*Arriva la terza parte, più incentrata su 'questioni adolescenziali', perciò sul rapporto vero e proprio di Draco ed Harry adesso che stanno insieme a tutti gli effetti. Come vivranno la loro relazione a 14 anni? In questa parte vedremo inserirsi un po' anche gli altri loro amici, sebbene specifico che sono sempre un contorno perché in realtà è sempre tutto incentrato su loro due. Draco è fissato con il diventare animagus, mentre Harry anche se ha deciso cosa fare da grande, è per il momento ancora un adolescente che vuole svagarsi. Riusciranno a conciliare le loro differenze? Buona lettura. Baci Akane*
CAPITOLO 21:
COME NORMALI ADOLESCENTI
Harry sbuffò stufo guardando l’ora, tirò su pigramente un braccio e constatò dall’orologio che erano lì già da più di un’ora. Spostando gli occhi verso il basso, dove stava seduto Draco ai piedi del divano sul quale lui si era appisolato, realizzò che stava ancora leggendo.
- Draco... ancora? - fece esasperato. Draco lo calcolò appena senza staccare gli occhi dal libro.
- Mmm... ho quasi finito...
Harry si sollevò a sedere, seccato, e vide che quello che fino ad un’ora prima era stato un libro appena cominciato, ora era quasi finito.
- Per Merlino, Draco! Lo devi leggere tutto oggi? Ma che diavolo è, poi? Mica abbiamo un test! - la scuola era cominciata da poco, così come gli argomenti per il nuovo anno scolastico, non poteva già avere cose da studiare. Anche perché lui non era Hermione. Era lei la fanatica dello studio, lui si applicava come un matto solo per le cose che gli interessavano.
- No, è che voglio sapere tutto quello che posso su questo argomento.
Harry già lo sapeva di cosa si trattava, ma tanto per dovere di cronaca mise giù le gambe ai lati del suo ragazzo che stava seduto a terra, gli sfilò da sopra il libro e come già sospettato, ebbe conferma.
- Animagia! Ma è l’argomento dell’anno intero, come diavolo l’hai letto in un’ora? Che farai per il resto dell’anno?
Draco per riappropriarsi del libro e finirlo si inarcò all’indietro appoggiando la nuca sulle sue gambe, ma aveva un sorriso divertito stampato sul viso e non era per niente seccato dell’interruzione. Alzò le braccia per riprendersi il testo, ma Harry lo lanciò alle spalle facendolo cadere poco dietro di loro con un tonfo sordo, nel mezzo della sala comune di Serpeverde abitata in quel momento solo da loro due.
Al posto del libro Harry mise la propria faccia e si chinò sulla bocca baciandolo al contrario. Le mani di Draco presero la testa di Harry spettinandogli i capelli ingarbugliati. Giocarono con le labbra divertendosi con le lingue per qualche lungo e pigro istante, fino a che Draco recuperata la bacchetta lasciata in parte, sussurrò sulla sua bocca:
- Accio libro. - e così nella sua mano tornò il libro di Animagia.
Harry sbuffò e si alzò dal divano rinunciandoci.
- Oh fa come ti pare, io vado fuori! Troverò qualcuno che abbia voglia di fare qualcosa con me!
Draco in realtà di voglia di fare ‘qualcosa’ con lui l’aveva, ma Harry non sembrava essersi svegliato ancora in quel senso.
Quattordici anni erano abbastanza o ancora pochi per le questioni sessuali, ma nel loro caso Draco era sempre stato quello più avanti e maturo in certi argomenti. Harry quello addormentato, senza ombra di dubbio.
Tuttavia non era per quello che Draco si impegnava di più sulla lettura che sul suo ragazzo.
- Dai, non prendertela... lo sai che aspettavo di poter studiare questa materia da quando avevo sei anni; finalmente quest’anno è nel programma...
Harry con la camicia tutta scomposta e fuori dai pantaloni come uno straccione gli fece la linguaccia dirigendosi verso l’uscita della loro torre.
- Sì, ma non è che la devi studiare tutta oggi... se torni ad essere un normale ragazzo di quattordici anni, mi trovi fuori! Probabilmente con Ron, visto che Hermione sarà a studiare anche lei chissà cosa di noioso!
Hermione era studiosa in generale, voleva imparare qualunque cosa, sia di teorico che di pratico, mentre a lui interessava solo la pratica ed esclusivamente di alcuni argomenti. Perciò entrambi a volte gareggiavano fra di loro per primeggiare in determinati campi, e per questo non si sopportavano molto, ma per altre cose a Draco non interessava minimamente se lei lo superava.
Essendo anche dello stesso anno e dello stesso gruppetto, ovvero quello che circondava sempre Harry, erano ancor più portati a sfidarsi fra di loro in certi momenti.
Harry non era uno che si applicava molto, ma questo non significava che non fosse dotato o che non fosse degno di essere un Serpeverde.
Sebbene anno dopo anno Draco fosse sempre più convinto che la sua casa, in effetti, sarebbe stata di più Grifondoro, non gli dispiaceva che alla fine stesse lì.
Harry era particolare, in certi settori riusciva benissimo seppure mai al primo colpo, in altri era proprio una frana. Dipendeva dalla sua motivazione, ma se doveva giudicarlo per la sua dote naturale, si vedeva che ne aveva.
Tuttavia Harry si accendeva letteralmente quando si trattavano materie di difesa o tutte quelle utili per il suo percorso futuro, quello che aveva deciso immediatamente dopo l’episodio con Lucius dell’anno precedente.
Lui sarebbe diventato un Auror, un giorno. Il più forte in assoluto.
Questo, ovviamente, per due motivi.
Uno emulare il suo eroe principale, suo zio Sirius.
L’altro era quello di difendere chi amava oltre che i deboli. Non solo Draco e la propria famiglia, bensì difendere in generale; era mosso proprio dal senso di protezione che aveva verso chi amava.
Per questo quando si doveva imparare qualche incantesimo particolarmente utile in un qualche combattimento, lui si accendeva, ardeva di un fuoco proprio e diventava il numero uno.
In seguito a questo Draco aveva capito che forse Harry era più Grifondoro che Serpeverde, ma era comunque anche un Serpeverde. La sua ambizione l’aveva, così come la sua dote.
Quando avevano fatto i duelli, era sempre stato il migliore e di questo ne era orgoglioso quasi quanto se fosse stato lui.
Fra loro due le lotte erano piuttosto serrate e lunghe, finivano più o meno alla pari e questo li divertiva sempre molto, spingendoli ogni volta ad impegnarsi per battere il rispettivo compagno. Ma quello era divertimento, non voglia di primeggiare.
Una volta conclusa la sua lettura, Draco si alzò stiracchiandosi tutto anchilosato. Si strofinò il viso e solo a quel punto sentì il bisogno di uscire a respirare un po’ di aria fresca. Era rimasto chiuso in dormitorio quasi due ore e considerando che era domenica, capiva il motivo per cui Harry fosse così seccato dal suo stare chiuso tutto il tempo.
La domenica di solito c’era il Quiddich o qualche altro club magico, ma essendo che l’anno era appena iniziato, nemmeno le altre attività extra lo erano.
“A seguire il programma scolastico proveremo la pratica di animagia a metà anno, ma io non ho la minima intenzione di aspettare così tanto! Chissà se Sirius mi può dare qualche lezione accelerata!”
Aveva inizialmente aspettato il programma accademico per le sue prove di trasformazione, ma realizzando quanto tempo avrebbe dovuto aspettare prima di ciò che gli interessava realmente, ovvero la trasformazione, voleva trovare una scappatoia per accelerare i tempi.
Aveva già chiesto a Sirius di insegnargli, ma gli aveva detto che era una pratica molto difficile e che era meglio aspettare il programma scolastico che normalmente avveniva in quarta. Ora però che era in quarta non intendeva aspettare ancora oltre.
Draco si diresse in giardino, consapevole che Harry con una giornata così bella sarebbe andato sicuramente all’esterno. Voleva indagare con lui sulla possibilità che Sirius trovasse il modo di insegnargli.
Aveva pensato anche a Remus, ma lui in realtà non era un animagus anche se probabilmente sapeva come fare.
L’alternativa era proprio la McGranitt, animagus e insegnante di trasfigurazione, ma non aveva mai avuto un buon rapporto con lei, tanto più che era la direttrice di Grifondoro, non di Serpeverde.
Non nutriva molte aspettativa, ma tanto valeva provare.
Una volta nel giardino all’interno delle mura di Hogwarts, uno dei posti solitamente più popolati dagli studenti al di fuori delle lezioni, Draco notò la sola presenza di Hermione seduta su uno dei gradini di pietra che delimitavano i portici. Sospirò seccato, non era la sua preferita con quel tono da saputella e quel suo modo di dimostrare a tutti i costi che lei sapeva tutto, ma non avendo scelta le si avvicinò.
Era ricurva intenta a leggere un libro.
- Ehi. - salutò sostenuto Draco. Hermione saltò di sorpresa non aspettandosi la presenza di nessuno, quando vide che era lui ne fu ancor più meravigliata.
- Se cerchi Harry stanno tutti giocando ad uno stupido gioco... - disse andando subito al sodo, immaginando cosa fosse venuto a fare lì. Draco alzò un sopracciglio scettico.
- Certo che giochi ad un gioco, a cosa vuoi giocare, a lavorare? A studiare? - Draco, polemico di natura, con lei lo era il doppio.
- E cosa dovrei dire? Se giocano ad uno stupido gioco io dico che giocano ad uno stupido gioco, non è mica scorretto! - non che lei fosse da meno, del resto nessuno poteva osare correggerla. Lui in effetti ci trovava gusto, era divertente vederla alterarsi se non che poi finiva per esagerare coi suoi sermoni.
- Si beh e a cosa giocano? Dove diavolo sono? - la gentilezza fatta ragazzo, pensò scocciata Hermione fulminandolo con lo sguardo.
Lui ancora in piedi davanti a lei in attesa di essere indirizzato, lei seduta impaziente di poter riprendere in santa pace la sua lettura.
- È uno stupido gioco babbano, si chiama Sardina. È praticamente nascondino al contrario. - Draco alzò un sopracciglio scettico.
- Al contrario? - Hermione annuì.
- Uno si nasconde e gli altri lo cercano nascondendosi con lui quando lo trovano. - spiegò lei sistemandosi una ciocca di capelli dietro l’orecchio. Draco ridacchiò con una luce divertita negli occhi azzurri.
- Scommetto che si nasconde Harry. - Hermione finalmente sorrise a sua volta.
- Ovviamente!
- E sicuramente si sta nascondendo in un posto impensabile dove finirà per combinare qualche danno. - Hermione rise più forte tornando al libro, disinteressandosi presto dei suoi amici a volte troppo infantili.
- Vedo che lo conosci bene! - era retorica. Ormai tutti sapevano che vivevano insieme da quando avevano sei anni.
Draco non le rispose, ma pensò fra sé e sé “anche troppo bene”, e mentre se ne andava a cercarlo, non per giocare ovviamente, cominciò già a sentirsi enormemente stupido perché in un modo o nell’altro, anche se non voleva, finiva sempre per essere associato a quel suo gruppetto demenziale di amici sempre più ampio.
Pensare con la sua testa non era la cosa più facile del mondo considerando quanto erano diversi, ma Draco era particolarmente bravo in quello, ormai, così quando dovette scegliere un posto in cui cercarlo capì che Harry avrebbe sicuramente scelto un luogo pericoloso, un nascondiglio segreto conosciuto da pochi intimi e complicato da raggiungere.
Dopo aver vagliato diverse opzioni, fra cui primeggiava lo studio di Piton, scelse il passaggio segreto sotto al platano picchiatore.
In pochi conoscevano la sua esistenza e ancor meno come entrarvi senza rimanerne uccisi.
L’unica pecca del trovare un nascondiglio perfetto era, però, di non essere effettivamente mai trovato da nessuno.
In altre parole: la noia!
Harry stava per spararsi. Era lì da un tempo indefinito e lì sotto la scansione dei minuti era ancor più limitata dal buio. Non si vedeva l’esterno, nemmeno uno spiraglio, fra le radici che si intrecciavano sotto terra, dove aspettava da chissà quanto.
Ovviamente quando si era precipitato lì sotto non ci aveva pensato nemmeno mezzo secondo, aveva solo pensato che per vincere sarebbe stato il posto perfetto. Solo dopo mezz’ora, che lui aveva percepito come tre ore, aveva capito quanto idiota fosse stato.
“Se almeno giocasse Draco lui mi troverebbe subito e passeremmo il tempo insieme...” pensò spettinandosi i capelli già difficilmente guardabili di norma. “Dovevo scegliere un posto sì rischioso, ma facile da trovare... dovendo nasconderci tutti insieme una volta che mi trovano era divertente star stipati dove non si può.”
La sua testa ragionava decisamente in modo diverso che rispetto agli altri.
Per lui divertimento era rischio e pericolo, erano probabili punizioni e punti persi. Prima del platano picchiatore si era quasi precipitato nello studio di Piton, ma l’idea di trovarlo lì gli avrebbe fatto perdere troppo tempo. In quel gioco dovevi avere le idee chiare su dove andare. Quello che aveva scelto era stato semplicemente il più vicino.
“Se nessuno ti trova entro qualche ore vinci tu!”
Aveva pensato questo, Harry, quando si era buttato nel buco che si era aperto alla base dell’albero antico ed in movimento. Non aveva pensato che star lì sotto da solo per ‘qualche ora’ sarebbe stato peggio che perdere il gioco.
“Se nessuno mi trova esco e cambio posto, rischio di essere trovato mentre lo faccio ma mi sto per sparare!”
Stava per uscire quando il passaggio si aprì lasciando scivolare dentro un Draco estremamente ed evidentemente scocciato per essersi dovuto ‘abbassare’ a fare quello stupido gioco demenziale.
Il sorriso di Harry raggiunse picchi mai visti, illuminando a giorno quel buco sotterraneo.
Adesso sì che si ragionava!
Note Finali: il gioco 'Sardina' non so se qualcuno lo conosce, ci giocavo io da piccola (secoli fa ormai) ed era molto divertente. In realtà non ho idea di che cosa facciano degli adolescenti maghi ma mi serviva che si comportassero da... beh, adolescenti! Magari quelli di adesso non giocano perché stanno attaccati al cellulare, ma lì non c'erano ed i tempi in realtà non sono quelli attuali.