17. ABBASSANDO LA GUARDIA

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Una volta nel dormitorio di Serpeverde, Harry e Draco si diressero verso le proprie postazioni, ovviamente una vicina all’altra, iniziando a spogliarsi per asciugarsi e cambiarsi. Erano bagnati fradici e freddi e mentre si toglievano i vestiti appiccicati, i brividi iniziarono ad attraversarli e non era più tanto chiaro se fossero belli o brutti. Belli come quando si erano baciati o brutti come quando ti sta per venire la febbre. 
- Dovremmo farci un bagno caldo... - disse Harry seguendo in modo molto semplice quel pensiero senza malizia dietro, nella mente ancora il ritorno di Sirius che lo rendeva doppiamente di buon umore nonostante i mille motivi per essere di cattivo. 
Draco lo guardò in un misto fra il terrorizzato ed il gelido col quale cercava di mitigare un po’ quella folle paura che stentava a mascherare, il risultato fu buffo. 
- Non stai correndo troppo? 
Harry che non capiva per quale motivo non volesse farlo visto che era estremamente necessario, lo guardò stupito per poi capire dalla sua faccia che era tutta un programma, finendo infatti per scoppiare a ridere. 
- Guarda che io lo dicevo per non ammalarci! Siamo infreddoliti! 
Draco realizzando il senso delle sue parole, si guardò constatando di essere ancora in canottiera, bagnata anch’essa, e in boxer a pantaloncino nero, dopo di che guardò Harry; la pelle meno pallida della propria e solo in intimo, del tutto intenzionato a togliersi anche quello che rimaneva senza il minimo senso del pudore. 
Immaginandosi cosa sarebbe venuto dopo se non fosse intervenuto, Draco prese la bacchetta alla velocità della luce e con un incantesimo preciso e ben fatto asciugò entrambi. 
- Così non ci ammaleremo! - esclamò per poi girarsi e mettersi dei vestiti nuovi sopra quelli che gli erano rimasti addosso che ora erano asciutti. Harry perplesso e deluso si guardò e si toccò la testa, poi con una smorfia infantile rivolta alla sua nuca bionda, si prese seccato il cambio e se lo infilò rimuginandoci. 
“Se ora fa così, cosa farà dopo? E domani? Insomma, è a caldo che si deve parlare di queste cose... anche io sono imbarazzato, ma non è la fine del mondo. Siamo io e lui, abbiamo fatto di tutto insieme, questo non sarà peggio di quando ci siamo messi a dormire insieme le prime volte.” 
Harry ricordò quei momenti realizzando a sua volta cosa intendevano le allusioni dei suoi zii che non aveva mai capito. Adesso erano fin troppo chiare. 
Attese che si finisse di vestire per evitare si bloccasse per l’imbarazzo della nudità, poi lo richiamò deciso e battagliero. 
- Draco... quello che è successo prima...  

A Draco venne il batticuore, lo sentì in gola e si sentì improvvisamente bollente, come un’ondata di calore che abbatte anche una statua di ghiaccio. Spalancò gli occhi e si affrettò a gestire la cosa voltandosi solo a metà, gli mostrò esclusivamente il suo profilo. 
- Era sulla foga del momento, sei il solito impulsivo che prima fa e poi realizza che non ha la minima idea di che cosa faceva! 
Cercava di precederlo per evitarsi una delusione maggiore nel sentirglielo dire, ma Harry col nervoso di nuovo alle stelle, come prima quando sotto la pioggia l’aveva baciato, gli andò dietro e prendendolo per la spalla lo girò battagliero. 
- Invece no! Sapevo perfettamente cosa facevo e lo volevo fare e lo rifarei. Anzi. Lo rifaccio! - e così col suo solito fare impulsivo, senza nemmeno riflettere, lo prese anche per l’altra spalla e tornò a baciarlo con una certa prepotenza. 
Draco di nuovo spiazzato e impreparato si ritrovò con la sua bocca sulla propria, ma questa volta, al contrario di prima, non rimase lì leggero e sulla soglia. Questa volta le labbra si schiusero e si fusero iniziando ad assaggiarsi timidamente. Dopo un primo momento di impeto e foga Harry si era calmato, così anche lui si era ammorbidito succhiandogli a sua volta il labbro. 
Si ritrovò preda di altre vampate di calore, non si era mai sentito così caldo, così vivo, così pieno di qualcosa di indefinibile. 
Era bello, doveva ammetterlo. Era bello quel calore, quella sensazione. La sua bocca che succhiava la propria. 
Continuò ad aprirsi ad Harry infilando timidamente anche la lingua, sperando che l’altro proseguisse senza ritirarsi traumatizzato e per fortuna andò tutto bene. 
Harry lo accolse e si intrecciò a lui mescolando i loro sapori e mentre il bacio prendeva sempre più vita insieme al calore e ai brividi, questa volta di piacere, lo spinse verso la parete. 
Draco a quel punto si rilassò sentendosi completamente bene, come se finalmente fosse al proprio posto, quello definitivo. Come se prima fosse stato bene lì con loro, ma gli fosse mancato qualcosa. Qualcosa che ora era lì. 
Sicuramente questo era tutt’altra cosa rispetto a qualsiasi altra. 
Come una naturale conseguenza di quel che era stato il loro rapporto sin da piccoli. 
Nessun imbarazzo, solo un senso straordinario di appropriatezza. 
Non era fuori posto, non era sbagliato. Era esattamente quello che doveva essere, ora ne era sicuro, e mentre se ne rendeva conto, perso nella sua bocca, spostò la mano portandola alla sua guancia, lo carezzò e si impresse la sensazione più bella della sua vita. 
- Ti voglio bene Draco. Non riesco a farti capire quanto. Spero tu lo sappia. - mormorò Harry sulle sue labbra, leggermente separato, la fronte sulla sua. Draco arrossì, sorrise dolcemente sentendo i muscoli della faccia tirare poiché era davvero da troppo che non lo faceva più e si erano forse atrofizzati. 
- Lo so. Ti voglio bene anche io Harry... grazie per non esserti arreso con me. 
Harry sorrise con una luce di vitalità negli occhi verdi. 
- Lo sai che non mi arrenderei mai... 
Draco si sentiva più sollevato e sereno, mentre riuscivano a parlare in modo anche scanzonato uno fra le braccia dell’altro. Respirandosi ancora. 
- Sei troppo testardo. 
“Grazie di esserlo.” 
Dopo di questo Draco scivolò col viso contro il suo collo, cercando rifugio, un nascondiglio per raccogliersi e realizzare cosa era successo. 
Era amato, amato così tanto da essere prezioso e speciale. 
Lì fra le sue braccia, protetto da Harry che lo stringeva con una mano fra i capelli, realizzò che il suo ragazzo avrebbe fatto di tutto per lui e che non l’avrebbe mai lasciato andare, come non aveva mai fatto fino a quel momento. Non importava se suo padre non l’aveva mai voluto o se volesse chissà cosa ora. Quel che contava era che lui aveva qualcosa lì, era qualcuno lì. Non voleva perderlo per nessuna ragione al mondo. 

Aveva fatto tutto quello per lui? Per QUEL ragazzo? 
Era scappato faticosamente da Azkaban dopo anni di prigionia terribile, aveva subito angherie e perso gran parte della sua anima, era riuscito a non farsi prendere dai Dissennatori e dagli Auror che gli davano la caccia, era riuscito ad infiltrarsi ad Hogwarts e tutto per suo figlio e lui cos’era? 
GAY?! 
Se la faceva per di più con Harry Potter? 
Proprio il figlio dei Potter, cresciuto poi da quel maledetto Sirius Black? 
Non lo poteva accettare, non poteva essere davvero quella la realtà. 
In un attimo a Lucius sembrò gli crollasse il mondo addosso. Aveva superato qualunque ostacolo, aveva sopportato di tutto, non era stato facile scamparla ed arrivare lì. Invece di volatilizzarsi e avere una possibilità di vivere il resto di quel che rimaneva della sua vita, era diventato matto per arrivare alla scuola di suo figlio. L’aveva fatto per lui ed ora che lo vedeva per la prima volta lo ritrovava in quelle condizioni, a farsi... PROPRIO LUI? 
Non lo poteva accettare e non l’avrebbe fatto. 
Non poteva permettersi di rinunciare e cambiare i piani, ormai. In gioco c’era troppo, aveva rischiato troppo. Arrivato ad un passo da suo figlio non ci avrebbe rinunciato. 
“Una cosa storta si può raddrizzare. Non esiste nulla che non si possa aggiustare. Ho fatto una scelta, quando sono uscito da Azkaban. Mio figlio. E non rinuncerò ora solo perché non è quello che mi aspettavo e che speravo. Mi chiedo che diavolo ha combinato Narcissa in tutti questi anni, come ha potuto permettere che diventasse questo?! Ma non importa, ci penso io a sistemare tutto. Draco è mio figlio. MIO!”
Non ci avrebbe rinunciato, ormai era ad un passo da quel che aveva desiderato per anni, quando alla mercede dei Dissennatori che gli rubavano l’anima lui si teneva stretto l’unico ricordo felice, il solo rimasto, suo figlio. E quel desiderio di vederlo, un giorno. Vedere che persona era diventata. Abbracciarlo. Andarsene al sicuro da qualche parte a riprovare a vivere, ad essere felici ancora una volta. 
Assottigliando gli occhi non del suo colore reale per via della pozione Polisucco che l’aveva trasformato in un altro professore di Hogwarts, Lucius decise che da lì quei due ragazzi non sarebbero usciti. 

Il ritardo era nel DNA di Harry e di conseguenza anche Draco finiva per non essere mai puntuale. A maggior ragione, Sirius e Remus immaginarono che dopo il loro primo bacio nella tempesta, avrebbero avuto bisogno di più tempo per prepararsi per la cena. Non si erano preoccupati di non vederli arrivare insieme agli altri. Poi a cena i due erano nel tavolo dei professori ed in particolare, per l’occasione, vicino a Silente per continuare la conversazione iniziata prima nel suo ufficio. 
Di tanto in tanto, durante la cena, gettavano un’occhiata al tavolo dei Serpeverde per vedere quando i due ragazzi si sarebbero degnati di farsi vivi. 
Il primo a pensare che fosse strano fu Remus che lo sussurrò a Sirius accanto a lui, quando vide che ormai molti ragazzi stavano già lasciando il tavolo. 
- Ma non pensi sia strano che non vengano a mangiare? - chiese piano. Sirius, preso da una conversazione con un altro insegnante, si interruppe per rispondere col suo solito modo facile di chi non si preoccupava quasi mai. 
- Nah, staranno scoprendo le gioie di coppia... - Remus avvampò e lo guardò come se bestemmiasse. 
- A 13 anni?! 
Sirius rise. 
- Noi eravamo tanto più grandi? 
Remus si fermò a pensarci e si ricordò che dovevano aver avuto circa la loro età, poi con una smorfia poco convinta appoggiò il mento alla mano un po’ sconsolato. 
- Ma loro sono i nostri bambini, li vedrò sempre troppo piccoli per certe cose... 
- Non eri tu quello che riteneva perfettamente normale una loro unione? - lo punzecchiò Sirius con la forchetta sulla guancia. Remus lo scacciò che si faceva con una mosca. 
- Certo, ma da lì ad accettare che facciano sesso...  
- Non è che puoi accettarlo o rifiutarlo. Succede comunque! 
Per Sirius era tutto così facile. Esisteva solo l’inevitabile. Potevi tutt’al più prendere contromisure, ma rifiutare qualcosa che non ti piaceva era una perdita di tempo. 
Per Remus invece riflettere su tutto ciò che accadeva era come un passatempo. Pensare a loro due così avanti nella loro relazione lo faceva sentire vecchio: dov’era andato il tempo? 
Quando tutti gli studenti se ne furono tornati nelle rispettive case, Remus ancora perplesso decise di cercare Piton per chiedergli se poteva controllare nella casa Serpeverde che fine avessero fatto Harry e Draco, ma al momento di chiederglielo, solo allora si rese conto che Piton non era mai arrivato per cena. 
- Manca anche Piton... - disse perplesso Remus notando che il suo posto non era stato nemmeno usato in quanto tutto intatto come quando erano arrivati, al contrario degli altri che invece erano tutti consumati. 
Sirius alzò le spalle bevendo un ultimo goccio prima di andare a fare il giro d’ispezione notturno come da programma coi suoi colleghi. Al momento della cena erano stati tutti radunati nella sala comune, perciò non avevano ritenuto opportuno ispezionare altrove, bensì era stato il caso, secondo loro, di tenere d’occhio gli studenti quando tutti insieme. 
- Quel codardo non voleva mostrarci il suo orribile enorme naso... e di questo gliene siamo grati... 
Remus avrebbe riso e risposto con un’altra battuta, invece capì che non era normale che mancassero proprio loro tre, così si alzò di corsa e prendendo Sirius per il dietro della maglia se lo tirò. 
- Muoviti! - ordinò perentorio sfuggendo dagli occhi perplessi dei pochi che rimanevano. 
Sirius solo quando si ritrovò a correre per i corridoi di Hogwarts si rese conto che Remus era seriamente preoccupato e se lui lo era forse doveva dargli retta. 
- Dici che è strano che manchi anche quel ficcanaso? - chiese impugnando subito la bacchetta. 
- Va bene che Draco ed Harry avevano certe questioni da risolvere, di quelle che ti portano via tanto tempo e che necessitano privacy, ma la situazione generale non è tanto normale, non credi? 
Sirius capì che Remus aveva ragione, aveva abbassato la guardia ritrovandosi di nuovo in quello che per lui era sempre stato il posto più sicuro del mondo, per lo più risucchiato non solo dall’atmosfera scolastica che adorava, ma anche dalle lunghe costruttive conversazioni con Silente. 
- Dici che Piton c’entra con Lucius? Che magari è suo complice? - pensò subito Sirius consapevole che a suo tempo Piton era stato un Mangiamorte che però poi aveva tradito Voldemort ed aiutato Silente diventando un suo protetto. 
I due, continuando a correre, esprimevano teorie alla velocità della luce mentre cercavano di raggiungere la casa Serpeverde nei sotterranei. 
- Erano amici, Piton era stato scelto come padrino per Draco, ricordi? 
Remus sapeva cose che Sirius ignorava totalmente, specie perché non gli era mai interessato nulla di quella famiglia di maghi malvagi e, soprattutto, altamente irritanti e tossici. 
- Non ne avevo idea! - esclamò lui. 
- Però non hanno fatto in tempo a battezzare Draco perché Piton ha tradito Voldemort e Malfoy... 
Sirius ancora non capiva cosa la mente di Remus aveva prodotto, ma ormai erano arrivati all’ingresso della casa Serpeverde e approfittarono di alcuni studenti per superare il blocco d’accesso. Si infilarono con loro precipitandosi alla ricerca di Draco ed Harry, con l’ansia ormai alle stelle e la consapevolezza che qualcosa di strano dovesse esserci per forza. 
La speranza di interromperli in atteggiamenti amorosi si spense quando arrivati ai loro letti, indicati da alcuni studenti, videro che erano vuoti e intatti. Chiesero una mano ai ragazzi presenti per cercarli e con l’ansia che diventava terrore e poi consapevolezza, il fuoco e la rabbia presero totale possesso di Sirius, mentre Remus si sentiva morire all’idea di cosa era successo proprio sotto i loro occhi. 
“Non dovevamo calare la guardia permettendogli di chiarirsi per mettersi insieme... era una situazione particolare, è vero, ma non dovevamo lasciarglielo fare lo stesso. Dovevano solo cambiarsi e ci avrebbero raggiunti, noi dovevamo solo parlare con Silente e li avremmo attesi a cena. Hanno approfittato per chiarirsi, si saranno messi insieme, si saranno scambiati qualche bacio... ma non dovevamo... non dovevamo farglielo fare...” 
- MERDA! - tuonò Sirius furioso facendo saltare un tavolino che poi Remus avrebbe ricomposto con la magia. - SOTTO AI NOSTRI OCCHI, DANNAZIONE! MALEDETTO BASTARDO! 
Harry e Draco erano spariti. Lucius in qualche modo era arrivato ad entrambi. 


Note Finali: penso che in quanto tredicenni alle prese con le prime questioni sentimentali, ci potrebbe stare dell'imbarazzo da parte di uno e la scoperta a scoppio ritardato da parte dell'altro. Insomma, ho pensato che sebbene Draco fosse quello più sveglio e se ne fosse accorto prima, potrebbe essere anche quello più imbarazzato e rigido dei due, mentre Harry sebbene sia quello col secondo treno in quanto più ingenuo ed ottuso, una volta che se ne rende conto si butta senza farne un dramma né imbarazzarsi. Perciò ognuno dei due ha i suoi pregi. Li ho immaginati così i Draco ed Harry cresciuti in questo contesto.

La questione di Lucius non è dettagliata anche se ho accennato un po' a qualcosa perché non sono sicura che a conti fatti sarebbe possibile che ce la facesse, ma ho considerato che comunque uno come Lucius un modo lo troverebbe. Mi sono ispirata al sistema usato da Barty Jr che per infiltrarsi ad Hogwarts aveva rapito il vero Moody prendendo le sue sembianze. Per la fuga da Azkaban so bene che Sirius è riuscito in un'impresa simile anche grazie al fatto che si trasformava in cane, così come so che poi Bellatrix era scappata grazie a Voldemort, perciò qua Lucius sarebbe stato solo e senza aiuti vari nell'impresa, ma non sono andata nel dettaglio pensando solo che un modo avrebbe potuto trovarlo. Dopotutto parliamo di uno dei maghi più forti alla corte di Voldemort. Spero il tutto non sia troppo improbabile, ma volevo assolutamente che le cose si evolvessero in questo modo. Se Lucius fosse stato un latitante mai catturato, Draco non sarebbe mai vissuto serenamente (pur nei limiti del suo carattere) e comunque si sarebbe fatto vivo molto prima. Perciò la soluzione finale era quella. 

Oltre a questo, ci tengo a dire che forse Sirius e Remus non si sarebbero fatti fregare così facilmente, anche se essendo dentro Hogwarts non è così improbabile che abbassino la guardia. Tuttavia era necessario le cose si evolvessero in questo modo. Spero sia accettabile la mia soluzione.

Grazie infine a chi legge la mia fic, spero piaccia. Adesso arriva uno dei momenti clou (ovviamente ne ho messi un po' nel corso della fic) che a me personalmente piace parecchio. 

Baci Akane