*Scusate la lunga assenza ma un po' sono stata via, un po' ho avuto motivi personali. Eccomi qua. Abbiamo lasciato Draco ed Harry in procinto di iniziare scuola, perciò vediamoli pronti al binario 9 e tre quarti di King's Cross con Sirius, Remus e Narcissa che dopo aver fatto le raccomandazioni, li lasciano partire. Finalmente entrano in scena Ron ed Hermione. Da qui in poi ho cercato di creare una sorta di equilibrio fra la mia trama e quella originale, prendendo quel che potevo e adattandolo alla mia storia. Spero di esserci riuscita. La fan art scelta non c'entra realmente con il capitolo, ma in un certo senso richiama quel che accade. In un certo senso possiamo dire che qua inizia la seconda parte in quanto c'è il cambio di location, si passa da Grimmauld Place e dalla loro infanzia ad Hogwarts nell'inizio della loro adolescenza. Buona lettura. Baci Akane*
PARTE 11: HOGWARTS, INIZIA L'ADOLESCENZA
10. PARTENZA PER UN’AVVENTURA
Le raccomandazioni non si erano sprecate, ma nel caso di Harry erano state raccomandazioni un po’ insolite rispetto a quelle che normalmente i bambini ricevono alla loro prima partenza per Hogwarts.
Raccomandazioni di fare i bravi, studiare, impegnarsi...
Nel suo caso erano state di divertirsi, usare i passaggi segreti che gli avevano insegnato, non seguire sempre le regole per non annoiarsi e soprattutto far vincere i Grifondoro, convinti che sarebbe stato lì.
Harry ovviamente prese tutte le raccomandazioni tranne l’ultima.
A lui importava poco dove andare purché fosse con Draco.
Narcissa salutò Draco senza fare raccomandazioni, probabilmente sapeva già tutto da solo. Non le interessava più che rendesse fiero il nome dei Malfoy, cosa che comunque sarebbe interessata più a Lucius, anche se probabilmente era Draco stesso a volerlo.
La sola cosa che gli disse fu di non ascoltare quello che la gente avrebbe detto su di lui. L’unica cosa su cui l’aveva preparato, consapevole che purtroppo la gente, specie i ragazzi, avrebbero parlato non bene.
Le colpe dei genitori ricadevano sempre sui figli, anche se non sarebbe dovuto essere così.
- Dovrai essere forte, da ora. - gli aveva detto la sera prima. Draco non l’aveva dimenticato ed aveva capito precisamente cosa aspettarsi.
- Appena sapranno che sei un Malfoy saranno spietati. - aveva aggiunto. - Non sarà facile.
Draco l’aveva ascoltata come se fosse una profetessa. Felice che gli dicesse qualche consiglio, sebbene non fosse qualcosa di piacevole di per sé.
- Dovrai diventare più forte di loro per zittirli. Se sarai forte, non oseranno dirti più niente. Ma non sarà facile. Sarai solo, là. - a quel punto, e solo a quel punto, Draco le aveva risposto.
- Ma io non sarò solo. Sarò con Harry.
Narcissa, stupita, ci aveva pensato, ma non aveva aggiunto nulla ed aveva annuito.
L’espresso di Hogwarts così partì portandosi via per la loro avventura magica i due ragazzi che, dai finestrini di uno scompartimento, si affacciarono a guardare Sirius, Remus e Narcissa.
La donna composta ed elegante come sempre, Sirius appoggiato col gomito alla spalla di Remus in quella che era la loro posa preferita. Videro Sirius parlottare e dire qualcosa a Remus che rise, videro Narcissa rispondere con la sua solita freddezza e videro Remus ridere ancora più forte.
Sicuramente lui aveva detto: ‘saranno Grifondoro’ e lei aveva risposto ‘mi cavo gli occhi piuttosto’ o qualcosa di simile.
Draco ed Harry, con quella bella immagine che si allontanava insieme alla stazione, partirono.
Narcissa era stata profetica.
Si erano appena sistemati nei sedili, che una voce allegra chiese loro se potevano sedersi con loro.
- Ma certo, è libero! - rispose subito allegramente Harry indicando i posti accanto. Quando il bambino dai capelli rossi e le lentiggini si fu sistemato accanto ad Harry ed un altro bambino dall’aria goffa si mise dall’altra parte, accanto a Draco, Harry stava passando alle presentazioni senza perdere tempo, già troppo felice di fare le prime conoscenze. Ma appena gli occhi del nuovo arrivato si posarono su Draco, lo vide impallidire e fissarlo strabuzzando gli occhi quasi spaventato e pure un po’ schifato in qualche modo. Un libro aperto di emozioni spiattellate senza freni.
Sia Harry che Draco lo notarono, ma non si fece pregare per giustificare la sua reazione.
- Malfoy! - esclamò subito. L’aspetto dei Malfoy era famoso e aveva sentito i suoi genitori parlare del rampollo Malfoy che iniziava scuola in quell’anno. Capitare nella sua cuccetta era incredibile.
Non ne sapeva nulla se non quello che i suoi avevano detto, ma aveva capito fin troppo.
Ovvero che erano una famiglia di Mangiamorte, che il padre Lucius era ad Azkaban ed era molto pericoloso e che sicuramente anche la madre lo era, solo che si era nascosta evitando in qualche modo la prigione, fingendo con qualche trucco di non essere dei loro.
- Suppongo dovrei conoscerti? - rispose freddamente Draco capendo che quella era solo la prima fra tante e lunghissime reazioni irritanti che la gente, riconoscendolo, avrebbero avuto. Harry guardò meravigliato il nuovo compagno che aveva indovinato il cognome di Draco al primo colpo.
- Come fai a saperlo? Non ce l’ha mica scritto in fronte! - il bambino dai capelli rossi ridacchiò.
- Ovviamente sì! Pallido, biondissimo, faccia da schiaff...- non finì la parola per un pelo, ma si capì lo stesso. Harry si mise sulla difensiva, guardandolo torvo.
- E tu chi saresti? - chiese diventando immediatamente l’avvocato di Draco il quale non sembrava interessato a difendersi quanto invece ad estraniarsi.
- Lui è un Weasley! - esclamò una vocina femminile altezzosa ed irritante da so tutto io.
I quattro si girarono a guardare la bambina che, senza chiedere, si sedette in uno dei due sedili liberi.
- Ron Wesley. - precisò il bambino di undici anni.
- Hermione Granger. - fece lei tutta orgogliosa come se glielo avessero chiesto. Harry memorizzò i suoi nomi ma al tempo stesso, mentre anche Neville Paciock si presentava, lanciò un’occhiata attenta a Draco che a stento li aveva guardati del tutto disinteressato.
Era naturalmente il suo modo di difendersi dai pregiudizi che, nemmeno messo piede a scuola, erano già cominciati.
- E voi chi siete? - gli chiesero i nuovi arrivati.
Harry prese la parola al posto di Draco sperando di poter migliorare l’atmosfera. Ci teneva ad iniziare bene la scuola.
- Beh lui lo conoscete, è Draco Malfoy; io sono Harry Potter.
Al suo nome i tre lo guardarono meravigliati, come se avesse fatto la rivelazione del secolo, e tutti in coro ripeterono il suo nome: - Harry Potter?!
Harry saltò sul sedile spaventato della reazione, non avendo minimamente idea di essere famoso, mentre anche Draco li guardò irritato.
- Sei il famoso Harry Potter? - fece infatti Ron.
- F-famoso? Per cosa sarei famoso?
Draco voleva rispondere acidamente ‘perché hai una cicatrice in fronte al posto di essere morto’ ma ci pensò Ron con la sua linguaccia lunga.
- Perché sei il sopravvissuto! È famosissima la storia di come è morto... Tu-Sai-Chi... - sussurrò. Harry lo guardò sorpreso e si avvicinò con aria cospiratrice.
- No, chi? - non era abituato a sentirlo chiamare così. Ron lo guardò pensando scherzasse.
- Lui... sì insomma... colui-che-non-deve-essere-nominato...
Una volta, di recente, aveva sentito Narcissa chiamarlo così, infatti a quel punto capì.
- Oh, Voldemort! - disse spontaneo. Gli altri tre sentendolo nominare così alla leggera si spaventarono e lo zittirono.
- Non lo nomina nessuno... - disse piano Hermione.
- E perché? - fece altrettanto piano Harry. - Da quel che ne so è morto! - e lui ne era la testimonianza vivente, diversamente non sarebbe di certo vivo.
- Sì, ma siccome è il mago più terribile di tutti i tempi, non viene nominato... chi ti ha cresciuto, Harry? Non dovresti sapere queste cose? - fece la saputella Hermione. Draco provò l’istinto di scaraventarla dall’altra parte del treno, Ron più o meno la stessa cosa solo per il tono, mentre Harry ci rimase solamente male.
- Mi hanno cresciuto i miei zii e l’hanno sempre nominato... non sapevo che non si potesse...
- Non è che non si può, dovresti avere paura di nominarlo... tu non ce l’hai? Beh del resto lo capisco, tu sei sopravvissuto ad un anatema...
- Anache? - chiese Harry cadendo dalle nuvole su certi termini di quella bambina che sembrava sapere tutto.
- Anatema che uccide.
- L’Avada Kedavra. - fece eco Draco freddamente. Harry riconoscendo la maledizione che gli aveva procurato la cicatrice sulla fronte, annuì.
- E ce l’hai? - chiese Ron curioso come una scimmia.
Harry gli chiese senza capire: - Cosa?
- La cicatrice! - a quanto pareva tutto il mondo sapeva tutto di lui. Chissà se avrebbe potuto avere qualche segreto!
Non che gli interessasse, ma improvvisamente tutta quella notorietà lo stava ubriacando ed era appena cominciata.
- Oh, sì! - rispose scostandosi la frangia spettinata dalla fronte e mostrando la saetta. I tre bambini si avvicinarono curiosi guardando, ritraendosi poi impressionati.
- È incredibile che te la sei cavata così... - disse Ron. Harry sapeva che lo era, Remus gli aveva spiegato bene la questione.
- Da un Avada Kedavra non si esce vivi. - replicò Hermione che purtroppo non aveva scoperto come aveva potuto sopravvivere.
- Mio zio Remus ha detto che è merito del sacrificio di mia madre che ha dato vita ad una potente protezione. Così il suo incantesimo gli si è ritorto contro ed è morto lui al mio posto... - spiegò Harry prolisso e fiero di poter spiegare anche lui una cosa che gli altri non sapevano.
Tutto sommato essere famosi non era poi così male. Era speciale, insomma. Era abituato ad esserlo per tre persone, Remus, Sirius e Draco, ma per tanti era una novità.
- E comunque come fate ad essere amici? - chiese Ron curioso che non sapeva tenere la bocca chiusa, indicando Draco come se non fosse presente. Harry lo guardò senza capire, per lui era così naturale.
- Perché non dovrei esserlo?
- Beh, i vostri genitori non erano amici... insomma, i suoi... - Ron voleva dire ciò che gli aveva spiegato suo padre, ma non osava davanti a Draco e non sapendo essere diplomatico, si impappinò.
Vedendo che Harry ancora non capiva, Draco intervenne e lo spiegò senza mezzi termini, velenoso, provando un profondo disgusto per quello che stava succedendo.
Sua madre l’aveva preparato, ma ugualmente non era bello.
Però come aveva detto lei doveva essere forte e così rispose: - Mio padre è un Mangiamorte rinchiuso ad Azkaban, era dalla parte di Voldemort, i tuoi genitori sono morti uccisi da lui. I suoi seguaci, quelli come mio padre, gli hanno dato la caccia. Volevano ucciderti. È questa la storia, Harry. E loro non capiscono perché anche noi due non ci odiamo e non ci combattiamo cercando di ucciderci!
Draco voleva alzarsi ed andarsene, isolarsi, scomparire, ma sapeva che avrebbe dato troppa soddisfazione a loro e a chiunque altro. Sarebbe stato sempre così, da ora, perciò doveva abituarsi.
Se suo padre era un criminale, lo era anche lui, no?
Invece si sbagliavano. Avrebbe dimostrato a tutti chi era veramente.
Perciò rimase lì, proprio lì dove era, sforzandosi di non piangere e non andarsene. Fu Harry a rispondere a tutti, prendendo in mano la situazione.
- Sono tutte sciocchezze! Noi non centriamo con quello che è successo! Draco è una persona buonissima, è cresciuto con me, è come un fratello! Sua madre e mio zio sono cugini.
- Zio?! Perciò tu sei imparentato coi Black?! - Ron non capiva, Hermione ci mise poco, ma Harry era partito come gli capitava quando era troppo preso da qualcosa.
- È mio padrino, per me è come uno zio. - spiegò. - Draco e sua madre hanno avuto molti problemi e... - e stava parlando troppo, come suo solito.
- Non sono affari loro. - con questo Draco lo zittì secco, fissando all’esterno il grigio spettacolo inglese che si sviluppava fuori dal treno.
Harry capì che non voleva far sapere troppe cose.
- Comunque è mio amico. - concluse mettendo le cose in chiaro, sfidandoli a parlare ancora male di lui o a dire cose sconvenienti. Hermione e Neville non dissero nulla, mentre Ron si scusò con Harry.
- Certo, scusa... non volevo offendervi. È solo che ero stupito, tutto qua. Nessuno potrebbe immaginare che proprio voi siete amici e addirittura cresciuti insieme... wow, che storia!
“E sapessi che vuole venire con me a Serpeverde... sarà da ridere!” pensò con soddisfazione Draco il quale comunque rispose acidamente per mettere in chiaro che non si faceva sottomettere e bullizzare da nessuno.
- Avresti potuto farti semplicemente i fatti tuoi invece di farti i nostri!
Harry lo guardò sgranando gli occhi, Ron pure, Draco dopo averlo incenerito, tornò a guardare fuori. Non avrebbe spiccicato più mezza parola facendo da subito la parte dell’antipatico. Inevitabile, tutto sommato, considerando il trattamento appena ricevuto, ma tutto sommato solo una difesa efficace.
Forse, a volte, certe persone erano semplicemente incompatibili.