*Qua arriva un salto di tempo di qualche giorno non precisato; arriva Rufy e ho intrecciato gli eventi della serie originale con la mia fic. Naturalmente le cose ampiamente mostrate nell'opera le ho descritte di meno se non anche solo accennate, mentre mi sono soffermata più su altri momenti che comunque sono sempre lì. Sarà più chiaro leggendo. Ad ogni modo, le cose iniziano ad incresparsi col ritorno di Rufy e Zoro non gestisce la situazione proprio benissimo, ma saprà anche far di peggio. Buona lettura. Baci Akane*

4. GELOSIA

zolaw

Per un momento Zoro si era confuso.
Il suo cervello era andato totalmente in cortocircuito e quando aveva visto Rufy dopo tutto quel tempo planargli dal cielo come un uccello in picchiata, non aveva proprio più capito nulla.
Se l’era ritrovato addosso con le gambe avvolte intorno alla faccia e lì, proprio in quella situazione, mentre non respirava e guardava in faccia la morte per la violenza dell’abbraccio e la foga, pensò di essere il ragazzo di Rufy e non di Law.
Che fino a quel momento avesse fatto sesso con lui in tutti i modi e che fosse lui il suo compagno di letto. 
Era stato anche peggio quando si era separato dal suo bacino e l’aveva guardato in faccia, le sue braccia a circondarlo e sostenerlo, incapaci di mollarlo. 
I loro visi così vicini, preda di una tale felicità reciproca nel rivedersi dopo tutto quel tempo, che sì, aveva proprio pensato che stessero insieme. Tanto che per un momento l’aveva quasi baciato, ma la voce di Rufy che parlava a macchinetta gli aveva fatto capire che no, non stava con lui, altrimenti gli avrebbe già infilato la lingua in bocca.
Ma Dio, era così felice di rivederlo.
Così sinceramente felice di stringerlo a sé, saperlo sano e salvo.
Gli chiese se fossero tornati tutti gli altri ricordandosi di essere parte di una ciurma e di farne parte senza nessun ruolo speciale per Rufy. Non certo quello che per un momento aveva pensato di avere. 
Sì, erano tornati tutti, stavano bene, erano in giro da qualche parte ed ora dovevano correre a salvare quella bambina che aveva con sé, così come se fosse la cosa più naturale del mondo. E lo era, per loro. 
Improvvisare, non sapere nulla, andare a caso, seguire un istinto che sapeva li avrebbe portati a fare sicuramente qualche cazzata per cui poi Law l’avrebbe rimproverato. 
Pazienza, non poteva non seguire ciecamente Rufy senza la minima esitazione, pur non sapendo proprio niente di quel che aveva combinato fino a quel momento e di cosa stavano facendo effettivamente. Semplicemente seguiva la sua luce più luminosa, la persona che avrebbe sempre amato e che nella sua vita sarebbe sempre stata al centro e al primo posto. 
“Tanto se Law mi punisce a me sta bene!” pensò poi riprendendosi per miracolo. In qualche modo quello sapeva sempre le stronzate che faceva e spesso e volentieri le faceva apposta. Era ovvio approfittare delle belle conseguenze delle proprie sciocche azioni, no? 
L’idea su Law lo rimise brevemente in carreggiata, quasi ad aiutarlo a tornare in sé e ricordarsi ruoli, doveri e compiti. 
Avrebbe comunque seguito Rufy ovunque senza frenarsi, ma alla fine, ad un certo punto, il pensiero sarebbe sempre in qualche modo volato a Law.
“Chissà se quell’idiota sta bene, invece di far finta di sbattersene di me! Mi sembra di essere il protagonista di uno spettacolo!”
Ovviamente lo percepiva anche a mille miglia di distanza. Del resto lui era il suo Law, mica uno qualunque. 
Per un momento, prima di mettersi a combattere insieme a Rufy contro i prossimi nemici già in arrivo, pensò a quanto sarebbe stato dannatamente bello una cosa a tre con loro due. 
Con un ghigno sadico di divertimento si leccò le labbra ed estrasse la spada.


- Oh, si sono ritrovati! - esclamò a gran voce Bepo con il binocolo sugli occhi. - Rufy è caduto dal cielo soffocando la faccia di Zoro con le gambe in una presa di wrestling! Guarda qua! - così dicendo passò il cannocchiale al suo compagno che stava controllando con lui la situazione a distanza. 
Il collega prese lo strumento e guardò quanto descritto da Bepo e si mise a fischiare divertito! 
- Però! Si sono mancati molto! 
- Sì, guarda come si abbracciano! Sembrano una coppia di fidanzati che si ritrova dopo tanto tempo! - aggiunse un altro della ciurma dopo aver preso a sua volta il binocolo per vedere la stessa scena succulenta. A volte sembravano delle comari pettegole, ma c’era da dire che spiando Zoro, difficilmente ci si annoiava perché si poteva sempre contare sul fatto che combinasse qualcosa.  
Law strinse gli occhi senza la minima intenzione di muoversi da lì, con la vena pulsante perché pur fingendo di dormire e disinteressarsene, aveva sentito perfettamente ogni loro parola. 
Era steso nel riparo su una collina strategica che gli dava ottimo accesso visivo alla gran parte di Kuri e Kibi. Era la base usata dalla sua ciurma quando erano arrivati a Wa. Aveva dato loro dei compiti precisi e di giorno tendeva a stare con loro, mentre di notte andava alle rovine del castello Kozuki con Zoro. 
Uno dei loro compiti era stato sorvegliare a distanza Zoro. I primissimi giorni l’aveva fatto lui realizzando poi che così sarebbe finito per non fare niente di utile per la loro missione, perciò aveva in seguito incaricato Bepo ed alcuni altri, mentre lui portava avanti le proprie cose. Questo perché non si fidava di lui, ma soprattutto necessitava di sapere ogni singolo movimento di Zoro anche senza stargli realmente incollato. 
Purtroppo ora la sorveglianza era arrivata ad un punto a lui non gradito. 
Le mani intrecciate dietro la nuca si strinsero, ma non cambiò posa, né si alzò dall’erba su cui era steso, all’ombra di quella specie di capanna di fortuna in disuso e mezza rovinata. Qualcosa che era andata più che bene per i suoi uomini. 
Continuarono a descrivere la scena che a distanza non era totalmente comprensibile, fino al momento in cui si erano scontrati per benino contro degli uomini al soldo di Kaido, capitanati da una delle sue attuali star, Hawkins.
- Dovremmo intervenire e aiutarli? - disse uno dei tre di vedetta, notando che le cose iniziavano a farsi più impegnative in quanto erano alle prese con un numero abbastanza consistente di nemici. 
- Quei due insieme hanno bisogno di tutto all’infuori dell’aiuto! - rispose Bepo divertito, consapevole della forza di Zoro e Rufy singolarmente, figurarsi insieme.
Law rimase immobile, serafico e senza ancora muovere un solo muscolo, voleva ancora dare l’idea di fregarsene altamente della situazione di quei due debosciati, specialmente di Zoro.
Si stava concentrando sul non reagire, anzi, per la verità stava facendo violenza su sé stesso per non cavarsi le orecchie, ma ormai il danno era fatto ed adesso la sua mente gli stava trasmettendo solo immagini una peggiore dell’altra di Zoro e Rufy abbracciati appassionatamente, le gambe di Rufy intorno al volto di Zoro ma non come una scimmia urlatrice, bensì più in una scena pornografica. Nella sua mente, infatti, immaginava i due nudi con la bocca di Zoro che faceva un lavoretto sull’inguine di Rufy. 
“Se stavano veramente insieme in quel senso Zoro non sarebbe mai venuto con me, l’ha fatto per calmare i bollenti spiriti ed evitare di saltare addosso a quella scimmia!”
Non lo diceva in senso realmente dispregiativo sebbene spesso gli facesse saltare tutti i nervi per quel suo talento a non seguire mai alcun piano. Tanti lui ne faceva, tanto Rufy li faceva saltare. Un giorno avrebbe fatto saltare la sua testa.
“Ma sta zitto,” disse una vocina nella sua testa dalle sembianze di Corazon. “Ti ha fatto comodo quella scimmia quando facendo saltare il tuo prezioso piano non solo ti ha salvato la vita, ma ha pure abbattuto Doflemingo facendolo arrestare, eh?”
A quel punto Law gli rispose proprio come uno schizofrenico rifugiato nella propria stessa testa: “Ma sì che gli sono grato, volevo dare la mia vita per lui e forse ha ragione Zoro quando dice che anche io lo amo, in qualche modo. Però mi fa comunque saltare i nervi!”
La voce di Corazon nella sua testa riprese malizioso e divertito: “E naturalmente non c’entra niente il fatto che Zoro ama perdutamente Rufy e che lo desidera sessualmente, come ti ha chiaramente detto da subito.”
Law scacciò la vocina rimanendo steso piantato sul terreno.
“Naturalmente non c’entra!” concluse testardo.
Aveva detto a Bepo di sorvegliare Zoro per non doverlo vedere lui e finire per distrarsi e deconcentrarsi ed ora faceva la telecronaca permettendogli comunque di immaginare tutto alla perfezione. Non che al momento fosse particolarmente impegnato in alcun modo,
Se Zoro fosse stato solo, sarebbe intervenuto per aiutarlo poiché anche se era molto forte, lo era anche Hawkins sebbene non sapesse di preciso quale fosse il suo potere, ma la verità era che era geloso marcio all’idea del ritrovo casuale proprio di quei due.
Non lo poteva ammettere, ovviamente, ma era così ed il fastidio macinava in lui mentre gli dicevano che alla fine se la stavano cavando da soli e che Zoro era di una potenza devastante. 
- Hawkins è molto forte, ma Zoro è riuscito a superarlo. Se non avessero avuto fretta per quella bambina che stanno soccorrendo, Hawkins non se la sarebbe cavata! 
Law ascoltò con mezzo cervello il suo vice mentre si chiedeva se avrebbero dovuto avvertirli dei loro piani per evitare di rovinaglieli. 
All’idea di scendere in campo proprio fra loro due e parlargli, gli si rivoltò lo stomaco e decise momentaneamente di rimanere lì. Esattamente lì dove era. Senza muovere ancora un muscolo.
Gli occhi grigi assottigliati e cupi come un cielo in tempesta puntarono davanti a sé senza focalizzarsi su nulla. 
Nella mente solo quell’abbraccio che gli aveva descritto Bepo. 
“Tante belle parole e poi appena torna Rufy quello si scioglie! Altro che coppia, stare insieme ed essere il suo ragazzo! Tante belle parole per dire che in realtà comunque ama e amerà sempre e solo Rufy. Io sono un ripiego, un passatempo, una parentesi passeggera. E lo sapevo, mi andava bene, anzi, ne ero contento. Non potevo permettermi il lusso di distrarmi con altro, né pensavo mi sarei potuto innamorare. Invece guarda qua come sono ridotto. Geloso marcio, ecco la verità! Marcio è dir poco. Maledetto Zoro! Me la paghi, appena avrò l’occasione, vedrai ben!”
Eppure sapeva che con l’arrivo di Rufy qualcosa era cominciato, non si erano parlati né messi d’accordo, ma loro lo sapevano eccome. 
Ne era dolorosamente certo. Da un lato era eccitante l’idea di portare il piano alla fase successiva. Iniziare ad agire seriamente, fare qualcosa di consistente, dall’altro era nervoso. Non per l’incertezza dell’esito di quella missione suicida, ma per il fatto che una volta cominciato l’atto finale del macro piano messo in moto a Punk Hazard, poi sarebbe veramente, definitivamente, finito tutto. In un modo o nell’altro.
Non sapeva se era pronto. Ma che lo fosse o meno, era ora, ormai. 
Rufy era tornato e con lui c’era come una sorta di partenza, un’accelerazione. Perché non lo faceva apposta, ma era così di natura. Non poteva stare inattivo o tenere un profilo basso. 
Si era già fatto notare da uno dei galoppini di Kaido e Zoro gli era andato dietro a ruota senza nemmeno rifletterci, nonostante sapesse perfettamente il piano e gli avesse ripetuto mille volte di non farsi vedere né riconoscere.  Ma Rufy tornava e quello calava la copertura e affrontava uno delle star di Kaido. Così, senza rifletterci né tirarsi indietro.
“Già separati si fanno notare e combinano danni, insieme sono devastanti. Dovevano per forza incontrarsi di già?”
Eppure sebbene fosse un ragionamento logico e un buon motivo per innervosirsi, lo sapeva che era per lo più geloso; perché anche se alla fine sarebbero usciti vivi e tutto sarebbe andato bene per miracolo, perché Rufy era quello dei miracoli, alla fine si sarebbero separati.
“E comunque se Zoro darà la vita per qualcuno sarà per Rufy. Non per me. Non per nessun altro. Per Rufy. Perché eccolo là come si scioglie quando c’è lui. Non ce la fa a non amarlo e metterlo sopra ogni cosa. Persino sopra il suo personale scopo esistenziale. Non credo che esista al mondo qualcuno che ami Rufy più di Zoro. È ora di farsene una ragione e accettarlo. Avrò comunque ancora qualcosa da quell’idiota con tre spade ed un occhio solo che è diventato un assassino ricercato in tutta la capitale. Prima di separarci definitivamente o di morire, ancora una cosa me la prenderò. Mi secca solo non essere ricambiato allo stesso modo. Mi secca da morire.”
Ma non ci avrebbe potuto fare niente e questa era l’inevitabile vita che gli arrivava addosso senza più il minimo controllo su di essa.

Dopo un’escalation fin troppo prevedibile, Law decise che se non fosse intervenuto quei due sarebbero finiti davanti a Kaido a spiattellare ogni piano.
Così seppure controvoglia, decise di intromettersi.
Con intromettersi, intendeva ficcarsi esattamente in mezzo a Rufy e Zoro. Non perché fosse veramente necessario, ma semplicemente voleva stare lì.
Finché quell’alleanza avrebbe avuto luogo, lui sarebbe stato fra loro. Che gli piacesse o no. Essere il terzo incomodo era una piccola vendetta, la sola che si poteva concedere in quel momento. 
Così stava per scendere in campo per fermare Hawkins che li stava rincorrendo ed evitare che veramente finissero legati come salami, quando Bepo lo rallentò dichiarando la propria condizione di sottoposto idiota che mangiava pesci avariati. 
Fermatosi per curarlo, si rese conto di essere ad un bivio.
Abbandonarli del tutto e lasciare che si arrangiassero, con la consapevolezza che per loro sarebbe finita male e che avrebbero trascinato a picco anche tutti gli altri, oppure intromettersi e fermare il loro idilliaco momento di ritrovo.
Law all fine curò Bepo e non ci mise poi molto a stabilire le proprie priorità, tanto che lasciò i suoi uomini ed un Bepo dolorante, sebbene curato, per correre completamente solo in soccorso dell’idiota del suo cuore numero uno. 
Doveva separarli, doveva tassativamente separare Zoro e Rufy. E non per gelosia. 
O meglio, anche. Ma principalmente perché insieme erano devastanti. 
Se c’era una minima possibilità per loro di non fallire era solo separando quei due scemi patentati. 
Fu così che si mise in campo da solo contro Hawkins.
Sapeva che era una mossa a dir poco avventata al pari di quella degli altri, però sapeva anche che da questo dipendeva la loro salvezza momentanea. 
Doveva uccidere Hawkins, l’unico membro della ciurma di Kaido che veniva da fuori e che li conosceva. Una volta ucciso lui, forse se la sarebbero cavata in quanto nessuno degli altri li conosceva. 
Tuttavia sapeva che Hawkins era molto forte e non conosceva bene il suo potere. Anzi, per nulla.
Oltretutto era solo.
Era come un suicidio consapevole, ma non aveva scelta. Se voleva salvare la situazione, o forse meglio dire loro due, doveva fare così. Improvvisare, contravvenire ai propri sacrosanti piani perfetti, rischiare di mandare tutto all’aria e forse anche magari morire.
Non poteva mai essere sicuro di farcela, quando affrontava uno forte, anche se sapeva di essere molto preparato. 
Ma per Zoro ne valeva la pena, si disse provando a nascondere il proprio viso con una sorta di maschera improvvisata. 
Per Zoro, anche se non se lo meritava, valeva la pena rischiare e andare contro il proprio sacrosanto modo di fare sicuro. 


L’aveva percepito tutto il tempo con una minima parte di haki, in quanto ogni centimetro del suo essere era rimasto sempre concentrato su Rufy e su come aiutarlo portando a termine il suo volere. 
Era essenziale accontentarlo, non importava se era d’accordo o meno, lui era Rufy. Faceva sempre la sua volontà finché lo stimava, lo rispettava e lo amava. 
Per il momento tutte e tre le condizioni erano ancora ben attive, perciò faceva e basta a qualunque costo, pur rimanendo sempre all’erta nel capire quando e se avrebbe avuto bisogno di aiuto per non farsi male né degenerare. 
Sapeva che era forte più di chiunque altro, ma a volte non bastava la forza per uscirne vivi. A volte serviva solo il sacrificio di qualcuno e lui era pronto per adempiere a quel dovere. 
Non sarebbe mai potuto sopravvivere a Rufy, al suo capitano, al ragazzo che amava. Mai. 
Però aveva sempre percepito Law e quando gli era piombato sulla nave del tesoro rubata piena di cibarie sane e pulite, non si era per niente stupito, né tanto meno si era sorpreso della sua ira funesta. 
Law era furibondo come non mai e Zoro sorrise compiaciuto nel vedersi afferrare per il lembo del kimono, strattonare e gridargli in faccia furioso. 
Da quando l’aveva percepito ed aveva sentito che si avvicinava, aveva capito che era finalmente sceso in campo per aiutarlo e non si era minimamente preoccupato degli ostacoli che aveva sentito sul loro cammino di fuga. 
Stava correndo a portare il cibo rubato ai galoppini di Kaido per distribuirlo al paese degli Scarti dove erano stati aiutati, Rufy momentaneamente era sparito e la bambina stava giocando con la ragazza cavallo che si era appena unita a loro in modo inspiegabile. Kiku, la samurai misteriosa che non gli quadrava del tutto, sembrava concentrata sul controllare la situazione intorno per evitare altre incursioni nemiche, ma Zoro sapeva che Law si era liberato per loro di tutti i vari pericoli. 
Sogghignò beandosi di quella presa e di quegli strattoni, ma ancor di più del suo volto accanto al proprio, appiccicato a pochi centimetri.
Adorava, adorava proprio quando perdeva la testa e sapeva bene, ormai, come fare. 
- Ti avevo detto che c’era un piano, perché diavolo vi siete fatti notare? Sei addirittura diventato un pericoloso ricercato, che diavolo hai in testa? 
Zoro non si stupì del fatto che sapesse quell’ultima evoluzione di giornata. Era accidentalmente diventato ricercato nella Capitale Fiorita ed era dovuto scappare lasciando perdere la propria copertura da ronin. Non aveva dubitato un momento del fatto che l’avesse spiato tutto il tempo ed aveva aspettato con impazienza il suo arrivo e la sua punizione. 
Al suo posto, però, era arrivato prima Rufy ed ora le cose erano tragicamente cambiate. 
Cambiate davvero molto.
Zoro lo sapeva, ma lo sapeva anche Law. 
- È tornato Rufy, dovevo aiutarlo... - si giustificò come se fosse sufficiente quello per far saltare uno dei sacrosanti piani di Law. 
Lo sapeva che non era così, così come sapeva che nominare proprio Rufy poteva essere peggio, ma non lo fece per stuzzicare la sua gelosia, che ora sentiva chiara e tonda e che anche gli piaceva, doveva ammetterlo.
Lo disse perché era vero.
Era stato lui a farlo sbarellare ed uscire da ogni seminato possibile. 
A quel punto Law lo lasciò per cercarlo, capendo che doveva esserci anche lui, quando si rivolse alla nuova passeggera in miniatura, quella per cui sapeva era successo tutto quel disastro e di cui Law sicuramente voleva sapere di più, lei gli disse che era andato via dicendo che sarebbe tornato subito. 
Nessuno sapeva dove e a fare cosa, ma non ne erano minimamente turbati, non quanto Law che nel non sapere una cosa tanto importante, stava di nuovo uscendo di testa. 
Zoro voleva approfittarne, davvero, ma non riuscì ad attivarsi in quel senso né a provocarlo per spingerlo e a saltargli addosso. Ovviamente c’erano spettatori, ma quello più importante mancava e volendo potevano concedersi qualcosa spostandosi di lato rispetto a loro. In quella nave con le ruote trascinata dall’amico bestia della bambina, c’era una montagna di cibo e loro stavano ai lati di essa. Potevano insomma trovare intimità.
Se solo avesse voluto avrebbe potuto guardarlo malizioso e allusivo e chiedergli se ora l’avrebbe punito, ma non disse nulla. Rimase tranquillo, calmo e senza scomporsi tornò a guardare davanti la marcia della nave del tesoro, così chiamata per via del cibo sano. 
Perché non ce la faceva. 
In quel momento Zoro si rese conto che il ritorno di Rufy aveva cambiato qualcosa, in lui. In loro due.
Avevano passato molto tempo soli e separarsi da Rufy rimpiazzandolo totalmente con Law, l’aveva portato ad uno stato strano di estasi dove aveva anche pensato di amare in qualche modo il suo nuovo compagno, consapevole che per lui era già così da un po’. 
Avevano vissuto una sorta di luna di miele, quasi del tutto soli, persi in una dimensione parallela dove potevano giocare in tutti i modi, concedersi ogni vizio, specie sessuale, approfondire quel legame, quel rapporto particolare. 
Ma adesso Rufy era tornato e dopo essere stato lontano da lui per molto, Zoro aveva improvvisamente e tragicamente capito che era stata solo una parentesi e che i sentimenti per lui erano sempre lì, intatti, più forti e puri che mai. 
Niente e nessuno sarebbe mai venuto sopra di lui. Niente. 
Quella consapevolezza ora lo destabilizzava perché non sapeva più come comportarsi con Law che ora era furioso e pieno di una gelosia così cristallina da dilaniarlo. 
Era una persona in gamba e bello dentro, così pieno di sfumature grigie, così diverso da Rufy e da chiunque altro. Così forte. Così pronto a tutto per i suoi scopi.
Era una persona così indelebile che non voleva cancellarla solo perché il suo unico grande amore era tornato, ma rivedere Law così improvvisamente dopo essere stato con Rufy con tanto trasporto spontaneo, l’aveva destabilizzato. 
Non realizzò che sarebbe anche peggiorato.