*La scuola è iniziata ed i piccoli Harry e Draco hanno le loro prime esperienze a scuola, per Draco non è facile essere un figlio di un famoso mangiamorte rinchiuso ad Azkaban e si sa che i ragazzi hanno sempre bisogno di prendere di mira qualcuno. Come se la caverà in quel nuovo contesto pieno di sconosciuti? La prima parte del capitolo è una sorta di panoramica poichè i primi due anni volano, non li descrivo dettagliatamente dal momento che ho designato il terzo come primo step importante della loro vita adolescenziale e scolastica. Perché il terzo? Lo scoprirete leggendo. Buona lettura. Baci Akane* 

12. LA SOGLIA DEL CAMBIAMENTO

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Harry era come un punto d’incontro fra i vari gruppi. Come una sorta di collante. 
Cresciuto in modo sano ed equilibrato, circondato da tutto l’amore possibile, aveva sviluppato un carattere solare, allegro, sicuro di sé ed anche un po’ sbruffoncello, proprio secondo i geni del padre. Dalla madre aveva preso la capacità di andare oltre le apparenze e le barriere pregiudizievoli, quella capacità di amare i casi senza speranza e di fare amicizia con chiunque, ma soprattutto di arrivare a tutti. 
Perciò divenne presto un punto d’incontro, una sorta di collante fra i diversi membri delle case all’interno della loro classe dove c’erano oltre loro anche Ron ed Hermione. 
Draco e Ron non si prendevano per niente bene, Hermione era più indifferente. 
Draco di suo rimaneva un ragazzino molto chiuso e sulle sue, tendenzialmente freddo, asociale ma soprattutto altezzoso. Una propensione naturale che gli veniva da entrambi i genitori. Aveva visto sua madre comportarsi sempre così e l’aveva considerata forte, perciò gli era venuto spontaneo usare il suo metodo come corazza. 
Però al tempo stesso la vicinanza di Harry e il vivere in un ambiente normale, dove nessuno gli aveva fatto alcun lavaggio del cervello convincendolo di dover essere in un certo modo e comportarsi da perfetto stronzo razzista, l’aveva spinto ad essere una persona fondamentalmente normale. 
Nel non voler ricevere discriminazioni per la propria discendenza, ovviamente non ne infliggeva agli altri.
Sapeva che sua madre odiava chiunque non fosse un purosangue, ma aveva vissuto con suo zio Ted, un babbano, sebbene fosse stata effettivamente antipatica con lui, e poi con Remus, mezzosangue. E con lui era sempre stata imparziale, anzi. L’aveva vista in rapporti migliori con lui che con Sirius il quale invece era un reale purosangue. 
Perciò pur sapendo come la pensava, era confuso riguardo certi dettagli e vivendo con Harry, un figlio di maghi non purosangue come altre famiglie visto che sua madre Lily era una maga nata babbana, aveva imparato che dopotutto erano sciocchezze. 
Essere babbani od avere discendenze babbane non aveva alcun significato, per lui. Come in teoria non avrebbe dovuto averlo essere figlio di un mangiamorte che stava ad Azkaban, ma a quanto pareva per molta gente, cioè la maggior parte degli studenti, quello era qualcosa che faceva la differenza, anche se non capiva come. 
Fortunatamente dopo un paio di litigi e risposte ben assestate da parte di Harry in sua difesa, almeno quelli che per qualche ragione gli giravano intorno delle altre case, accettarono anche Draco ed il fatto che lui non fosse proprio il più simpatico della scuola, anzi, spesso era proprio antipatico, ma comunque era a posto. 
In qualche modo. 
Insomma, se piaceva ad Harry e Harry piaceva a loro, perché non farsi andare per lo meno bene anche Draco? 
Era comunque stato malvisto dalla maggior parte degli studenti e se quando c’era Harry questo lo difendeva a spada tratta, approfittavano quando era solo per maltrattarlo. Non che poi avessero paura di Harry, più che altro non avevano niente contro il famoso Prescelto. 
Harry al contrario di Draco suscitava curiosità e simpatia per quella storia dell’essere sopravvissuto a Voldemort. Draco invece era solo un figlio di Mangiamorte. 
Tuttavia, sapeva ben difendersi anche da solo. Molto bene. 
- Ehi, tutto solo Malfoy? - arrivavano appena non c’era nessuno nei dintorni. Quel deriderlo e provocarlo affinché tirasse fuori qualcosa da ritorcergli contro. 
Qualche spinta, molto spesso. O il fargli volare qualunque cosa avesse in mano. 
- Il fatto che aspettate che io sia solo per rompermi le palle è perché così non avete testimoni della figura di merda che fate quando reagisco? 
Alla sua provocazione tagliente poiché ovviamente non aveva paura di nessun ragazzo all’interno della scuola, gli altri andarono a nozze e si inalberarono ancora di più tirando fuori la bacchetta per fargli qualche incantesimo cattivo. 
Draco li precedette disarmandoli con una tale facilità da essere imbarazzante, poi con la bacchetta puntata a terra, solo a terra, e lo sguardo sottile, l’aria velenosa, li fissò con sfida in attesa di dover fare peggio. 
Essere disarmati per un mago era umiliante, ma come diceva lui per fortuna nessuno li vedeva in quei momenti, per questo sceglievano bene quando provocarlo. 
- Avanti, mangiamorte, facci vedere la tua vera faccia! Facci vedere che abbiamo ragione ad avere paura di te! Sei figlio di tuo padre! 
Le provocazioni stavano diventando sempre più pesanti, Draco era sul punto di scoppiare e si tratteneva a stento dal fargli qualche incantesimo davvero cattivo, di quelli che poi potevano essere puniti.
Strinse la bacchetta cercando di non puntarla contro nessuno trattenendo il suo stesso pensiero per non dargliela vinta. 
- Se fossi un vero mangiamorte sareste già morti, invece che lì a pisciarvi sotto! - sibilò altezzoso, con l’aria di chi poteva pestare uno scarafaggio.
All’arrivo di Harry in picchiata se ne andarono. Non per Harry, ma perché non volevano fare la parte degli antagonisti. Con qualche testimone l’avrebbero fatta, lo sapevano. Harry era solo quello che al novanta percento delle volte arrivava ad interrompere le varie prese di mira. 
Draco non poteva reagire troppo male o gliel’avrebbe data vinta, era quello che volevano, ma non reagiva nemmeno troppo bene. Sentiva un grande odio nell’essere trattato in quel modo umiliante, sapeva di non meritarlo, ma sapeva anche di non poter fare molto. Non per il momento.
Ma sarebbe diventato il più forte e li avrebbe zittiti tutti in un modo o nell’altro. 
Harry dal canto suo voleva avere tanti amici e tanti se ne faceva con una facilità incredibile, ma aveva anche voglia di stare con Draco nel loro piccolo mondo a parte. Perciò capitava spesso che si isolassero dagli altri per stare un po’ per conto loro. Per stendersi per esempio nel prato sotto a qualche albero, nell’enorme giardino nel periodo della primavera, coi primi soli caldi. Stendersi lì insieme uno sull’altro a ridere e scherzare e svagarsi buttando libri e bacchette intorno. 
Harry non aveva la mania di diventare il migliore, ma accettava di impegnarsi il necessario per riuscire nelle cose per stare con lui ed essere al suo livello. 
Per lo più gli piaceva essere attivo, voleva fare sempre qualcosa. Esplorare la scuola, trovare la mappa del malandrino dei suoi zii e di suo padre, voleva scovare tutti i passaggi segreti e ficcanasare ovunque. Voleva fare molte cose e spesso per tirarlo fuori dai guai, Draco lo doveva seguire e cacciarvisi con lui e con gli altri amichetti scemi, come li chiamava sprezzante  in quanto  non era molta compatibile con loro. 
Per Harry la magia era stata più una cosa naturale, respirandola dalla nascita grazie ai padri adottivi. Non era stata una scoperta improvvisa che gli aveva aperto un mondo meraviglioso, non l’aveva salvato. 
Questo l’aveva portato a vivere Hogwarts, l’ingresso effettivo nel mondo della magia che ogni mago aveva nella sua vita, in modo più sereno e normale.
Ogni attività era bella e gli piaceva, ma non c’era la totale meraviglia che lo lasciava impreparato su tutto. 
I due ragazzi, comunque, avevano ognuno le proprie attitudini naturali.
Draco imparava subito la magia e soprattutto aveva una naturale eleganza nel praticarla. 
Era quello che volava meglio sulla scopa e con maggiore sicurezza, per esempio. E gli incantesimi gli riuscivano subito ed in modo preciso. 
Non aveva i voti migliori, non era interessato allo studio come capitava ad Hermione che voleva essere la migliore su tutto. Per lui l’interesse era prettamente connesso alla magia e a tutto ciò che potesse distinguerlo per farlo diventare forte in senso magico e poi, successivamente, come persona. 
Harry invece adorava la magia, ma la sua propensione era essere spericolato. 
Quando volava sulla scopa lo faceva come uno che andava sulle onde ed adorava andare veloce, a rotta di collo. Questo l’aveva portato ad essere un ottimo Cercatore nella squadra di Quiddich in grado di far vincere molte partite ai Serpeverde. Il ruolo di Draco sarebbe stato cercatore in seconda, sufficientemente bravo in quel ruolo ma non più di Harry, perciò aveva ripiegato sul Cacciatore diventando titolare al secondo anno. C’era solitamente una sorta di gerarchia nelle squadre sportive, era normale, ma se uno si rivelava dotato non c’era ragione per non sfruttare la situazione.  
Ad Harry venivano le magie anche se non sempre subito, però comunque le imparava sempre ed era in grado di farle molto bene. Si riteneva un bravo mago e gli piaceva esserlo, la differenza con Draco era che lui ci teneva molto di più, in modo diverso, quasi ossessivo. 
In certi momenti si faceva del tutto risucchiare dalla magia, sempre alla ricerca di modi per migliorare le proprie prestazioni e la propria portata magica. In quei momenti interveniva Harry che era come una sorta di ancora nel mondo reale. Quando vedeva che esagerava riguardo qualcosa, quando lo vedeva isolarsi troppo, quando aveva la sensazione di averlo perso, lui lo tirava fuori a forza, contro la sua volontà e lo riportava alla realtà. 
I primi due anni volarono via velocemente, ma il vero cambiamento arrivò al terzo, a tredici anni. 
Cambiamento per tanti motivi, primo fra tutti la notizia che arrivò a casa Black in estate, verso la fine delle vacanze. 
Sirius e Remus avevano portato i ragazzi dieci giorni fuori dall’Inghilterra, in una località di mare europea, con buona pace di una Narcissa che non si sarebbe unita a loro nemmeno sotto tortura. 
Al loro rientro Draco era sempre bianco come un cadavere, mentre Harry era bello abbronzato. 
In due anni erano cresciuti molto e sarebbero cresciuti ancora a vista d’occhio. In pochi mesi erano quasi irriconoscibili tanto da impressionare i loro parenti. 
Tuttavia quando tornarono, Narcissa non li accolse con un saluto e nemmeno con alcun commento riguardo le rispettive crescite fisiche avvenute persino in dieci giorni. 
Li accolse con una notizia che fu simile ad una bomba, una di quelle che fa piazza pulita in un attimo, ma che ti colpisce inaspettatamente. Nessuna onda d’urto che precede l’esplosione. Solo il tuono e tu che salti per aria e in un attimo, senza capire come, ti ritrovi ferito, a pezzi. 
- Non sei stato contattato? - chiese diretta a Sirius ignorando tutti gli altri, specie suo figlio che non ci rimase nemmeno male essendoci abituato. 
Sirius capì subito che c’era qualcosa di strano in quella domanda, così come Remus. 
I due si guardarono perplessi scuotendo il capo. 
- Forse perché è successo stanotte. Avete un tempismo perfetto, direi. - rispose lei porgendo il giornale ai due uomini. I ragazzi si affacciarono per vedere di cosa parlavano e quando lessero, a Draco sembrò che in un attimo il mondo crollasse addosso. 
La voce di Remus lesse ad alta voce come d’abitudine, ma gli arrivò lontana, quasi come il mondo andasse avanti da solo. 
- Il Mangiamorte Lucius Malfoy scappa da Azkaban. - e mentre le sue labbra continuarono la lettura sui dettagli riportati dal giornale con la foto di Lucius con la sua aria lugubre e fredda che si muoveva di poco, la testa di Draco si mise a girare vorticosamente tanto che dovette indietreggiare ed appoggiarsi da qualche parte. Non voleva farsi vedere sotto shock e non voleva scappare e rifugiarsi da qualche parte rivelandosi un bambino. Non era più un bambino. 
Harry appena si mosse lo guardò subito e si avvicinò a lui prendendogli il polso. Quel contatto lo aiutò a tornare e sentire poi i discorsi dei tre adulti a riguardo. 
- In quanto Auror sarai richiamato, probabilmente sarai nel gruppo a cui affideranno la missione... - ipotizzò Remus guardando Sirius una volta lasciato il giornale. 
Sirius guardò invece Narcissa. 
- Potrebbe contattarti. - andò subito al sodo senza mezzi termini iniziando già ad adempiere al suo ruolo di Auror. Narcissa non fece una piega e guardò invece Draco, il primo nei suoi pensieri nonostante non lo sembrasse in apparenza. 
- Lo so, ma io so difendermi. Piuttosto Draco... 
- Sarai sorvegliata. Ti assegneranno sicuramente un Auror di protezione. - si sovrappose Sirius partendo in quarta mentre prendeva la valigia, l’apriva sul divano e tirava fuori le cose da lasciare lì per fare il cambio coi vestiti che avrebbe usato. 
- COSA FARETE PER DRACO?! - alzò la voce Narcissa per fermarlo e avere delle risposte. Fu lì la prima volta che Draco si rese conto di quanto realmente lui contasse per sua madre, sebbene per sembrare forte avesse sempre nascosto ogni forma di sentimento dentro di sé. 
Harry ormai gli era praticamente appiccicato al braccio, anzi, vi era appeso, e osservava ammutolito la scena che si sviluppava davanti ai loro occhi. 
- MA CHE CAZZO NE SO, SONO ANCORA QUA, NON VEDI? - tuonò di rimando Sirius che aveva la pressione a mille in un attimo. 
- Dovete metterlo sotto protezione, Sirius. 
Narcissa, vedendo che non la considerava perché continuava a farsi la valigia, lo prese per il braccio e lo fermò obbligandolo con fermezza a guardarlo. 
- Sirius, promettimi che lo farai mettere sotto protezione. O non lo farò andare ad Hogwarts! 
Harry voleva gridare qualcosa, ma la lingua era annodata, mentre Draco non sapeva minimamente come reagire all’evidente e prima reale preoccupazione espressa da sua madre per lui. Era tanto grave la fuga di suo padre dalla prigione magica? 
Una parte di sé poteva intelligentemente immaginarlo, un’altra era ancora sotto shock e sentiva solo le mani di Harry intorno al braccio. Suo padre. Suo padre era fuori dalla prigione. 
- Hogwarts ora come ora è più sicura di questa casa. Sicuramente verrà fatto qualcosa, Narcissa. 
Sirius era esasperato ed aveva l’aria di uno che stava per esplodere, ancora il look vacanziero a far intendere quanto improvviso fosse stato tutto quanto. 
Remus si mise in mezzo mentre una lettera schizzò in casa lanciata dalla finestra aperta, probabilmente da un gufo del ministero della magia. 
Sirius la prese vedendo che era per lui e vide che si trattava della sua convocazione. 
- Devo andare. Fra poco saprò tutto e mi metterò in contatto con voi. 
Narcissa scosse il capo tornando ad afferrargli il braccio per bloccarlo, decisa ad avere le sue risposte. 
- Come proteggerete mio figlio? - tornò a chiedere. Remus vedendo la vena nella tempia di Sirius battere, tornò ad intromettersi e non trovando scelta, fece l’annuncio che avrebbe voluto evitare in quel modo. 
- A lui ci penserò io finché non saranno prese misure. 
Qua il silenzio calò come se dopo la bomba fosse rimasto solo il tipico nulla che segue l’esplosione. 


Note Finali: ecco rivelato il mistero. Ho voluto usare il fatto che succede nella saga originale, la fuga di Sirius, mutandola nella fuga di Lucius poiché non posso seguire naturalmente la storia completa per ovvie ragioni, ma volevo lasciare una sorta di 'citazione/omaggio', diciamo. In poche parole, le cose interessanti iniziano da ora.

Oltre a questo volevo specificare che non essendo la storia di Harry, non ho trovato sensato soffermarmi su tutti i dettagli scolastici e interpersonali con tanto di avventure di Harry, come avviene nei libri, perchè in realtà questa è la storia di Draco ed Harry, con Draco un po' più in mostra (perchè è il mio preferito). Perciò non vedrete moltissime interazioni con Ron, Hermione ed i soliti amici di Harry, anche se comunque ci saranno. A suo tempo.

Spero continuerete a seguire e ringrazio chi segue la fic. Baci Akane

PS: non so perché Sirius per andare a lavoro avrebbe dovuto fare le valige, ma la scena è uscita così e l'ho lasciata.