ATTENDERSI

Il sole gioca sui capelli biondi di Hiragi accendendoli di mille riflessi dorati, i pochi studenti che sono già li a quell'ora assurda del mattino non possono fare a meno di guardarlo, quasi incantati da quei giochi di luce che illuminano ulteriormente un viso bellissimo.
Ma lui non se ne rende conto, ha le braccia abbandonate lungo i fianchi ed è appoggiato al muro dietro di sé, lo sguardo fisso sulla strada, in attesa di vederlo.
Di vedere il viso di Akane Tachibana, il suo sorriso strafottente, la luce che illumina quegli occhi scuri e profondi come la notte.
Vorrebbe anche risentire il suo sapore, c'è l'ha ancora sulla lingua, quel suo sapore dolce e fresco,assieme a quello della crema al cioccolato che si sono mangiati ieri pomeriggio.
Chiude un attimo gli occhi al pensiero della dolcezza di quella bocca ,quando li riapre la sua mente è già tornata indietro di quindici ore.
Ieri pomeriggio, a casa sua.
Dovevano vedere un incontro di basket alla TV.
In Europa c'erano i mondiali e si erano messi d'accordo per vederli insieme, visto che lui ha la parabolica.
I mondiali di basket, un pacco di biscotti e Akane accanto a lui… la fine del mondo.
Da quando ha scoperto che quell'impulsivo sbruffone di un Tachibana è diventato così importante?
Praticamente dalla loro prima zuffa.
Ma la certezza l'ha avuta quando Akane è andato a prenderselo per riportarlo al Kouzu.
Fu in quel momento che si rese conto che nessuno era importante, nella sua vita, come lui.
Se n'era andato perchè gli sembrava di essere stato abbandonato proprio da colui che lo aveva salvato da se stesso.
“Sindrome dell'abbandono”.
Probabilmente fu proprio per quel motivo che lasciò il Kouzu, come un bambino piccolo che fa tutte le cazzate di questo mondo per attirare l'attenzione degli altri.
Qualsiasi fosse il motivo la sua mancanza, ormai, era insopportabile.
Che sarebbe successo se Akane non fosse andato a riprenderselo?
Ringraziando il cielo non ha mai avuto una risposta  questa domanda.
E ieri, seduto con lui sul suo letto davanti ad un incontro entusiasmante, invece di esultare per le azioni degli atleti in campo, il corpo caldo  del suo compagno accanto a sé gli faceva un effetto molto, molto più coinvolgente.
Senza ombra di dubbio alcuno.
Quando la partita finì rimasero li a fare commenti per una buona mezz'ora, fino a quando quella testa calda, come suo solito, saltò su dicendo che stava morendo di fame.
Andarono in cucina per prepararsi uno spuntino e tirò fuori la crema alla cioccolata che aveva comperato il giorno prima.
Diede un cucchiaio a uno stupito Akane mentre lui iniziò a mangiarla con le dita.
Sorride divertito al ricordo della sua faccia, sembrava che avesse visto un mostro a tre teste e sei braccia… ma la sua indignazione era dovuta al fatto che doveva mangiarsela con un semplicissimo cucchiaio e non con le dita come invece stava facendo lui.
Detto fatto… in un secondo il famigerato cucchiaio era finito nel lavello e la mano di Akane completamente infilata nel barattolo.
Iniziò una specie di gara, ognuno dei due cercava di divorare più crema possibile anticipando così il compagno.
Chiaramente era più quella che finiva nei loro visi che non quella che mangiavano… ma si divertirono un mondo.
Fino a quando il barattolo fu completamente vuoto.
Allora si guardarono stupiti, riscoprendosi completamente sporchi.
" Ma guarda come ti sei conciato… sembri me quando avevo tre anni…"
" perché, dov'è la differenza? Ma ti sei guardato allo specchio?"
Si misero a ridere proprio come due bambini… almeno fino a quando negli occhi di Akane si accese una strana luce, una luce che non gli aveva mai visto prima, quasi famelica… che gli fece correre più veloce il sangue nelle vene.
Si avvicinò a lui e, con un dito, gli tolse un po' di crema dalla guancia, così vicino alla bocca da sfiorarla.
Hiragi sentì un tuffo nello stomaco, l'impressione che la pelle, dove lui l'aveva toccata, si fosse informicata improvvisamente.
" E' un peccato buttare via tutta questa crema".
La sua voce era così bassa da risultare irriconoscibile, gli tolse un altro po' di crema, questa volta sul labbro inferiore, soffermandosi ad accarezzarlo.
" Fermami se non vuoi che continui…"
Ma Hiragi era completamente concentrato su quelle dita che lo stavano toccando lentamente, vedeva la lingua che andava incontro alla crema e si sentiva andare a fuoco.
Non gli rispose ma si protese versi di lui e avvicinò il viso a quello di Akane fino ad accostare le labbra al suo mento.
Non riuscì a finire quello che aveva iniziato perché la bocca di Akane non glielo permise.
Si posò sulla sua con una dolcezza meravigliosa e cominciò a baciarlo lentamente, muovendo piano le labbra sulle sue.
Come se lo stesse assaggiando.
Hiragi sente il vento leggero che gli accarezza il viso, si passa una mano sui capelli, frustrato… ma perché non arriva?
Vuole assaggiare di nuovo quella bocca morbida, sentire la sua lingua che lo accarezza golosa, che lo divora come se fosse un barattolo pieno di crema.
Al cioccolato naturalmente.
Ma sa che questo non è possibile.
Non sono più a casa sua, al sicuro da sguardi indiscreti.
Certo che a lui, degli sguardi indiscreti, non gliene frega proprio niente.
Se fosse per lui lo abbraccerebbe anche adesso, lì, nel cortile della scuola, sotto gli occhi di tutti.
“Al diavolo… se fossi stata una ragazza nessuno si stupirebbe di una cosa del genere, forse mi avrebbero ritenuto un tantino sfacciata ma niente di più.
Dato che siamo due ragazzi però tutti ci guarderebbero scandalizzati… e forse qualcuno non si limiterebbe a guardarci”.
Infila le mani in tasca, frustrato.
Eppure, nonostante tutto, lui lo farebbe lo stesso.
Prenderlo tra le braccia e baciarlo senza pensare alle conseguenze,
già, le conseguenze.
Forse invece per Akane le conseguenze sono importanti, forse a lui dà fastidio essere additato e preso in giro dalla gente.
Forse…ma da quando in qua per Akane è un problema quello che pensa la gente?
In realtà non ne è così sicuro visto che ieri non ne hanno parlato.
Erano troppo occupati per parlare.
Hanno passato il resto del pomeriggio baciandosi e coccolandosi senza mai interrompersi, nemmeno per un secondo.
E adesso è lì, davanti a quel maledetto muro, attendendo il responsabile dei suoi pensieri, l'unico e il solo che gli ha fatto passare una notte completamente insonne, ricordando il calore delle sue braccia e il sapore della sua bocca.
Ed eccolo lì che arriva trafelato, correndo con il suo solito modo scomposto.
Sulla sua scia si intravede Sumire, stupita e senza fiato.
E adesso cosa farà?
Lo saluterà ostentando indifferenza o lo abbraccerà?
Potrebbe anche…
Non riesce a finire la frase che Akane si ferma davanti a lui, la camicia mezza sbottonata, spettinato e sudato.
“Deve aver fatto la strada correndo, dalla stazione, “
pensa con tenerezza, soltanto lui riesce a fargli provare simili sensazioni, alcune gocce di sudore gli scendono dalle tempie e Hiragi alza una mano per asciugargliele ma si ferma a metà gesto, rendendosi conto che non sono soli… è Akane che termina la sua azione afferrandogli il polso e portandosi la mano alla bocca per depositarvi un piccolo bacio.
Improvvisamente il sole sembra essere diventato più grande, illuminando di un bagliore accecante l'aria che c'è attorno a loro.
Sembra che tutti tacciano ma loro due non se ne rendono conto, troppo presi l'uno dall'altro.
-Hai corso come un pazzo… -
-quel maledetto treno era in ritardo… non arrivava mai…-
-E' mezz'ora che ti aspetto… perché accidenti non ti sei fermato a dormire a casa mia?-
- non me lo ricordo più… so solo che non ho chiuso occhio stanotte cercando di capire che ci facevo nel mio letto da solo quando volevo stare con tè…-
Si parlano sussurrando le parole quasi sulle labbra, completamente chiusi al resto del mondo.
Hiragi non saprebbe dire chi dei due fa il primo passo, quando cercherà di ricordarlo più tardi, durante la lezione di letteratura, potrebbe giurare che fu Akane ad avvicinarsi ulteriormente, cancellando i pochi centimetri che li dividevano ed incollando le labbra sulle sue.
Di certo ci sono soltanto le sue braccia sulla schiena, il suo respiro sul viso e la bocca che lo bacia come se non avesse aspettato altro per tutta la vita.
E lui infila le mani nei suoi capelli, sente il muro dietro di sé, il corpo di Akane premuto contro il suo e sospiro piano, accogliendo la lingua nella sua bocca, accarezzandola, intrecciandola alla sua, incuranti del resto del mondo.
Resto del mondo che però li sta guardando scandalizzati ed increduli.
-Ma che fanno quei due?-
-Non riesco a crederci, guarda lì…-
-Ma sono due ragazzi?-
-Qualcuno li faccia smettere per favore, che schifo…-
-Ci pensiamo noi, non ho mai sopportato i…-
Non riescono a muoversi… non si azzardano nemmeno a finire la frase, un muro umano formato da cinque ragazzi si mette tra loro e i due ragazzi abbracciati, guardandoli minacciosamente.
-Cosa vorresti fare tu? Dai, dimmelo… rendi partecipi anche noi, è un po' che non mi diverto…-
A parlare è stato Harumoto ma la sua espressione è tutto fuorchè divertita, Yamazaki fa un sorriso freddo come il ghiaccio e la sua voce è talmente decisa da far venire i brividi: - Smammate, via, aria, tagliate… per il vostro bene vi consiglio di cambiare strada d'ora in poi… loro non si toccano… chiaro?-
Perfino Sumire e Mika sono lì a difendere la tranquillità dei loro amici.
Finalmente quei due si sono decisi a mettersi insieme e nessuno deve azzardarsi a rovinare tutto.
Altrimenti li ammazzano.
Gli altri due intanto, incuranti del casino che hanno suscitato, continuano a baciarsi, ricordandosi di respirare soltanto quando rischiano di soffocare.
Quando suona la campana sono ancora lì, appoggiati a quel muro, con i loro amici che vegliano su di loro.

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