2. UNA BELLA PUNIZIONE

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Law si era innamorato di lui per la sua mancanza di riflessioni in ogni istante della sua vita, perché il suo non aver pensieri lo rendeva capace di qualsiasi cosa. Zoro non aveva preoccupazioni per la testa e se ne aveva non ne rimaneva schiacciato perché non ci si fissava. Era una cosa che gli invidiava molto e che lo attraeva enormemente. 
Tuttavia, sebbene questo fosse motivo di innamoramento, a volte era anche motivo di incazzatura profonda ed ira funesta. 
Come in quel caso, per esempio.
Perché arrivando a Wa, lui e Kinemon avevano messo in piedi un piano ben pensato e dettagliato allo scopo di carpire informazioni e trovare alleati alla loro causa, Avevano istruito Zoro meglio di chiunque altro proprio per la sua caratteristica tendenza a non capire niente e fare guai, ma nonostante ci avesse davvero sprecato un sacco di tempo, aveva capito che sarebbe stato meglio stare lì qualche giorno prima di separarsi coi suoi e vedere del proprio piano, qualcosa a cui aveva pensato per trovare alleati ed informazioni per conto suo. 
Perché sapeva che con quell’idiota patentato che per caso fortuito amava, non poteva mai abbassare la guardia.
Gli aveva anche fatto un disegno e poi uno schema e poi gli aveva scritto un appunto, un post it che gli aveva appiccicato sulla fronte. 
Grande, facile e a caratteri cubitali. 
‘NON ATTIRARE L’ATTENZIONE!’
Ma forse non sapeva leggere. 
Però i disegni avrebbe dovuto capirli.
Dannato maledetto spadaccino testa vuota!
Si salvava solo perché era bello, forte, sexy e scopava da Dio.
Altrimenti altro che amarlo per quel suo essere senza pensieri.
Adesso, proprio per quel motivo, l’avrebbe ucciso.
Non c’era uno in tutta la città che non parlasse di questo misterioso ronin spuntato apparentemente dal nulla, ma assolutamente formidabile. 
Era bello che in questo modo volessero assoldarlo, avrebbe infatti potuto trovare informazioni utili, ma il punto era che aveva fatto esattamente ciò che gli aveva raccomandato in lungo ed in largo di non fare. 
- Sei forse un ritardato mentale? Il tuo disorientamento arriva anche alla comprensione delle parole più semplici? Cosa cazzo non ti è chiaro del concetto NON ATTIRARE L’ATTENZIONE?

Zoro schivò all’ultimo un fendete di quel suo bisturi gigante, in tal modo usava Law il suo spadone. 
Non che gli dispiacesse allenarsi un po’ con lui, ma non capiva che diavolo avesse da arrabbiarsi tanto. 
Quando si rese conto che Law era realmente furioso, lo trovò anche carino ed eccitante, intuendo che da quella situazione ne sarebbe potuto uscire qualcosa di vantaggioso per lui a livello personale ed intimo.
Da quando lo conosceva non aveva mai perso la testa, ma c’erano state volte in cui Law era stato attivo e gli era piaciuto molto, ma sapeva che poteva dare ancora di più se stuzzicato nel modo giusto. 
Non l’aveva fatto apposta a farlo infuriare, anche perché non capiva davvero cosa avesse fatto per gettarlo in quello stato di psicopatia, ma gli piaceva da matti, perciò con un sorrisino sadico, sfoderò una delle sue tre spade e si abbassò sulle ginocchia per parare un altro fendente proveniente dall’alto. 
Law si era ripreso alla grande da Dressrosa, il suo braccio funzionava benissimo, così come i suoi movimenti in generale. 
- E non ridere! - sibilò Law a denti stretti fissandolo con due fucili mitragliatori al posto degli occhi. 
- Io non rido, mi diverto, è diverso! 
A questo Law aggiunse un calcio che lo colpì in pieno volto. Non aspettandosi l’introduzione di un corpo a corpo visto che di solito si allenavano esclusivamente con le spade, lo prese in piena faccia facendolo finire a terra. L’istante successivo gli schiacciava il piede sul petto lasciato scoperto dal kimono aperto che era scivolato da un lato giù dalla spalla fino a mezzo braccio. 
Law stava in piedi su di lui e lo calpestava letteralmente, era chino con l’aria inizialmente furiosa, tetra e scura di chi non si stava ancora divertendo. Il famoso bisturi gigante puntato sulla sua gola sembrava in serio procinto di essere conficcato, ma Zoro era tranquillo, sapeva che non l’avrebbe fatto.
Sorrise eccitato sentendo il rivoletto di sangue scendere dal naso e dal labbro spaccato che gli bruciava un po’ ma senza fargli particolarmente male.
Un unico colpo di piede ben assestato, non male dopotutto. 
Ci sapeva proprio fare il dottore anche con i corpo a corpo, ma questo lui lo sapeva. 
Si leccò il sangue dal labbro mostrando chiaramente quali erano i suoi pensieri, per nulla quelli di un combattente, ormai. 
Aprì le mani e lasciò andare le spade, poi sollevò le braccia adagiandole abbandonate ai lati della testa; sempre con aria sfrontata e provocatoria, disse come facesse una proposta indecente: - Mi arrendo, hai vinto! 
Non l’avrebbe mai detto seriamente, ma adesso seriamente voleva fare altro con Law e fu così chiaro ed esplicito con quello sguardo e quell’atteggiamento lascivo, che il ragazzo ancora in piedi sopra di lui che gli puntava la lama sulla gola, dipinse un sorrisino malizioso sul suo volto.
Mosse lentamente la punta come ad accarezzarlo, finendo sul mento alzato in segno di sfida e poi sul sangue mezzo leccato via. Spinse sulla spaccatura sul labbro per stimolare una reazione di dolore e Zoro si lamentò effettivamente, ma non per quel che probabilmente pensava lui. 

Law capì il senso di quel gemito e si sentì scorrere dentro l’eccitazione pura al posto della rabbia avuta fino a quel momento. 
- Mi sa che ti devo punire perché non mi ascolti. - sussurrò più suadente che minaccioso. Zoro infatti sorrise compiaciuto steso sotto il suo piede.
- Cercherò di sopravvivere... - lo provocò sempre più eccitato. Si capiva che non vedeva l’ora ed ora anche lui. 
Tolse la spada senza staccare gli occhi dal torace e dal braccio mezzi scoperti.
Il modo in cui usava il kimono creato dai poteri di Kinemon era provocazione e sesso.
L’haori Zoro lo usava come sopra spalle in una sorta di mantello che spesso e volentieri svolazzava via nei suoi movimenti nei combattimenti.
Specie perché tutte le volte che usava la spada, gli piaceva calare un lato del kimono e scoprire interamente il braccio. Dipendeva dallo stile e da quante spade usava, poiché se il signorino usava due spade e il combattimento era particolarmente impegnativo, e divertente dal suo punto di vista distorto, poteva addirittura abbassare interamente la parte superiore e rimanere a torso nudo. 
Un autentico attentato alle sue coronarie ogni volta che lo vedeva. Per questo preferiva evitare, sebbene ogni tanto se ne uscisse con una delle sue solite fisse per allenarsi ed allora sì che si calava volentieri entrambe le maniche. 
Lui, al contrario, aveva sempre addosso l’haori e lo usava in modo normale, come una sorta di giacca a copertura del kimono. Law se lo sfilò lasciandolo cadere giù e si sedette a cavalcioni su di lui posando la spada a terra insieme a quelle di Zoro. 
Con le mani scivolò sotto la stoffa leggera finendo di abbassargliela, strisciando sulla pelle calda. Si beò dei muscoli tonici che incontrava nel suo percorso, dai pettorali alle spalle per poi finire sulle braccia. Non c’era una parte del suo corpo che non gli piacesse e non lo eccitasse. 
Sorrise malizioso mostrando tutta la voglia che aveva, improvvisamente non poca, ma si rese conto che Zoro era fin troppo comodo e compiaciuto steso sotto di sé e che doveva dargli una punizione più seria, così invece di chinarsi e iniziare con la bocca, si alzò improvvisamente in piedi e prendendolo per il collo lo tirò su con sé.

Zoro rimase un po’ stupito del suo cambio repentino, ma si beò totalmente della sua presa sia quando fu sul collo che poi quando fu dietro sulla nuca a tirargli i capelli per portargli la testa all’indietro. 
Sorrise eccitato infilando le mani sotto il suo kimono, a diretto contatto con la sua pelle liscia, fremendo nel sentirselo appoggiato addosso. Il calore dei loro corpi era già alto, lo volevano di nuovo, ma pregustarsi quella punizione lo mandò in delirio prima ancora di riceverla.
Adorava letteralmente Law quando si comportava da capitano adirato, per questo finiva per provocarlo. Un po’ era il suo dono naturale, un po’ lo voleva perché era meraviglioso, così caldo e furioso nel spingerlo contro qualche superficie dura mentre lo sbatteva e se lo prendeva a piacimento.
Il sesso così duro lo mandava fuori di testa. 
Essere preso, comandato, posseduto senza remore, schiacciato, quasi. 
Quel preambolo gli fece crescere l’erezione già al solo pensiero e Law, scendendo con la mano fra le gambe a toccargliela, sorrise malizioso.
- Vediamo di trovare un posto più adatto a punire qualcuno, non vorrei essere interrotto durante la mia lezione. 
Zoro, fidandosi totalmente di lui, gli si avvinghiò consapevole che avrebbe portato con loro anche le spade abbandonate a terra. 

In un istante si ritrovò in quello che era ormai diventato il loro angolo privato.
La base comune del gruppo che aveva preceduto gli altri a Wa erano le rovine del Castello dei Kozuki, un luogo che nonostante fosse fatiscente e a pezzi e presentasse ancora i segni dell’incendio di venti anni prima, aveva ancora dei preziosi e sicuri sotterranei dove stazionare in tutta tranquillità. 
Zoro e Law avevano trovato nelle varie stanze rimaste, una che faceva al caso loro e stavano senza farsi notare da nessun altro del gruppo. 
Non si trovavano ogni giorno, né c’erano appuntamenti fissi, però capitava di trovarsi con qualcuno degli altri a fare il punto della situazione, ma se loro due volevano passare inosservati, bastava fare appello al potere di Law e teletrasportando entrambi direttamente nella stanza, eludevano ogni sorveglianza ed occhio indiscreto. 
Non aveva idea se qualcuno di loro avesse capito qualcosa, ma si fidava di tutti loro e sapeva che non ci sarebbero stati problemi di alcun genere anche nel caso in cui avessero scoperto qualcosa. 
Era più che altro una questione di riservatezza naturale. Non era tipo da aprirsi su certe cose, tutto lì. 
Zoro guardò con un sorrisino sornione e soddisfatto Law strappargli via poco gentilmente l’obi dalla vita, dopo aver controllato che tutte e tre le sue spade fossero lì con loro. Ovviamente lo erano, insieme a quella di Law e agli haori. 
L’aveva trasportato direttamente sull’alcova sufficientemente comoda che si erano costruiti per terra, in un angolo della stanza. Era una delle poche con una sorta di porta che potevano chiudere per assicurarsi privacy, sembrava quasi una prigione, probabilmente un tempo doveva essere stata uno dei magazzini della servitù del castello. 
Zoro alzò le braccia sopra la testa mettendosi comodo, steso sull’imbottitura del futon di fortuna e il proprio kimono ora totalmente slacciato. 
Si leccò le labbra guardandolo sederglisi a cavalcioni come prima e legargli i polsi che gli aveva gentilmente già messo in posizione. 
- Così non è divertente... - fece Law sfiorandogli il volto con le labbra, Zoro aprì le proprie sollevando il capo alla ricerca di un bacio che non arrivò. 
- Perché non pongo resistenza? 
Law si raddrizzò rimanendo seduto sul suo bacino, si slacciò l’obi dalla vita, facendolo poi cadere di lato, in seguito si sfilò il kimono rivelando di essere completamente nudo sotto, così come anche lui.
Quella volta entrambi avevano fatto direttamente a meno di quella specie di perizoma strano. 
Zoro si riempì gli occhi della visione che gli presentava Law, seduto su di lui, nudo. Il suo corpo era snello e longilineo, pieno di tatuaggi che gli stavano divinamente. Si pentì subito d’avergli fatto legare i polsi, ora voleva prenderlo e strofinarselo addosso, ma come se Law lo sentisse, iniziò a farlo da solo. 
Iniziò a strofinare il bacino nudo cercando il contatto col suo sul quale sedeva. 
Schiacciò senza pietà la sua erezione dura e gonfia sotto le sue natiche, facendo attenzione a non indirizzarla nel buco giusto. 
Zoro si morse il labbro. 

- Sei troppo collaborante, che punizione è se mi aiuti? - disse Law guardandolo da sopra.
- Io collaborante? Ma se non posso nemmeno toccarti! - esclamò seccato Zoro, nel sentirlo capì che iniziava finalmente a soffrire e accentuando il sorriso di soddisfazione, iniziò a masturbarsi facendo attenzione ad essere guardato. 
E lui lo faceva. 
Non gli staccava gli occhi di dosso, dalla sua mano, in particolare, che si muoveva su e giù sulla propria erezione sempre più alta e piena. 
Il piacere cresceva nella propria mano, mentre si muoveva alla stessa maniera col bacino sul suo, le natiche premevano crudelmente sul suo inguine duro e pulsante, sarebbe presto venuto, ma lo vedeva da come si succhiava il labbro spaccato alla ricerca di un dolore per calmare l’orgasmo dietro l’angolo, che presto sarebbe esploso.
Sapeva che quei polsi legati sopra la testa non l’avrebbero realmente fermato.
Vicino al proprio stesso orgasmo, smise di masturbarsi per chinarsi a carponi su di lui, appoggiò le mani ai lati del suo viso e continuò a strofinarsi su di lui come un gatto in calore. 
L’erezione ancora dritta e dura carezzava il suo corpo eccitato e caldo, saliva e scendeva mentre gli succhiava il labbro tirandogli via le ultime tracce di sangue che poteva prelevare usando un po’ più di forza e servendosi dei denti. Poi succhiò la sua lingua ed infine quando lo sentì sospirare e gemere, salì col corpo sedendosi sul suo volto.
Zoro allargava e stringeva le dita bisognoso di toccarlo e si sentiva dilaniare all’idea di non poterlo toccare, vedeva che ne aveva bisogno, ma decise di lasciarlo ancora un po’ in quella situazione. 
Infilò subito l’erezione nella sua bocca, aiutandosi con la mano perché stava bella alta, infine iniziò ad alzarsi e a scendere, scopandogli la bocca senza dargli altra possibilità se non stringere sul proprio membro pulsante e pieno di voglia. 
Decise di abbandonarsi ed esplodergli lì, inondandogli la gola del proprio sperma caldo e quando lo sentì ingoiare senza esitare, quasi volentieri, si morse convulsamente il labbro, abbandonato in un piacere che raddoppiò istantaneo. 
Si torse per vedere com’era la sua erezione, pulsava alta e grande più che mai, a momenti sarebbe venuto senza bisogno di alcuno stimolo fisico. 
Sorrise sospirando e tendendosi, si inarcò e si stiracchiò come a volergli rimanere seduto sul viso ancora per un po’, mentre i sensi impazziti per l’orgasmo rifluivano beandolo di una pace senza precedenti. 
Tuttavia era bravo a non strappare via la fascia dai polsi o ad abbassare le braccia. Aveva un controllo, nel soffrire e nel desiderarlo da matti, che non sapeva dove lo trovasse. 
Scese giù dal suo viso e decise di premiarlo baciandolo, gli infilò la lingua in bocca mentre si adagiava sul suo corpo caldo e ancora pulsante, non soddisfatto. 
Zoro gli succhiò la lingua avido, sentì il sapore del proprio sperma e desiderò leccare il suo. 
Scese sul collo e mordicchiò tutta la pelle che incontrò sulla sua discesa al paradiso. 
Il paradiso di Zoro che aveva una lunghezza da favola e che l’aveva soddisfatto così tante volte.
Valutò l’idea di sedersi e farsi scopare così, impedendogli di muoversi.
Era totalmente arrapato e teso, ogni muscolo gonfio lottava con la sua volontà nel voler rimanere fermo alla sua mercede. 
Era partito con l’idea di scoparlo duramente per rimetterlo al suo posto, ma capì che nelle condizioni in cui era sarebbe stato peggio con quella seconda idea, così arrivato a mordicchiargli l’inguine, lo fece su tutta la pelle sensibile intorno all’asta alta, ma non gli sfiorò né gli leccò quella, che rimase insoddisfatta.
A quel punto Zoro gemette insofferente. 
- Succhialo, almeno... - gli uscì più implorante di quel che avrebbe voluto, probabilmente, e Law si eccitò di nuovo. 

Si alzò e si sedette di nuovo sul suo pene che dritto ed eccitato com’era, trasmise a Zoro una sensazione di terribile dolore misto a piacere pronto ad esplodere. 
Law riprese a schiacciare senza pietà con le sue natiche, avendo cura di non farglielo infilare dentro. 
Voleva abbassare le braccia, strapparsi la fascia dai polsi e infilarselo da solo, ma non lo fece e quando vide che lo premiava, finalmente, che stava proprio prendendolo con le mani e mettendoselo dentro, senza mai staccargli gli occhi di dosso, eccitato e sadico, più bello che mai, aprì la bocca trattenendo un gemito di sollievo.
Gemito che non emise mai, perché si rialzò spostandosi per non farselo mettere dentro. 
A quel punto Zoro imprecò.
- Bastardo, adesso sto morendo. 
Abbassò le braccia, ma ancora non si liberò. 
Con le mani legate attraverso i polsi, poté conficcare le unghie sui suoi addominali, desideroso solo di averlo di nuovo in sé. Law sorrise sadico, scivolò via da lui e alzandogli le gambe, gliele aprì.
Lo guardò di nuovo duro ed eccitato e una luce brillò nel suo sguardo di nuovo pieno di speranze. 
Meglio così, si disse. 
- Scopami, sì... scopami tu... - sussurrò bisognoso, non ce la faceva più.
Law si limitò a sputare sulla sua apertura e non gli concesse alcun dito, né lingua, non lo preparò e lui sorrise supplichevole nel sapere che l’avrebbe sentito ancor meglio.
Law finalmente entrò, di nuovo duro e crudo e non lo deluse. 
Il piacere fu immediato e totale, dalle parti basse si espanse in ogni centimetro del suo corpo mentre lo sentiva penetrarlo con un’unica spinta, lubrificato ma senza essere stato allargato nemmeno un po’.
Fece fatica e dovette usare più forza. Zoro gemendo e fremendo di piacere, finì che si strappò l’obi e afferrando Law per le braccia, se lo tirò giù facendo sì che ora lo schiacciasse col suo corpo invece di rimanergli dritto. 
Law gli si stese addosso e lui poté prenderlo meglio e circondargli le spalle con le braccia, affondando le unghie sulle scapole.
- Più forte... - gemette. - Più veloce... - supplicò totalmente fuori di sé, spingendo a sua volta col bacino e andandogli incontro ad ogni spinta.

Fu il delirio, non aveva mai provato tanto piacere in vita sua. Aumentò vertiginosamente totalmente fuori controllo, inebriato dal senso di libertà ormai totale che trovava tutte le volte che stava con lui. 
Senza fine, tutto quello non aveva limiti.
Quando lo vide venire, schizzando sui loro corpi che si sfregavano ad ogni spinta, Law si sollevò lievemente col corpo, prendendo lo sperma di Zoro con le dita e succhiandosele, poi all’idea di che cosa aveva fatto gettò gli occhi all’indietro e venne di nuovo svuotandosi di ogni goccia di piacere come non era mai capitato fino a quel momento. 
Sicuramente la volta che avrebbe ricordato di più. 
Delirante. 
Assolutamente delirante. 
Law, totalmente sconvolto e privo di ogni minimo controllo su di sé e sul proprio corpo, si rese conto solo di essere scivolato fuori e di essergli quasi svenuto addosso, sveglio ma ansimante e senza forze. 
Sarebbe rimasto così tutta la notte, con la testa sul suo cuore, coi suoi battiti a rilassarlo e cullarlo e le sue braccia a scaldarlo. In uno dei più bei ricordi di quel lungassimo periodo con lui. 

Zoro era sconvolto a sua volta, non gli era mai capitata una cosa simile. L’aveva fatto in tanti modi, con diversi partner anche se non tantissimi. Ma fra tutte era stata quella più folle e piacevole. 
Non riusciva ancora a riprendersi, il proprio corpo era ancora scosso da fremiti di piacere e sentì beneficio solo dalla sensazione del suo viso contro il petto, il suo respiro sulla pelle accaldata e madida di sudore come la sua. Il suo corpo morbido abbandonato sul proprio.
Questo gli riportò la consapevolezza di essere tornato vagamente in sé, di essere quanto meno steso sotto di lui.
Lo abbracciò e gli baciò la testa sfinito, senza dire niente. E niente disse nemmeno il compagno, come di consueto. 
Com’era perfetto, si disse, fare sesso con lui.
Com’era perfetto qualsiasi cosa facesse con lui, in effetti. Anche farlo arrabbiare per le stronzate che faceva di giorno. 
Com’era perfetto ogni cosa. 
E come sarebbe stato doloroso, alla fine di tutto, separarsi da lui.
Maledettamente doloroso. 
Strinse la presa delle braccia e chiuse gli occhi increspando la fronte, mentre catturava quella consapevolezza. 
Ma no, si disse. Non ne avrebbero parlato e non solo, non glielo avrebbe fatto capire, anche se forse già lo sapeva da solo perché probabilmente provava le stesse cose. 
- Se questo è il tuo modo di punirmi, penso proprio che ti farò arrabbiare più spesso! 
Per fortuna la propria boccaccia sapeva ancora dire cose inopportune rispetto a certi momenti e certe sensazioni. Law, mezzo morto, steso sopra di lui come una coperta, fece un cenno di vita un po’ indefinito, quasi un verso, ma non una parola né una frase di senso compiuto. 
Così quando lo sentì muovere a fatica una mano, aprì mezzo occhio per vedere che faceva e sogghignò beato nel vedere il suo dito medio. Una delle comunicazioni preferite di Law. Zoro glielo prese, se lo portò alle labbra e lo baciò pentendosene subito. 
“Bravo, è così che non intendi dirgli che provi qualcosa e che ti dispiacerà quando finirà?”
Ma tenne la sua mano nella propria, sistemandosela fra i loro corpi uniti che emanavano ancora molto calore. 
- Mi punirai più spesso? - chiese ancora per mascherare meglio l’ulteriore sensazione di errore nel tenergli la mano. 
- Dipende da te. - finalmente la voce roca e sfinita di Law si levò dal suo petto e Zoro sorrise divertito. 
- Ti ho distrutto. Eh? 
- Ti distruggo io se non la pianti! - replicò scorbutico e fintamente freddo. 

Zoro rise e Law sorrise rendendosi conto di essere tornato un po’ in sé, il tempo necessario per fissare più coscientemente quel momento e capire che anche Zoro provava qualcosa per lui, ne era sicuro. Ne era contrariato, probabilmente, ma totalmente incapace di ritirarsi e controllarsi. Lo vide nella mano stretta sotto la sua che continuava a tenergli, lo sentiva nell’altra sulla schiena che l’accarezzava fra le scapole o nella bocca che di tanto in tanto gli baciava la testa, fra i capelli spettinati. 
Ma non disse nulla e lo ringraziò che non lo facesse nemmeno lui. 
Perché tanto fra loro ormai le parole erano più superflue che mai ed era così bello capirsi al volo senza bisogno di discorsi. 
Così maledettamente bello.