Il Risveglio Del Ghiro
Tutto
tace attorno a loro.
La piccola casa di pietra e di legno è stata costruita almeno cent’anni fa ma
la recente ristrutturazione l’ha resa incantevole.
Shun non riesce a smettere di sorridere, assolutamente e totalmente felice.
Non c’è nulla che non vada li dentro.
Sono arrivati da poche ore e già a lui sembra di essere li da sempre.
Ha fatto la cosa giusta.
Ne è certo.
E’ venuto li con Hyoga accettando il suo invito silenzioso.
Non gli ha detto nulla.
Di fatto lui non ha aperto bocca.
L’ha soltanto guardato, in silenzio, dicendogli che aveva il permesso di andare per una settimana a “casa” sua.
Dove era cresciuto e dove aveva lasciato parte della sua anima.
Il suo sguardo però era più eloquente di mille parole.
“ Vieni”, continuava a dirgli.
“ Vieni con me”.
E lui aveva sentito il suo richiamo silenzioso e aveva accettato.
Quella casa non era sua chiaramente, gliel’avevano affittata ma seguendo le sue precise indicazioni.
Così la voleva, fatta in quel preciso modo.
Proprio li, in quel luogo, lontano da tutti e da tutto.
Ed era stato ascoltato.
Hyoga intanto osserva in silenzio il suo fratellino mentre guarda, incantato, tutto quello che c’è attorno a loro.
Hanno bisogno di pace, si silenzio.
Ma a chi vuol darla da bere?
Lui ha bisogno di pace, di silenzio…e di Shun.
E non in quest’ordine.
Sente che dentro di se qualche cosa si sta risvegliando, come se finalmente la primavera avesse fatto una piccolissima breccia anche nel suo cuore perennemente avvolto dall’Inverno.
Dopo Hades si era chiuso in un silenzio antico, fatto di nostalgia, di dolore,di ricordi che non sarebbero tornati mai più.
E di parole mai dette.
Vedere il suo maestro andarsene così era stato straziante.
Ma ritornare lo era stato ancora di più.
La vita che sta cercando di riprendersi in mano non la riconosce e fra tutti, l’unico che voleva accanto, è lui, Shun.
L’unico vero motivo che lo tiene ancora saldamente ancorato al presente.
Tra loro nulla è cambiato, nulla.
Basta uno sguardo, un’inclinazione della voce, della testa… e l’intesa torna perfetta.
Immediata.
Si sentono ancora come una volta.
Si leggono nel cuore, nell’anima, nella mente senza bisogno di parlare.
Come se nulla fosse successo.
Come se non fossero appena stati negli inferi e non ne fossero usciti vivi.
La prima notte arriva con il suo chiaro mistero.
Le notti bianche.
A dire il vero sono appena rosate, non sono nel circolo Polare.
Ma l’effetto di quelle ore che sono destinate all’oscurità e che invece per una parte dell’anno imbiancano il paesaggio hanno un effetto, su chi le vede per la prima volta, unico.
Hyoga osserva sul viso del suo amico tutte le emozioni profonde che riempiono il suo animo, turbato da tanta bellezza.
Hanno appena cenato e adesso sorseggiano una tisana alle erbe, davanti alla finestra , seduti sul folto tappeto di lana.
La neve e il ghiaccio ricoprono ogni cosa e quel rosa di cui il cielo è dipinto fa sembrare tutto come se fosse preso di peso da una favola.
Come se fossero loro stessi dentro a un libro di favole.
Di quelle “buone” però, dove non ci sono cattivi e regna sempre, sovrano, l’amore.
Ne hanno bisogno, ne hanno un bisogno quasi disperato di amore e di pace.
E li la troveranno, “volente e nolente” mormora tra se Hyoga, con l’accenno di un sorriso sul volto.
Il primo dopo tanto, tanto tempo.
“Le cattive abitudine sono dure a morire…” pensa divertito.
Ad un certo punto sente Shun che si irrigidisce al suo fianco, guardando un punto preciso davanti a lui.
Gli toglie di mano la tazza che ha traballato pericolosamente… e cerca anche lui qualcosa nella neve candida davanti a se:
<< Hyo…guarda bene in quel punto tra gli alberi… guarda attentamente…è un lupo bianco.
Lo vedi?>>
La sua voce è appena un sussurro, quasi avesse paura di disturbare e far scappare così il bellissimo lupo che sta guardando qualcosa davanti a lui.
<<Non sta guardando verso la casa ma se si è spinto fin qui la fame deve essere grande.
Difficilmente arrivano così vicino all’uomo.>> sussurra Hyoga, contagiato forse dall’atmosfera che Shun ha creato così bene.
Un movimento alla sua destra fa capire che cosa stesse puntando: un coniglio candido.
Il lupo scatta veloce e nello stesso momento anche il coniglio lo fa.
Scompaiono alla loro vista, lasciandoli a bocca aperta.
Il cigno si volta verso Shun… forse la scena lo ha turbato… forse…ma la sua espressione è talmente serena da rilassarlo immediatamente.
La natura.
Tutto ciò fa parte della natura e solo lei regna sovrana in queste candide nevi,
e questo da a ogni cosa la sua giusta dimensione.
<< aveva fame, povero piccolo…>> la voce è un sussurro appena udibile mentre appoggia la testa castana sulla spalla di Hyoga che ha un sussulto impercettibile.
Solo lui poteva chiamare “povero piccolo” un lupo.
La sua mano sale fino al viso, si spinge in una lieve carezza, e poi va ad appoggiarsi sulla spalla.
Che pace immensa.
Perché ha aspettato così tanto?
Che cosa aspettava alla fine?
<< si, aveva fame, l’unico motivo per cui fa una cosa simile è questo…>>avvicina la testa alla sua e appoggia le labbra sulla testa, in un bacio tenerissimo, un profumo di aghi di pino lo assale
<< se l’uomo potesse imparare…>>
<<Hyoga…l’uomo forse non imparerà mai, per questo noi dobbiamo vegliare per lui>>
cerca una giustificazione anche dove giustificazione non c’è, è questo che glielo fa amare così.
Amare… fa sua questa parola.
Amare.
Di nuovo.
Non l’amore per il suo maestro.
Ne l’amore per la sua Dea.
O quello per i suoi fratelli.
No.
Questo amore è diverso.
E’ l’amore verso colui che ti sei scelto dalla notte dei tempi, colui che ha la chiave per la tua anima.
Lo stringe di più a se e Shun alza la testa leggermente, quel che basta affinché il biondo cavaliere riesca ad arrivare alle sue labbra.
E sfiorarle, leggere.
<< Hyo… ce l’hai fatta? Sei riuscito a risvegliarti? Ho sempre avuto l’impressione che dentro di te, nella parte più profonda della tua anima, dove risiede la nostra capacità di amare, tu avessi rinchiuso la tua gioia. Ad ogni cosa che tu facevi mancava sempre qualcosa, lo sentivo. Ma non sapevo come fare per aiutarti.>>
Hyoga ha un fremito. Lo sapeva.
E’ riuscito a leggergli nel cuore.
Soltanto lui era in grado di farlo.
Con l’altra mano libera gli afferra il mento e lo volta decisamente verso di se.
Questa volta il bacio non è uno sfiorarsi leggero di labbra ma un possesso vero e proprio.
Va in profondità, cerca la sua vellutata carezza, il suo sapore unico, inebriante.
E sente il dolce abbandono di Shun che si da a lui con totale e incondizionato amore.
<< Tu hai fatto tutto quello che potevi per aiutarmi, facendomi vedere che cosa è la vera gioia, il vero amore>>
continua a depositare baci su quelle labbra tutte sue mentre continua a parlare, quasi sottovoce.
<< anche quando sembrava che la disperazione dovesse prendere il sopravvento.
Anche quando non c’era nessun motivo di gioire…>> Shun si volta completamente nelle sue braccia, il cuore avvolto da una felicità che in fondo non aveva mai perso.
Che lo induceva a cercarla anche nel cuore di chi gli stava accanto da sempre.
<< Ogni risveglio porta con se un po’ di rimpianto e un po’ di dolore… la cosa importante è far si che l’amore sia più grande di tutto.>>
La notte rosa continua ad avanzare, abbracciando i due ragazzi stesi a terra, sul tappeto.
Mentre il caminetto accanto a loro consuma i legni in un abbraccio senza fine.
Come il loro.