Se sai, se puoi, se vuoi

Tu mi hai chiesto tempo... TU, Shun, il piccolo Shun... quello che ha giurato di amarmi per tutta la vita mi ha chiesto... tempo!!!
Tempo per cosa poi? Per riflettere su noi due... per capire... che cosa?
Ma adesso basta, voglio andare fino in fondo e il fondo è già toccato ormai.
In fondo alla malinconia dei tuoi occhi.
Al tuo silenzio che mi avvolge, lento ed invadente e rende amara l'aria che respiro insieme a te.
Perché sta andando così?
Perché ti stai allontanando da me in questo modo?
Chiudo gli occhi ed inspiro profondamente, l'aria fresca del mattino riempie i miei polmoni ossigenandomi il sangue.
Il tuo viso dolcissimo mi riempie la mente e il cuore... i tuoi occhi verdi, profondi e immensi che sono lo specchio della tua anima.
Puliti e sinceri, proprio come te.
Sei una delle poche persone in cui la bellezza esteriore rispecchia perfettamente quella dell'anima... e proprio io ho avuto la fortuna di incontrarti ...fortuna maledetta adesso che sento che ti stai allontanando da me.
Com'erano disperati quegli smeraldi purissimi quando Ikki ti diede un'altra delle sue delusioni: l'ennesima.
Comincio a camminare lentamente mentre i ricordi diventano i padroni dei miei pensieri.
Forse sono troppo severo con Ikki, ama profondamente Shun ma il suo amore è diverso da quello che Shun nutre per lui, è più possessivo, più adulto forse.
E molto poco fraterno.
E' per questo che ogni tanto se ne andava... lo so, ne sono sicuro!
Quando il desiderio per Shun superava il suo controllo lui semplicemente... se ne andava il più lontano possibile !
Così come ha tentato di spaccarmi in mille pezzi quando ha saputo che io e Shun eravamo insieme.
Insieme... e, come un flash, arriva veloce il ricordo di quel pomeriggio incredibile, nella sua stanza, quando lo tenni tra le braccia e confortai il suo pianto disperato all'ennesima partenza di Ikki, un pianto che veniva dal cuore... dal più profondo del cuore e sembrava non dovesse avere mai fine.
Fu quella volta che gridai per dirgli di noi... per urlargli che non era solo, non lo era mai stato e mai lo sarà!
Il suo viso in quel momento... o Athena... era un concentrato di stupore, incredulità... e speranza... in fondo a quegli occhi colmi di dolore brillava ancora, incessante, la fiamma della speranza e lui vi si aggrappava tenacemente, non ancora sconfitto.
E io che stentavo a riconoscermi... io, il freddo e gelido Hyoga, il padrone dell'energia fredda, capace di dare la morte senza tentennamenti... stavo gridano a un ragazzino dagli enormi occhi verdi che io non ero "niente" e che mai lo avrei lasciato solo!
"Non ho più niente..."mormorava tra le lacrime un attimo prima,
l'attimo dopo era fra le mie braccia, con il viso premuto contro il mio torace, mentre cercavo di infondergli un po' dell'amore che nutrivo per lui, della sicurezza per il futuro... per il NOSTRO futuro,
insieme.
Ma tutte le parole che volevo dire rimasero congelate li... nella mia bocca... fosti tu a parlare... allora come adesso,
< Facciamo un viaggio...>
ricordo che ti guardai stupito... fin da quella prima volta riuscisti a leggere nella mia mente, allora come adesso.
Tra lo stupore generale ci diedero il permesso di farlo... un viaggio noi due soli, per cercare di scacciare la tua malinconia ufficialmente.
Per capire se quello che c'era fra noi era amore ufficiosamente.
Scendemmo fino al mare e io ti lasciai parlare a ruota libera, finalmente senza più barriere ne occhi o orecchie indiscreti:
<Presto l'acqua non avrà più  confini > dicevi
< guarda il mare... scenderemo fino alle terre antiche del sud... e saliremo fino agli estremi confini del nord>
i tuoi occhi intensi e profondi mentre aprivi la tua anima e il tuo cuore , se ancora non ti amavo mi sarei innamorato di te in quel preciso momento:
<guarderemo la gente negli occhi, occhi più grandi e senza età, occhi puri e innocenti, senza rancori ne odio ne vendetta.
E nel tramonto avranno colori audaci... e nuove intense voci... per te>
Eri un essere nuovo, una creatura che veniva alla vita davanti ai miei occhi, sempre pura si, sempre cristallina... eppure così diversa e sconvolgente da incantarmi... come se fossi bambino davanti alle mie prime aurore boreali.
Poi quell'osservarmi che non ricordai d 'aver mai visto prima nei tuoi occhi... il cuore che aumentava i battiti vertiginosamente, l'affanno del respiro che usciva dai polmoni troppo precipitosamente...
Soltanto tu eri capace di annullare così il mio autocontrollo... e lo sei tutt'ora!
Com'erano morbide le tue labbra... ci siamo assaggiati appena, uno sfiorarsi lieve e dolce, gli occhi negli occhi,
aperti per non perdere nemmeno uno sguardo, un frammento d'infinito che si specchiava in quei laghi profondi.
Ed è stato in quel preciso momento che ho perso la testa... irrimediabilmente e irreparabilmente!
L'ho persa quando ho sentito la punta della tua lingua lambirmi la bocca, l'ho persa nel miele dolcissimo del tuo sapore... insieme a te.
Il luogo, l'ora... nulla aveva importanza se non quell'unione totale e immediata che stavamo provando, quello scambiarci i respiri, l'anima, il cuore... la vita stessa.
Ci fermammo appena in tempo, la luna ormai aveva preso il posto del sole e noi non ce ne eravamo nemmeno accorti!
Tornammo indietro tenendoci per mano, fermandoci di tanto in tanto per baciarci dietro qualche albero, irriconoscibili nella passione  che bruciava ogni nostro gesto.
E poi l'amore al chiuso della nostra stanza... avevi voluto che ne prendessimo una sola per tutti e due, piccolo dolce Shun che sapeva sempre che cosa fare nei momenti più importanti.
Dolce amore mio che ti offrivi ai miei baci e alle mie carezze con una sensualità senza limiti , una passione senza freni ne inibizioni.
E finalmente ogni cosa andò al suo posto, io trovai il mio tra le tue braccia e non avevo intenzione di perderlo... mai più.
Essere dentro di te... trovarmi racchiuso nel tuo calore, sentire le tue braccia attorno a me.
Era questo quello che avevo sempre desiderato... soltanto in quel momento me ne resi conto.
Soltanto tra le tue braccia.
Un pianto sommesso mi riporta bruscamente al presente, mi fermo improvvisamente voltandomi attorno per scoprire la provenienza di quei suoni e ti vedo... sei accovacciato per terra accanto ad un albero, semicoperto dalla vegetazione rigogliosa, le spalle scosse da un pianto profondo e sincero... mi avvicino silenziosamente ma tu alzi la testa di scatto e mi vedi arrivare... scuoti la testa alzando le mani davanti a me, per respingermi?
Non importa, non mi fermo, avanzo lo stesso e mi inginocchio davanti a te afferrandoti per le spalle e scrutando dentro quegli occhi di giada che si spalancano, colmi di lacrime, di dolore.
E ti abbraccio di nuovo, ancora come allora, come un anno fa in quella stanza buia, per consolare il tuo dolore, la tua sofferenza... per farti capire che non sei solo... non lo sei mai stato ne lo sarai mai, finche io avrò vita.
Prego Athena silenziosamente perché mi aiuti, perché mi suggerisca le parole giuste da dire mentre ti allontano leggermente, quel tanto che basta per afferrarti il viso con le mani e soffiarti a un centimetro dalle labbra:
< se sai che cosa sta succedendo allora puoi domandarmi... o spiegarmi che cos'è che ancora fa violenza a noi.
Se soltanto lo vuoi amore mio... posso ancora chiamarti così?>
Lo scruto in fondo agli occhi accarezzando la pelle delicata delle guance con i pollici e quello che vedo mi fa continuare, pieno di speranza:
< Non voglio perderti, non ho nessuna intenzione di stare a guardare mentre mi allontani dalla tua vita... rivoglio il tuo viso accanto al mio la mattina quando mi svegli, voglio riconoscere la passione che si accende quando ti sfioro soltanto... se ho fatto qualche cosa che ti ha offeso, che ti ha allontanato così da me... dimmelo, ti prego.>
Non c'è più bisogno di dire altro, mi butti le braccia al collo stringendoti forte contro di me... il viso rigato dalle lacrime che non riesci ancora a fermare, mentre la tua voce scossa dai singhiozzi mi lacera il cuore:
<i tuoi silenzi... ultimamente i tuoi silenzi mi hanno... mi hanno... eri così distante... sembravi così freddo e io... ho avuto...>
appoggio le mie labbra sulle tue, è colpa mia, come sempre... questo mio maledetto carattere, questa mia gelida facciata che tiene lontani i miei reali sentimenti anche quando non vorrei...
< ma tu sei sempre andato oltre... tu hai saputo sempre leggere al di là della mia esteriorità...> e mentre lo dico mi rendo conto del mio egoismo... io pretendo che tu mi legga dentro, mi capisca al primo sguardo per non dover fare la fatica di cambiare...
< E' così difficile a volte Hyoga... così difficile ...>
Cancello ogni altra parola con i miei baci che asciugano le tue lacrime mentre mormoro sommessamente
< Se vuoi la strana nostalgia che può distruggerci si disperderà... se soltanto lo vogliamo amore mio...>
E la tua risposta si perde nel sospiro che riempie la tua voce, nel sorriso che si affaccia sul tuo viso dolcissimo... mai più sarò la causa del tuo dolore, lo giuro... sulla mia stessa vita!
Mai più.
Dolce compagno mio.