FORSE ANCORA POESIA
CAPITOLO I:
Una storia che fa ridere
Via di qui
Hanamichi seduto sul letto che piange e tu, Rukawa, davanti a lui, quasi a proteggerlo.
Da me.
Ridicolo.
Per favore andate via.
Non saprei più controllarmi e il mio eterno sorriso si frantumerebbe in schegge impazzite che correrebbero nel mio sangue conficcandosi nel cuore.
Il cuore rosso.
Il cuore spezzato.
Rukawa guarda, ascoltami.
Fa che te, fa che lui non vi veda più.
È così, non mi importa più, e come se fossi vuoto e dentro l’anima solo questo dolore, che mi frantuma, che mi spezza. È come una voglia di piangere e non fermarmi più, di dormire e non svegliarmi. Penetrare nel mio sogno in esso, dolcemente, in un respiro leggero. Il non pensare. Il non esistere. Non sentire nulla se non questa sofferenza che mi prende dentro e mi distrugge.
Avete fatto molti errori.
Lui lo so com’è fatto. Impulsivo, travolgente, assolutamente incapace di trattenere i propri istinti. Lui ti ha amato fin dall’inizio. Anche se non se ne rendeva conto…vi siete sempre attirati, compenetrati, completati quasi. E io lo sapevo. Lo sapevo ma speravo lo stesso di poterlo avere. Si era sentito così lusingato dalla mia dichiarazione, il giusto riconoscimento al suo genio, ci scommetto che ha pensato così. Poi ha cominciato ad amarmi davvero. Lo so che mi amava. Ma non quanto amava te.
Sapevo che lui si sarebbe comportato così.
Mi hai stupito tu.
Se potessi scriverla è una storia che fa ridere, una di quelle così ridicole e ovvie che nessuno la crederebbe vera.
C’è un ragazzo strano, così incredibilmente freddo e indifferente, sembra che ogni cosa gli scivoli addosso come acqua fresca. Come se non avesse sangue nelle vene ma il gelo. Ha un solo amico e quello sono io, che chissà perché gli vuole bene. Le ore passate a giocare a basket, sempre in silenzio, con un intesa che andava oltre le parole, oltre tutto ciò che si potrebbe rappresentare. Ero io che prendevo l’iniziativa le prime volte, ma poi anche lui ha cominciato a chiamarmi, ad aspettarmi, capitava a casa mia nelle ore più assurde, io parlavo e lui ascoltava.
Mi ascoltava sempre.
Anche quando gli ho detto che mi piaceva Hana lui mi ha ascoltato in silenzio. So cosa pensava di lui eppure non l’ha insultato davanti a me, quasi avesse rispetto di ciò che provavo.
Mi sentivo…bene con lui. Capito.
L’unica volta che mi ha fatto capire che ci tiene a me è stata quando io e Hana siamo andati a vivere assieme in un appartamento in affitto
“mi darai il tuo nuovo indirizzo no?”
Così.
Semplicemente.
Con quegli occhi brucianti addosso.
Credevo che non finisse mai.
Fa così male. Oh Dio.
Hanamichi.
Il suo corpo forte, caldo, la sua dirompente vitalità… mi ha attirato fin dall’inizio, la fredda calma di Rukawa in contrasto col suo fuoco. Il suo modo di giocare completamente privo di tecnica ma con una passione dentro…così forte da stordirmi.
La stessa passione di quando facciamo l’amore.
Quando lo sfioro con le mani e con la lingua e lui geme sotto di me.
Quando entro in lui e lo faccio urlare dal piacere.
Quando sto seduto sul divano a guardare la TV e ad ascoltarlo parlare. Lui non fa nulla tanto per fare, è rumoroso, chiassoso e fastidioso a volte, ma anche caparbio, con un energia dentro che sembra inesauribile.
La sua lingua leccarmi le labbra, esplorarmi la bocca, farmi impazzire.
La sua dolcezza.
Dio quanto lo amo…tanto...troppo!
Merda Rukawa sapeva tutto! Tutte le mie speranze, i miei dubbi… quando avevo litigato con Hanamichi, fatto più unico che raro a dire la verità…io non litigo quasi mai, e lui mi ha trovato fuori dalla sua porta che piangevo, quella volta mi ha abbracciato infilandomi le mani nei capelli e stringendomi a se, sempre senza una parola. Era come una marea, balsamo sull’anima, l’unica persona al mondo che ha fatto l’unica cosa che avrei potuto accettare. Che avrebbe lenito il dolore della mia anima. La mia anima che adesso è a pezzi.
Tu Rukawa. Tu!
Hanamichi che sorride sempre, il mio ragazzo, il mio amore,
e Rukawa che non sorride mai, il mio confidente, il mio migliore amico.
E ogni giorno io, l’amico sempre pieno di allegria, spargevo attorno a lui il sapore buono della vita, ne abbiamo fatte di uscite a tre, io e Hana che scherzavamo e facevamo i pazzi per la strada e lui che ci guardava con aria da compatimento e una luce divertita negli occhi.
Vita.
Hana ne sprizza da tutti i pori, vita, felicità, passione. E sono io che gliel’ho mostrato sotto questa luce. Forse sarebbe stato inevitabile… ma questo dolore dentro, che mi spacca il cuore, che mi fa tremare, così insostenibile, questa voglia di correre da Hana e farmi abbracciare da lui, dimenticare tutto e piangere col viso premuto sul suo petto, niente mi aveva preparato a questo dolore, questa sofferenza. Niente.
Io gli facevo assaporare il sapore buono della vita, senza rendermi conto che l’esempio primo della vita è lui, lui che adesso è li che trema e sta piangendo. E Rukawa in piedi davanti ad Hana con uno sguardo che è tutto un programma… c’è disperazione dentro, dispiacere per me, per avermi ferito, tradito la mia fiducia, amore per Hanamichi e un muto avvertimento: ‘ Non dirgli nulla che potrebbe ferirlo e farlo sentire in colpa più di quanto non si senta adesso’ e io dovrei essere incazzato perché ho tutto il diritto di essere arrabbiato e di spaccargli la faccia se ne ho voglia… ma lo amo troppo. Dopo forse verrà la rabbia. Ora c’è solo sofferenza. Qualcosa che mi riempie l’anima. Si perché come in una magia che piace tanto nelle favole, il ragazzo silenzioso, il ghiacciolo, un bel giorno si è svegliato. E nel modo in fondo più perfetto .
Quando è successo?
Quando ho capito che Hana stava cambiando?
Quando ho visto per la prima volta quell’espressione colpevole nei suoi occhi?
In camera nostra.
Come avete potuto.
Hanamichi, il mio ragazzo, che si faceva fottere da Rukawa, il mio migliore amico.
Le mani candide sfiorare la pelle abbronzata, le sue labbra rosse baciare la gola liscia del mio ragazzo, il suo membro entrare nel suo corpo accogliente, dove tante volte sono entrato anche io, dove ho goduto e mi sono sentito amato.
Amato.
Come dev’ essersi sentito Rukawa quando si è reso conto di essere innamorato di Hanamichi, di non poter vivere senza il suo respiro, la sua forza, la sua energia… perfino senza le sue sparate megalomani.
Quando ho visto per la prima volta quello sguardo dolce posarsi sulla mia testa rossa?
Questa corrente elettrica fra loro? La voglia, trattenuta a stento, di toccarsi, baciarsi, stare assieme?
Tutto questo posso sopportarlo.
Ciò che non sopporto è questa scena adesso.
In casa nostra, sul nostro letto. Rukawa e Hanamichi e lo sguardo di Rukawa.
Via di qui, per favore via.
Aprirò le finestre e poi se mi viene io ne riderò. Forse. Il vento gelido mi sconvolgerà i sensi e mi trascinerà con se, i miei pensieri, le mie paure, la mia sofferenza.
Tutto.
Anche le lacrime.
Andatevene.
Così potrò piangere .
Oppure forse il ridicolo di questa situazione mi colpirà e io potrò sorriderne, forse riuscirò perfino a ridere e a vivere ancora.
Ma ora voglio piangere.
Via di qui, via di qui.
Per favore via.