Un
cuore in fiamme
<<Era
il ragazzo più strano che io avessi mai conosciuto.
Senza
dubbio.
Intanto
vestiva in maniera molto lontana dalla mia.
Non
è che io vestissi ricercato, e nemmeno firmato!
Non
avevo i mezzi, visto che mio padre era camionista e lavorava soltanto
lui in una famiglia composta da 5 persone.
E
poi...bè, poi il mio massimo erano jeans aderenti, come
usavano negli anni 70, maglie e felpe normalissime.
Camicie
di mio padre o di mio fratello maggiore, due taglie abbondanti
più
grandi della mia.
Stop.
Tutto
qui.
Niente
altro.
Nessuna
stramberia.
Nessun
modo anticonformista ecc.
Lui
invece...lui vestiva con la prima cosa che gli capitava in mano.
E,
guarda caso, erano tutte “cose” che io mettevo da
parte perchè
troppo stinte e consumate.
Jeans
stracciati, (adesso usano e li comperi così, quella volta NO
), camicie terribili consunte e lunghe, gilet di vestiti, chiaramente
vecchi, messi sopra così, per caso.
E
immancabile sciarpa di stoffa attorno al collo.
Capelli
lunghi fino alle spalle, biondissimi.
Occhi
di un azzurro chiarissimo.
Bocca
carnosa e ben disegnata.
Questo
era Paul.
Io
tutto l'opposto.
Scuro
di capelli e di occhi, non erano proprio neri ma un verde molto
scuro, verde bosco diciamo!
L'unica
concessione strana che mi concedevo erano il taglio di capelli che
non esisteva affatto.
Lunghi
fino alle scapole, mossi...erano il mio vanto.
Bè,
anche fisicamente non ero male vah...corpo perfetto che allenavo
andano al lavoro in bici, 18 km circa.
E
poi, quando ho conosciuto Paul ho anche preso la patente...e
così,
messa da parte la bici e tirata fuori una 500 stravecchissima, andavo
ad allenarmi in una palestra di judo.
Lui
invece era magro si ma...accidenti ragazzi, aveva due spalle da
infarto.
Faceva
il muratore... e, credetemi, nessuna palestra al mondo poteva
modellarlo in quella maniera.
A
me piacevano i cantautori: Vecchioni, De Andrè, Venditti
poco,
Dalla poco, De Gregori molto, specie il De Gregori di quei tempi,
della “donna Cannone”, per intenderci.
E
di Rimmel.
I
Pooh.
Che
amavo profondamente.
E
i Queen
Freddy
era il mio amore assoluto.
Molto
più dei Pooh.
Lui?
Indovina
un po'...proprio così!!!
Rock
duro, stranieri chiaramente.
Dei
suoi a me piacevano soltanto i Pink Floyd...un pochino!!!
Di
Italiani?
Soltanto
la PFM.
Come
accidenti siamo riusciti ad innamorarci?
Ehhh,
questa è una domanda da mille Euro...o due milioni di
lire...per dirla con la moneta di quei tempi.
Era
il fratello di un'amica, e appena me l'ha presentato
io...bè,
sono andato in corto circuito.
Totalmente.
Avevo
una considerazione abbastanza alta di me stesso.
Sapevo
di non essere un ragazzo bellissimo ma nemmeno brutto.
Ero...un
tipo, ecco.
Carino.
Lineamenti
particolari, carnagione ambrata tipica del sud ma, soprattutto, un
modo di fare sicuro di me, quasi arrogante, che avevo faticosamente
costruito dopo anni di isolamento forzato per non ricevere
più
insulti razziali.
I
più bestiali.
Perchè
ero un terrone e nel nord est di quel tempo era una colpa
insormontabile.
Così
ero diventato duro, sicuro di me, arrogante, deciso, permaloso...un
vero bastardo si può dire.
Ricordo
che lui mi ha guardato e sorriso come...come se fossi
un'apparizione.
L'essere
più bello del mondo.
Con
una dolcezza che io non avevo mai ricevuto, nelle mie rare avventure.
Gay,
terrone e con un carattere di merda.
Come
ha fatto a vedere in me un tale tesoro da sorridermi in quella
maniera?
Paul
ha folgorato il mio cuore, immediatamente.
Occhi
come solo nei sogni io avevo visto, e che guardavano ME, come se
fossi il più bello del mondo.
Capelli
che sembravano fili di seta, sottili, biondi, ad incorniciare un
volto forse non bello nel senso classico del termine...ma
affascinante.
Oh
si...molto affascinante.
Gli
appuntamenti successivi non siamo usciti più con sua
sorella,
assolutamente.
Ce
la siamo cavata da soli.
E
anche bene.
Lui
non era gay, non soltanto almeno.
Era
quello che si definisce “bi sessuale”.
Aveva
avuto una sola avventura con una ragazza e una con un ragazzo.
Ero
il suo terzo tentativo.
Lui
il mio secondo.
E
tale è rimasto.
Dopo
una settimana eravamo insieme.
E
dopo otto giorni abbiamo fatto l'amore...o almeno: ci abbiamo
provato.
La
nostra storia si alternava tra alti e bassi.
Da
una parte io, con la mia arroganza.
Dall'altra
lui, con il suo orgoglio così smisurato che si poteva
riempire
una montagna intera.
Le
liti erano all'ordine del giorno.
E
nemmeno il sesso era travolgente, all'inizio.
Imbranati
tutti e due, almeno fino al punto da non riuscire ad avere un
amplesso soddisfacente.
Diciamo
così.
Io
fingevo, ad esempio.
Per
non deprimerlo, i primi tempi, fingevo di godere.
Ed
ero bravino, dai.
Tanto
che lui non se ne accorgeva.
O
fingeva, come me, di non accorgersi che, senza la mano, non sarei
riuscito a venire.
Lui...era
così veloce...tesoro mio.
Terminava
così in fretta da lasciarmi, puntualmente,
indietro.>>
Osservo
mio nipote, per vedere se si sta scandalizzando, ma lui ha
un'espressione così divertita sul viso che mi induce a
continuare, facendomi avvolgere, di nuovo, dai ricordi.
<<Non
c'è nulla da ridere...ero seccato, divertito e intenerito
insieme...ma non poteva certo andare avanti così.
Allora
mi decisi e affrontai la situazione parlandogli a cuore aperto...e
lui fu quasi sollevato, perchè, invece di prendersela con
me,
capì che ero arrivato al limite e che dovevamo venirci
incontro, se volevamo andare oltre.
Ce
l'abbiamo fatta si, alla grande.
Ha
conquistato il mio corpo così come il mio cuore.
Con
un po' più di fatica in effetti ma insomma...eh...Alex caro,
non tutto va così come si vorrebbe sai, bisogna fare delle
concessioni a volte.
Ad
esempio... lui voleva che anche io fossi “attivo”,
che facessi il
seme insomma, come dite voi.
Io
non ne volevo nemmeno parlare.
Mi
piaceva troppo lasciarmi andare tra le sue braccia, farmi coccolare,
lasciar fare a lui quasi tutto.
Anche
io partecipavo certo...ma non completamente.
Il
seme non l'ho mai fatto.
Una
volta sola... massimo due.
Piacevole
si ma...non più di tanto.
Non
come sentirlo in me.>>
Altro
sguardo...stavolta il viso di mio nipote è sognante,
illuminato da una luce romantica...così vado avanti...perso
nei ricordi:
<<
Fino a poco tempo fa era in discussione questo...particolare della
nostra vita intima...poi si è arreso e adesso non me lo
chiede
più.
Anche
io ho fatto e faccio delle concessioni...cedo in altri modi e lascio
che prenda lui la maggior parte delle decisioni.
Mi
consulta sempre....e poi fa come vuole.
Quante
litigate...non la pensiamo allo stesso modo su niente sai.
Una
cosa soltanto ci vede completamente d'accordo: l'amore che ci unisce.
Quello
è identico e totale.
Espresso
in maniera diversa perchè siamo diversi ma ugualmente forte
e
grande.
Se
devo raffigurare quello che ci lega...bè, farei un cuore in
fiamme.
Fiamme
alte, grandi.
Devastanti.
Come
quello che sento per lui e che lui sente per me.
Dopo
26 anni queste fiamme non si sono mai spente.
Anzi,
non sono mai state così grandi, così
totali.>>
Alex
mi osserva con espressione sognate... quando vede che non continuo
capisce che ho terminato, allora si alza in piedi dal tappeto dove si
era accomodato in una posa così scomoda che se solo io ci
provassi ...finirei in ospedale immediatamente!
Si
siede nel divano accanto a me e mi supplica con lo sguardo, con
quegli occhi grigio-verdi, così belli.
Alzo
una mano e accarezzo i suoi capelli biondi...so che vuole: vuole che
io gli dica se fa bene ad accettare...come si chiama?
Per
i nomi sono una frana.
Mi
sembra... Max?
O
Michele?
Bah...un
nome così insomma!!!
<<
Zio...che devo fare? Anche noi litighiamo un giorno si e l'altro
anche. E non sono nemmeno sicuro di voler passare la mia vita, o
almeno una parte, con uno così cocciuto e arrogante...e lui
vuole vivere insieme. Non so che fare...>>
<<Ascolta:
Se pensi a voi due, che cosa ti viene in mente? Stai attento...se
pensi ai vostri nomi insieme...che cosa senti?>>
Tace
un attimo, assorto.
I
capelli biondi che coprono il volto.
Assomiglia
a mia sorella in maniera incredibile adesso...sembra più
adulto dei suoi 23 anni...e forse lo è davvero.
Altrimenti
non si farebbe tutte queste domande e vivrebbe l'attimo, con
incoscienza.
Poi
risponde e io capisco che non ha più bisogno di me:
<<
Un cuore in fiamme. Adesso capisco che cosa intendevi con questa
frase.
Un
cuore in fiamme, sempre acceso.>>
E
io termino, con dolcezza:
<<
e fino a quando questo cuore non si spegnerà, qualsiasi
posto
andrai...sarà quello giusto.
A
patto che tu sia con lui.>>
Mi
dà un bacio sulla guancia e io sento il calore che si
irradia
in me da quel punto.
Dei
miei 4 nipoti è il più pestifero.
E
il più dolce.
Poi
si alza in piedi, afferra il giaccone ed esce ad affrontare la neve
che cade da diverse ore.
Per
correre dal suo amore.
Mentre
io vado in cucina a vedere a che punto è la cena.
L'odore
di bruciato mi accoglie.
Come
volevasi dimostrare: sono una frana tra i fornelli!!
Mi
sa che stasera andremo a cena fuori!!
Arriva
a casa poco dopo, mentre io ho appena finito di pulire i resti del
mio disastro.
Come
sempre non riesco a passarla liscia, entra in cucina annusando l'aria
e arriccia subito il naso, disgustato dall'odore, nonostante sia
tutto aperto.
<<
Che puzza...cos'hai bruciato stavolta?>>
Io
scatto subito :
<<ma
come “stavolta”? Nemmeno lo facessi sempre
>>
<<Quasi...che
cos'era? Dalla puzza sembra pesce...>>
gli
dò le spalle e faccio l'offeso, accidenti! Ci ha azzeccato
in
pieno!
Mi
cinge da dietro con un braccio e appoggia un bacio sui capelli:
<<
Quando fai il pesce lo bruci sempre, non lo sopporti proprio, eh?
Dai, spostati, faccio qualcosa di veloce io, un risotto
andrà
benissimo...>>
<<
Bè...>> accenno, sciolto dal suo calore
<< pensavo
che si potrebbe andare a mangiare fuori qualcosa >>
si
scioglie subito dall'abbraccio:
<<
Scherzi? Non mi piace mangiare fuori >>
<<
Ma per una volta potremmo farlo...>>
<<
Scordatelo, sono troppo stanco e abbiamo finito i soldi per questo
mese...>>
<<
Ma...pago io, ho qualcosa da parte...>>
<<
C'è cipolla già tagliata in
frigo?...>>
Come
non lo sopporto quando fa così!!!!