo suo.
Law non se lo fece ripetere e iniziò a muoversi in lui con ritmo crescente. Ad ogni affondo andava più in profondità e mentre lo faceva, entrambi si resero conto che si stava tutto trasformando in qualcosa di diverso. Non c’era più la volgarità, il bisogno, la follia in quei movimenti sincroni; c’erano i brividi, quelli profondi che scuotevano. Quei brividi che salivano dietro le palpebre che improvvisamente cominciavano a bruciare fino a far piangere.
Law strinse gli occhi per ricacciare indietro le lacrime e percepiva Zoro fra le sue mani nelle stesse condizioni. L’emozione sfuggì improvvisamente di mano ed iniziarono a prendersi e darsi con un tale impeto che sentirono ogni sentimento che nemmeno avevano immaginato di essere già arrivati a provare. Quel genere di sentimenti che segnavano e che non avrebbero mai dimenticato.
Il piacere fuso alle emozioni esplosero al punto che Zoro dovette di nuovo mordersi il braccio per non gridare di piacere o piangere.
Law lo sentì tendersi bisognoso di una mano finale per il suo orgasmo che non poteva usare perché legata, così lo fece al suo posto a spalmandosi sulla sua schiena, gli prese l’erezione alta e dura e lo masturbò cingendolo da dietro.
Zoro a quel punto sospirò e vide il paradiso. Si tese, si alzò di scatto contro di lui e alzando le braccia, afferrò i suoi capelli.
In quel momento venne anche Law in mille brividi di piacere, liberandosi con un orgasmo bollente sconvolgente.
I due si accasciarono uno fra le braccia dell’altro, scivolando sulle ginocchia, girandosi ed appoggiandosi entrambi alla parete. Una volta giù, stremati per l’orgasmo estremamente intenso, Law gli liberò i polsi e lasciò che Zoro gli si adagiasse totalmente addosso voltandosi verso di lui, una volta che l’ebbe così davanti a sé gli baciò la fronte e poi gli occhi.
Zoro sollevò piano il volto porgendogli infine le labbra, Law le accolse subito e vi infilò la lingua trovandosi in un bacio che approfondirono delicatamente, ancora profondamente scossi da quanto successo e provato.
Sapevano che dopo di quella notte non avrebbero avuto più tempo e modo, perché sarebbero finalmente partiti.
Sapevano che quella era davvero l’ultima.
Law lo strinse meglio a sé sistemandogli calmo i vestiti che gli aveva scombinato dopo che l’aveva fatto con i propri. Lo tenne protettivo e al tempo stesso dolcemente a sé, carezzandogli la guancia mentre continuavano a baciarsi, fino a che il suo viso sparì contro il collo come a nascondersi per sopportare il peso di quell’ultima volta.
- Non mi dimenticherai mai, vero? - sapeva di addio, la frase di Zoro. Law aprì faticosamente gli occhi, gli prese il volto fra due dita e lo staccò da sé per obbligarlo a guardarlo. Quando i loro occhi si furono incrociati di nuovo, Law sorrise ricordando ciò che di meglio gli aveva insegnato nonostante le apparenze di ragazzo perennemente imbronciato.
Perché lui in realtà aveva così tante sfaccettature che era meraviglioso.
- Non potrei mai. E domani non sarà un addio perché siamo liberi di rivederci quando e come vorremo.
Zoro lo guardò intensamente capendo profondamente il significato di quella frase. Infatti più sereno ripeté: - Liberi.
Law sempre sorridendo gli carezzò le labbra con le sue, rimanendo con gli occhi chiusi a stringerlo a sé. La mano di Zoro salì sulla sua nuca per tenerlo ancorato a sé in quell’ultima notte, quell’ultima volta.
Aveva voluto farlo così per non dimenticarlo, per avere un ultimo ricordo così potente da non sbiadirsi mai, perché gli sarebbe dovuto bastare per chissà quanto. Anche se poi era tutto ovviamente sfuggito di mano ed erano usciti i sentimenti e le emozioni ed era diventato quasi impossibile non commuoversi. Non aveva voluto farlo in modo straziante, l’ultima volta, per quello aveva fatto il maniaco provocandolo fino a farlo impazzire.
E com’era stato bello vederlo di nuovo fuori di sé, così tanto da tirarlo per i capelli eccitandolo da matti.
No, non avrebbe mai dimenticato niente di lui e di quell’esperienza così intensa, lunga e speciale.
Dopo si erano messi più comodi in quel vicolo ai margini di una città splendida in festa, dove di tanto in tanto i ciliegi arrivavano un po’ ovunque come se saturassero l’aria stessa. Alcuni si posarono su di loro ancora cinti a vicenda, le teste una sull’altra e lì, in quel momento, mentre i nervi si rilassavano ed i sensi si mescolavano, si rese conto dei propri pensieri mentre quasi si addormentava con lui.
‘Gli sarebbe dovuto bastare per chissà quanto’. Non ‘per sempre’.
Zoro sospirò e sorrise malinconico al ricordo di quell’ultima notte insieme, quell’ultima volta.
Sorrise con enorme sforzo mentre il sole ormai era alto ed ogni preparativo e saluto finale era stato compiuto. Non rimaneva più niente da fare, no? Era proprio ora, anche tutte le ciurme erano ormai sulle rispettive navi, frementi e pronti a salpare verso le nuove rotte che seguivano il Paese di Wa.
Zoro però rimase ancora un momento fermo sul parapetto della Sunny, immobile e senza muoversi al contrario degli altri che erano tutti indaffarati a far qualcosa. Si strinse di nuovo i polsi come a ricordare quella cintura stretta sulla pelle che aveva lasciato un vago livido che sarebbe scomparso troppo presto, poi mentre il calore del ricordo prendeva il posto della malinconia, mise la mano in tasca e prese uno degli orecchini di Law che gli aveva arbitrariamente rubato, nessuno di essi aveva per lui un reale significato e non l’avrebbe mai indossato, ma da ora sarebbe stato importante perché era suo.
Lo strinse senza tirarlo fuori e si rese conto, mentre la nave si apprestava a salpare fra quella di Law e Kid, che sorrideva con più convinzione, ora.
Girò il capo verso la nave sommergibile del Chirurgo della Morte; lui era là intento a dare ordini con piglio deciso, così come Rufy e Kid facevano nelle rispettive.
Mentre latrava comandi da capitano, proprio come gli piaceva fare, con gente che finalmente lo ascoltava senza contraddirlo, si girò verso di lui a sua volta ed un’ultima volta i loro sguardi si incontrarono.
Si sorrisero con un pizzico di felicità e di coraggio, mentre entrambi evidentemente volevano solo poter evitare quel fatidico momento a cui per settimane avevano incessantemente pensato, inizialmente con sollievo e poi con sempre più timore. Ora era lì, quel momento. Il momento di lasciarsi. Ed era una vera merda. Sicuramente una delle cose più difficili della sua vita.
Ma non avrebbe potuto darlo a vedere, era un uomo ed aveva deciso di non far sapere della sua relazione con Law per permettergli di possedere quella stanza privata dove c’era qualcosa di lui che nessuno avrebbe mai visto né saputo. Nessuno, tranne Rufy. Ma lui era Rufy.
Alla fine Zoro si decise, sospirò e fecero un cenno col capo mentre era chiaro che anche Law aveva pensato qualcosa di simile.
Si erano già detti tutto, avevano fatto tutto. Non rimaneva che ritornare a vivere a trecento all’ora, senza freni né paura, buttandosi e sperimentando.
Vivendo totalmente qualunque cosa.
Dopo di questo, Law alzò il braccio dove si era messo il suo polsino che gli aveva a sua volta rubato. Infine si voltò e riprese a distribuire ordini come fosse il padrone del mondo.
Zoro sogghignò.
Proprio un ultimo bel ricordo. Splendido, come tutta la loro esperienza insieme da quando le loro vite si erano intrecciate. Fino a che non si sarebbero rivisti di nuovo.
Perché sì, sarebbe successo. Chiuse gli occhi. Adesso ne era sicuro.
Note Finali: in realtà Zoro ha solo la bandana ma volevo che Law prendesse qualcosa di suo che non avesse un significato eccessivo (orecchini e bandana sono troppo distintivi). In ogni caso nella disperazione ho creato un polsino. Come ultimo capitolo non potevano che finire facendo sesso a modo loro, del resto era l'ultima volta sul serio ed era così triste l'idea. Non li immaginavo troppo sentimentali e sono sicura che avrebbero vissuto tutto in segreto senza far capire niente a nessuno, quasi ignorandosi una volta tutti insieme, perciò ho deciso di fare esclusivamente la scena finale con quello scambio di sguardi da lontano. Tutto a modo loro. Dopo di questo resta una one shot finale perché comunque anche se non lo mostra, Zoro comunque soffre e vedremo un pochino del dopo, ma sarà giusto un ultimo epilogo, diciamo. Sempre fra 4 giorni. Grazie a chi mi ha seguito, spero che la fic sia piaciuta e spero d'aver fatto qualcosa di decente. Baci Akane