CAPITOLO 25:
SORVEGLIATO SPECIALE
Harry non capiva come si sentiva, non poteva, del resto.
La sua situazione era così diversa dalla propria. Aveva perso i genitori per colpa di Voldemort, era vero, ma grazie a questo l’aveva sconfitto involontariamente, diventando l’eroe del mondo della magia.
Dopo di che era vissuto con due persone positive ed in gamba come Sirius e Remus, che l’avevano amato e sostenuto, rendendolo felice.
Ovunque andasse era riconosciuto, adorato e messo su un piedistallo. Si era fatto facilmente un sacco di amici, tutti lo adoravano e l’infanzia serena che aveva passato l’aveva reso una persona allegra e piacevole. Si era fatto amici anche da altre case nonostante fosse Serpeverde, fatto che lo rendeva un Serpeverde atipico.
Non faceva parte di due famiglie decadute e malvagie che avevano fatto del male a moltissima gente in passato e nella loro storia. Non aveva un padre che aveva seminato il terrore a scuola nel tentativo di rimettere in piedi la sua dinastia di mangiamorte.
Non era guardato male sin da piccolo da chiunque, non era sempre stato respinto e maltrattato anche pesantemente, in certi momenti. Non aveva dovuto lottare con unghie, denti e spesso cattiveria, lo ammetteva, per essere semplicemente lasciato in pace. Non accettato, solo in pace.
Lui non aveva mai cercato l’amicizia di nessuno, non voleva nulla se non vivere la sua vita scolastica e diventare un mago forte e ricoprire un giorno un ruolo di prestigio con le sue sole forze. Per poter di nuovo essere guardato col rispetto che meritava.
Perché sì, lo meritava. E non perché era un Malfoy ed un Black. Bensì perché era un essere umano, un mago.
No, Harry non poteva capire.
Da un lato gli dispiaceva, dall’altro ne era sollevato. Significava che era la persona felice e positiva che aveva bisogno nella sua vita. Sarebbe rimasto la sua luce nelle tenebre.
Così si sentiva, spesso. Tenebre. Buio.
Se ne rendeva conto quando si sentiva pervaso dal risentimento e da qualsiasi sentimento negativo.
Soffocava.
Senza Harry, soffocava.
Draco sospirò insofferente sbuffando di malavoglia e gettò il libro per terra, dove lo lasciò per andarsene fuori dai sotterranei dove c’era il dormitorio Serpeverde, cercando disperatamente di distrarsi.
Dopo che aveva litigato con Harry in biblioteca, si era portato il libro nella sala comune della propria casata, ma non era riuscito a proseguire oltre.
Non aveva una reale passione per lo studio, semplicemente voleva riuscire bene nelle cose che riteneva importanti per emergere ed essere il migliore. Ma non in generale o come studente, bensì come mago. Perciò in realtà il suo voler sapere era molto selettivo.
Ormai, comunque, non gli entrava più nulla in testa.
Aveva solo Harry ed il litigio con lui ben vivido nel cervello.
Le sue parole, il suo sguardo.
Una volta fuori si mise a camminare furioso ed altezzoso per i corridoi, non sapeva nemmeno dove voleva andare e cosa volesse fare.
Sentiva solo il bisogno di uscire e respirare, ma in giro era pieno di studenti che, dopo le lezioni, i compiti, gli studi e le varie attività, si distraevano in giro per le aree comuni.
Troppe aree e decisamente troppo comuni.
Draco sbuffò per la millesima volta, maledicendo la propria idea di voler uscire. Mescolarsi a tutta quella folla in attesa della cena era anche peggio.
Normalmente se non faceva compiti né leggeva, stava con Harry che o lo trascinava in giro con il suo gruppetto fastidioso di amici, o rimanevano da soli a fare comunque qualcosa. Da quando erano una coppia, i momenti a due erano diventati sempre più intimi.
Aveva in mente di fare sesso con lui entro la fine dell’anno scolastico, erano sufficientemente maturi e pronti. Lui soprattutto. Harry in realtà si era sviluppato tardi in quel senso, era rimasto ‘bambino’ più di lui, da un punto di vista caratteriale, ma era una delle cose che gli piacevano; fino a che si era stufato di aspettare la sua spontanea maturazione sessuale ed aveva deciso di stimolarla un po’.
Con un discreto successo, doveva dire.
Peccato che quel rossino dannato avesse rovinato tutto interrompendoli sul più bello nella loro prima prova pratica. Da allora le cose fra loro si erano incrinate, avevano addirittura litigato ed ora Harry era sparito per andare chissà dove, a fare chissà cosa.
Da quando erano lì, di rado se ne stava senza di lui e se lo faceva ovviamente gli diceva con chi era e cosa faceva, perché prima lo invitava ad unirsi a lui.
Non andava bene così.
Non gli aveva detto dov’era ed avevano litigato.
Draco si morse il labbro infastidito e con il nervoso alle stelle sbatté contro un compagno di scuola. In realtà l’aveva visto ma non aveva minimamente considerato l’idea di spostarsi per non urtarlo. Così aveva tirato dritto dandogli contro la sua spalla.
- Ehi! - sbottò il ragazzo con cui si era urtato, Seamus, un Grifondoro amico di Harry ma non suo. Draco, che non aspettava altro, si voltò di scatto e lo fulminò con uno sguardo glaciale.
- Ehi tu! Guarda dove vai!
Gli era affiorata nella mente una parola che aveva trattenuto per un pelo, un insulto gratuito e pesante.
- Perché, il corridoio è tuo? Non mi risulta, Malfoy!
Il giovane non l’aveva di certo offeso, non tecnicamente, ma nel modo in cui aveva sparato il suo nome era sembrato dirgli ‘imbecille’ o qualcosa di simile.
- Non sono io a dovermi spostare se non guardi dove vai! - ringhiò Draco, era teso e nervoso da giorni, non sarebbe stato capace di gestirsi oltre e non intendeva farlo.
Aveva bisogno in qualche modo di sfogarsi e prendersela con qualcuno che se la prendeva con lui solo perché aveva un cognome scomodo, era l’ideale.
Il ragazzo, che come molti non aveva mai avuto simpatia di Draco, sparò un’infelice frase gettata totalmente a caso e senza peso, messa lì giusto per ferirlo: - Ma vattene da Harry, visto che è l’unico che ti sopporta e sinceramente non so come fa. O forse si è stufato anche lui di te? Sarebbe normale, chi potrebbe starti vicino così tanto?
Non che avesse insinuato chissà cosa, ma a Draco bastò sentire il nome di Harry per perdere il controllo e scattare. Lo spinse con forza contro la parete del corridoio, in mezzo ad altra gente che immediatamente li accerchiò morbosamente curiosi.
- Non azzardarti mai più sai!
Avrebbe voluto dire ‘a nominare Harry’, ma si era fermato rendendosi conto che sarebbe stato come confermare l’impressione che fra loro ci fosse qualcosa e non poteva.
Seamus lo spinse a sua volta, pronto a colpirlo anche più seriamente, se necessario.
- Lo vedi? Sei proprio un Malfoy! Ce l’hai nel sangue la violenza!
Non ebbe pietà, ferire o essere feriti e non fisicamente, ma a parole. Da sempre l’arma migliore, quella che andava più in profondità. Seamus non era mai stato uno rissoso, ma sapeva cacciarsi nei guai per colpa della sua lingua troppo lunga o della sua capacità di agire senza pensare.
Draco fu attraversato da un lampo, una specie di fulmine che gli diede una scossa elettrica e afferrata la bacchetta nella tasca laterale dei pantaloni, si sentì preda di un’intenzione.
Una terribile intenzione.
La voglia di fargli del male fisico con la magia, con tutti i mezzi a sua disposizione.
Forse Harry, accorso proprio in quel momento, glielo lesse negli occhi in quella frazione di secondo.
Quella necessaria per precipitarsi prima che lui potesse realmente estrarre la sua arma ed usarla.
Gli afferrò il polso destro con una forza tale da distrarlo, Draco si girò per demolire chiunque avesse osato fermarlo, carico di un odio quasi puro, ma appena vide il viso shoccato e allo stesso tempo deciso di Harry, egli tornò in sé come se di nuovo l’aria pulita attraversasse i polmoni, mentre il fumo tossico l’abbandonava.
Draco si riscosse e lasciò subito la bacchetta, rilassò i muscoli completamente tesi del corpo e, con Harry sempre appeso al suo polso, sollevò la mano libera in segno di resa.
Non si scusò e non disse nulla.
Poco dopo il professor Piton accorse e nel vedere una scena di litigio apparentemente a tre, vennero messi in punizione tutti senza esitazione.
Ovviamente Harry ed il suo talento per essere nel posto sbagliato al momento sbagliato non si smentiva mai.
O forse, in quel caso, quello giusto visto ciò che era sicuro di avere appena evitato.
“No”, si disse mentre seguivano il professore per la decisione della punizione. Loro due vicini e l’altro compagno in disparte, seccato di essere stato coinvolto in una cosa così fastidiosa.
“Non posso decisamente fare finta di niente. E anche lui è ora che ne sia consapevole, prima che sia tardi. Se prova davvero qualcosa per me dovrà impegnarsi a non cedere a questo lato di sé.”
Mai come in quel momento Harry era stato tanto deciso su qualcosa.
La punizione consisteva nel pulire le migliaia attrezzature del laboratorio di Pozioni del professor Piton.
Nella sua aula c’era materiale in abbondanza per preparare qualsiasi pozione, fra ampolle, pentole, calderoni, ferri, boccette e ingredienti. Un sacco di ingredienti.
Piton a quanto pareva non aspettava altro che trovare degli studenti idioti da punire, per pulire le sue cose e tutto ciò che poi utilizzavano gli studenti nelle lezioni.
Divise i tre ordinando a Seamus di pulire i barattoli degli ingredienti negli scaffali del suo studio, senza aprirne nemmeno uno. Avrebbe dovuto togliere, pulire esternamente, pulire il ripiano e rimettere giù esattamente come l’aveva trovato. Un lavoro certosino e lunghissimo visto il notevolissimo numero di barattoli presente.
Con relativa minaccia.
- So esattamente cosa c’è, in quale quantità e dove. Se qualcosa mancherà, anche un solo grammo, od un ingrediente è spostato e non è esattamente al suo posto, sarai ulteriormente punito. E non con questo metodo così leggero.
Seamus, che come tutti gli studenti aveva il sacro terrore di quell’uomo, inghiottì a vuoto e annuì pallido come un cadavere.
Ad Harry e Draco ordinò di pulire il materiale relativo alla preparazione delle pozioni, una serie infinita di ampolle, boccette vuote, pentole e calderoni riposte nell’aula. Facendo cura ed attenzione a non rompere nulla, ovviamente.
Dati gli ordini a ciascuno, il professore se ne andò dicendo che avrebbero avuto tempo fino al coprifuoco, per finire. Intendendo che avrebbero saltato la cena, ovviamente.
I tre ragazzi capirono che Piton li aveva divisi così per evitare che Seamus e Draco tornassero a litigare, mentre non era un mistero l’amicizia che legava Harry all’erede dei Malfoy e dei Black.
Non gli avrebbe detto che in qualche modo lo capiva e sapeva cosa stava capitando a colui che, in condizioni normali, sarebbe dovuto diventare suo figlioccio.
Vivere situazioni avverse in un ambiente che non ti facilitava, ti portava facilmente ad aggrapparti a strade sbagliate, quelle che ti facevano sentire forte proprio quando ne avevi bisogno.
Strade che poi, crescendo, ti pentivi di aver preso.
Inizialmente Piton, in nome del ruolo che avrebbe dovuto avere e che poi non aveva assunto, si era chiesto se avesse dovuto fare qualcosa per lui come Silente a suo tempo aveva fatto con lui. Poi però si era reso conto di due cose. Silente non gli aveva impedito di sbagliare, ma l’aveva aiutato dopo, quando se ne era reso conto da solo.
Lily però sì, che ci aveva provato ad impedirgli di sbagliare.
Perciò aveva capito che l’unico a poter aiutare Malfoy sarebbe certamente stato Potter. Aveva deciso di osservare nell’ombra, com’era nel suo stile, ed eventualmente intervenire se necessario, ma sempre a modo suo, senza che nessuno se ne accorgesse.
Odiava passare per il Silente della situazione.
Aveva notato ultimamente ‘guai in paradiso’ e dal momento che quell’essere inutile di Remus non era stato in grado di aiutare suo nipote adottivo, aveva deciso di pensarci lui.
Tanto più che la situazione in cui li aveva sorpresi - non ovviamente a caso ma perché li stava osservando di proposito - era davvero qualcosa da punire. Perfetto.
Il suo studio era leggermente staccato dall’aula, uscendo aveva chiuso la porta che separava i due ambienti, per permettere ad Harry di fare la sua ‘magia’ col suo, supponeva, fidanzato. Non ne era certo, ma di sicuro se non era quello il genere di sentimento a legarli, era comunque uno sufficientemente forte.
Non stava giocando a metterli insieme, non gliene poteva importare di meno. Sapeva semplicemente cosa serviva a Draco per non sprofondare nel buio come aveva fatto lui alla sua età.
Note finali: piccolo omaggio a Piton, non mi pare d'averne fatti altri, ma mi piaceva inserire qua e là qualcosa di altri personaggi che di fatto non sono né protagonisti, né secondari, ma che nella saga originale erano importanti e mostrare qualcosina di loro nella mia versione. Nel caso di Piton ho pensato che alla fine non fosse diventato il padrino di Draco, ma che potesse avere un po' un occhio di riguardo per lui e lo osservasse in silenzio e nell'ombra, rivedendosi in lui alla sua età.
Per il resto, avevo bisogno di inserire uno studente che bisticciasse con Draco facendolo finire nei guai insieme ad Harry, inizialmente era nessuno, poi ho pensato di fare Seamus, ma giusto per non dover sempre riferirmi a lui come al misterioro 'compagno di scuola' o 'studente'. Pura comodità, insomma. Comunque penso che in un contesto come quello della mia fic, dove Draco non è il signore dei bulli che terrorizza tutti ma piuttosto quello visto male che tende ad essere bullizzato, un Seamus potrebbe andargli contro senza paura.
La fan art non è precisa, poichè prima avevo scritto la fic e poi successivamente mi sono imbattuta in questo disegno che ho trovato utile ai fini del mio capitolo anche se nella mia scena sono al contrario: Harry è quello che interviene agitato e Draco (che non ha la bacchetta puntata, ma la stringe nella tasca) ha un'aria furiosa ma gelida. In questa, però, Harry era Serpeverde! <3
Grazie a chi continua a seguire la mia fic, spero che piaccia. Alla prossima. Baci Akane