Oltre Il Muro Del Silenzio
CAPITOLO I
Il rumore della chiave che gira nella serratura supera quello della musica che accompagna Raphael nel suo solito giro notturno.
Tre giri a destra.
Chiavistello.
Serratura in alto a sinistra: altri tre giri.
In basso: anche le finestre chiudendo gli scuri nell’unica stanza della villa che adopera, oltre alla sua camera logicamente.
E alla cucina, regno di Anna.
Il resto della villa è sbarrato.
A lui basta quell’ala rimessa a posto… e il pianoforte di suo zio logicamente.
Guarda soddisfatto il suo lavoro, spegne la luce e chiude la porta dietro di se.
Và in cucina, prende la birra dal frigo e, mentre ritorna lentamente in camera sua ripensa ai rimproveri di Anna, la sua amica-governante-cuoca-coscienza che gli ordina di non bere troppa birra, soprattutto dopo cena… di frigo poi!
Vuole forse rischiare un blocco della digestione?
Lo fa morire quando parla così.
Peccato che se ne va prima che venga buio, completamente terrorizzata da quella villa.
E forse anche da lui, almeno un po’.
" No", si corregge mentalmente, " non da me ma dal mio nome.
Conte Del Santo Mainardi… spaventerebbe anche me al suo posto".
Sospira stancamente… da quando ha deciso di tagliare con le vecchie amicizie e con le ore passate a far niente con i suoi degni compari si ritrova solo, troppo solo… e questo lo sta seccando.
Perché, in paese, nessuno riesce a trattarlo come un amico.
Sa cosa pensano: Un ragazzo presuntuoso di ventun’ anni, figlio del Conte Del Santo e della contessa Mainardi che crede di poter diventare uno di loro… che follia.
Anna è l’unica che lo tratta amichevolmente, anche se non ne vuole sapere di fermarsi li per la notte.
Entra nella sua stanza, il fuoco nel caminetto sta per spegnersi, muove le braci e mette sopra della legna sottile… in poco tempo le fiamme lambiscono i legni, butta un pezzo più grosso, osservando affascinato come viene avvolto, lentamente ma metodicamente, dal fuoco.
Marzo sta finendo ma l’aria è ancora fredda e qualcuno prevede una nuova ondata di gelo.
Prima che la primavera prenda il sopravvento.
Cosa che lui aspetta con tutto il cuore.
Torna al computer e al suo esame.
Deve darlo fra meno di una settimana e non ha nessuna intenzione di farsi fermare da nessuno.
Nemmeno da quei maledetti rumori che terrorizzano tutto il paese.
Spettri o no lui darà il suo esame fra sei giorni esatti.
Alla faccia dei fantasmi.
O di chi per loro.
Chiude il computer all’una e se ne va a letto.
E’ nel dormiveglia che incomincia a sentirli… passi e scricchiolii che provengono dal piano di sopra.
Cerca di convincersi che sono i topi… ma Anna ha fatto fare una pulizia generale da una ditta specializzata e non c’è più traccia di quei deliziosi animaletti ormai.
Oppure può essere il vento che fa gemere gli alberi del parco e si infila tra le finestre ormai vecchie… deve ordinarne al più presto delle nuove.
Ma non riesce a convincersi pienamente.
Con un sospiro di sconforto si seppellisce sotto la trapunta ignorando tutto il resto e addormentandosi di colpo… nonostante gli scricchiolii.
A svegliarlo sono i cani che abbaiano proprio sotto la sua finestra.
Dopo pochi secondi sente la voce di Anna che finge di sgridarli… chiaramente neanche i cani ci cascano, infatti la risata solare della sua amica arriva a rallegrare una giornata che si preannuncia pesante… anche troppo con un esame alle porte e una serie impressionante di lavori da eseguire.
Si alza dal letto e, con occhi mezzi chiusi infila l’accappatoio visto che dorme completamente nudo da quando la sua memoria gli permette di ricordare, poi va ad aprire la finestra e si affaccia, , guardando lo spettacolo del fondo-schiena di Anna mentre tenta di togliersi i cani di dosso, ha sempre adorato questa parte anatomica dell’essere umano e il suo è veramente delizioso.
E’ messa a quattro zampe mentre Herta, la femmina di pastore tedesco comodamente appoggiata sulla sua schiena, gli sta mordicchiando i capelli.
Haico, ( il maschio ) è intento a leccare con avidità il viso.
Si appoggia con i gomiti sul davanzale e ridacchia divertito…
" che maniera di fare la guardia che hanno quei due… però devo ammettere che funziona, non può muoversi più."
- Che hai da ridacchiare Signor Conte?
Vuoi richiamare i tuoi cani così che io possa entrare?-
E lui smette di ridacchiare per ridere apertamente:
- E il rispetto per me dove lo metti? -
- Te lo dico io dove lo metto… appena convinco Haico che la sua compagna è Herta e non io…-
Và ad aprirle la porta che sta ancora ridendo, quasi sollevato per la totale mancanza di quel timore reverenziale che invece hanno gli altri del paese.
Appena è sulla porta i cani lasciano finalmente una stravolta Anna per andare a farsi coccolare dal loro adorato padrone.
Finalmente riescono a ristabilire la calma e Raphael si ritrova mezz’ora dopo seduto al tavolo dell’enorme cucina mentre beve il caffè mangiando una fetta di crostata appena portata da Anna.
Ed è in questo stato di grazia assoluta, con la bocca piena e l’anima momentaneamente in pace che Anna lo riporta bruscamente con i piedi per terra :
- Com’è andata la notte? Dormito poco, eh?…-
Lui finisce di masticare mandandole mentalmente un accidenti, poi si volta verso di lei che è indaffarata a pulire le verdure per la zuppa di mezzogiorno:
- No, non direi! Fino alle tre ho dormito come un ghiro… poi il pianoforte ha avuto la bella idea di mettersi a suonare da solo e allora si… devo ammettere che li ho avuto qualche difficoltà a riaddormentarmi. Per fortuna che verso le cinque ha smesso…-
Anna si paralizza all’istante lasciando cadere il coltello dalle mani, rimangono li, in silenzio per qualche minuto… fino a quando i coni ricominciano ad abbaiare come pazzi.
Il rumore di una macchina li riscuote e Raphael esce dalla cucina per vedere chi è che arriva a quell’ora indegna del mattino… e senza farsi precedere da una telefonata per di più… e rimane paralizzato dallo stupore.
I cani hanno smesso di abbaiare e stanno annusando le mani di una ragazza che è in piedi davanti a loro con i palmi rivolti verso l’alto.
E all’improvviso succede una cosa incredibile.
I cani si spalmano letteralmente per terra uggiolando a bassa voce… non era mai successo prima una cosa del genere.
Fa alcuni passi fuori dalla porta e la ragazza alza la testa di scatto allontanando dal viso i lunghi capelli che arrivano a sfiorargli la vita come uno scialle di seta nera e così facendo scopre un viso inconfondibilmente maschile.
Dove due occhi così neri da reggere il confronto con la più profonda delle notti lo stanno fissando in un perfetto silenzio.
" Bellissimo non ho mai visto nessuno così bello…"
Pensa Raphael a bocca aperta.
Un Euro-Asiatico con occhi a mandarla e i capelli neri, mentre il resto del viso è chiaramente Europeo.
Così come la carnagione candida.
" Da togliere il fiato…" pensa ammirato il conte.
- Posso avere l’onore di sapere il tuo nome?-
dice invece a voce alta.
- Hirojuki Damiani, ma può chiamarmi Hiro…-
Voce calda, morbida, quasi vellutata.
" Ti mangerei volentieri immediatamente "
pensa divertito Raphael,
-Raphael Del Santo Mainardi… ma puoi chiamarmi Raphy… dopo avermi detto cosa vuoi logicamente.-
una luce divertita brilla in fondo a quegli occhi pazzeschi mentre la sua voce rimane ferma:
- Cerco lavoro in cambio di vitto e alloggio.
So fare di tutto, dal giardiniere all’idraulico, aggiusto e riparo qualunque cosa.-
" Questo qui non può essere vero, è l’incarnazione di tutti i miei desideri " e a voce alta:
- Ma guarda che strano… proprio ieri pensavo che questo parco ha bisogno di essere sistemato urgentemente…-
e mentre decide di tenere saldamente accanto a sé quell’essere stupendo un colpo fortissimo che proviene dal piano superiore lo fa gelare.
Insieme a una nota che esce dal pianoforte.
Una soltanto.
La settima.
Un SI.