Sotto Lo Stesso Cielo
Seiya
Un pensiero felice.
Una stella per ogni pensiero felice.
Non ricordo dove l’ho letto ma è una frase che mi è sempre piaciuta… guardo Shiryu accanto a me
mentre finisce di bere il suo tè.
La giornata sta finendo e un tramonto splendido fra poco colorerà di rosso il cielo, regalando un po’ di serenità all’anima tormentata di chi sta ancora lottando dentro se stesso per ritrovare la pace.
Shiryu è in piedi davanti alla finestra e guarda assorto lo spettacolo che la natura sta per regalare a chi avrà occhi per saperlo guardare.
Volta la testa e il suo sguardo corre sul mio viso come se mi avesse sentito, come se avesse sentito la mia domanda silenziosa, quella che la mia anima gli grida da quando ho aperto gli occhi nel letto dell’ospedale e lui c’era.
Era li che mi guardava, serio, silenzioso.
Prezioso.
Così io do voce ai miei pensieri e la mia domanda prende corpo tra noi:
<< Shiryu…>>
si protende quasi verso di me, attento… gli occhi due profondità inesplorate, continuo cercando di non perdere ogni minima espressione del suo volto
<< Qual è il tuo pensiero felice?>>
alla fine non ce l’ho fatta.
Non sono riuscito a fargliela la mia domanda.
Ma lui sembra aver capito…
e il suo viso si trasforma in un sorriso …strano.
Quasi dolce.
Come se stesse per aprire la sua anima.
La sua voce si perde dentro se stesso.
Possiamo noi sperare ancora?
Nella parte più pura di noi stessi abbiamo ancora un pensiero felice?
Uno solo?
Shiryu
Ogni volta mi stupisce sempre più.
Come si può rispondere a una domanda del genere senza essere banale?
Senza scoprirsi troppo?
Lo guardo con indulgenza…
È sepolto in una poltrona più grande di lui.
Ancora pallido, ancora debole ma con una luce così grande negli occhi…così grande…
Debole nel fisico forse…ma non nello spirito.
E nemmeno nell’anima.
Sta aspettando una mia risposta.
Potrei dirgli la prima cosa che mi passa per la testa.
Potrei certo.
Se non fosse che quegli occhi mi stanno guardando con una serietà che nessuno di quelli che sono la fuori e che stanno così poco a giudicare, saprebbe capire.
E sono occhi che esigono la verità.
Che se la sono guadagnata.
Gli voglio bene.
Che cosa c’è di più giusto di questo?
Ho combattuto insieme a loro per dare un’altra possibilità all’umanità.
Ho cercato la giustizia … e la speranza per poterla alimentare.
Solo Athena sa quanto mi è costato lasciare tutto per seguire la mia strada ed andare fino in fondo.
E adesso che sono qui, adesso che siamo qui, dopo l’ultima terribile battaglia guardo Seiya in tutta la sua fragile umanità.
Lo guardo e in lui vedo il cavaliere che non si arrende mai, nemmeno davanti alla morte.
In quel corpo avvolto dalla coperta c’è tutta la dignità di un essere umano che ha dato tutto ciò che aveva per permettere all’uomo di continuare a vivere.
Ma c’è anche colui che è diventato così importante per la mia anima da mettere in secondo piano ogni altra cosa.
Ogni altra cosa che non sia lui.
Il suo viso.
I suoi occhi immensi.
Il suo coraggio.
La sua umanità.
Il suo essere sempre se stesso nonostante tutto quello che ha attraverso e che attraversa.
E che attraverserà.
Mi siedo sui talloni per essere all’altezza dei suoi occhi e, dopo aver messo giù con attenzione la tazza ormai vuota, prendo le sue mani nelle mie.
Sono caldissime.
Così piccole… così forti.
Lui attende, senza respirare quasi.
E il suo viso si illumina appena io inizio a parlare:
<< Sei tu.
Il mio pensiero felice sei tu>>
Sospira lentamente… come se si fosse tolto un peso immenso dal cuore.
Mentre si lascia andare contro di me, il viso sulla mia spalla, le spalle contro il mio torace.
E il capo che sfiora la mia bocca.
Lo sento mormorare appena…
<< possiamo ancora essere felici noi?
Lo possiamo sperare?>>
Seiya
Non risponde subito, come fa sempre del resto.
Lui soppesa ogni singola parola, ogni pensiero prima di lasciarlo libero.
So che la frase appena pronunciata potrebbe apparire fuori luogo e quasi blasfema detta da me.
Da chi ha lottato contro gli Dei stessi per permettere che gli uomini fossero ancora felici…
Ma io so quello che dico.
E so anche che Shiryu ha capito.
Noi che abbiamo attraversato gli inferi e abbiamo dato la morte ad altri cavalieri.
Noi che abbiamo nel corpo e nel cuore le cicatrici dell’inferno appena attraversato…
Abbiamo ancora il diritto di essere felici?
Lo abbiamo quel diritto o lo abbiamo perso con la morte di Hades?
Con la morte dei dodici cavalieri d’oro?
Loro che sono morti perché noi potessimo vivere?
All’improvviso ci rendiamo conto che la stanza è completamente avvolta dal fuoco del tramonto.
Una profusione di rosso e di oro incendia il cielo ed entra nella stanza dalle grandi finestre.
Ci guardiamo di nuovo… stupiti.
Il mondo va avanti lo stesso.
Senza le nostre domande.
Con o senza di noi.
Ogni giorno il sole si alza e regala una nuova alba annullando le tenebre.
Ogni sera la notte ritorna… dopo aver lottato fino all’ultimo per non soccombere.
E noi che facciamo?
Ci lasciamo sconfiggere dai nostri fantasmi?
E’ la sua voce che mi risponde, la voce di chi è sempre rimasto al mio fianco, giorno dopo girono.
E anticipa la mia di un millesimo di secondo…
<< Lo dobbiamo.
Noi dobbiamo essere felici… e soltanto se staremo insieme ne avremo la possibilità…>>
Sento le sue labbra che si posano sui miei capelli, calde.
Sicure.
Si.
Fino a che staremo insieme la felicità sarà nostra.
E questo è già molto.
Questo è tutto.