Un Ricordo Sepolto Sotto La Neve
“Cade lieve, scende lenta, con la neve anche la speranza…”
Che
cosa sta sostenendo adesso la mia vita?
Che motivo ho per vivere ancora?
Mi sento sospeso nel nulla, trattenuto da un filo invisibile, impalpabile.
E non so, davvero,dove trova la forza per non farmi crollare.
Ma soprattutto…non so più se quel filo invisibile c’è ancora.
Adesso io…non lo so più.
E’ come se all’improvviso vedessi quelli che mi stanno accanto con gli
occhi di un’altra persona.
Una persona che non li conosce, che non sa chi sono e quindi non è di parte.
Non ha gli “occhiali rosa” sugli occhi, di conseguenza è spietata.
Dura.
Cruda.
E tagliente come un rasoio affilato.
So che c’è una spiegazione per quello che ho sentito.
Probabilmente la spiegazione è chiara, precisa e mi farà sentire un perfetto
cretino quando la saprò.
Adesso non voglio sentire una parola sola sulla bocca di nessuno, tanto meno
da loro.
Il ghiaccio in cui ho racchiuso il mio cuore resiste bene, alimentato dal gelo
della mia anima.
Continuo a camminare senza una meta, un passo dopo l’altro.
Azzero i miei pensieri, azzero ogni possibile interferenza con chi non c’è
più e lascio scorrere via da me l’ira, la rabbia, la delusione.
Solo.
Voglio restare solo.
Completamente solo.
Flash ribelli però attraversano la mia mente e i miei pensieri si aprono per
loro.
“Fili biondi sparsi sul cuscino.”
NO!
“Due pezzi di cielo che illuminano la mia notte.”
Maledizione, NO!
“Pelle bianca che si muove, sensuale, sotto di me”
Adesso BASTA!
Ovunque.
Il suo pensiero è ovunque.
Non riesco ad allontanarlo, non riesco a toglierlo dalla mia mente.
Mi hanno tradito.
Il
mio ragazzo e colui che più assomiglia ad un amico nella mia vita.
“Chi te lo dice?”
Ringhio un insulto tra i denti, è seccante avere una voce nella mente e non
riuscire a mandarla affanculo perché non ti dà retta.
“Tu sai quello che hai visto”
Appunto!!!
Io so quello che ho visto, non ho bisogno di parole inutili.
Se non me ne fossi andato li avrei ammazzati.
Con le mie mani.
“ Ma non lo hai fatto”
Appunto!!!
Mi ripeto ma non c’è nessun’altra parola che renda altrettanto bene.
“Non ti dice nulla questo?”
Non rispondo, non voglio rispondere.
Non me ne frega un cazzo di dare una spiegazione a quello che ho fatto, alla
mia reazione.
Voglio solo allontanarmi da loro il più possibile.
Fa freddo.
L’inverno è al suo culmine e anche qui la morsa del gelo, quest’anno, si
fa sentire.
Io non amo il freddo ma adesso rispecchia pienamente quello che sto provando.
All’improvviso, alla fine della strada, dove il mare si infrange sugli
scogli…c’è lui.
Il ghiacciaio amico di quel traditore.
Mi blocco sul nascere.
Fermo ogni mio passo e quasi smetto di respirare.
Non voglio vedere nessuno.
Nessuno.
E chi vado a beccare?
Ma un sorriso maligno si apre sul mio volto…potrei…ma sì, perché no?
Potrei e posso.
Gli dirò quello che ho visto, quello che SO.
E tu non mi fermerai, voce insolente che non smette un attimo di ricordarmi
quello che io, invece, voglio dimenticare.
Non mi guarda, non mi saluta nemmeno.
Continua a fissare il mare e le onde che si alzano, minacciose.
Adesso lo scuoto io, vediamo se continua a restare così indifferente dopo.
<< Ho visto il tuo “amico” poco fa…>>
Ancora silenzio, un solo piccolissimo movimento del sopracciglio verso
l’alto mi fa capire che mi ha sentito e che ho la sua attenzione.
Vado avanti imperterrito, consapevole che gli sto per fare del male.
Almeno quanto loro ne hanno fatto a me.
<< Era con Aphro’ nella camera da letto… e stavano scopando>>
Non ci sono altri modi per dire che il tuo ragazzo se la fa con un altro.
Alla fine quello che conta è la sostanza e quella non cambia, qualsiasi
parole tu possa usare.
Ma quel ghiacciolo mi stupisce ancora.
Oh intendiamoci… non è che mi aspettassi chissà quale reazione, è pur
sempre Camus, ma almeno un movimento di stupore… anche piccolo piccolo.
Invece niente!
Nulla di nulla.
Continua a guardare questo accidenti di mare e non mi pone nemmeno mezza
domanda su dove, come e quando.
Allora io continuo e gli do le risposte che non mi ha chiesto.
Se faccio un lavoro mi piace farlo bene.
Ci mancherebbe altro!!
<< Forse non hai capito bene quello che ti ho detto.
Quel maiale dello scorpione era nella camera di Aphrodite e gli stava
chiedendo di continuare così con una voce che si usa solo in determinate
occasioni.
“Ancora…ancora…così…” queste le sue esatte parole… vuoi che vada
avanti?>>
Questa volta la sua voce si fa sentire, anche se continua a guadare il mare.
Meglio.
Non ho bisogno di vedere il suo viso.
<< Li hai visti?>>
Eh? E che domanda è?
Crede che me li sia sognati forse?
<< Certo che li ho visti>> perché cazzo ho iniziato a parlare con
lui?
Io odio buttare via il mio tempo così, quello che ho visto mi ha fatto
perdere la ragione evidentemente.
Lui non risponde ma si volta a guardarmi e il suo sguardo mi perfora come una
trivella.
Brividi.
Quasi eh, beninteso.
Io non apro bocca, ho parlato anche troppo per i miei gusti.
Volevo solo che anche lui sapesse che razza di verme ha accanto.
Tutto qui.
Faccio per alzarmi, ma la sua voce mi blocca:
<< Tu hai parlato solo di parole che hai udito… non di corpi che hai
visto>>
Eh? Che cazzo c’entra questo?
<<Ci sono scene così esplicite che non c’è bisogno di aggiungere
altro.
Quelle parole, quei sospiri non hanno bisogno di commenti.
Se entravo e li guardavo li avrei ammazzati con un solo gesto.>>
Scuote la testa e torna a guardare il mare.
Non mi crede!!!
Ma che vada al diavolo anche lui!!!
Che me ne frega di quello che pensa o non pensa.
<< Io non credo che stessero facendo l’amore.
Milo mi ama.
E anche Aphrodite ti ama.
Puoi non credere a Milo, ma non dovresti dubitare dell’amore del tuo
ragazzo>>
Stringo i pugni fino a farli sbiancare, che logica idiota!
Nemmeno un bambino farebbe certi ragionamenti!
Ma lui continua, imperterrito,
<< Non so che cosa è successo in quella camera ne perché erano là
insieme, da soli.
Ma conosco quei due, e credo in loro.
Io credo in loro.>>
Non aggiunge altro.
Scandisce bene le parole, una ad una e qualcosa incomincia a muoversi dentro
di me.
Il gelo in cui avevo racchiuso il mio cuore inizia a sgretolarsi.
Una piccola breccia si apre e il sangue comincia ad uscire.
Sangue nero.
Nero, come il veleno che si era insinuato in me.
Non gli dico nulla.
Mentre mi alzo e mi volto. Nel tornare sui miei passi non dico una sola
parola.
Ringraziarlo?
E di che?
Tanto lui sa che è perché mi ha insinuato un ragionevole dubbio che io
adesso tornerò da loro e chiederò una spiegazione.
Può darsi che abbia ragione.
Può anche essere, perché no?
E’ in questo momento che qualcosa si insinua nei miei pensieri.
C’è qualcosa che non va… un attimo prima camminavo lungo il
sentiero…l’attimo dopo sono in camera.
La mia…da solo.
Mi trovo seduto nel mio letto, il respiro leggermente affannato.
Un sogno.
Porca troia, un fottutissimo sogno!!!
Ecco appunto... solo in sogno io potevo pensare che quei due mi tradissero.
Ma non è questo che mi turba, bensì un’altra cosa.
La sensazione terribile di solitudine, di stanchezza enorme.
Io ero avvolto dal gelo… e quel gelo mi stava bruciando la pelle e
l’anima.
Sensazioni che avevo già provato prima.
Torno a stendermi sul letto chiudendo gli occhi.
Un ricordo riaffiora nella mia mente.
Il mio maestro.
Il carnefice che mi ha cresciuto e che mi ha insegnato “ tutto” quello che
sapeva.
Mi scappa una risata che ad un orecchio esperto risuonerebbe quasi sinistra.
Sì, tutto quello che sapeva.
Ne più ne meno.
Ieri era l’anniversario della sua morte.
Ho rimosso questo ricordo dalla mia mente.
Per tutto il giorno, semplicemente, non mi ha sfiorato nemmeno l’anticamera
del cervello.
Di giorno.
Poi, durante la notte, il mio cervello ha fatto il resto.
Non posso certo competere con lui.
Finalmente una risata esce, liberatoria quasi.
Il sogno.
Adesso so perché l’ho fatto.
Ho messo nelle uniche due persone che hanno il coraggio di starmi attorno
tutto quello che ho provato accanto a quell’uomo.
Il tradimento.
Il gelo che mi torturava, giorno dopo giorno, il cuore.
La solitudine.
Tutto quanto.
Anche se non so come Camus ci sia entrato…che abbia poteri sconosciuti anche
lui?
Meglio che smetto di spararle va… altrimenti chissà dove vado a finire.
Apro gli occhi per alzarmi dal letto e… che cosa è quella?
Accanto al cuscino, sulla mia destra… nel posto dove in genere dorme
Aphro’ c’è una rosa rossa.
Dallo stelo lungo… e le spine chiaramente.
Aphrodite Gold Saint.
E’ entrato qui dentro mentre dormivo e mi ha lasciato una rosa.
Per farmi capire che anche lui sa.
Sa che giorno era ieri.
La raccolgo pungendomi un dito… credo che non mi annoierò nemmeno un giorno
accanto a lui.
Nemmeno un minuscolo attimo della nostra vita.
Non mi permetterà di affrontare nulla da solo.
Ricordi sepolti compresi.