Un Giorno Come Tanti 2
CAPITOLO III
Quando ci fermiamo la polvere della strada non asfaltata che abbiamo appena percorso ha ricoperto ogni cosa, lasciando la macchina completamente bianca e una nuvola dietro di noi.
Il sole è alto nel cielo e, tutto sommato, credo proprio che la giornata sarà piacevole.
Qui è tutto come lo ricordavo.
Sono parecchi anni che non ci torno più, da quando ho conosciuto Mika ho tagliato tutti i ponti con loro, rei di ricordarmi il periodo più oscuro della mia vita, quando lottavo con la paura del riformatorio e le mie giornate le passavo nascosto come un topo, rosicchiando pezzi di vita che non sentivo come miei.
Fu in quel periodo che conobbi Heather, l'unica donna che merita tale appellativo, quella che, oltre a Mika, mi ha teso una mano.
La socia del mio ragazzo.
Quando la conobbi vivevo sotto i ponti letteralmente... ero appena scappato da un magazzino fatiscente che dovevano abbattere e non avevo trovato nulla per sostituirlo.
Facevo lo sguattero nei ristoranti, lavoravo in cucina a nero, per due lire e una cena e la disperazione minacciava di sommergermi, anche se la tenevo sotto controllo con le unghie e i denti.
E così Heather mi trovò... non mi prese a forza per caricarmi sul suo furgone e portarmi qui ...anche perché peso almeno trenta chili più di lei ... ma mi propose di lavorare nella "casa famiglia" di una coppia di amici suoi.
Il rifugio per persone vittime di violenze e abusi.
Li potevano rifugiarsi senza timore di essere ributtati la fuori, in mezzo alla "gente" normale, avevano un tetto dove dormire, un piatto di pasta ogni giorno e un lavoro da fare.
Infatti si trattava di una fattoria con diversi campi, animali da cortile e perfino una falegnameria.
Chiaramente la maggior parte erano donne con bambini, bambini nati da violenze quasi tutte "casalinghe"... padri, fratelli... zii.
E, altrettanto chiaramente, all'inizio mordevo tutti quelli che mi capitavano a tiro.
Heather era l'unica con la quale parlavo un po' senza aggredirla.
Almeno fino a quando non conobbi Mika, il suo più caro amico.
Mi volto a guardarlo.
Lasciamo la macchina all'inizio del grande cortile dove alcune galline razzolano tranquille, un bambino le rincorre ridendo felice, avrà si e no quattro anni, il viso sporco e i vestiti che hanno visto migliori stagioni.
Si ferma a guardarci per un attimo, incuriosito... poi si rende conto che la sua gallina sta scappando e se ne va di corsa... troppo preso dal suo gioco per far caso ancora a noi.
Il volto impassibile di Mika si apre in un sorriso, lui conosce tutti qua dentro.
Ha rispettato il mio desiderio di non volerci tornare ma ... non ha fatto a meno di venirci regolarmente.
E' anche per questo che lo amo.
La sua vita è indipendente da me... non vive la "mia" vita ma la sua... con me dentro.
In ogni senso.
Un sorrisetto lascivo probabilmente è affiorato sul mio viso perchè quando si volta e mi guarda... senza mutare minimamente espressione, con un dito sfiora la mia bocca e si infila nelle mie labbra socchiuse.
Lo afferro con i denti e lo mordo leggermente... neanche troppo però.
Poi lo succhio senza mai staccare gli occhi dai suoi.
Lo voglio .
Semplicemente.
Non sono uno che si fa troppe menate romantiche.
Non so che sarebbe la mia vita senza di lui e non mi pongo nemmeno il problema.
C'è ed è mio.
Punto.
E per ribadire tutto ciò lo afferro e lo bacio con passione.
Con brutalità.
Con tutto me stesso.
Una voce inconfondibile ci interrompe bruscamente:
<< Angelo... non sei cambiato minimamente... eh?>>
Senti chi parla!
Mi stacco dalla bocca del mio ragazzo e mi volto lentamente, un ghigno sulle labbra... e la mani ancora infilate nei pantaloni di Mika.
<< Paolo... sempre a rompere a quanto vedo...>>
La sua risata solare mi avvolge completamente... mi era mancato.
Incredibilmente mi era mancato tantissimo.
E solo adesso me ne sto rendendo conto.
La fattoria è esattamente come me la ricordavo, grande, solare, piena di calore e di armonia.
E di casino.
La cucina è piena di bambini curiosi che ci osservano, un tantino sfacciati a dire la verità.
Non so se mi piacciono... devo ancora deciderlo.
Non è facile capire e accogliere un bambino... e io ne so qualche cosa, nel bene e nel male c'è una cosa che devi sempre ricordare con loro: mai ingannarli.
Ne può andare della tua vita.
Perchè quei piccolini non dimenticano mai e non perdonano chi si prende gioco di loro.
Per questo cerco di evitarli... almeno fino a che posso chiaramente.
Paolo prende in mano la situazione e da loro un compito preciso, in meno di trenta secondi li sistema e li manda in direzioni diverse con mansioni che hanno un suono molto importante.
<< E così sei tornato... ne ero certo sai? Anna avevo perso un po' le speranze ma...>>
Mi volto a guardarlo improvvisamente, lasciando che anche l'ultimo bambino sparisca oltre la porta... stupito.
<< Come come? Anna che perde la speranza? Non ci credo... mi stai prendendo per il culo...>>
Il sorriso di Paolo è sincero e genuino, come tutto in lui,
<< Con Mika presente? Vuoi che mi riduca in concime per le sue adorate piante?>>
La mano affusolata del mio ragazzo si posa possessiva sul mio braccio e stringe quel tanto che basta per affondare con le unghie nella mia pelle...
<< beh... se proprio vuoi possiamo fare qualcosa tutti e tre insieme... adoro la fantasia a letto>> la sua voce bassa, sensuale mi accende la mente di mille immagini diverse... oh si, lo so che adora la fantasia a letto.
Eccome se lo so.
<< Sei sempre un maiale e sempre lo sarai... eh Mika?>>
Anna entra come un ciclone insieme a una ragazza giovanissima.
Non so nemmeno se è maggiorenne anche se, le ragazze di oggi, mi stupiscono sempre.
Hanno un contenitore di plastica immenso fra le braccia carico di ogni tipo di verdura che è possibile coltivare sulla terra.
Va beh... forse esagero ma per me è proprio così.
Da quando sono andato via da qui non ho trovato più della verdura e della frutta degna di questo nome... è per questo che ne mangio pochissima.
Mika, nel giro di un secondo, è fra le sue materne braccia... e la alza letteralmente da terra nonostante la sua mole non sia propriamente quella di un grissino...
<<Ah il mioo amorrrreeee....>>
<<Hai visto il signore degli anelli???>>
<<E tu?? Quante volte?>>
<<Solo tre... questo sciagurato ha minacciato di tagliarmi i fondi se spendevo altri soldi per tornare a vederlo...>>
Pazzi.
Sono tutti e due fuori di testa.
E' per questo che vanno d'accordo evidentemente.
<<Quando avete finito di fare i cretini magari posso dire il perchè della mia venuta qui oggi...>>
Paolo ha preso gli ortaggi dalle mani della ragazzina e solo adesso mi rendo conto che è incinta... se ne va con un sorriso un po' tirato e io rimango a guardare la porta mentre i ricordi si affollano nella mia mente.
<< Si chiama Elena e fra poco più di un mese dovrebbe nascere il suo bambino. E' stata piantata dal suo ragazzo appena l'ha soltanto intuito e sua madre l'ha buttata fuori casa: l'amante di turno non ne voleva sapere di lei con quell'incomodo...è stata Anna a trovarla e a portarla qui...>>
La voce calma di Paolo sembra leggermi nel pensiero... ho fatto la cosa giusta, lo so.
L'unica scelta possibile ed immaginabile.
Almeno i soldi di quel bastardo serviranno a qualche cosa di buono.
<< quanti siete qui adesso? Fra adulti e bambini...>>
E' Anna che risponde mentre taglia le verdure in piccoli pezzi e le mette a mollo nell'acqua,
<< Ci sono 12 ragazze e 5 ragazzi, sette bambini piccoli, al di sotto dei 5 anni e tre un po' più grandi. E due in arrivo.>>
Il suo sguardo è fermo e... caldo.
Caldissimo.
Quanto abbiamo lottato io e lei per accettarci.
Quante volte ho desiderato staccargli la testa per tenerla come un trofeo e farla stare così zitta?
Donna arrogante e pericolosa.
Immensa e cocciuta, dannatamente cocciuta.
Che è riuscita a farsi rispettare perfino da me.
<< Vi farebbero bene quindi un po' di soldi... vero?>>
Mika mi prende la mano e allaccia le sue dita con le mie.
Il silenzio assoluto segue le mie parole e si sente nettamente il respiro che
Paolo espelle dopo un attimo.
Si siede davanti a me e beve con calma il caffé che ha preparato prima e che si sta ormai raffreddando.
<< cosa hai combinato stavolta? In quali guai ti sei cacciato?>>
Uomo di poca fede!!!
Adesso gli faccio vedere io.
E pregustando al sua faccia allibita dico con tranquillità.
<< Il giudice è morto.>>
Silenzio, si sente distintamente il volo di tre mosche...
<< E mi ha lasciato unico erede di tutte le sue sostanze...>>
Non dico altro, sono persone estremamente intelligenti, sapranno sicuramente cosa implica tutto questo... se mi conoscono bene.
E su questo non ho il minimo dubbio.
Alla fine ho dormito da loro, telefonando all'officina per avvertirli che non ci sarei andato, causa un problema familiare.
Il che è perfettamente vero.
Abbiamo parlato fino all'alba, esausti.
E mi sono ritrovato ad aiutarli nei soliti lavori di ogni giorno.
Abbiamo richiamato gli animali che erano liberi nel cortile, munto le mucche, portato il latte in latteria.
Mentre Mika curava le splendide rose che circondano la casa principale, rose che ha messo lui stesso... visto che Anna è negata completamente per le piante da fiore.
Si dimentica, semplicemente, di bagnarle.
Un'inezia.
La discussione continuò anche a cena... non li voleva quei soldi.
Erano soldi miei e cercava di convincermi che avrei potuto fare grandi cose con quelli, che me li meritavo dopo tutto quello che quel figlio di puttana mi aveva fatto.
Solo dopo la cena favolosa che Anna aveva preparato si convinse che non mi stava derubando e che poteva accettare quei soldi con il cuore in pace.
Perchè io, se no, li avrei usati per pulirmi il culo.
Giusto per essere chiari.
E così iniziarono i pianti ( di Anna) e i progetti (di Paolo)... fino a quando l'alba non ci trovò ancora li a parlare.
E' chiaro che non dovettero insistere poi molto per convincermi a dormire qui.
Il caffé che sto bevendo è veramente buono, la ragazza che me l'ha preparato ha uno sguardo ancora pieno di ombre ma ...sono certa che entro breve spariranno.
Ne sono sicuro.
Mika compare dietro di me, scalzo e con lo sguardo assonnato mi abbraccia lentamente e appoggia il viso nell'incavo della mia spalla.
I capelli sottili mi solleticano la guancia mentre le sue labbra si posano sul collo in un bacio leggero... che si trasforma in un piccolo morso.
<<mmm... perchè non sei a letto?
Ci sei stato solo quattro ore...>>
<< ...non ho sonno...>>
mi volto nelle sue braccia e lo bacio... incurante del luogo e di chi ci sta accanto.
<< ...e chi parla di dormire?...>>
Il mio maniaco... lo adoro quando fa così... potrei divorarlo lentamente, per assimilarlo e far parte di lui interamente.
E lui di me.
Potrei... se non fosse che è già così.
Infilo le mani nei jeans slacciati che si è infilato in fretta e stringo con forza il suo sedere... sta così poco a salire il desiderio quando mi è vicino...
Lo trascino in camera... non è consigliabile farlo qui con tutti quei bambini che girano a tute le ore, non è che me freghi minimamente ma poi Anna potrebbe spelarmi... e onde evitare inutili e sterili discussione con quella donna cocciuta vado a terminare nel letto che ci hanno messo a disposizione quello che ho appena iniziato.
Che "abbiamo" appena iniziato.
Non so che cosa ci riserverà la vita d'ora in poi e, sinceramente, non me ne frega assolutamente.
Ho Mika, pochi amici... e me stesso.
Adesso che mi sono ritrovato non ho bisogno di altro.
Affronterò un giorno dopo l'altro senza pormi domande ne farmi assurde menate psicologiche.
Queste cose le lascio agli uomini giusti e integerrimi.
Io sono un bastardo e questo è tanto.
Questo è tutto.