Al Di Sopra Di Tutto Ci Sia Sempre ...

 

 

Il giardino dove sto riposando è immerso nel silenzio assoluto della notte. Nulla sfugge al suo controllo.

Pensano, impunemente, di poter sfidare questa nera Signora e di tramare di nascosto, certi di essere protetti dal suo silenzioso e oscuro cielo.

Invece lei vede tutto, osserva e giudica.

Decide chi proteggere e chi punire.

E, sopratutto, non perdona chi osa sfidarla.

Amo la notte e questo si sarà capito.

La amo profondamente, forse perchè tra tutto quello che l'universo racchiude è ciò che più mi rispecchia.

Ciò che mi rassomiglia.

Anima nera e silenziosa, più nera dell'inferno.

Più silenziosa della notte.

Rido piano... lui adesso mi guarderebbe con aria quasi insofferente, per prendermi il viso e sfidarmi in un bacio profondo, dimostrandomi così che la sua non è da meno.

Si illude, assolutamente.

Ma io lascio che si illuda, perché discutere inutilmente mi dà un enorme fastidio.

Da quando viviamo insieme sento il bisogno di passare qualche notte qui, da solo, con la schiena sulla terra e gli occhi rivolti al cielo.

Non è che voglio scappare da lui, anzi.

La verità è che più passa il tempo più lo sento, più mi lego a lui.

Al di sopra di ogni cosa c’è lui.

Al di sopra di tutto, della mia vita, del mio essere uomo e cavaliere, della mia stessa anima…c’è quello che provo per lui.

Che assomiglia sempre più all’amore. Un leggero vento si alza e mi avvolge…è tiepido e sembra una carezza, quasi una risposta a questi miei pensieri… sono uscito dalla nostra camera per ritrovare i contatti con me stesso, per sentire la terra, il cielo, l’aria attorno a me.

La notte, amica mia.

Ed invece penso sempre a lui, continuamente.

Mi sto proprio incazzando.

Ammettere che è entrato a far parte di me a tal punto non mi piace per niente.

E’ come dargli troppo potere.

Sto scomodo.

No dico... sono scomodo!

Io, disteso per terra, luogo che preferisco a mille materassi comodissimi... non riesco a dormire.

Mi alzo imprecando a voce alta... tanto qui non c'è nessuno che può sentirmi.

Oh beh... anche se ci fosse una folla non è che questo mi preoccuperebbe ma a quest'ora della notte qui, su questo pezzo di isola già minuscola di per sé non c'è nessuno. Nessuno che si impicci.

Nessuno che ficchi il naso o che benga a fare prediche.

Per questo adoro la Sicilia e in modo particolare le sue isole: qui tutti si fanno i fatti loro.

Perfetto, visto che anche io ho intenzione di farmi i miei.

Entro in casa e salgo le scale a passo lento, calmo.

So già cosa aspettarmi.

Entro in camera nostra spalancando la porta e mi dirigo verso il nostro letto.

Nostro.

A volte mi fa ancora un certo effetto.

Al tempio ognuno di noi dormiva nel suo e solo qualche volta lui veniva da me.

Era normale e non mi sognavo affatto di chiedergli di fermarsi ogni notte.

Fare l'amore è una cosa dividere una camera un'altra.

E' molto più impegnativo, mi ripetevo.

E io non ho nessuna intenzione di impegnarmi seriamente con nessuno, almeno per i prossimi cento anni, o giù di lì.

E allora qualcuno dovrebbe dirmi perchè, di grazia, quando ho deciso di venire a vivere qui, in questo buco sperduto del Mediterraneo gli ho chiesto se voleva venire con me.

Per restarci chiaramente.

Si, mi piacerebbe che qualcuno mi illuminasse a questo proposito perchè io non ho nessuna intenzione di farlo.

Troppo pericoloso.

Guardo il letto sfatto.

Vuoto.

Non c'è.

Non ci sono quei suoi pericolosi occhi che mi ricordano continuamente il colore del cielo quando riesce a vincere l'oscurità.

E quei capelli così sfacciatamente luminosi, vivi.

La sua pelle chiarissima.

E il fatto di non sapere quando torna mi rende così nervoso da voler spaccare in mille pezzi questo accidenti di letto!!!!

Mi distendo con un ringhio che però si trasforma in un sospiro…come è possibile che io sia arrivato a questo punto?

Aphrodite mi manca e non ci sono altre parole per dirlo, ne altri modi.

Se n’è andato all’improvviso.

Non è stata una fuga, oh no!

Lui non fugge, non ne ha bisogno del resto.

Ha detto che aveva una cosa da sbrigare al tempio e così se n'è andato.

Tornerà…almeno questo è quello che mi ha detto e io non ho nessun motivo per dubitarne… ma la cosa è seccante.

E’ seccante che io, appena l’’ho saputo, mi sono sentito mooooooolto nervoso.

E’ seccante che lo stomaco si è chiuso di colpo quando ho visto la sua schiena, coperta da quei capelli esageratamente biondi, che se ne andava comunque lontano da me.

Non si può dire in nessun’altro modo.

Solo così.

Chiaramente non so quanto sarà lungo questo tempo… è ovvio che non gliel’ho chiesto.

Mi volto di fianco e guardo la notte dalla finestra… sta macchinando qualche cosa o davvero può andarsene e fare a meno di me così?

E io perchè non l’ho fermato?