20. FAMIGLIA

drarry

Essere schiantato non era di sicuro piacevole. Non era come perdere dolcemente i sensi, non era un addormentarsi.
Era più come essere investiti da un treno in corsa. 
Ti sentivi sospingere via prepotentemente con uno schianto e da che eri sveglio a che ti ritrovavi in una specie di oblio. Sapevi che non stavi dormendo, ma non riuscivi a svegliarti e a riappropriarti dei tuoi sensi. Non ne avevi. Non c’eri. Ma non eri addormentato. 
Era una bruttissima sensazione. 
Quando Draco tornò a sentire qualcosa, il suono di una voce familiare accompagnato da una puzza terribile e poi dal freddo, si sentì anche peggio. 
Gli effetti dello schiantesimo si riversavano sul suo stato di malessere generale. Non come un’influenza o come quando il Dissennatore ti baciava, bensì più come appunto quando ci si svegliava da un coma con ossa rotte. 
- Draco... - la voce preoccupata di Harry lo richiamò diverse volte prima che anche la vista gli potesse tornare. Draco arricciò il naso per la puzza, ma quello gli permise di ricordare che erano ancora alla Stamberga Strillante e appena lo realizzò, fece per impugnare la bacchetta, tirarsi su e praticare un Incanto Patrono. Ci provò ma non ci riuscì principalmente perché non aveva la bacchetta in mano, poi anche perché era ancora troppo debole e dolorante. 
- Stai giù, sei stato schiantato, devi darti tempo... - suggerì dolcemente Remus, chino oltre la testa di Harry che invece gli stava quasi steso addosso. Il ricordo di Draco arrivava al momento in cui suo padre l’aveva preso ed usato come scudo contro il duello con Sirius. Poi ricordava la sua voce mentre gli chiedeva scusa e fu a quel punto che realizzò cosa era successo. 
- Sirius mi ha schiantato?! - chiese con voce incredula e accusatoria, con un sottinteso ‘ha osato’ che non era servito pronunciare. Girò gli occhi alla ricerca del colpevole che trovò per nulla pentito delle sue azioni, mentre faceva fluttuare un legato Lucius nell’aria. Remus guardò il suo compagno ignorarli e rispose per lui, forzatamente.
- Sì... beh, non aveva scelta... tu e Lucius stavate per smaterializzarvi... 
Draco era ancora confuso riguardo la situazione, visto che si sentiva davvero massacrato dopo il suo incantesimo d’attacco. 
- E poi sono arrivati anche i Dissennatori... tanti... e gli zii li hanno cacciati con l’Incanto Patrono... a proposito, il tuo è stato meraviglioso, Draco! Puoi esserne fiero! Io non ci riesco a farlo così bello! Il tuo animale è un’aquila d’argento... è così bella! Chissà se quando sarai Animagus sarai un’aquila, che ne dici Remus? 
Harry vedendo Draco stare bene, si era ripreso a sua volta. Più che altro aveva ripreso la parlantina e mentre Remus, sollevato dal sentirlo chiacchierare così allegramente come se nulla fosse successo, distribuiva cioccolata a destra e sinistra, Sirius consapevole che nessuno gli avrebbe parlato per un po’, uscì dalla casa portandosi Lucius con un incantesimo di levitazione non dopo avergliene fatto uno che forzasse il sonno per tenerlo ancora in stato di incoscienza. 
- Perché non dice niente? - chiese Draco come se fosse la cosa più importante da sapere rispetto al resto. Harry e Remus lo aiutarono ad alzarsi uno per parte. 
- L’abbiamo rimproverato perché è venuto qua da solo ed è stato costretto a schiantare anche te con Lucius, altrimenti sarebbe scappato... però se non fosse venuto da solo... 
- Non avrebbe fatto in tempo... - concluse per lui, stupendo i due che lo aiutavano a scendere l’ultima rampa di scale. Anche Harry non era al top della forma, infatti un po’ aiutava il compagno, un po’ si faceva aiutare. 
La maledizione subita era stata dura, aggiungendovi anche i Dissennatori si poteva capire che da una notte così era già tanto uscirne vivi. 
- Come? - chiese Remus stupito di quella sua veloce presa di posizione. 
- Mio padre mi stava obbligando con l’Imperio a Cruciare Harry.  
- Ma poi sono arrivati i Dissennatori ed ha smesso! - replicò Harry il quale non era più tanto certo della posizione da prendere. Andando avanti, forse, riusciva a vedere le cose con più distacco. Forte del fatto che alla fin fine Draco stesse relativamente bene. Quanto meno era vivo. 
- Io sono riuscito a mandarne via due ed ero sfinito, ma non mio padre... - dopotutto non si diventava Mangiamorte di quel livello se non si era forti e potenti. Qualche Dissennatore non era bastato a metterlo fuori gioco. 
Harry abbassò lo sguardo ed il tono capendo cosa intendeva, perché lui l’aveva visto, quando si era alzato sopra di loro, con quell’odio che gli aveva deformato il viso. 
- Stava per fare l’Anatema che uccide. - Harry non sapeva come, ma ne era certo. Glielo aveva letto negli occhi uguali a quelli di Draco, eppure diversi. Diversi nel sentimento che esprimevano. 
Disprezzo per l’adulto, sofferenza e tristezza per il giovane. 
Ma amore? L’amore alla fine l’aveva raggiunto? Aveva fatto in tempo a salvarlo, o suo padre era stato più sagace a prenderselo in un modo che non poteva ancora capire, in un tempo che sarebbe stato più lontano? 
- Non so cosa avrebbe fatto, ma non era finita lì, Harry. Se Sirius non fosse arrivato... anche se da solo e prendendosi tutti quei rischi, ci ha salvati. - concluse Draco con un tono meno sostenuto e gelido. Una volta fuori dalla casa, i tre guardarono verso Sirius che li aspettava col corpo fluttuante di Lucius, i suoi capelli pendevano lunghi e sciolti nell’aria, erano biondo platino e in quel momento sembravano quasi bianchi, spiccavano nella notte. 
Draco cercò lo sguardo di Sirius e lo incontrò subito. I due si guardarono solenni, seri, poi il ragazzo chinò il capo in segno di gratitudine. 
- Grazie per averci salvato. 
Sirius, così, sorrise e fece un cenno affermativo. 
- Anche se non fosse stato il mio lavoro l’avrei fatto lo stesso, ragazzo. - disse poi cercando di sminuire i propri sentimenti di cui, spesso, si vergognava. Non era così facile per lui dimostrarli, non come lo era per Remus ed Harry. Però ne provava e le sue azioni lo dimostravano sempre. Draco lo guardò in attesa del resto e lui si sforzò di concludere a voce invece di lasciare intendere le cose come faceva di solito. - Siete la mia famiglia.  Famiglia, si ripeté Draco colpito, fermo sotto la Luna piena.
Che sapore strano aveva quella parola. Loro non erano realmente la sua famiglia. La sua famiglia era quell’uomo che stava sotto l’effetto dell’incantesimo di Sirius. Quell’uomo che sì scappato da Azkaban l’aveva cercato, ma aveva anche tentato di distruggerlo per controllarlo e renderlo un suo erede. Erede di cosa? Di orrori, di morte e distruzione? Erede di che cosa, di preciso? Di una vita in fuga, una vita vissuta di nascosto? 
Una vita piena di rimorso per aver torturato e forse alla fine anche ucciso Harry? 
Quell’uomo non era la sua famiglia, era solo suo padre biologico. 
La sua famiglia, la sua VERA famiglia, era quella che gli stava intorno in quel momento e con un calore scaturito da dentro, da un’anima che i Dissennatori avevano più volte provato a rubargli, sorrise grato, con una dolcezza appena accennata che non gli era mai riuscita. Gli occhi gli bruciavano, mentre le lacrime premevano, ma la mano di Harry sulla sua gli restituì la forza di non piangere, sebbene sarebbe stato appropriato, forse. E comunque davanti a loro non sarebbe stato un dramma. Oh, no... per niente. 
Harry stava per andare ad abbracciare Sirius quando notò che suo zio, invece, fissava allarmato Remus rimasto indietro di qualche passo rispetto a loro. 
Quello sguardo era inequivocabile, così come il respiro affannato e la posa innaturale del suo corpo, con il viso rivolto alla luna e i denti scoperti. 
Denti che, lentamente, si allungarono diventando zanne aguzze. 
- Remus... non dirmi che non hai preso la pozione! - esclamò Sirius lasciando cadere di botto Lucius per andare verso Remus in uno stato di evidente trance, gli occhi rossi, fissi verso la Luna piena che baciava il suo corpo di Licantropo. 
Ormai era tardi, non rispondeva più e sapeva che era impossibile impedirgli la trasformazione a quel punto. 
- Merda! - esclamò Sirius realizzando che all’appello della notte più sfigata dell’anno ci mancava solo quello! 
Draco ed Harry, sapendo della condizione di Remus a cui spesso avevano assistito poiché non sempre si era ricordato in passato di prendere la pozione anti trasformazione, si allontanarono tenendosi stretti uno all’altro, ancora deboli e pieni di acciacchi fisici, impossibilitati ad una qualche fuga veloce. 
- Ragazzi! - esclamò Sirius lanciando la bacchetta a Draco che aveva recuperato da Lucius prima di portarlo fuori. Draco capì mentre Harry stringeva a sua volta la propria. - Portate Lucius da Silente, i miei colleghi vi troveranno subito. Col mio incantesimo dormirà sicuramente almeno per un’ora intera... potete farlo, vero? - Draco ed Harry annuirono, consapevoli che quando Remus era in quelle condizioni non c’era da discutere e tanto meno da fare gli eroi. 
Si presero il tempo di assistere alla completa trasformazione in licantropo di Remus e, successivamente, quella che Draco preferiva. La trasformazione di Sirius in cane, un bel cane nero. 
Durante l’esecuzione gli brillarono gli occhi, sognava sin da bambino di trasformarsi in un qualche animale maestoso. 
Dopo che entrambi furono trasformati, Sirius guidò un feroce Remus lontano dai ragazzi e da qualunque altro posto abitato, in modo da farlo sfogare senza procurare danni a nessuno, come facevano solitamente quando Remus non si controllava con la pozione. 
Draco ed Harry a quel punto rimasero soli. Draco ancora negli occhi la sempre bella trasformazione di Sirius. 
- Ci riuscirai anche tu! I miei zii e mio padre ci sono riusciti ad Hogwarts, erano giovani, molto più giovani di quanto non serve normalmente, perciò ci puoi riuscire anche tu! Sei molto dotato! 
Lo era, ma Draco non teneva in considerazione le lodi di Harry perché era sempre di parte, tuttavia gli sorrise grato e divertito insieme. 
- E tu non vuoi diventare un animagus? - chiese curioso, mentre si prendeva del tempo per il suo ragazzo. Harry lasciò che Draco gli arrivasse davanti annullando la poca distanza che era rimasta, la sua mano lo prese per la vita, scivolò sulla schiena e lo attirò del tutto a sé con un che di prepotente e forte insieme. Forse si stava già riprendendo, si disse Harry compiaciuto di quella splendida sensazione eccitante che lo invadeva praticamente ovunque. 
- Intanto vorrei che tu mi baciassi. - rispose malizioso Harry, senza peli sulla lingua. Draco arrossì lievemente, ma compiaciuto decise di accontentarlo.
Non era ancora tanto abituato a quelle cose, ma supponeva che presto ci sarebbe riuscito. 
Quando posò le labbra sulle sue ne fu certo. La morbidezza nell’intrecciarsi, il calore nel sentire il suo sapore tramite le loro lingue nelle bocche unite e poi quella delicatezza nell’abbandonarsi a lui. Le sue mani sulle spalle e poi sul viso e sui capelli biondi. 
Aveva davvero così tanto per cui lottare, per cui rimanere sé stesso e diventare sì un grande mago, ma non per redimere il nome dei Malfoy, bensì per conquistare il suo posto nella famiglia che sentiva sua. 
Un posto che non sapeva se gli apparteneva già, ma che sperava lo sarebbe stato. 
Mentre lo baciava, Draco ripensò alle parole spontanee e sincere di Sirius. 
‘Siete la mia famiglia.’
Anche Sirius non aveva avuto fortuna con la sua, si era ribellato ai terribili Black, maghi oscuri da generazioni salvo qualche eccezione. Però si era trovato la sua vera famiglia, come forse stava facendo lui. 
Fu quella notte che Draco rinacque a vita nuova. Rinacque definitivamente. 

L’ingresso ad Hogwarts con un fluttuante Lucius addormentato, fu per Draco ed Harry qualcosa di epico, quasi trionfale. 
Tutti gli studenti erano stati radunati nella sala grande per essere meglio protetti, perciò quando i due ragazzi arrivarono nonostante zoppicassero e camminassero a stento, si raddrizzarono e nascosero al meglio ogni segno di malessere per poter farsi vedere come gli eroi di turno. 
Non che gli importasse, o meglio non cercavano quello, ma era vero che per una volta che erano in una situazione simile, tanto valeva approfittarne. 
Il vociare si zittì di colpo quando le porte in fondo al salone si spalancarono con un tonfo, poi gli occhi di tutti si puntarono sulle tre figure, due delle quali camminavano fiere e solenni. Ciò che fece impressione a tutti, però, fu il fatto che proprio Draco teneva sotto incantesimo Lucius Malfoy, lui che ne era il figlio. 
Il silenzio totale durò poco, poiché mentre avanzavano verso i professori posti a protezione e sorveglianza, gli studenti sistemati per terra in sacchi a pelo, iniziarono a sussurrare sedendosi. 
Teorie complottiste si sprecarono mentre in molti, invece, iniziavano a riconoscere che forse, dopotutto, era vero che Draco non era ‘figlio di suo padre’, come aveva sempre sostenuto la maggior parte in modo sprezzante. Si vedeva che avevano combattuto, doveva esserci stata una lotta non da poco, ma i ragazzi si sforzavano di non ostentarla rimanendo impettiti e orgogliosi di quanto fatto. 
Un inizio, si disse Draco passando loro in mezzo e percependo alcuni dei loro sussurri d’ammirazione e sorpresa. Avevano probabilmente tutti immaginato che sarebbe andato via con suo padre appena l’avesse trovato, ben felice di unirsi a lui, invece non era andata così. 
Era lì e lo stava riportando alle forze dell’ordine. 
Sapeva che in tanti altri ancora non si sarebbero fidati e non l’avrebbero lasciato in pace, che la strada era ancora lunga, ma comunque un piccolo passo l’aveva fatto e ne avrebbe fatti altri.
Non per conquistare la fiducia di un branco di idioti senza cervello, come soleva pensare a loro, bensì per conquistare il suo posto nel mondo. Non il posto di un reietto o del figlio di un criminale, ma un posto da mago giusto e stimato. 
Il migliore di tutti, certo, ma buono e corretto. Quel genere di mago che Harry avrebbe potuto amare per sempre. 
E sua madre, voleva sperare. Magari un giorno lei sarebbe stata fiera di lui.
“Chissà se vedendomi ora che riporto indietro mio padre, lei sarebbe contenta di me o sarebbe delusa...” pensò mentre consegnava il corpo ancora inerme alla McGranitt, sorpresa quanto tutti gli altri di quella scena che di sicuro nessuno avrebbe immaginato di vedere. 
- Sirius ha detto di portarlo a Silente e agli Auror. - sussurrò Harry alla professoressa che annuì piena di domande, le stesse che avrebbe avuto chiunque al momento della consegna di un pacco non proprio come gli altri. 
- E lui dov’è? - non aveva dubbi che se la fosse cavata, ma era strana la sua assenza ed anzi la sua delega per un compito così importante. 
Harry chinò il capo non sapendo se potesse dirglielo, della McGranitt probabilmente poteva fidarsi, ma non poteva esserne così certo. Forse lo sapeva solo Silente del piccolo segreto di Remus. 
- Ecco... - il solo effettivo problema per Harry era mentire. Non ne era capace, così ci pensò Draco con fare seccato. 
- È alle prese coi Dissennatori. Quando diavolo li manderanno via? Hanno fatto più danni lui del Mangiamorte. - scelse con cura il tono e le parole, sebbene non fosse proprio vero visto che subire un Imperio ed un Crucio non fossero una passeggiata. 
Minerva annuì comprendendo il problema e con un cenno gli indicò di seguirla, mentre ad un altro professore lì accanto dava l’ordine di spedire gli studenti nelle rispettive camere, che il pericolo era ormai passato. 

Di sicuro varcando la soglia dell’ufficio di Silente nel tipico modo pirotecnico e poco comune, Draco non si sarebbe mai sognato di trovarsi a tu per tu proprio con uno dei soggetti a cui aveva appena intensamente pensato con una certa preoccupazione. 
Appena vide sua madre perse tutta la sicurezza e la fierezza che aveva mantenuto a fatica nel mostrare a tutta la scuola che aveva fatto la cosa giusta e che era degno di lode. 
In un istante, nonostante avesse appena pensato che sperava avrebbe fatto bella figura davanti a lei se avesse mai saputo delle sue gesta, si sentì un ragazzino di tredici anni stanco e ferito, che oltre ad essere stato costretto a torturare il proprio ragazzo, era anche stato schiantato e quasi divorato dai Dissennatori. 
In un istante, davanti a lei, più bella che mai come lo era sempre stata, sotto il suo sguardo da prima stupito ed ansioso e poi carico di qualcosa che non le aveva mai visto, di intraducibile, Draco si sentì solo un figlio. Quel figlio fragile bisognoso dell’affetto materno, perché quello paterno l’aveva appena lasciato distrutto e a pezzi. 
“Almeno il suo amore...” pensò preda di un caos che non avrebbe mai immaginato di poter provare. “Almeno il suo amore. Io ne ho bisogno... ti prego fa che per una volta sia normale... solo per adesso.” 
Perché aveva appena rifiutato suo padre, ripudiato anzi, e non aveva ancora razionalizzato e capito cosa aveva fatto realmente. Quanto difficile e che ripercussione poteva avere questo su di lui.
Aveva respinto la sua legittima famiglia e abbracciato un’altra, una migliore, una che voleva con tutto sé stesso. 
Ma lei? 
Che ne era di lei, lei che era la sua vera madre? Voleva far parte della sua nuova famiglia? 
- Draco... - sussurrò febbrile la donna avvicinandosi a lui quasi traballante, come se fosse stata lei quella torturata. Aveva lanciato un lungo sguardo pallido e shoccato a Lucius, il marito che non vedeva da troppi anni, poi si era totalmente concentrata sul figlio. 
Lui mosse gli altri passi che li separavano, altrettanto incerto e stanco, stremato. Poi sotto gli occhi esterrefatti di Harry, il solo delle persone lì presenti che sapevano del loro rapporto complicato, Narcissa abbracciò Draco. 
Non lo ricordava.
Draco, veramente, non ricordava quando era stata l’ultima volta che lei l’aveva stretto e toccato. Forse mai, la sua memoria di adolescente non riusciva ad evocare un solo ricordo con lei che lo stringeva a sé così, e mentre lo pensava, mentre capiva da un solo abbraccio quanto lui in realtà fosse sempre stato importante per lei, si ritrovò a piangere contro il suo petto. 
Mentre lei diventava finalmente la madre che Draco non aveva mai avuto, lui ne diventava il figlio.
Ovviamente a piangere non fu solo Draco, ma anche Harry. Come una fontana. 


Note Finali: come prima cosa, è ovvio che la fan art (che come sempre ricordo non è mia) riprende la posa ed il tipo di bacio che si scambiano, ma Harry ovviamente non aveva i fermagli in testa e i due erano sbatacchiati e sporchicci. Originariamente avevo pensato di far finire la fic qua, perché c'è un'importante rivelazione nell'animo di Draco e fa un bel passo importante in avanti nella sua maturazione, ma soprattutto nelle relazioni che lo circondano e che contano, ma poi mi sono venute in mente moltissime altre cose che avrei voluto scrivere e così ho deciso di continuare. È evidente che questa è la conclusione della seconda parte e che dal prossimo inizia una terza. Per sapere quando pubblico, seguite la mia pagina su FB. Grazie per la lettura. Baci Akane*