7. CURANDO LE FERITE

zolawzolaw

- Zoro, non mi farò mai portare da te sulla schiena! Quando sarò in grado di camminare tornerò a cercare i miei, ormai Hawkins se ne sarà andato! - Law non avrebbe di certo mollato, Zoro però nemmeno gli rispose facendolo sedere su quello che un tempo doveva essere stato un letto, ora qualcosa di sgangherato ma almeno decente. 
Yasu radunò intanto della legna nel caminetto iniziando ad accenderlo come se non fosse lì con loro. Forse aveva capito che avevano un rapporto particolare e che non erano semplici conoscenti.
Una volta seduto, Law appoggiò la schiena alla spalliera e Zoro sedutosi accanto, nello stesso pseudo letto, gli sfilò la parte sinistra del kimono, la manica larga era sporca di sangue e con una lacerazione provocata dal chiodo piuttosto grosso. 
Sembrava sapere cosa faceva, doveva averlo fatto da solo molte volte prima di potersi affidare alle cure del suo medico di bordo. Sapeva che non era sempre stato con Rufy e gli altri e prima probabilmente aveva fatto tutto da sé. Come anche lui, in effetti. 
Riflettendo su quella somiglianza, una delle tante fra loro, Law si rilassò decidendo di lasciarlo fare e godere almeno per quella notte di lui così come non capitava non sapeva nemmeno più da quanto. 
Sfilando via la manica dal braccio, Zoro gli provocò l’ennesima fitta per il sangue incrostato che si era attaccato alla stoffa. 
- Ahia dannazione Zoro! Facevo prima da solo! 
Zoro lo ignorò continuando a fare quel che doveva. Una volta scoperta la ferita, videro che il sangue era colato lungo il braccio dal buco sul bicipite esterno, poco sotto la spalla sinistra. 
Non sembrava grave ma sanguinava ancora, seppure lentamente. La zona era gonfia e rossa, segno di infezione.  
Law si esaminò schiacciandosi la carne intorno alla lacerazione per esaminarsela. 
- Il tuo amico sembra sapere quel che fa, ha dita esperte... - constatò ammirato Yasu che aveva finalmente acceso il fuoco permettendo così di vedere meglio. Zoro fece un sorrisino ironico. 
- È un dottore. - sentendolo chiamare come l’aveva fatto in intimità qualche volta, Law si distrasse e schiacciò troppo forte sul buco sanguinolento. A quel punto, però, invece di lamentarsi, sotto le dita sentì qualcosa di duro e piccolo. 
- È rimasta dentro la punta. Devo estrarlo o non guarirò. - disse facendosi serio e professionale. Senza perdere tempo né scomporsi molto, tirò fuori da una tasca un bisturi portatile. Zoro sogghignò senza stupirsene e aprì la mano in attesa.
- Faccio io, non puoi da solo... 
Law lo congelò con lo sguardo. 
- Sono io il chirurgo! - asserì. 
- E sei anche il paziente! Lascia che faccio io, sono bravo con le lame, sai? - disse Zoro ironico con un sorrisino divertito. Sembrava non vedesse l’ora. 
Law lo fissò truce non volendogli affidare una cosa di sua competenza, per giunta su di sé, ma capiva che effettivamente non avrebbe potuto farlo da solo. 
- Va bene. Ma prima pulisci la ferita, con tutto questo sangue incrostato non vedi. E poi rischia di infettarsi ancora di più. - lo rimbeccò pratico. 
- E come dovrei disinfettare? - chiese acido Zoro allargando le mani. - Ti lecco? - tentò ora più malizioso che indispettito. 
Law però non si lasciò distrarre dalle sue intenzioni poco caste e lo guardò come se fosse idiota. 
- Ma con il sakè, è ovvio! In quella fiaschetta ne hai di sicuro! 
Non si separava mai né dalla sua fiaschetta in terracotta, né dal sakè. 
Zoro lo fissò stralunato come avesse bestemmiato e mettendo una mano sulla fiaschetta appesa alla vita insieme alle spade, la protesse. 
- Questo è mio, lo devo bere, non lo sprecherò sulla tua ferita! 
A Law saltò il sangue al cervello, non che fosse difficile a quel punto. Anche se normalmente andavano notevolmente d’accordo e Zoro era quello che tollerava di più rispetto agli altri, c’erano purtroppo delle cose su cui non si trovavano proprio. La sua fissa per il bere era un di quelle. L’altra era il modo in cui il suo cervello si spegneva in compagnia di Rufy.
- Non dire sciocchezze! - così dicendo prese prepotentemente la fiaschetta e se la rovesciò da solo sulla ferita pulendosi da sé, usando al posto della garza un pezzo di stoffa dell’haori. Zoro lo insultò pesantemente, ma non lo fermò. Solo quando si fu pulito, sentendo il bruciore aumentare esponenzialmente per l’alcool appena versato sopra, gli mise il piccolo bisturi in mano. 
- Adesso con due dita allarghi il buco e con il bisturi scavi. 
- Allargo il buco con le dita? Beh, sono piuttosto bravo in questo. - disse Zoro malizioso, pregustandosi la ricompensa dopo i suoi servizi. Law non lo degnò nemmeno di un lieve imbarazzo, proseguendo con le sue indicazioni professionali come se non fosse stato minimamente allusivo. 
- Servirebbero delle pinze ma non le ho, perciò dovrai fare con quello. Devi estrarre la punta, non è in profondità, non dovresti avere problemi. 
Zoro a quel punto decise di concentrarsi e non ribattere più cose porno, con buona pace di Law che probabilmente non avrebbe resistito impassibile ad un’altra battuta simile. 
In silenzio, serio e concentrato seguì le istruzioni riuscendo con somma sorpresa del proprietario del braccio ad estrarre la piccola punta quasi con facilità.
- Wow, sei davvero bravo con le lame! - esclamò Yasu ammirato che intanto si era unito a loro nel caso in cui avessero avuto bisogno di aiuto. Senza che glielo dicessero, versò altro sakè sulla sede d’incisione vedendo che aveva ripreso a sanguinare, Law sussultò per il bruciore che si riacutizzò, ma sapeva che era necessario. 
- Ehi, non rimane niente per me! - lo rimproverò Zoro riprendendosi bruscamente la fiaschetta e bevendosela avido. 
Yasu scoppiò di nuovo a ridere mentre Law scosse la testa per nulla sorpreso, limitandosi invece a rispondere ironico e divertito: - Va bene, dottore, adesso puoi chiudere la ferita. Si rimarginerà in fretta. 
Zoro mise giù la fiaschetta e prendendo le bende recuperate da Yasu, iniziò a fasciarlo con una certa soddisfazione che non nascondeva per nulla, per una volta sembrava un vero dottore e non quello che le ferite le provocava. 
Law non disse più niente lasciandolo fare, se lo guardò per bene imprimendosi quel momento. Per quanto disperata in generale fosse la situazione, sembravano riuscire a trovarsi in ogni caso ed era quello che contava. 
Il calore scaturito dalle dita di Zoro che si occupavano premurosamente di lui, lo riscaldarono nonostante la notte fresca che ormai era scesa su di loro. Il fuoco di nuovo rianimato da Yasu faceva il suo buon dovere ristorandoli nonostante Law fosse ancora spossato per via dell’infezione tuttora in corso. 
Una serie infinita di cose era andata malissimo e molte altre sarebbe andata anche peggio, ma loro sembravano riuscire a godere di quell’unica piccola insignificante cosa bella che accadeva fra loro: si erano ritrovati e in qualche modo andava bene. 
Non lo capiva benissimo, ma era così. Qualunque cosa avesse avuto Zoro, non la voleva più sapere. Contava che se aveva bisogno, lui c’era. 
Ma forse non era nemmeno quello, che voleva da lui, perché sapeva che la sua priorità sarebbe sempre stato Rufy e così era giusto, non voleva che cambiasse. No, si disse mentre si rimetteva la manica del kimono notando come Zoro invece prendesse i loro due haori e glieli mettesse addosso come coperta in un modo teneramente premuroso per uno che non sembrava avere cure per niente e nessuno se non il suo capitano. 
No, non era quello che voleva da lui. 
In realtà voleva semplicemente un piccolo segno, ogni tanto, che gli indicasse che quel qualcosa fra loro c’era ancora. Qualunque essa fosse. 
Non importava cosa succedeva intorno e quanto male andava, non importavano gli altri doveri ed i problemi, né Rufy o ciurme varie, né nemici. 
Quel piccolo segno fra loro, di tanto in tanto, era tutto e gli bastava per rimanere lucido e razionale. 
Sentendo di nuovo la necessità di chiarire il discorso su Rufy, rimanendo seduto con la schiena appoggiata alla spalliera di quel vecchio letto di legno, tentò di nuovo facendosi serio e pensieroso: 
- Senti... - ma poi lanciò un’occhiata a Yasu e si fermò non potendo parlare di quelle cose davanti ad un perfetto sconosciuto. Per quanto sembrasse a posto, non voleva rischiare. 
Yasu però doveva essere più sveglio di quanto appariva e capendo che avevano bisogno di stare soli, mise un buon numero di legna sul fuoco che avrebbero bruciato per un po’ e sorridendo allegro come sempre, annunciò che sarebbe andato a cercare altra legna e magari qualche provvista, che sarebbe tornato entro l’indomani mattina per vedere come stavano. 
- Quanto pensi di stare a cercare provviste? - chiese Zoro perplesso capendo che voleva lasciarli soli tutta la notte. 
Yasu a quel punto allargò il suo già grande sorriso e prima di uscire dalla porta, lo rabbonì con un gesto rassicurante della mano: 
- Oh, signor Zorojuro, non preoccuparti, non ti abbandonerò! So che ci tieni a ripagare il debito anche se a me non importa, perciò tornerò non più tardi di domani mattina! 
Zoro rimase a fissarlo col broncio mentre se ne andava da quella che considerare una porta era una parola grossa. Quanto meno era qualcosa. 
- Ci tieni tanto a saldare il tuo debito? - chiese Law vedendo che Zoro era stato riluttante a separarsi da quello strano tipo. Non era geloso, solo che lo incuriosiva quel suo anomalo atteggiamento. Zoro scrollò le spalle tornando a lui. 
- Quell’uomo non ha nulla, è poverissimo eppure mi ha offerto sushi e sakè quando l’ho incontrato. Devo assolutamente ripagarlo anche se lui non vuole. Ne va del mio onore.
Law sorrise compiaciuto da quel suo lato valoroso, aveva un gran cuore ed anche se in certi casi lo irritava avere a che fare con dei pirati dal cuore d’oro, quando era da solo con lui non poteva non ammirarlo. Zoro aveva il coraggio di essere come lui ancora non riusciva. 
- Voleva solo lasciarci soli, avrà capito qualcosa ma non credo dobbiamo preoccuparci... - disse infatti per rassicurarlo. 
Zoro era forse una sorta di sua versione evoluta, come ad un livello successivo e più lo conosceva, più gli sembrava di vedersi fra qualche tempo.
Gli piaceva sempre più quel che vedeva. 

- Cosa volevi dirmi? - disse Zoro spostando Law per sistemarsi con lui sotto i due haori usati come coperta. Con un braccio lo cinse appoggiandoselo addosso, rimanendo con le schiene sollevate contro la spalliera. 
Prima di spogliarsi e approfittare della forse unica notte fra chissà quante, decise di ascoltare quel che aveva da dirgli. Era da prima che aveva percepito che si doveva togliere un gran peso, ma non leggeva realmente nel pensiero e non sapeva i dettagli di quel che gli altri provavano. 
Law sospirò e appoggiò la testa nell’incavo del suo collo dandogli conferma in quel gesto che era davvero caldo di temperatura come gli era sembrato. Probabilmente aveva un po’ di febbre, ma sembrava avere un’ottima resistenza e se gli aveva tolto la punta di agalmatolite a breve sarebbe migliorato. 
- Sai, prima quando è tornato Rufy e tu gli sei andato dietro ciecamente dimenticando totalmente il piano che so tu sai benissimo, mandando tutto a puttane solo per seguire lui... sono andato fuori di testa. 
Zoro inarcò un sopracciglio sorpreso che volesse spiegarsi meglio su quanto successo fra loro. Non lo considerava un vero litigio, ma era vero che da quel momento in poi non si erano parlati né toccati e lui si era isolato fino a scappare. 
- Me ne ero accorto... - commentò vagamente ironico, non voleva scherzarci su né alleggerire troppo. Era evidente che aveva bisogno di parlarne e lo lasciò fare. 
- È che non ci ho più visto. Ho passato giorni a fare in modo che tu capissi bene quale era il piano e come dovevi comportarti, poi arriva lui e dimentichi tutto solo per andargli dietro. Ero geloso marcio. 
Zoro non commentò. Era profondamente colpito da quelle ammissioni, se ne aspettava un’altra ancor più shoccante, ma decise di ascoltare senza interromperlo. La mano che circondava le sue spalle lo carezzava delicatamente infilandosi sotto il kimono. 
- Però so cos’è lui per te e non voglio che cambi nulla. Lui sarà sempre al primo posto, lo ami ed è stupido pretendere che le cose siano diverse. 
- Diverse come? - chiese infine Zoro sorprendendo il compagno sotto la sua presa. 
Law alzò la testa e lo guardò a quella vicinanza intossicante. I loro occhi si incrociarono. Zoro ripeté calmo: - Diverse come? Come vorresti fossero le cose? 
Lo vide spalancare gli occhi grigi, adesso non più impassibili o freddi e scostanti. Erano liquidi e pieni di calore e stupore. Normalmente non avrebbe mai risposto, ma a quel punto della loro relazione, lo fece. 
- Lo invidio, non lo nascondo. Vorrei essere al suo posto. Vorrei essere io la tua massima priorità. Però so che è lui che ami, è lui il tuo capitano, è con lui che hai ormai condiviso e vissuto troppo. Le cose stanno così e non importa cosa vorrei. Importa solo quello che è e cosa sarà. E lo sappiamo, cosa sarà. 
Zoro era sconvolto da quante parole stesse mettendo insieme, ma soprattutto da quanto sincero e aperto fosse e capì che doveva stare più male di quel che dava a vedere. 
Prendendolo per bene con entrambe le mani, se lo rigirò issandoselo addosso come se fosse la sua tenera principessa seduto sulle sue gambe.
Una volta che l’ebbe così, ad una miglior portata di sguardo, gli mise la mano sulla nuca e attirando la fronte sulla sua, provò a capire quanto potesse essere alta la sua febbre. 
- Piantala, non sto delirando. Ho la febbre, ma non così alta. - brontolò Law rimanendo suo malgrado su di lui e con la fronte lì. 
Zoro sorrise sornione finendo poi per accarezzargli la testa, tenendoselo addosso e scendendo a slacciargli l’obi. 
- Non ti sei mai aperto tanto. Non sei mai venuto così tanto allo scoperto. - lo punzecchiò. Law in risposta gli aprì la sua fascia, allargando il kimono alla stessa maniera che ora stava facendo Zoro.
Le mani di entrambi si infilarono sotto le stoffe, a diretto contatto con la loro pelle calda e liscia, ruvida in certe parti per le cicatrici che solcavano i loro corpi, alcune più evidenti di altre. 
Sensazioni a loro ormai familiari. Non c’era un centimetro di pelle che non conoscessero uno dell’altro. Era quella, la vera casa, per loro. 
Non quella stanza fra le rovine del castello Kozuki, ormai distrutta da Kaido. 
Pensandoci, Zoro volle dare voce a quel pensiero, lasciando stare quello su Rufy che non sapeva bene come gestire. 
- Il nostro rifugio sono i nostri corpi, non quella stanza sotterranea ora distrutta, fra quelle rovine che ormai non ci sono più. 
Dicendolo, Law rimase visibilmente colpito dal suo pensiero caldo e romantico, sorrise arrendevole e accettò quel che gli poteva dare. 
Non rispose a voce, adagiò dolcemente le labbra sulle sue che accolse ben volentieri, aprendole ed intrecciandole insieme. 
Le mani risalirono sul torace e sulle spalle a fargli scendere il kimono sulle braccia dopo che glielo aveva aperto. 
Il fuoco scoppiettava nel caminetto, ma anche se si fosse spento, non avrebbero sentito freddo. 
Le lingue giocavano sensualmente insieme, mentre le mani dopo il torace e le spalle scesero dietro sulla schiena, arrivando alla zona lombare di Law ed infine alle sue natiche che, inarcate, dimostrarono di essere pronte a ricevere la sua medicina. 
Ricordandosi del suo stato, Zoro scivolò con la bocca sul suo collo, baciandoglielo e parlandogli sopra. 
- Sicuro di sentirtela? Non sembri stare molto bene... non vorrei peggiorare la situazione... 
Law sorrise contro la sua pelle, in risposta si leccò la mano e la unì alla sua erezione, stimolandolo e masturbandolo in un chiaro ed evidente messaggio implicito. 
Zoro sorrise compiaciuto. 
- Adesso sei il mio dottore e sei obbligato a darmi la medicina... - disse quasi come avesse sentito i suoi pensieri.
Zoro accentuò il sorriso malizioso mordicchiandogli il collo e la spalla, avendo cura di evitare il braccio ferito che muoveva già meglio. 
Law si mosse sollevandosi sulle ginocchia e sedendosi a cavalcioni su di lui, lo guardò un istante prima di sederglisi sopra. Zoro aprì le labbra e tirò fuori la lingua in attesa della sua che gli avvicinò senza dargliela ancora. Stava per succhiarla, ma la ritirò con un sorrisino malizioso leccandosi invece di nuovo la mano che usò per lubrificare la sua erezione. Lo sentiva muoversi esperto aumentando via via sempre più il piacere che era il preludio di quel che sapeva stava per succedere. 
Per fargli capire che era perfettamente d’accordo con lui sul dargli la medicina famosa, si succhiò un dito che corse ad infilargli dentro, facendosi largo con l’intento di bagnare un po’ quella parte a cui non poteva fare visita con la lingua per la posizione. 
- Mmm... allora era vero, sai veramente allargare bene i buchi,,, - sussurrò malizioso Law giocando ancora con la sua bocca e la sua lingua. Zoro sogghignò infilando il secondo dito. 
- Te l’avevo detto... 
Proseguì con quella piacevole attività sincronizzandosi con la sua mano su di sé e sentendosi ricoprire di brividi di piacere, decise che se non fosse entrato sarebbe forse morto.
- Vuoi la medicina? - disse Zoro roco e carico di un fortissimo desiderio che ora pulsava nella mano in movimento di Law. La sua erezione sempre più dura, Zoro accompagnava i suoi movimenti con le dita che infilava e tirava fuori di continuo da lui. A quel punto il compagno annuì ansimante, rosso in viso e con un colorito finalmente sano. Sicuramente quel genere di attività gli stava facendo bene come una medicina vera che pur non potendogliela dare, l’aveva a quanto pare sostituita bene. 
- Dammela... - la parola ‘medicina’ gli rimase sulle labbra che Zoro succhiò, perché poi prendendolo per i fianchi se lo indirizzò facendoselo sedere sopra il proprio pene alto e pronto. 
Law lo aiutò a metterselo dentro e quando fu nel punto giusto, si abbassò facendosi aiutare dalla forza di Zoro perché in quel momento la sua sembrava più limitata del solito. 

L’erezione di Zoro gli entrò subito dentro come non facesse altro dalla mattina alla sera ed era quasi così. Avevano fatto molto sesso da quando avevano iniziato e avevano usato ogni ruolo e posizione. Ormai i loro corpi avevano una sorta di memoria a sé stante, si muovevano in totale autonomia.
Law sentì il proprio ricoprirsi di brividi di piacere da cima a fondo, correvano elettrici lungo la colonna vertebrale e poi via in ogni terminazione nervosa fino a sospendergli il cervello stesso che, come ogni volta che faceva sesso con lui, smetteva di funzionare.
Era una sensazione terribilmente bella ed intossicante che mai avrebbe pensato di voler provare, invece era così.
Spegnere la propria mente era assurdamente bello, ma solo se lo faceva con lui.
Le mani forti di Zoro prendendolo per i fianchi iniziarono a muoverselo sopra come se fosse leggerissimo e maneggevole e tale Law si sentì mentre sentiva la sua erezione dura andare ogni volta più in profondità.
Assecondava i suoi movimenti issandosi sulle ginocchia piegate e la bocca intrecciata alla sua gemeva carica di un piacere che gli era dannatamente mancato. Via via era come se le proprie cellula si rigenerassero, sentiva nettamente di stare meglio, di recuperare le energie, di riprendere autonomia e possesso del suo stesso corpo.
Ormai era impossibile resistere e gettando la testa all’indietro, le mani appoggiate alle sue spalle larghe, le dita affondate nei muscoli tonici, riempì l’aria di gemiti di piacere, mentre Zoro se lo muoveva addosso con sempre più impeto, bisognoso come un folle di averne di più. 
Crebbe tutto alla follia fino all’esplosione tanto cercata che era molto mancata ad entrambi.
In un attimo il benessere fu ovunque rigenerante. I sensi confusi si mescolarono amplificandosi, mentre le loro stesse percezioni si fondevano come i loro corpi, trasmettendosi piaceri fisici e mentali reciproci. 
Ogni volta riusciva ad essere sempre diversa dalla precedente, ma quella gli era mancata. Quella l’aveva fatta davvero con molto piacere. 
Era sempre più come se fosse l’ultima, ogni volta che lo facevano, Law aveva sempre più quella sensazione e anche se forse non lo sarebbe stato davvero, era assurdamente bello. 
Assurdamente incredibile perché poi, invece, dopo averlo fatto con quel terrore e quella convinzione nelle ossa, ritrovarsi a farlo ancora la volta dopo era più bello. 
Pregustandosi la successiva, Law scese dalle sue gambe accasciandosi giù sul fianco, sfinito e davvero senza più un briciolo di forze.
Gli era sembrato d’aver preso veramente una medicina, per l’adrenalina e le scariche ormonali che erano corse nel suo corpo, ma ora, mentre tutto scemava, rimaneva una stanchezza che l’avrebbe lasciato KO per almeno tutta la notte. 

Zoro sorrise sornione scivolando giù dal letto completamente nudo, andò a mettere ancora della legna sulle braci del fuoco riavviandolo e poi si stese nella loro nuova alcova, quella di una notte sola.
Si stese con lui abbracciandoselo, uno rivolto verso all’altro a cercare calore. Si tirò su gli haori ed i kimoni e nascose il viso di Law contro di sé baciandogli la fronte.
Prima di addormentarsi stretto a lui come di consueto dopo il sesso insieme, disse a fior di labbra: - Mi dispiace che Rufy sia sempre il mio punto debole. Spero di riuscire a colmare le mie mancanze, in qualche modo. 

Law si irrigidì sorpreso per un momento a quella frase inaspettata e a quell’ammissione che per la verità era così da lui. Forse lo feriva un po’, ma sapeva che era così. 
Suo malgrado sorrise infilando meglio il viso contro l’incavo del suo collo e baciandoglielo, rispose piano: - Finora ci stai riuscendo. Questa volta con un po’ di ritardo, ma ci sei riuscito. Conta il risultato. 
Era strano dire una frase simile per la prima volta, così opposta al proprio tipico pensiero. Di solito era più per il percorso e non la destinazione. Doveva andare tutto secondo i piani precisi o non sarebbero mai arrivati dove volevano, ma più stava con loro e più capiva che era inutile tentare di controllare ogni cosa. Il meglio che potesse fare, collaborando con loro, era limitare i danni che tanto c’erano sempre. Puntuali. Ogni volta. 


Note Finali: Non so quanto grave potesse essere la ferita di Law, ma sicuramente non era una cosa da poco visto che gli ha impedito di proseguire il combattimento con Hawkins, perciò ho voluto gestirlo così. Le fan art (sempre non mie ma dei legittimi proprietari) si avvicinano ad alcune scene del capitolo, come avrete notato. Mi era mancato scrivere delle loro scene di sesso, ultimamente non ci avevano dato dentro poverini, adesso recuperano. Buona lettura. Baci Akane