*Sirius non pare aver preso molto bene la notizia dell'arrivo di Narcissa e Draco a casa loro ed il mattino ne discutono fino a che Remus non lo farà ragionare. Scopriamo un po' come stanno le cose, anche se siamo appena all'inizio e sono solo dei cenni. Infine arrivano questi fantomatici cugini su cui il piccolo Harry si è fatto molti film. Saranno conformi alla realtà o rimarrà deluso? Le fan art non sono mie ma trovate in rete, prese solo in prestito. Questa non si riferisce a nulla che accade nel capitolo, ma era una delle mie preferite della loro adorabile famiglia. Buona lettura. Baci Akane*
2. ESSERE DIVERSI
Harry non era un dormiglione, non era un bambino che dormiva fino a tardi nonostante potesse farlo visto che era l’inizio dell’estate.
Perciò quando quel mattino scese dal letto e si diresse in salotto, con sorpresa trovò suo zio Sirius che dormiva avvolto in una coperta.
Il bambino inarcò un sopracciglio e si grattò la cicatrice a forma di saetta sulla fronte.
- Zio? - chiamò titubante. Sirius si svegliò subito avendo il sonno leggero. - Perché dormi nel divano? - ricordandoselo tornò al suo broncio girandosi dall’altra parte per tornare a dormire.
- Perché tuo zio Remus è meschino! - a quella parola Harry fece un risolino. Sapeva che usava ‘meschino’ al posto delle parolacce che gli sentiva dire quando non se ne accorgevano.
- È tua cugina, Sirius. Non è la fine del mondo! - la voce stanca ed assonnata di Remus arrivò alle loro spalle ed Harry si infilò sotto la coperta dello zio accoccolandosi con lui, ascoltando la loro strana conversazione.
- Chi è sua cugina?
- Narcissa.
- È una Black! - sbraitò acido Sirius saltando su a sedere, contemporaneamente Harry saltò appiccicandosi a lui, sempre sotto la coperta.
- Anche tu lo sei!
- Ma si è sposata ad un Malfoy! È una grandissima... - stava per dire ‘puttana’ ma un’occhiataccia del suo compagno gli ricordò di avere un bambino attaccato. - Beh, lo sai cos’è!
- Io no, cos’è? - chiese curioso Harry.
- È adulta. È grande perché è adulta. Ed ha un figlio della tua età. - sentendolo Harry si illuminò.
- Avrò un amico?
- Hai noi, non ti mancano gli amici! - sbottò Sirius già geloso.
- Ma voi siete grandi, io dico uno della mia età con cui giocare...
- Ma certo, avrai un amico. Staranno qua per un po’, fin quanto avranno bisogno! - Harry a quella rivelazione si mise a saltare sul divano come se avesse vinto una coppa.
Remus soddisfatto andò in cucina per preparare la colazione con ancora i brontolii di Sirius che lo seguì a ruota per continuare a litigare mentre Harry metteva sottosopra il salotto.
- Dovevi dirmelo prima, tu hai accettato senza dirmi nulla! - il cuoco di casa sospirò tirando fuori tre tazze di ceramica ognuna con una fantasia diversa e personalizzata.
Non aveva torto, avrebbe dovuto dirglielo prima, ma lo conosceva e sapeva che avrebbe rifiutato e gli dispiaceva mettere alla porta due persone che di fatto avevano bisogno di aiuto.
- Andromeda mi ha pregato.
- E perché ha parlato con te e non con me? - Remus alzò gli occhi al cielo, quanto era permaloso?
- Fatti due domande e datti due risposte! - quando diceva così Sirius era costretto ad ammettere che era ovvio e non voleva, così scosse il capo, incrociò le braccia al petto e si appoggiò al tavolo dandogli le spalle, mentre lui tirava fuori tutto il necessario per la colazione. Ovvero latte, cereali e succo.
- Ci ha trattati sempre di merda, ora vuole che li aiutiamo. Bella forza! Non poteva rimanere da lei? Dopotutto sono sorelle! - ascoltandolo polemizzare, si strinse nelle spalle ricordando la conversazione del giorno prima, quando aveva acconsentito dispiaciuto per l’esaurimento della cugina adottiva.
- Beh, lei è sposata a Ted, un babbano, e sai che Narcissa purtroppo li detesta... almeno qua sono tutti maghi e... - Sirius inarcò un sopracciglio scettico e lui capendo a cosa si riferiva, rispose. - Lo so che io ed Harry siamo mezzosangue, ma Harry è un bambino e spera che lui e Draco diventino amici e...
- Se lei non gli ha già riempito la testa di scemenze... se maltratta Harry giuro che pratico una maledizione senza perdono e non di quelle che poi sopravvivi! - Remus aveva già mal di testa e a onor del vero si era proprio svegliato così.
Scuotendo il capo si strinse nelle spalle con aria di scuse.
- Lo so che non è una grande idea, fra l’altro tu sei stato diseredato proprio perché odi la teoria dei purosangue, ma da quando Lucius è finito ad Azkaban dopo la disfatta di Voldemort, insieme a tutti gli altri Mangiamorte, fra cui Bellatrix, i Black hanno ripudiato Narcissa e Draco perché hanno paura di subire ripercussioni... - Sirius scosse la testa come per zittirlo, per nulla intenzionato a sentire quei discorsi. Si legò i capelli aggrovigliati in una coda sulla nuca a cui scapparono alcune ciocche e si sedette sulla sedia del tavolo iniziando a mangiare i cereali croccanti con le mani, senza metterci il latte.
- Tutti hanno subito grossi danni, anche peggiori dei loro. Il suo si chiama karma. Ha sposato un bastardo, hanno scelto una strada maledetta, non poteva pensare di uscirne in piedi. Adesso deve accettare le conseguenze delle sue azioni e cavarsela da sola! - Sirius era molto duro con lei, ma veniva da una vita di angherie subite da tutta la sua enorme e potente famiglia di cui salvava solo Andromeda e suo zio che l’aveva aiutato quando se ne era andato di casa.
Loro le pecore nere, i ripudiati. Ed ora, guarda caso, gli unici disposti ad aiutare una consanguinea caduta in disgrazia.
Remus aspettò prima di chiamare Harry, per finire la conversazione. Si fermò in piedi davanti al tavolo con le braccia conserte, i capelli corti e castani spettinati, le solite cicatrici in vista e l’aria di chi non aveva dormito niente, preoccupato.
- Sì, ma le hanno voltato le spalle anche i Malfoy. - allo sguardo iroso del suo compagno, sospirò paziente e poi continuò: - Tu hai ragione, Sirius. Ma noi siamo diversi perché non agiamo come loro. Non chiudiamo le porte in faccia a chi ha bisogno. Narcissa ha chiesto aiuto ad Andromeda consapevole che era sposata ad un babbano, ha accettato di vivere con loro. Sai cosa significa. - Sirius capì cosa intendeva, ma ugualmente non gli faceva pena.
- È disperata. Ma non me ne fotte un cazzo, Remus.
A quel punto tornò a ripetere la prima parte che lui aveva finto di non sentire, si appoggiò con le mani al bordo del tavolo e si sporse verso di lui per sottolineare con cura le sue parole.
- Noi non siamo come loro. Ti sei distaccato dalla tua famiglia per non essere come loro, allora sii diverso.
Sirius a quel punto non seppe più ribattere. Strinse le labbra contrariato e guardando dall’altra parte, fuori dalla finestra, imprecò stizzito.
- Merda, sei maledettamente bravo con le parole!
Remus sorrise vittorioso e si sporse a baciargli la guancia.
- Sapevo che avresti capito!
Senza dargli tempo di cambiare idea, tanto ormai aveva detto di sì ad Andromeda, chiamò Harry per la colazione.
Quando il bambino corse dentro saltando sulla sedia affamato, iniziò a riempirli di domande sui nuovi ospiti, in particolare sul bambino e su come potesse considerarlo.
- Insomma, credo sia mia cugino?
Non aveva molto chiare le parentele, ma se chiamava Sirius e Remus zii e questa Narcissa era una parente di Sirius, allora anche suo figlio doveva venirgli qualcosa. Non aveva ancora chiaro il concetto di adozione. Non avendo reali legami di sangue, non era veramente imparentato con nessuno dei Black, tanto meno coi Malfoy. Per Sirius era un sollievo.
- Al massimo sarà un essere umano, ma non illuderti che sia tanto simpatico! I Malfoy non hanno la simpatia nel DNA!
Ugualmente Harry ormai si stava immaginando questo nuovo amico, convinto che sarebbe stato addirittura come un fratello. Non stava proprio più nella pelle.
Harry si era fatto mille film mentali nell’attesa del loro arrivo. Già la sua fantasia godeva di ottima salute, poi tutte quelle strane reazioni da parte dei suoi zii aggiungevano un sacco di mistero alla situazione.
Non riusciva proprio a capire cosa ci fosse di tanto brutto nell’averli con loro, Remus gli aveva spiegato che Sirius era scappato dalla sua famiglia per divergenze di idee e che Narcissa faceva parte dell’altra fazione, perciò in parole povere erano uno l’esatto opposto dell’altro.
Quello che non capiva, però, era come mai se lei era così diversa da Sirius, perché aveva accettato di venire da loro.
Nella sua piccola testa tante cose non erano chiare, ma lasciava quei dettagli ai grandi.
Qualunque fosse il motivo, sarebbero venuti e sperava che quel Draco fosse simpatico anche se Sirius era convinto di no.
C’era da considerare il non poco trascurabile dettaglio che se questa nuova zia la pensava all’opposto di suo zio Sirius, allora probabilmente anche il figlio sarebbe stato diverso da lui e per questo probabilmente non piacevole.
Era facile da capire.
“Se mi piace mio zio, come possono piacermi persone opposte a lui?”
Tuttavia era pur sempre un bambino della sua età che veniva a vivere con loro. Come non sperare in un compagno di giochi?
Infine l’attesa finì e gli ospiti arrivarono.
Dopo un’intera giornata passata alla finestra ad aspettarli, una macchina aveva fatto finalmente scendere due persone.
Una bellissima donna dai capelli biondi raccolti in un’acconciatura ed un bambino che così da lontano gli pareva somigliarle molto.
Harry corse subito giù per le scale a rotta di collo e prima ancora di farli suonare, era già ad aprire alla porta con un gran sorriso sulla faccia e l’entusiasmo tipico dei bambini.
Beh, dei bambini normali.
Draco guardò quel nanerottolo così felice e sorridente e senza fare una sola piega né smuovere la sua mimica facciale di mezzo centimetro, rimase impassibile a fissarlo quasi schifato.
“Perché sorride così? Che problemi ha?”
Ebbene nonostante avesse appena sei anni, Draco Malfoy non era per niente considerabile un bambino normale.
Harry tese la mano come gli avevano insegnato per essere educato ed accogliente e li salutò sempre con entusiasmo:
- Benarrivati! Io sono Harry Potter! - gli avevano anche insegnato a presentarsi ed ovviamente gli avevano lasciato il cognome di suo padre James, com’era giusto che fosse. Narcissa abbassò lo sguardo altero su di lui e con profondo disprezzo, disse:
- Io al tuo posto non lo sbandiererei così, tanto è piuttosto evidente la tua discendenza! - così dicendo ignorò la sua mano e lo superò come se fosse un insetto. Ad Harry si spense il sorriso e fu anche peggio vedere che Draco nemmeno gli parlava, manco un misero ciao, non uno straccio di presentazione.
Fu così che i sogni del bambino si infransero in un attimo.