Un Tappeto Di Foglie Sotto Un Cielo D'Autunno
L’autunno è alle porte.
Alzo gli occhi e guardo il cielo che si sta chiudendo inesorabilmente.
Non so se mi piace l’autunno.
Io non sono uno che ama particolarmente il caldo ma… in autunno il cielo è spesso chiuso, iniziano le stagioni della pioggia e tutto il mondo si prepara all’inverno.
C’è…tristezza, ecco.
Si, tristezza e solitudine.
E tanta, tanta malinconia.
Da qui riesco a vedere bene tutto quello che succede sotto di me.
E attorno.
Lo percepisco soltanto, è chiaro.
Io non ho più occhi…quindi non posso vedere con quelli.
Tutto quello che faccio è percepire…eppure certe volte la mia percezione è perfetta.
Certe volte io mi “vedo” qui, seduto su questo ramo, in questa collina dove ho trovato la morte …e dove sto cercando una ragione per lasciare tutto e seguire la via per…per dove non so.
Oh certo…ci hanno detto così tante cose sull’aldilà.
Sull’Ade, sui campi Elisei che attendono chi muore da eroe…
O i giusti.
Io chi sono però?
Perché allora mi trovo qui?
Sono morto bambino, ucciso da chi doveva proteggermi e crescermi, dovrei essere senza ombra di dubbio nei campi Elisei allora.
E invece sono qui.
Non ho più un corpo.
Bene…così nessuno può più usarmi.
Non ho più delle mani.
Ne delle gambe.
Non ho più nulla.
Solo odio e stanchezza.
Sono stanco di odiare.
Vorrei trovare la pace.
Delle voci note accompagnate dal rumore delle foglie secche che vengono calpestate altera la calma del luogo.
Il cielo che prima minacciava pioggia adesso sembra concedere un po’ di tregua e un raggio di sole si sta facendo strada tra le nuvole grigie.
Mi sposto a terra e mi siedo nel luogo preferito dei cinque ragazzi che si sono incontrati qui.
Sono gli stessi di ieri.
Li osservo attentamente… quello che mi aveva colpito di più è accanto al il più grande dei cinque, almeno fisicamente, e quello biondo, con quegli occhi così chiari che sembrano cielo.
Si siedono per terra, sul luogo più alto di questa collina e guardano con attenzione quello che succede sotto di loro.
La gente che da quassù sembra così piccola.
E poi parlano.
Parlano di un fatto accaduto un anno fa, di undici cavalieri d’oro che sono morti per far vivere il mondo.
Per far trionfare la giustizia.
Affinché la speranza non muoia mai.
Questo hanno detto ieri, è per questo che lo so.
Per la giustizia… e perché io sono morto?
In fondo, allora… il male dalla terra non hanno tolto questi…cavalieri.
Shun, così si chiama il ragazzino che piace a me, si appoggia con tenerezza sulla spalla del ragazzo biondo, Hyoga, che lo abbraccia immediatamente, protettivo.
Anche il più grande lo abbraccia e rimangono così tutti e tre, uniti.
Io non ho mai avuto un’amicizia del genere.
Mio p…lui non me lo ha mai permesso.
Un po’ li invidio…ma è un’invidia …triste.
Per ciò che io non ho mai avuto e mai avrò.
Seya…\\come so i loro nomi?
Li leggo nelle loro menti.
Posso penetrare dentro di loro e sapere…e leggere tutto.
Ma non lo faccio quasi mai…perché mi sembra di violare un’intimità che non è mia.
Solo con quell’uomo lo facevo… e lo faccio.
Notte dopo notte…per torturarlo e rendere almeno le sue notti un inferno.
Così’ come lui ha reso la mia vita un lago rosso di disperazione.
Ma adesso non ce la faccio più.\\
Seya si appoggia al ragazzo con quegli splendidi capelli lunghi.
Sembra sentito dalla camminata… messo alla prova.
Sta male ma è voluto venire lo stesso.
Il ragazzo Cinese non lo abbraccia come gli altri due con Shun ma… sorride dolcemente e io sento che potrei scoppiare in lacrime qui, in questo preciso momento.
Se soltanto avessi gli occhi per farlo.
Quanto amore c’è tra loro.
Quanto.
La voce di Shun scava gallerie inesplorate nel mio essere…
<< Li sentite? Sono tutti qui…>>
Shun
\\ Si, io li sento,
Sono tutti qui, con noi.
La loro anima, la loro essenza è sempre rimasta accanto a chi spera ancora.
Con chi fa della speranza il suo scopo principale…la sua ragione di vita.
Quanto è malinconico Settembre?
Chi lo dice?
Chi trova nell’autunno solo tristezza e disperazione.
Settembre è anche la vita che riposa sotto le foglie.
Settembre è la natura che si prepara al lungo riposo invernale.
E’ il mese in cui sono nato…è anche il mese di Shaka…
<< Shaka… domani è il suo compleanno…>>
la mia voce rompe il breve silenzio che si è creato.
Breve perché io l’ho rotto per primo…ma non certo pesante.
C’è una complicità tra noi che mai ci ha abbandonato, ma che in quest’ultimo anno è più forte che mai.
Sento Ikki sospirare, mentre il viso del Santo della Vergine riempie le nostre menti.
<< Shaka… la forza interiore e l’equilibrio…>>
le nostre voci si rincorrono su questa collina, mentre il vento tiepido si alza leggero.
Un sospiro di nostalgia… di malinconia forse.
Ci mancano tutti.
Come fare per trovare le parole?
Ci sono poi parole adatte per descrivere quello che ti agita nell’anima?
Il vento si alza più forte e per un attimo mi avvolge.
Che vento strano… è come se…
Come se… volesse parlarmi. \\
Cos’è quello che provo per questo ragazzo?
Shun è quanto di più vicino all’amore io conosca.
Io, che nella mia vita ho conosciuto soltanto dolore e odio accanto a questo ragazzo così giovane, questo ragazzo dagli occhi così profondi e pieni di ombre, pieni di luce… accanto a lui mi sento al caldo.
Come se lui volesse proteggermi da tutta la disperazione che ha sempre fatto parte della mia vita.
Se mai io conoscessi il significato della parola “amore” credo che potrebbe assomigliare a quello che io provo per lui.
Creatura pura e innocente.
Hyoga, il ragazzo biondo,lo stringe in un abbraccio possessivo per un
attimo, per poi lasciarlo a malincuore…come lo capisco.
Vorrei far parte di lui per non doverlo lasciare mai più.
Ma la voce profonda di Hyoga mi distoglie dal suo pensiero e, una volta di più, capisco quanto è profondo il loro legame con quei cavalieri che non ci sono più.
<< Hai ragione Shun >> e nel dire questo i suoi occhi assumono una tonalità strana…quasi violetta,
<< Sono qua tutti quanti, non solo Shaka.
Sono qui come maestri.
Il loro esempio e il loro insegnamento non ci abbandonerà mai…>>
Hyoga
\\ … alzo gli occhi dal volto del mio cucciolo e guardo il cielo.
Quanto amo questa collina.
Quasi quanto amo loro, i miei compagni… e lui, il mio maestro.
Camus.
Il suo estremo sacrificio.
Il suo morire più volte, provando più volte la consapevolezza dell’abbandono del corpo, per amore dell’umanità.
Per salvare un mondo che alla fine non vuole essere salvato.
Per obbedienza alla nostra Dea.
Camus… mio maestro…che mi guarda da lassù… l’ho fatto felice?
Io, Hyoga, cavaliere di Athena… l’ho reso un po’ orgoglioso di me?
Quelle braccia tese nell’estremo gesto di saluto significavano qualcosa di più di un gesto inusuale in lui?
E all’improvviso lo sento anche io.
Il vento che mi avvolge, freddo…
strano in questa stagione.
<< Camus…maestro…>> mormoro con un filo di voce.
Li sento sospirare piano…non c’è bisogno che dica altro… hanno letto tutto nel mio cuore. \\
Mi ha fatto commuovere.
Per una volta ho sentito l’anima stretta in una morsa che non è dolore.
Ci si può commuovere e piangere?
Io che non ho più un cuore?
Sembra di si… perché è quello che provo io adesso.
Questo ragazzo biondo che sembrava così distante… ha una capacità d’amare pressoché illimitata.
Illimitata.
<< Sagitter… è sempre venuto in nostro soccorso…ve lo
ricordate?>>
a parlare è Seiya, piccolo giovane ragazzo dallo sguardo vivace e gli occhi
seri e penetranti.
<< Ogni volta che avevamo bisogno di lui …lui è accorso…>>
Seyia
\\ … alle dodici case, nelle fredde terre di Asgard, nel regno di Nettuno… e
infine in Hades… dove ha compiuto l’estremo sacrificio per noi.
Per tutti noi.
Valoroso Sagitter, esempio primo a cui ho sempre guardato.
Ci sono state volte in cui la mia anima gridava alla ricerca di un po’ di
pace… ma il pensiero di ciò che lui ha dovuto passare per portare fino in
fondo la sua missione mi ha sempre ricordato che noi nasciamo e viviamo per un
atto d’amore.
E questo atto d’amore dobbiamo perseverarlo, sempre.
Dobbiamo metterlo in pratica e portarlo a chi non ce l’ha.
A che ne è sprovvisto e vaga inquieto, indurito.
Se abbiamo amato in vita ci sarà riconosciuto lo stesso amore anche nel momento
della nostra morte.
Che meravigliosa sensazione di calore…
Alzo lo sguardo verso Shiryu che invece sta guardando gli alberi sotto di noi…
non è lui a trasmettermela…ma allora chi…\\
Che
grande cuore questo piccolo ragazzo.
E che esempio di amore è stato questo…Sagitter… per averlo fatto diventare
così…così… così grande in un corpo umano.
Terribilmente umano.
Eppure so che mi sbaglio un’altra volta.
C’è in lui, in loro, una forza latente e immensa che dorme per ora.
Sopita.
Ma pronta a svegliarsi al minimo accenno.
<< …alla fine erano insieme, Aphrodite e Death Mask, erano insieme.
Hanno dato il loro Si alla Dea tutti e due insieme…>>
Shiryu
\\ … Death Mask…un nemico era per me.
Quello che avevo visto nella sua casa, quello che aveva fatto alla mia piccola
Shunrei era, per me, insostenibile.
Non avevo avuto pietà di lui così come lui non ne aveva avuto di lei.
Come mi sbagliavo.
Quando l’abbiamo avuto davanti durante la battaglia con Hades vedevo
avvalorarsi ancora una volta le mie idee su di lui…era al fianco dei nemici,
contro Athena.
Così pensavo di lui…di Aphrodite.
Invece alla fine hanno dato la loro vita anche loro.
Si sono sacrificati affinché il muro del pianto potesse aprirsi per noi.
Soltanto chi ama profondamente può fare una cosa del genere.
Non gli ho chiesto scusa per aver pensato di lui…
Scuoto la testa… scusa…che sciocchezza.
E’ un cavaliere di Athena… ha scelto lui di morire.
Gli va reso onore e merito… e non pietà.
Due calde braccia mi avvolgono.
Mi volto di scatto ma…non c’è nessuno.
Chi…chi è stato a…\\
Che
vuol dire questo?
Che anche chi ha sbagliato in vita atrocemente può redimersi e cambiare?
No… non è questo che Shiryu pensava… mai giudicare nessuno.
Nemmeno se ogni cosa sembra essere contro di lui.
Nemmeno se ti ha ucciso… davvero?
Penso a…a colui che mi ha lasciato qui.
Mio p…non riesco a dirlo…
Eppure Shiryu ha ragione.
Mio padre.
Si!
Mio padre.
Anche se mi ha lasciato morire qui sopra rimane mio padre.
Che liberazione poterlo dire.
Che infinita liberazione.
<< Saga e Kanon… due sacrifici ugualmente immensi… un’unica
costellazione nel cielo…>>
e a dire queste parole è, incredibilmente, l’unico che non pensavo potesse
parlare oggi…
Ikki
\\ Saga… il cavaliere di Gemini che ha ucciso il Gran Sacerdote per prenderne
il posto in un delirio di potenza, dando inizio alla corsa delle dodici case…o
il Saga che ha guidato i suoi compagni consapevole che non erano forti come lui,
che quello che dovevano fare era difficile ma necessario?
E’ venuto a galla, in lui, quell’amore assoluto verso la giustizia.
Quella calma e padronanza di se che ha fatto di lui il grande maestro a cui era
destinato.
La guida nel cammino verso gli inferi.
… e Kanon…quello che ha saputo fare.
Proprio lui…
si spezza il mio ricordo.
Che sto facendo?
La schiena di Shun si appoggia sulle mie gambe e la sua testa chiara strofina,
per un attimo, le mie ginocchia.
Fratello adorato… come sempre hai capito.
Sei stato la mia salvezza… e sempre lo sarai.
Mi alzo in piedi non dopo aver accarezzato quelle ciocche seriche,
è tardi, dobbiamo andare.
Il tramonto è sceso e a momenti qui sarà buio.
“ Grazie…”
mi fermo improvvisamente…guardo i miei compagni… anche loro hanno la mia
stessa espressione stupita.
Chi ha parlato? \\
Grazie,
amici cari… grazie sconosciuti ragazzi che avete saputo parlare alla mia
anima.
Adesso ho capito… adesso so che non c’è limite all’amore e che se la mia
esistenza non è finita è perché ho ancora qualcosa da fare.
C’è ancora qualcuno che ha bisogno di me.
Li abbraccio dolcemente, uno ad uno e loro lo sentono.
Si stringono l’uno all’altro…non spaventati però.
Nessuno potrà mai spaventarli.
Mai più.
Scendono la collina tenendosi per mano e io so, oltre ogni ragionevole dubbio,
che se il mondo è ancora “vivo” è grazie a loro.
E’ grazie a chi non c’è più ma è presente qui come spirito e come spirito
li guardano e sorridono, soddisfatti e orgogliosi.
Mentre la sera scende su questa collina.