16. TEMPISMO PERFETTO

La pioggia ricadeva su entrambi come se volesse cancellare qualcosa o, magari, riportare al legittimo proprietario qualcosa che era andato perduto. 
Le nubi scure erano basse e piangevano giù quasi con disperazione, la stessa che da qualche parte provavano entrambi per motivi diversi. 
Gli occhi di Harry, verdi e battaglieri, stavano già gridando a Draco ma la sua voce era bloccata in gola insieme ai suoi pugni stretti e quella rabbia inspiegabile. 
Appena l’aveva visto in quello stato sotto la pioggia, come un cane bastonato, come qualcuno che si vergognava, come qualcuno che voleva piangere e che non ci riusciva o non voleva, quella rabbia gli era montata. 
- Ti stai nascondendo? - chiese senza avere la minima idea di che cosa voleva dirgli, di come esprimere ciò che aveva. In realtà il problema era che Harry non aveva ancora la minima idea di che cosa provava, sapeva solo di provarlo, ma sapeva anche che era essenziale tirarlo fuori. Era il momento, aveva ragione Remus. 
O lì o sarebbe stato troppo tardi. Lui in qualche modo lo sentiva. 
Draco era fradicio perché era lì fuori da più tempo, i capelli biondi tutti attaccati alla fronte ed intorno al viso serio, impassibile, eppure con una punta di stupore. 
Il mantello sulle spalle, quasi abbandonato a coprirlo per quel po’, sicuramente più di Harry che era solo in maniche di camicia già tutta attaccata al corpo. 
- Nascondendo? Se sono qua in bella vista! 
Draco pensò si riferisse al nascondersi da suo padre, la prima cosa logica che si poteva dedurre da quella frase, ma capiva che era sconvolto da qualcosa, capiva che stava per esplodere e ancora non immaginava cosa gli succedesse. Non se ne era minimamente reso conto. 
Harry lo raggiunse andandogli davanti, poco distante dal gruppo di alberi del giardino, dove stavano sempre a rilassarsi dopo le lezioni, quando le giornate erano belle e calde e loro avevano voglia di stare stesi al sole, uno con la testa sullo stomaco dell’altro. 
- No, tu ti stai nascondendo. Anzi. - si corresse andando totalmente ad istinto, provava troppo, davvero troppo per trattenerlo. Non sapeva cosa, ma sapeva che doveva esprimerlo. Si sentiva come impazzire all’idea di perdere il Draco che aveva faticosamente scoperto e conquistato in quegli anni. Come se quella regressione fosse molto peggio di quello che poteva sembrare. Lui lo sapeva. 
Draco non capiva e rimase fermo lì dove era. 
- Si può sapere cosa ti prende? Se ho voglia di stare sotto la pioggia non dovrebbe essere un dramma! 
A questo Harry scattò. 
- Non prendermi in giro, non sono uno qualunque, puoi rifilare le palle che vuoi a chiunque, anche a te stesso se preferisci, ma non a me! 
Draco stupito si irrigidì spalancando gli occhi in quel momento grigi tempestosi, spesso simili al ghiaccio ma oggi più a quelle nubi nel cielo. 
- Di che diavolo parli Harry? Io non mi nascondo, io non ho niente, non ho proprio un cazzo! Voglio solo essere lasciato in pace! 
Non era vero ed Harry scosse convulso la testa ancor più furibondo nel realizzare che era vero, che stava davvero cercando di escluderlo. 
- Non farlo Draco... - disse poi calando l’intensità della voce, ma usando sempre una certa forza nel sussurrare sulla pioggia. 
Draco si aggrottò per chiedere cosa, ma non parlò e lui ringhiò avvicinandosi ancora di più, alcuni centimetri a separarli. 
- Non escludermi. Non allontanarmi. Non isolarti anche da me. 

Draco voleva rispondere freddamente e tranquillizzarlo, non voleva che si preoccupasse ma di fatto non sapeva nemmeno lui cosa gli stava succedendo. Non ne aveva veramente idea.
Sapeva solo che l’idea di suo padre in giro lo stava facendo impazzire come lo faceva impazzire che non lo cercasse. Certo i Dissennatori erano lì intorno, ma lui non c’era. 
Probabilmente non sarebbe venuto. Non era scappato di prigione per lui, magari l’aveva fatto per riformare la loro maledetta setta e vendicarsi, ma non stava venendo a cercarlo. Le settimane passavano, i mesi passavano e lui era lì solo in attesa di un segno, qualcosa che gli facesse capire che nonostante il male fatto e chi aveva seguito, alla fine comunque in qualche modo, a modo suo, l’avesse amato. 
Però non era così. 
Non stava succedendo.
Suo padre non doveva averlo amato e come aveva potuto? Non l’aveva mai visto.  
Mentre invece il suo sangue scorreva nelle proprie vene, il sangue di un mangiamorte, di un mago oscuro, decaduto ed odiato da tutti. 

Quel suo silenzio, quella sua implosione, Harry non la visse bene, la vide come una conferma della sua chiusura, del suo allontanamento e lo fece impazzire ancora di più. 
Non poteva sopportarlo. Gli prese i lembi della mantella e lo attirò a sé con rabbia e disperazione insieme a tutti i sentimenti che Draco stava soffocando; infine a pochi centimetri dal suo viso, lasciò andare quello che aveva dentro in un’esplosione non di quelle a cui Draco era abituato. 
- Ti prego Draco, ti voglio troppo bene per perderti! Non chiuderti a me!
In quell’istante, in quel preciso istante, mentre la propria bocca pronunciava quelle parole rivelandole prima a sé stesso e poi a Draco, capì le parole di Remus. 
Dirgli quello che provava, farglielo sentire. Lo fece prima di ottenere un’altra ulteriore chiusura da parte di Draco, una che non avrebbe potuto sopportare. 
Harry posò le labbra sulle sue col cuore in gola e un’esplosione nella testa. Appena lo fece tutto andò a posto, tutto fu chiaro. 

Draco, con stupore, si ritrovò le sue impacciate sulle proprie. Lì per lì non fece nulla. Rimase inebetito con la sua bocca addosso, le sue mani a tirarlo per i vestiti e la pioggia a ricadergli sopra. 
Non fecero caso all’ombra oscura che scivolò in picchiata verso di loro, tuttavia il Dissennatore non riuscì a risucchiare i loro ricordi felici insieme a pezzi della loro anima. 
Non ci riuscì perché come un fulmine una figura si parò fra i ragazzi ed il Dissennatore e con un Expecto Patronum che sprigionò un meraviglioso cane argentato, questi venne scacciato. 
Draco ed Harry, abbracciati, si girarono col cuore in gola, ancora confusi, preda di mille sensazioni contrastanti. 
- Ragazzi, vi sembra il posto di pomiciare? Davvero? Coi Dissennatori che scorrazzano come avvoltoi maledetti? Andate almeno dentro! 
La voce burbera di Sirius li riportò alla realtà, una realtà sicura, dove i mostri, anche se c’erano, sarebbero stati tutti sconfitti. 
Quando Harry lo vide e mise a fuoco Sirius, si staccò da Draco per planargli addosso. Gli si appese al collo gridando felice il suo nome. 
- Sei venuto! Zio Remus mi aveva detto che saresti venuto! 
Draco carico di un imbarazzo che l’avrebbe ucciso molto prima del Dissennatore, rimase indietro volendo sparire, dissolversi come quel mostro al cospetto di Sirius che ora abbracciava il ragazzo che aveva appena baciato sollevandolo da terra. 
- Che tempismo perfetto, eh? Comunque non dovete stare fuori da soli. Se dovete uscire state in gruppo e magari vicino a qualche professore. E ragazzi... sta piovendo, potevate pomiciare dentro! 

I due giovani avvamparono sconvolti sia dal fatto che li avesse visti sia dal fatto che non ne era minimamente stupito. 
- Non sei arrabbiato? - chiese Harry come se fosse poi il momento di parlarne. Sirius lo guardò meravigliato. 
- Di cosa? - Harry avvampò mentre Draco veramente voleva anche sotterrarsi, a quel punto. 
- Di noi due... - borbottò vergognandosene. Sirius proruppe in una risata e spettinò i capelli tutti bagnati di Harry. 
- Ma per favore. Sapevamo sarebbe successo! Da quanto state insieme? 
Harry guardò Draco il quale del tutto non intenzionato ad aprire bocca sull’argomento, fu molto eloquente. 
- Beh... noi non è che stiamo insieme... ci siamo solo appena baciati! - rispose Harry facendosi coraggio. Era molto imbarazzante parlarne con lui. 
Sirius, mani ai fianchi ed aria orgogliosa annuì fiero di loro. 
- Per cui ho beccato il vostro primo bacio? Che tempismo perfetto! Non potevo arrivare in un momenti migliore! Non vedo l’ora di dirlo a Narcissa! - seguì una risata sguaiata e Draco si accese tornando all’uso della parola. 
- Mica glielo dirai davvero! 
Harry capì che per lui sarebbe potuto diventare un problema. 
- Ti prego zio, lo sai com’è fatta lei... 
Sirius continuò a ridere sadico: - Certo che lo so, per questo voglio dirglielo! E spero di beccare io Malfoy, così lo dirò pure a lui! Con molto orgoglio! 
Mentre i due ragazzi erano prima preoccupati e poi shoccati dalla notizia che per lui era tanto semplice, la voce severa di Remus li fece voltare. 
- Tu non dirai niente a nessuno! Ragazzi, non preoccupatevi. Terrà la sua boccaccia chiusa! 
Sirius lo guardò stranito, non sorpreso che fosse lì ma che osasse togliergli il massimo del divertimento. 
- Scherzi? Certo che glielo dirò! Voglio vedere le loro facce! 
Remus stava rimproverandolo mentre Harry ancora non si capacitava che nemmeno lui fosse stupito del loro bacio che, a quanto pareva, aveva visto. 

Draco però si era fermato a quell’informazione quasi casuale. 
- Mio padre è qua? Sei qua per questo? Seguivi le sue tracce? 
Sirius alla sua domanda si fermò dal fare il buffone e si fece serio guardando colui che gli veniva cugino di secondo grado. 
I due si guardarono e Remus si stupì che non la buttasse lì in modo insensibile come suo solito. Lo guardò dritto negli occhi ed in questo modo mostrò il suo rispetto nel comunicargli qualcosa che, lo conosceva, gli stava dando gioia.
Sirius adorava dare la caccia ai cattivi e quando ne fiutava uno che inseguiva, si esaltava. Fare la persona seria e rispettosa era incredibile, per lui, in un contesto simile. 
- Seguendo le sue tracce abbiamo capito che si sta dirigendo qua. Sono venuto con alcuni compagni Auror. Lo prenderemo prima che ti trovi. 
Fu strano. Tanto lui che gli stava davanti quanto Harry che gli stava vicino, lessero distintamente non paura ma quasi gioia. Non di quelle nette che spiccavano, ma più sollievo. 
“È scappato per vedermi... alla fine conto qualcosa per lui...” 
Era assurdo, lo sapeva. Era assurdo essere felice perché si contava qualcosa per un criminale, ma era pur sempre suo padre, quel criminale. Lui comunque non lo conosceva se non per qualche gesta raccontata da qualcuno e la sua fama che lo precedeva. In fondo quello non era conoscere qualcuno.  
- Ragazzi, è meglio se entriamo e ci asciughiamo. E noi dobbiamo andare a parlare con Silente, immagino. - disse Remus intuendo ciò che si agitava negli animi un po’ di tutti. 
Non erano discorsi da affrontare su due piedi sotto una pioggia, coi Dissennatori pronti a tornare all’attacco. 
Soprattutto Draco ed Harry avevano un certo discorso da approfondire.

- Li hai beccati in pieno, eh? - Remus stava ridendo mentre si dirigeva con Sirius verso le stanze di Silente, una volta lasciati i ragazzi al loro dormitorio. 
Sirius fece una risatina a sua volta.
- Quando hai un tempismo perfetto c’è spettacolo assicurato! - rispose divertito l’uomo dai capelli bagnati legati in una coda bassa, la sua tenuta da Auror consisteva in una sorta di divisa comoda e pratica con un mantello sopra che al momento era stato lasciato all’ingresso del castello, nel guardaroba sorvegliato dall’addetto. Quando era in quelle vesti Sirius si legava i capelli, anche la barba era un po’ più curata e meno incolta. 
Remus stava per rispondere a sua volta con un’altra battuta, ma gli morì in gola perché si sentì afferrare per la maglia e, con poca delicatezza, tirare in un angolo nascosto dietro ad una colonna. 
In un attimo si ritrovò con la bocca di Sirius sopra la propria mentre il pensiero più assurdo gli affiorava alla mente, rilassandosi contro il suo corpo non propriamente caldo vista la pioggia presa fuori. 
“È come quando eravamo studenti... ogni angolo nascosto era nostro. Siamo ancora abituati ad agire così. Come se non ce ne fossimo mai andati!”
Per un momento, sentendosi ancora due studenti di Hogwarts, si sentì bene, inebriato, quasi al settimo cielo. 
Sirius era famiglia e casa, ma anche sicurezza. Adesso che era lì, per assurdo sapeva che sarebbe andato tutto bene. 
Inizialmente si era preoccupato per la presenza dei Dissennatori e per il probabile arrivo di Lucius Malfoy a turbare la delicatissima stabilità emotiva di Draco, una stabilità estremamente sottile, quasi trasparente. 
Vedere che alla fine Harry aveva superato le proprie barriere di ottuso ragazzo di tredici anni pur di aiutarlo, esprimendo i propri sentimenti, l’aveva tranquillizzato.
Ora che erano arrivati a quella fase c’erano molte più speranze per Draco ed adesso che c’era anche Sirius poteva stare molto più tranquillo. In qualche modo se la sarebbero cavata. 

 drarrywolfstar