Perdonare è ritrovare le chiavi della propria prigione

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Le forze stanno per abbandonarti.
Sento tra le mie dita che la vita sta per lasciarti.
Lasci che le mani che stringevano i miei polsi per allontanarmi da te scivolino giù lentamente e abbandoni il viso sulla spalla.
E la rabbia che provavo fino a un secondo fa scema lentamente insieme alle tue forze.
Cosa stavo per fare?
Che cosa?
Alzo lo sguardo e mi vedo riflesso nello specchio.
Chi fra noi due è il mostro?
Tu che mi hai tradito o io che ti sto uccidendo?
Allontano le mani dal tuo collo lentamente e i segni scuri lasciati dalle dita sono come uno schiaffo in pieno volto.
Chi è il mostro tra noi?
Chi?
Non piangi, inizi a tossire mentre io rotolo via da te e mi rannicchio contro il muro.
Il mio sguardo vuoto, assente quando ho alzato gli occhi dal tuo viso e li ho fissati nello specchio.
Come si può perdere così la ragione?
Come?
Lentamente smetti di tossire e ti volti verso di me.
Dolore.
Nel tuo sguardo c’è un immenso dolore.
Acuto e consapevole.
Eri disposto a morire pur di espiare la tua colpa.
Colpa.
Ricerco nella mente le immagini del tuo tradimento ma…non vengono.
Non riesco a trovarle.
Notte buia e profonda.
Dov’è il mio dolore per quello che ho visto?
Mi hai detto che tu non mi hai mai tradito, eppure io so quello che ho visto.
Eri sincero?
Che vuol dire che non mi hai tradito?
Ti avvicini a me gattoni, ti fermi ai miei piedi e ci appoggi sopra la testa, accucciandoti li davanti.
Credimi”.
Solo questo.
Mi chiedi fiducia.
Chiedi di non credere a quello che ho visto ma solo a quello che provo per te.
Io non ti ho mai tradito.
Quello che hai visto non è quello che io ho fatto.
Se aspettavi un attimo, se arrivavi un secondo più tardi te ne saresti reso conto.
Io ti amo, credi a questo.”
Tu mi ami.
Quello che ho provato quando ti ho visto è stato devastante.
Mi sono sentito morire, in un solo secondo ho perso tutto quello in cui credevo.
Perdonami”
Un soffio sulla mia pelle.
Per non averlo fermato in tempo.
Per non essere stato capace di capire quello che volava fare.”
Perdonami.”
Mi metto a sedere e ti trascino con me, rimani ai miei piedi e i lividi sul tuo collo mi fanno morire un po’ di più.
Ricordo all’improvviso le parole che ho letto nel libro di poesie di mia madre:
// Perdonarsi è ritrovare le chiavi della propria prigione//
E sento il nodo che mi stava soffocando sciogliersi lentamente.
Inizio a piangere mentre la notte che attanagliava il mio cuore si allontana.
Sento le tue braccia stringere le mie gambe ancora più forte e riesco a dire mentre continuo a piangere:
Raccontami…”
E tu, fra le lacrime, inizi a parlare.