Un Viale Immerso Nel Profumo Dei Crisantemi
“Quello che ho è quello che ho donato”
Quanto è lungo un attimo?
Quanto è profondo?
Quanto dolore può portare?
Nella notte assoluta che mi circonda il tempo sembra essersi fermato in quel breve attimo, cristallino, assurdamente perfetto.
Quando i miei occhi hanno visto quello che non avrebbero mai voluto vedere.
Non sento il freddo che mi avvolge, non sento nemmeno le grida che si sono scatenate dietro di me.
Il dolore ha ingoiato ogni cosa e adesso tutto quello che mi rimane è qui, stretto sul mio petto, tra le mie braccia.
Continuo a correre estraniandomi sempre più da tutto ciò che mi circonda.
E brevi flash attraversano la mia mente: Aiola, fratello mio.
Che ti diranno di me?
Che sono un traditore?
Che cosa ricorderai di tuo fratello?
Dei giorni passati insieme?
Di tutto quello che ti ho insegnato?
Stringo più forte al cuore la mia Dea e Lei mi ricompensa irradiando un calore assoluto in ogni fibra del mio essere.
Stavamo per perderla.
Se soltanto io avessi tardato un attimo…
Il viso serio di Saga si affaccia nella mia anima e io lo caccio a forza.
Non era lui.
Io so che quell’essere non era lui e questa è l’unica ragione che mi ha impedito di impazzire.
“ lo sapevi”
urla una voce nel profondo della mia anima,
“ tu lo sapevi ma hai fatto finta di non vedere”
forse è vero, forse è così.
Ma allora la sua colpa non sarebbe meno grande della mia.
Non mi sono mai creduto perfetto, mai ho pensato di essere il migliore.
Stringo per un attimo gli occhi mentre il dolore continua a scavare nella parte più profonda di me.
La profondità dei suoi occhi, la linea severa della sua bocca, la luce calma del suo sguardo.
Solo quello ricordo?
Davvero è solo quello che la mia mente ha conservato?
Saga, il cavaliere di Gemini.
Saga, il mio migliore amico.
Saga, il traditore.
Il calore che ho nel cuore si fa sempre più grande.
Più io soffro più Lei mi riscalda.
Lei, Athena.
La mia corsa si fa sempre più veloce.
Non è scomposta né affannosa ma consapevole che il tempo scorre e che i migliori cavalieri del Tempio mi stanno cercando per uccidermi.
E questo non deve accadere prima che io abbia messo al sicuro la bambina.
Poi tutto andrà come deve andare.
I ricordi si rincorrono nella mia mente, veloci, decisi.
Accompagnano la mia corsa e mi prendono per mano , dolci nel loro venire.
Un nuovo tempo stava per giungere, lo sentivamo nell’aria.
Presagio di sventure, di drammi.
Di dolore.
In quelle condizioni Saga mi portò in un luogo che aveva scoperto poco tempo prima, mentre si allenava.
Camminammo a lungo, fino a giungere in un altopiano da dove si poteva vedere un panorama stupendo.
Ma sapevo che non era per quello che mi aveva portato fino li.
Improvvisamente l’altopiano terminò nel vuoto.
O almeno così avevo pensato.
Invece, quando ci affacciammo su esso, mi resi conto che cosa l’aveva affascinato…e non potei fare a meno di essere attraversato dai brividi.
Un piccolo cimitero abbandonato.
L’erba aveva ricoperto ogni cosa ma non erra questo che aveva oscurato per un attimo la luce.
C’era qualcosa in quel luogo che mi faceva rabbrividire.
E io non sono uno che si spaventa facilmente.
Quando Saga scese da quello che, con molta fantasia poteva essere considerato un sentiero sepolto dalla vegetazione incolta, mi resi conto che avevo due possibilità: o restarmene li a guardare dall’alto qualcosa che non mi attirava per niente o seguire il mio compagno e fidarmi di lui.
Scelsi la seconda ipotesi e lo seguii.
Quello che non ero riuscito a vedere dall’alto era ciò che l’erba alta celava agli occhi… e che Saga stava portando alla luce: crisantemi.
Tantissimi.
Anche se trascurati e semi-soffocati erano riusciti a crescere la stesso e a rivelare agli occhi di chi non si era fermato alle apparenze, ciò per cui era stato creato: un viale colmo di crisantemi che accoglieva, con il loro profumo particolare e i loro colori, chi veniva in quel luogo che doveva essere di pace ma che, in realtà, era di lacrime e di dolore.
Saga, con una calma che solo lui possedeva, stava liberando quel viale e ripulendo la terra attorno.
Istintivamente mi chinai ad aiutarlo anche s ei brividi continuavano.
Quel luogo non mi piaceva, mi lasciava un’inquietudine strana addosso.
-Perché lo fai?-
Gli chiesi alterando, per la prima volta, quella calma innaturale.
Lui non rispose subito.
Continuò a ripulire il viale, portando alla luce quei fiori poco amati da tanta gente, così a lungo da sembrare che non mi avesse sentito.
Invece dopo un tempo non quantificabile dove anche l’aria sembrava essersi fermata, disse a voce bassa e calma:
-Mi piace pensare che c’è chi veglia su questo luogo .
Parole apparentemente senza senso.
Dette da chi aveva donato la sua vita per la giustizia sembravano fuori luogo.
Eppure io, come sempre, riuscii a leggere al di là delle parole, al di là del loro significato.
Rimasi li con lui a difendere quel viale, a ripulirlo per ridargli l’antica bellezza.
E l’aria non mi sembrò più così minacciosa.
Quando andammo via mi disse una cosa che non dimenticai mai più e che tutt’ora mi fa compagnia in questa in gioco c’è tutto ciò in cui credo e per cui sono disposto a morire:
-Ricorda sempre questo viale quando crederai di essere diventato come loro. Ricorda le nostre mani che lavorano insieme. Non dimenticarle. –
Proprio lui mi ha trovato. Shura.
Ma non conta chi è stato.
La bambina.
Non sono riuscito a salvarla.
Athena.
Oh mia Dea.
Shura, non farlo.
Non…
Il viale.
Il viale di crisantemi.
Le nostre mani che lavorano insieme.
Le sue parole.
“ Non dimenticarle”
Non lo dimenticherò.
Mai.
Io…mai.