CAPITOLO 24:
SCEGLIERE LA PARTE GIUSTA
Dopo quel litigio, il primo da coppia, Harry aveva capito di doverne parlare con Remus. Non era il litigio in sé il problema.
Ad angustiarlo davvero era ciò che non era riuscito ad affrontare con Draco, ovvero quel suo lato oscuro. Fino a quel momento era stato nascosto, ma non poteva ignorare quanto accaduto con Ron.
Ricordava la conversazione avuta con Remus sull’ossessione di Draco per il potere, gli aveva detto che a differenza di Voldemort, Draco sapeva amare ed era vero. Si amavano, non aveva dubbi che il sentimento che li legava fosse qualcosa di bello e puro. Però adesso c’era dell’altro e non poteva ignorarlo.
Bussò allo studio di Remus, proprio sopra l’aula di Difesa Contro le Arti Oscure, attese il suo permesso che arrivò dopo alcuni minuti ed entrò.
Spesso trovava Sirius che, venuto a trovarlo, si rivestiva imprecando. Per un momento, varcando la soglia, aveva sperato di trovarlo. Il suo parere sarebbe stato molto utile, era una questione così delicata che avrebbe desiderato parlarne anche con lui.
Ma Remus, quel giorno, sembrava solo.
Appena guardò Harry capì subito che era successo qualcosa, colui che era come un figlio, ormai, era una persona fin troppo cristallina per lui.
- Harry... è successo qualcosa?
In verità Harry era andato da Remus impulsivamente, senza pensare attentamente a cosa dirgli. Una volta davanti a lui a fissarlo con occhi sgranati e pallido come un cadavere, si era reso conto di non saper da dove iniziare e soprattutto cosa dire di preciso.
Aveva avuto una sensazione quando, dopo essere stati beccati da Ron a fare ‘cose sessuali’, Draco aveva minacciato il suo amico?
Detta così sembrava ridicolo, specie perché in effetti Draco non era di natura amichevole e si sapeva che non gli piaceva Ron.
Per non dire che non avrebbe mai spiegato cosa stavano facendo lui e Draco in quel momento. Remus non era stupido e probabilmente avrebbe capito da solo, perciò di fatto non sapeva di preciso cosa dirgli. Ma sapeva che doveva essere rassicurato.
Remus si alzò dalla sedia dietro la scrivania, girò oltre il mobile e si appoggiò sopra avvicinandosi a lui, l’aria preoccupata ma comprensiva per spingerlo a confidarsi.
Harry sospirò guardando in alto, maledicendo la propria impulsività. Poi scosse il capo e decise di provare a dire in ogni caso qualcosa.
- So che Draco ha un’anima ed un cuore ed è capace di amare. Ma... - ci ripensò valutando come dirlo, non aveva proprio idea. Nella sua testa c’era solo un grande caos.
- È successo qualcosa con lui? Avete litigato?
Harry annuì, ma poi scosse il capo.
- Sì ma non è quello il problema. Quello lo sistemiamo.
Di questo ne era certo e Remus ne rimase colpito. Sembrava davvero molto preoccupato, cosa poteva essere se non un litigio con il suo ragazzo?
- Allora di cosa si tratta? - insistette calmo e dolcemente.
Harry mosse un passo avanti a si aiutò gesticolando nervoso.
- E se il suo cuore non fosse sufficiente per impedirgli di cedere ai suoi lati oscuri? Quando devo iniziare a preoccuparmi?
E senza accorgersene, aveva dato per scontato che sarebbe successo. Che sarebbe passato alla fase della preoccupazione giustificata. Remus lo notò e rabbrividì, ma si controllò, non mostrò il proprio turbamento e rimase saldo.
Ricordò la conversazione avuta l’anno scorso, quando Harry aveva mostrato la preoccupazione che Draco potesse intraprendere la strada dei maghi oscuri che avevano spesso iniziato da Serpeverde.
Aveva intuito qualcosa già da quel tempo e lui l’aveva tranquillizzato, ma ora sembrava che la situazione fosse progredita e non fosse poi così rosea.
- Vuoi raccontarmi meglio? Cosa ti inquieta tanto?
Harry sospirò guardando altrove mentre ci pensava, tornando con la mente al giorno prima. Era tutto così fresco che gli sembrò quasi di riviverlo sul momento. Gli occhi corsero fuori dalla finestra della sua stanza. Posteriore allo studio, c’era la sua camera da letto la cui porta era socchiusa.
- Ron ci ha beccato mentre... - Harry arrossì e lo guardò eloquente, estremamente imbarazzato. Lo stesso che provò Remus annuendo. Il ragazzo proseguì: - Non abbiamo fatto nulla, per la cronaca. Ma eravamo intimi.
Ci tenne a precisarlo perché dal suo sguardo aveva capito che si era immaginato già la quarta base.
- Ok, non serve che mi racconti tutto.
Harry gliene fu grato, Sirius probabilmente gli avrebbe intimato qualcosa di ancor più imbarazzante e fuori luogo, tipo usare il preservativo, ma per fortuna lui era Remus, quello comprensivo e soprattutto pieno di buon senso.
- Comunque Draco è diventato molto minaccioso e non come quando lo è Sirius quando ci dice di non fare certe cose solo perché è un Malfoy, ma poi so che alla fine gli sta bene lo stesso...
Nel raccontare Harry era sempre confusionario, ma Remus capì cosa intendeva e non lo interruppe. Stava camminando nervoso su e giù per la stanza toccando oggetti a caso, anche che in realtà sarebbe stato meglio evitasse. Non voleva certo interromperlo e dirgli di mettere giù, però sperava la smettesse.
- Io ho paura che Draco sia capace di fare veramente del male agli altri. L’ho capito l’anno scorso con Lucius, ma lì lui lo meritava ed era una situazione dove sia io che lui eravamo in pericolo.
Remus ascoltava attentamente le sue parole tralasciando quello che ora Harry aveva in mano. Un oggetto magico estremamente raro che aveva ottenuto per una dimostrazione in una lezione che, probabilmente, non avrebbe potuto fare se suo nipote adottivo non avrebbe posato.
Alla fine Remus andò da lui, glielo prese e lo ripose al suo posto, poi gli prese le mani e con calma e dolcezza tipica sua, guardandolo negli occhi fino a farsi ricambiare, disse:
- Tutti se messi in una certa condizione sono in grado di far del male agli altri, specie se è per proteggere chi o cosa amiamo. Draco ama te, quello che ha con te, il modo in cui si sente quando sta con te...
Harry sospirò spazientito tirando via le mani per gesticolare contrariato, tornando a guardare in giro e non suo zio.
- Sì, questo lo so e me lo sono ripetuto, però è diverso. Non era una situazione pericolosa che giustificasse quell’aggressività. Credimi, era davvero minaccioso. Ron si è terrorizzato, io non lo riconoscevo. Non era grave. Era Ron, capisci? Non era uno studente qualunque... cioè ci possiamo fidare, è un mio amico... però lui... aveva qualcosa in quel momento. Ed oggi quando ho provato ad affrontarlo... - Harry esitò ricordando quel disastroso momento antecedente al suo arrivo da Remus. - abbiamo litigato per altro. Lui vuole tenere assolutamente nascosto di noi, per me non è un dramma se viene fuori. Credo che si vergogni di noi o non sia sicuro... però queste sono cose normali, posso sistemarlo. Quello che mi preoccupa è quel suo lato...
Fu a quel punto, mentre Harry era sopraffatto dal suo sentimento che aveva tirato fuori in modo totalmente spontaneo, che la porta socchiusa della camera da letto di Remus si aprì del tutto.
Al giovane prese un colpo e saltò sull’attenti, coi nervi a fior di pelle e la bacchetta già impugnata, ma la rimise giù sospirando in un misto di sollievo e stizza.
- Zio Sirius! Potevo schiantarti!
Sirius rise di gusto, odiosamente provocatorio com’era nel suo stile.
- Ci avresti provato...
Sottintendendo che non ci sarebbe di certo riuscito. Harry gli lanciò un’occhiataccia per poi riempirsi di ansia e vergogna, pronto ad una sfuriata.
- Hai sentito tutto?
In un momento si accorse che invece di aver paura di un suo sermone sul motivo per cui i Malfoy fossero tossici, sperò veramente che avesse sentito tutto.
Sirius annuì facendosi serio, si avvicinò ad Harry con le mani in tasca, un po’ indeciso su cosa dirgli e ripensando al suo discorso. Remus in disparte a vedere come intendeva gestirla lui.
Gli aveva ovviamente già parlato a suo tempo delle perplessità di Harry e Sirius era stato d’accordo con lui. Era la capacità di amare e l’essere amati che faceva la differenza.
Ora sembrava non bastare più. Voleva vedere come l’avrebbe gestita il suo impulsivo e stravagante fidanzato.
- Sono preoccupato. Devo esserlo o faccio male? Sono paranoie? Perché da quando sono qua ed ho appreso meglio la questione della magia oscura, io... so che mi avete detto che essere Serpeverde non significa necessariamente essere predisposti a quello, ma...
Harry aveva ripreso con le sue paranoie a fiumi, inondando tutti i presenti. Avrebbe continuato senza nemmeno respirare se Sirius, chinandosi su di lui, non gli avesse preso le mani come prima aveva fatto Remus.
A quel punto, però, gli disse qualcosa di diverso.
- Harry. Tutti abbiamo sia luce che oscurità dentro di noi. Quel che conta è da che parte scegliamo di agire. È questo quello che siamo.
Remus sorrise cercando di non gongolare troppo, il suo uomo era stato semplicemente perfetto e ne era estremamente orgoglioso. Di solito doveva ridimensionare ciò che combinava impulsivamente, tanto che a volte pensava che ci fosse proprio il suo DNA in Harry.
Harry appena sentì le sue parole, si sentì immediatamente meglio, sollevato.
Sentì che era proprio come diceva lui, che aveva ragione e subito l’enorme peso provato, si dissipò.
Draco non avrebbe mai scelto volontariamente le tenebre per il semplice fatto che comunque tutto ciò che lo spingeva ad agire, sia pure in modo discutibile, c’entrava alla fin fine sempre con i sentimenti puri e positivi che provava per lui.
C’era dell’altro, era vero. Come ad esempio l’essere sempre stato svilito e maltrattato in quanto erede di due dinastie decadute. Come aveva detto Draco, l’anno scorso era stato suo padre a creare scompiglio ad Hogwarts e terrorizzare tutti.
Di certo la gente non aveva dimenticato e non sarebbe successo, ma doveva farlo focalizzare sulle cose belle che c’erano nella sua vita.
- Ascolta Harry. Sarò sincero. - aggiunse poi Sirius.
“Eccolo lì che rovina tutto! Per una volta che aveva detto la cosa giusta poteva mica starsene zitto?” pensò allarmato Remus.
- Non ti dirò che non devi preoccuparti e che non ci sono rischi per Draco. Quel che ha passato segna chiunque, il suo sangue è una maledizione, per lui. Niente potrà cancellare che è un Malfoy ed un Black e che le sue famiglie sono stati Mangiamorte, sono maghi oscuri, hanno terrorizzato la gente e cercano di farlo in molti casi ancora.
Remus alzò gli occhi al cielo dietro Harry, lanciando occhiatacce al suo compagno che lo ignorò graniticamente convinto di ciò che stava dicendo.
Harry tornò ad incupirsi ed agitarsi.
- Draco dovrà trovare la forza di superare le difficoltà che avrà per tutta la sua vita, ma dovrà sforzarsi di trovare un buon modo per farlo. E sarai tu ad aiutarlo. Voldemort così come tutti gli altri maghi oscuri che hanno scelto quella strada per svariate ragioni, erano sicuramente soli nel loro percorso e se hanno avuto qualcuno, non era abbastanza forte e puro da aiutarlo. Ma Draco ha te, tu dovrai essere forte anche per lui.
Remus non era convinto che quel discorso gli facesse bene ad Harry, non ora che era nel pieno della sua adolescenza e che travisava tutto prendendolo per il verso sbagliato. Però lo guardò con attenzione cercando di capire se alla fine quelle sue parole un po’ troppo gravose, potessero funzionare.
Harry ci rifletté lì davanti a suo zio, con le mani ancora nelle sue. Si chiuse per un momento e pensò a Draco, a tutti i momenti in cui aveva percepito negatività in lui.
Ripensò alla sua difficoltà nel provare sentimenti che aveva avuto sin da bambino e a quel suo proteggersi dalla sofferenza e dal male chiudendosi in una morsa di ghiaccio ed ora alla sua aggressività immotivata.
Poi pensò a com’era dolce e protettivo con lui, a quanto stava bene quando erano insieme, come si illuminava quando gli sorrideva, quanto era rilassato con lui.
- Draco ha la luce dentro di sé. Voglio dire. Ci sono anche le tenebre, ma c’è anche la luce, io gliel’ho vista. - disse deciso, tornando a guardare Sirius negli occhi.
- Allora tiragliela fuori. - asserì laconico ed entusiasta suo zio.
Remus tornò a sospirare di sollievo. Forse dopotutto lasciar gestire certe questioni annose a Sirius, ogni tanto, non era male.
Sperava.
Harry lo abbracciò di slancio appendendoglisi al collo, Remus sorrise dietro di loro spettinando entrambi i loro capelli, poi lo videro correre fuori dal suo studio.
Una volta soli, i due uomini si guardarono sospirando in perfetta sincronia, entrambi comunque ancora preoccupati.
- Non gli toglierò gli occhi di dosso. - disse subito Remus senza dover esprimere ulteriormente il proprio fin troppo scontato pensiero.
- Pensavo di accettare la proposta di Silente di tenere un corso base per aspiranti Auror a quelli dell’ultimo anno. Non pensavo di farlo perché odio insegnare ed odio i marmocchi. - cosa totalmente falsa, ma Remus lo lasciò dire, perché la notizia che sarebbe rimasto ad Hogwarts per un po’ era decisamente più interessante.
- Ma credo sia meglio rimanere nei paraggi. E poi Draco mi aveva chiesto via lettera se potevo dargli lezioni private di animagia, perché il programma scolastico della MacGranitt procede troppo lento per lui e vuole imparare assolutamente. Così lo accontenterò. Passerò del tempo con lui e vedremo...
Apparentemente qualcosa di fin troppo sensato per lui. Remus lo guardò con un sopracciglio alzato, perplesso.
- Vuoi vedere in cosa si trasformerà, vero?
Sirius annuì fissando la porta da cui era sparito Harry.
- L’animale in cui ci si trasforma dice tutto. Pensa a quel pezzo di merda di Minus.
Peter Minus, loro amico ai tempi della scuola, aveva tradito James e Lily ed il suo animale da animago era un topo. Quando l’avevano visto la prima volta erano rimasti perplessi, ma l’avevano deriso per non darci troppo peso. Non puoi farlo quando sei adolescente e vuoi solo divertirti.
Erano stati troppo leggeri, con lui? Avrebbero potuto evitare la tragedia che si era scatenata sui loro amici?
Sirius e Remus se lo erano chiesto così tanto che ora, nel trovarsi in quella situazione che in qualche modo era vagamente analoga, o per lo meno potenzialmente, decisero che non avrebbero fatto lo stesso errore.
Non avrebbero sottovalutato più nessun segnale, a costo di dare troppo peso anche a qualcosa che non era in realtà niente di che.
- Credo che sia la cosa giusta. - concluse Remus decidendo di chiudere lì l’argomento. Sirius spostò lo sguardo penetrante in lui diventando malizioso ed improvvisamente allegro.
- Avevi dubbi? - chiese tronfio mettendogli un braccio intorno al collo e avvicinando la bocca alla sua.
Remus non rispose decidendo di tappargliela con la propria, per evitare di sentire altre cavolate.
Con la bocca impegnata a baciarlo, notò la mano scivolare sul suo fondoschiena e mentre lo stringeva a sé, Remus rise contro le sue labbra.
In fondo non tutto il male veniva per nuocere.
Se non altro sarebbero stati più tempo insieme.
Note Finali: sappiate che non ho idea se un corso simile già esista né se abbia senso farlo, ho totalmente inventato. E non so nemmeno se sia poi così frequente ricevere visite coniugali per i professori di Hogwarts, ma penso che non siano in prigione quindi suppongo sia fattibile.