Another Brik In The Wall
La fattoria appare improvvisa dopo l'ultima curva, il tramonto la
illumina improvviso lasciandomi per un attimo senza fiato.
Per un brevissimo momento dimentico la mia diffidenza e il mio rancore, accantono ogni cosa davanti a quello spettacolo.
Mi riscuoto alla vista delle persone che stanno lavorando nei campi, tutti giovani della mia età... e anche qualche ragazzino che ci viene
incontro lasciando tutto, curiosi di sapere chi siamo...o chi sono.
Ma chi attira la mia completa attenzione è l'uomo che sta uscendo da una costruzione lunga e bassa alla destra della strada principale,
una stalla presumibilmente.
Si ferma al centro del cortile a gambe leggermente divaricate, le spalle larghe coperte a malapena da una maglietta che ha visto
stagioni migliori e dei jeans ancora peggiori dei miei... e questo non lo ritenevo possibile.
Fino ad ora, almeno.
Scendiamo dalla macchina e il mio sguardo rimane imperscrutabile così come il mio viso, completamente chiuso, di pietra.
Non si smonta.
Anzi...sembra quasi che gli abbia sorriso perché mi restituisce uno sguardo così luminoso da lasciarmi interdetto.
Quest'uomo è incredibile...mai conosciuta una persona del genere.
Heater e Shun si avvicinano a lui e lo abbracciano di slancio, come se non lo vedessero da tanto tempo, ma i suoi occhi non lasciano un
istante i miei, due occhi trasparenti e affilati.
Dietro il suo sorriso c'è l'acciaio, non ho il minimo dubbio.
<< Questo è Paolo>>
Heater si è voltata e, con la sua solita dolcezza mista a determinazione unica in una donna all'apparenza così docile si fa da
parte per permettere a Paolo di guardarmi.
Non mi da la mano...probabilmente sa che non l'avrei mai stretta... ho la spiacevole sensazione che riesca a leggermi dentro con una
facilità sconcertante e questo mi secca tantissimo.
<< Scusa l'abbigliamento ma sono appena stato nella stalla...>>
continua a fissarmi ancora per un lungo momento, non apro bocca...non ho chiesto io di venire qua, ancora adesso non so come accidenti
Hetaer mi abbia convinto.
Shun , il suo compagno, mi sorride comprensivo...ma quanto è dolce quest'uomo?
Non credevo che potessero esistere persone come lui, come Heater.
Persone che non perdono mai la calma, e non è che non li abbia mai messi alla prova... anche se non c'era premeditazione.
Entriamo in una grande cucina, con un tavolo lunghissimo, ci stanno comodamente una ventina di persone, mai vista una cosa del genere
prima d'ora.
Nella stanza ci sono tre donne che stanno correndo, come se fossero impazzite, da una parte all'altra, un'espressione preoccupata sul
viso!
<<Cos'è successo?>>
ma la domanda è puramente retorica perchè ha capito perfettamente quello che sta accadendo, infatti si risponde da solo: <<Sta
nascendo...vero?>>
Al cenno affermativo di una ragazza con le mani piene di tovaglie bianche continua, preoccupato:
<< e Anna>>
<< è con lei...Sara non vuole andare in ospedale ne che si chiami un dottore, ha paura che suo padre possa rintracciarla...>>
E così scopro un'altro aspetto di quest'uomo incredibile.
Esplode.
Letteralmente.
E suoi occhi si riducono a due fessure tra cui scintillano due lame d'acciaio affilata e la voce si alza di un'ottava, dura, pericolosa.
<< Che cazzata enorme... se quell'uomo mette piede qui dentro lo sfascio...e poi lo denuncio.>>
E non ho il minimo dubbio che sia realmente capace di farlo!
Si volta verso Heater
<<Vai tu a chiamare il dottore? Io mi lavo e vado da loro...>>
non aspetta una risposta, si volta e sparisce in una porta alla sua destra, togliendosi la maglietta senza fermarsi e facendola cadere a
terra.
Rimaniamo io e Shun da soli, ma lui, evidentemente, ha altre idee ... Altre idee...
<< Hai mai visto nascere un bambino?>>
Credo che la mia risposta sia proforma... ne ho viste tante in questi ultimi quattro anni passati per la strada ma un parto mancava nelle
mie vaste conoscenze più o meno volute... ma credo che presto anche questa lacuna sarà colmata...
sento la mia voce che esce da sola:
<< No ma... c'è sempre una prima volta>>
Devo essere fuori di testa.
E neanche di poco.
Shun si china a raccogliere la maglia di Paolo e, con un sorriso enigmatico che dovrebbe preoccuparmi abbastanza, esce dalla stanza da
cui è uscita l'unica persona che è riuscita a stupirmi in questi ultimi quattro anni.
Come si può descrivere quello a cui assisto?
Dolore ? Sofferenza? Sudore?
Lamenti?
La ragazza che è stesa sul letto è giovanissima, avrà si e no 16 anni e i lineamenti stravolti dal dolore.
Attorno a lei ci sono due donne, una altrettanto giovane e una di un'età indefinibile, potrebbe averne benissimo 30, 35, 40...non sono
mai stato bravo in queste cose, quello che attira la mia attenzione è la dolcezza con la quale parla alla ragazzina stesa nel letto.
Dovrebbe farmi pena...sta soffrendo e si vede benissimo che muore dalla voglia di urlare con tutto il fiato che ha in gola.
Non ci riesco.
Non riesco a preoccuparmi ne a nascondere la mia indifferenza al suo dolore.
Il sudore la ricopre completamente, Shun si avvicina mentre io rimagno sulla porta con le mani in tasca guardando il loro abbraccio.
Non me ne importa.
Non potrebbe importarmene di meno.
Rilasso i pugni che avevo stretto fino a conficcarmi le unghie nei palmi, la donna si volta e mi guarda in silenzio.
Come l'aveva chiamata prima Paolo? Anna mi semba...aveva chiesto di una certa Anna.
Rimane per un istante a fissarmi senza muovere un solo muscolo...è l'urlo della ragazza che la distoglie bruscamente.
Finalmente sta urlando.
Almeno così può dare libero sfogo al suo dolore, un dolore che io posso soltanto immaginare... così come nessuno può lontanamente
intuire il mio.
Mi rendo conto che il dottore non arriverà in tempo...spero con tutto il cuore che sappiano quello che stanno facendo, se no per quella
ragazza non c'è nessuna speranza, nemmeno mezza.
E, come se Shun mi leggesse nel pensiero, (convinzione che nell'andare del tempo si farà sempre più forte in me) si volta e mi
guarda, serio in viso, poi fa con estrema calma:
<< non è la prima volta che assistono a un parto, stai tranquillo...>>
Non è la prima volta... ma dove sono capitato? Che gente è mai questa?
E me lo chiedo anche quando, dopo un' ultimo grido, nasce un esserino minuscolo e sporco di sangue.
Quando, dopo averlo ripulito, lo mettono fra le braccia della madre.
Quando mi ritrovo le mani sporche di sangue anche io...senza sapere minimamente come ci sono riusciti..
Come cazzo hanno fatto a farmi sporcare le mani di qualche cosa che sia sangue che dà la vita, non che la toglie.
Io non credo ai miracoli.
Non credo a nulla che non sia me stesso ma... quello che è successo assomiglia tantissimo a quello che chiamano miracolo.
Chiaramente quando arriva il dottore è tutto finito e lui si limita a visitare e dare le cure del caso alla ragazzina.
Non riesco a essere felice e ottimista come loro, come Anna, Shun e Heater... che futuro avrà questo piccolo?
Che speranze potrà mai avere un bambino che ha per padre suo nonno?
Quale?
Vorrei spaccare qualcosa, qualsiasi cosa va benissimo anche se la faccia di quel bastardo sarebbe l'ideale, colui che ha messo incinta
la sua stessa figlia.
Mi limito a lavarmi le mani insieme a Paolo e a seguire quest'uomo enigmatico in cucina.
Non ha aperto bocca.
Mentre tutti ridevano e piangevano davanti a quel... quel cosino urlante,,, mentre io guardavo le mie mani con sgomento... lui
stringeva i pugni fino a sbiancare le nocche, nello sguardo gelido una muta promessa a chi aveva causato tutto questo.
Una minaccia che solo un pazzo potrebbe sottovalutare.
La notte è appena scesa nella fattoria...questo è il mio primo giorno qui dentro.