*Abbiamo lasciato Harry a fare uno stupido gioco (che mi serviva solo per ficcarli in una situazione che privilegiasse l'intimità) ed ecco che ora compare Draco nel nascondiglio isolato in cui improvvisamente si ritrovano soli. Draco è già ben sveglio sessualmente parlando, ma Harry è un po' più indietro. Riuscirà a svegliarlo? Come sempre, le immagini non sono mie, ma molto utili. Buona lettura. Baci Akane*
CAPITOLO 22:
FASE SUCCESSIVA
Lo sguardo che Draco lanciò ad Harry appena lo vide, sarebbe stato paralizzante se avesse avuto qualche potere magico.
Invece aveva paralizzato solo il Platano Picchiatore, per poter entrare indenne lì sotto, consapevole che avrebbe trovato il suo ragazzo.
Harry, al contrario del platano, gli planò addosso in un abbraccio di slancio, felice di trovarselo lì sotto.
- Grazie al cielo! Sei venuto a salvarmi!
Draco riemerse dalla stretta soffocante scrollandoselo di dosso, alla ricerca del pericolo da cui doveva salvarlo, ma non trovando niente lo fissò come se fosse scemo.
- Da cosa diavolo dovrei salvarti, si può sapere? Stai benissimo, mi pare!
- Dalla noia! - rispose subito senza perdere tempo.
Draco l’aveva immaginato. Dopo aver capito dove si era nascosto e le modalità del gioco, aveva subito intuito che si sarebbe presto annoiato.
- Mi spieghi perché diavolo avete fatto questo stupido gioco da bambini? Cosa credevi che fosse, divertente? - lo ammonì infatti acido. Harry piantò il broncio sedendosi su una radice sporgente un po’ più alta delle altre e incrociò le braccia al petto, era già tutto spettinato e scombinato, la maglia di mezza stagione ovviamente sporca per il posto in cui si era infilato ed altra terra albergava sul suo viso.
- Ci avevo giocato una volta anni fa e mi era piaciuto un sacco, eravamo finiti tutti a nasconderci in un posto minuscolo, non ci stavamo, ma la regola era di stare lì ed è stato divertentissimo... - si giustificò ricordando quando al primo anno aveva consolidato l’amicizia con Ron ed altri ragazzi di altre case.
Draco scosse la testa pulendosi i jeans e preventivamente anche il viso nel caso fosse come quello di Harry.
- Avevi undici anni, Harry. Ad undici anni è tutto divertente!
- Anche a quattordici, se sai come farlo!
Nella sua mente la frase aveva avuto un certo significato che Draco capì, ma volle comunque sottolineare il doppio senso che lui ovviamente preferiva. Si avvicinò così a lui, ancora seduto sulla radice, un sorrisino malizioso.
- A quattordici anni di cose divertenti ci sono, in effetti, ma non nascondino. - disse malizioso pulendogli il viso con le dita prima di metterci le sue labbra.
- Sardina. - precisò Harry allargando le gambe permettendogli di infilarsi nel mezzo, gliele avvolse poi intorno godendosi il bacio che arrivò dopo le sue dita.
- E comunque bastava nascondersi in un posto meno sconosciuto, se volevi fosse divertente e non noioso... - puntualizzò Draco prima di posare le sue labbra dove finalmente era pulito. Poi aggiunse con la palpabile impazienza di Harry che aspettava: - Per tua fortuna sono venuto io a salvare la tua noia!
Ecco che si tornava alla frase con cui l’aveva accolto, a cui non replicò per evitare di interrompere di nuovo il bacio che finalmente arrivò insieme alla sua bocca subito schiusa.
Le lingue presto si persero in un gioco che divenne sempre più erotico, contemporaneamente le proprie mani si fecero strada sotto la maglietta di Harry, alla ricerca della sua pelle accaldata. Le dita iniziarono a giocare coi suoi capezzoli facendolo ansimare, poi Draco scese a baciargli il collo.
I brividi ricoprivano Harry e sapeva che sarebbero cresciuti.
Fino a quel momento non erano mai andati oltre un certo limite, ma per la prima volta sentì che sarebbe successo. Che questa volta non si sarebbero fermati alle carezze e ai baci.
Per un brevissimo istante si chiese se gli andasse bene, se avrebbe dovuto fermarlo dalla sua discesa alle sue parti basse, logicamente il posto in cui era diretto, ma fu molto corto quel momento. I dubbi svanirono appena Draco gli tirò i pantaloni della tuta costringendolo poco gentilmente ad alzare il sedere per aiutarlo a sfilarglieli.
Non era per niente il suo posto preferito. Spogliarsi in quel lurido anfratto, fra le radici e la terra, non era decisamente dove Draco aveva sognato di perdere la verginità, ma se ne fece una ragione appena poté finalmente mettere le labbra e la lingua sull’erezione di Harry.
A quel punto la facoltà di pensare di entrambi andò a farsi benedire, divennero istinto rovente e mentre per Draco c’era la voglia di fare ancora di più, molto di più, il compagno era preda di uno dei piaceri più intensi della sua esistenza.
Draco aveva le idee piuttosto chiare.
Avrebbero fatto sesso.
Harry no, le sue idee erano come sempre confuse, ma confidava nel fatto che si fidava del suo istinto.
Non aveva ancora contemplato l’idea di fare certe cose, ma ovviamente non si sarebbe opposto. Insomma, visto che c’era tanto valeva provare, no?
Essendo il suo primo sesso orale, Harry ebbe poca resistenza e venne senza troppi complimenti tirando via il suo ragazzo dall’inguine per evitare spiacevoli sorprese.
Venne sporcando delle radici lì vicino, mentre si tendeva e gemeva liberamente tutto inarcato all’indietro.
Draco lo guardò soddisfatto pulendosi il labbro malizioso.
Aveva pensato gli sarebbe venuto in bocca, per fortuna si era reso conto in tempo di cosa stava per succedere.
Soddisfatto dell’esito del suo ‘esperimento’, si fece indietro iniziando a spogliarsi a sua volta con una lentezza ed una grazia tipica sua.
Appena la vista di Harry tornò a focalizzarsi sulla sua immagine che si apriva i pantaloni con un’aria estremamente seducente, non ci pensò un istante.
Saltò immediatamente giù dalla sua postazione, si avventò sul compagno e afferrandolo per la maglia lo spinse poco gentilmente contro altre radici che delimitavano il posto.
Draco spalancò gli occhi sorpreso, non aspettandosi quella reazione da lui. Harry lo baciò brevemente per poi scivolare in fretta giù, con le mani gli aprì avidamente i pantaloni e altrettanto voglioso tirò fuori la sua erezione che andava già eccitandosi.
Il ragazzo con le ginocchia premute a terra si morse il labbro, guardandolo da vicino per un momento.
Adesso sarebbe tutto cambiato. Loro sarebbero cambiati, il loro rapporto, i loro sentimenti. Stavano passando alla fase successiva e anche se non ci aveva mai davvero pensato, sapeva prima o poi sarebbe successo.
Bene, si disse eccitato.
Era pronto.
Fu così che iniziò a leccare l’erezione di Draco prendendone possesso fino ad avvolgerla completamente con le labbra.
Mentre lui succhiava, l’atro realizzava per la prima volta cosa significava il termine ‘provare piacere’.
Con Harry aveva assaporato il calore degli abbracci e della dolcezza, aveva scoperto tante cose, una più bella dell’altra, ma lì abbandonato all’interno di quell’albero, con la testa all’indietro e le mani che accompagnavano i movimenti del capo del suo ragazzo, scoprì anche il piacere e l’erotismo.
Presto perse totalmente il controllo del suo corpo, mentre divenne solo caldo esplosivo, i brividi lo invasero completamente ed il piacere lo inondò, deviando per poco dalla bocca di Harry.
Ansimante, rimase lì appoggiato sconvolto per alcuni istanti.
Non aveva mai provato niente di così bello.
Ritrovò il controllo del proprio corpo quando sentì il suo compagno rialzarsi in piedi ed adagiarsi contro di lui, accoccolandosi e stringendolo come a proteggerlo da qualcosa. Da quell’estremo piacere, magari.
Da quella prima volta shoccante per uno che aveva sempre avuto paura di non saper provare niente.
No invece, capì Draco.
Era in grado di provare eccome. Nascose il viso contro il suo collo e rimase lì a crogiolarsi in quella che era la sensazione più bella a livello fisico, provata fino ad ora.
O meglio, gli sarebbe piaciuto rimanere lì così per tanto. Purtroppo gli amici con cui Harry stava giocando a Sardina non la pensarono allo stesso modo e dopo aver notato la chioma del Platano Picchiatore da che era stranamente immobile a che riprese a sventolare, realizzarono che Harry doveva essere lì.
I due ragazzi, ancora abbracciati e coi pantaloni abbassati percepirono all’ultimo l’apertura del passaggio. Impallidirono, si guardarono terrorizzati e Draco spinse via Harry che inciampò su una radice facendolo finire a terra, gambe all’aria e pantaloni ancora sulle cosce.
Non lo fece apposta, ma in quel modo lui con l’inguine scoperto e gambe all’aria fu la prima cosa che Ron vide una volta planato nella tana nascosta.
Ignorò totalmente Draco che ebbe tempo di girarsi di spalle e ricomporsi.
- Harry, ma che diavolo fai? - chiese Ron sorpreso della scena inequivocabile.
Harry, a sua volta sconvolto di quello che aveva fatto Draco pur di salvarsi la faccia, si alzò e si tirò su i pantaloni bordeaux in viso; cercò poi il compagno che trovò ricomposto appoggiato in un angolino, braccia conserte ed aria indecifrabile. Di chi non avrebbe mai e poi mai fatto capire quanto imbarazzato fosse.
- Uno spogliarello, tu che dici? - rispose Harry ironico, ignorando comunque Ron.
- Oh... - fece quest’ultimo notando Draco. - OH! - aggiunse subito dopo, col suo tipico secondo treno, occhi spalancati, viso della stessa tonalità dei capelli. - QUINDI VOI STATE INSIEME?! - strillò con una vocina acuta e shoccata, gli occhi ancor più fuori dalle orbite.
Draco avrebbe voluto tenere un certo contegno e far finta di nulla, magari buttandola sull’ironia e sullo scherzo, ma non ne fu minimamente in grado ed in due falcate gli fu addosso con la bacchetta puntata sulla faccia.
- Se da quella fogna che hai per bocca esce anche solo mezza parola su di noi, sei morto Weasley! Ti avverto! - sentenziò pieno di disprezzo e minaccioso.
Harry che di primo acchito si era indignato per la sua reazione autoconservatrice e avrebbe voluto fargli il muso per come l’aveva sacrificato pur di protegge la propria figura, capì che forse era più il caso di intervenire per impedirgli di trasformarlo in un rospo.
Cosa in cui Draco probabilmente sarebbe serenamente riuscito.
Gli afferrò subito il braccio con la bacchetta e iniziò a tirarlo via.
- Dai, dai Draco, di lui ci possiamo fidare... - disse infatti in allarme. - Vero Ron? Ci possiamo fidare, no? Non lo dirai a nessuno...
Ron era ancora totalmente sotto shock per la rivelazione, suo malgrado gli faceva più paura Draco, in quel momento, così con spirito di sopravvivenza annuì senza aver realmente registrato le parole di Harry.
- ‘Sì’ cosa? - sibilò Draco tornando a spingerlo, usando l’altra mano, quella libera dalla presa di Harry. Gliela mise sul collo in modo alquanto intimidatorio. Ron avvampò di paura ed annuì, realizzando che in lui c’era davvero la capacità di far del male agli altri se gli avessero toccato qualcosa a cui lui teneva troppo.
- Sì, non lo dirò a nessuno! - aggiunse cercando di non sembrare troppo spaventato.
- Sarà meglio per te!
Facile a dirsi, ma realizzare che chi minacciava sarebbe stato capace di fare del male sul serio e senza battere ciglio, non era facile.
Alla fine Draco mollò la presa e ricomponendosi scosse il capo, dopo avergli lanciato un’occhiata gelida puntò la bacchetta all’uscita del nascondiglio e se ne andò senza aggiungere altro.
Ciò che aveva visto Ron, l’aveva visto anche Harry. Forse per la prima volta.
Non la capacità di essere intimidatorio o di minacciare, ma quella di attuare le sue minacce. Questo l’aveva visto solo quando aveva affrontato suo padre, ma lì era diverso, si disse Harry. Era una situazione molto al limite e quello era, appunto, suo padre che minacciava di uccidere una persona a lui cara.
Lì era solo Ron che li aveva beccati a pomiciare. Insomma, non la situazione ideale, ma nemmeno la peggiore.
Rimase lì fermo, agghiacciato dalla sua reazione.
Che si vergognasse di loro a tal punto? O c’era altro dietro a quella scenata?
Di sicuro non avrebbe fatto finta di nulla.