*Primi momenti di tensione all'interno della coppia, Harry ha le idee chiare sui problemi di Draco, ma non è facile affrontarli anche perché è il primo litigio. Sapranno superare la situazione e far pace? Ed Harry riuscirà a comunicare con lui in modo costruttivo? Grazie a chi segue e commenta, mi fa molto piacere se la fic viene letta e piace. Alla prossima. Buona lettura. Baci Akane*

CAPITOLO 26: 
IL SOLO A SOPPORTARLO

drarry

Seamus aveva sperato di stare con Harry a svolgere la sua punizione, per spiegargli cosa era successo, cosa gli aveva detto. Era suo amico e non voleva che pensasse male di lui. Non l’aveva né deriso né insultato, Malfoy aveva esagerato una sua reazione ed ora chissà cosa gli stava dicendo. 
Ma non sarebbe di certo andato nell’aula a cercare altre rogne. Sarebbe stato lontano da quel tipo il più possibile e appena possibile avrebbe spiegato tutto ad Harry. 

Harry e Draco stavano eseguendo il loro noiosissimo lavoro di malavoglia ma in totale silenzio. 
Draco con la cura adeguata a non rompere le boccette e le ampolle, Harry con la foga di chi aveva un rospo sul groppone e stava per esplodere, ma cercava disperatamente di non farlo consapevole che sarebbe stato peggio. 
Lui, infatti, puliva le pentole con la spatola, andando di olio di gomito con un certo piacere. 
Rimasero in completo silenzio per almeno mezz'ora minuti. 
Alla fine, Harry, che si era fatto mille discorsi mentali, tutti che finivano sempre con lui che si infuriava e litigava con Draco, decise di spingerlo a parlare per primo. 
- Non hai niente da dire? - chiese sostenuto. 
Draco sollevando un sopracciglio gli lanciò un’occhiata obliqua, poi ignorandolo tornò freddamente al proprio lavoro. 
- No, e tu? - certo che ce l’aveva. Era ovvio! E lo sapeva! 
Ad Harry andò il sangue al cervello e lasciò perdere le sue pentole per dirigersi alla postazione delle ampolle di Draco. Batté la mano sul ripiano facendole tintinnare e per un pelo che non caddero. Il giovane le guardò a mani aperte, pronto a raccoglierle, ma per sua fortuna non volarono. Non per il momento.

Draco conosceva Harry ed il suo potere che sì, si era manifestato tardi rispetto a lui, ma era notevole quando decideva di fare sfoggio senza il controllo del suo padrone. 
- Sì che ce l’ho! Come ti viene in mente di aggredire così la gente? 
Draco lo fissò gelido, spostandogli la mano dal ripiano per evitare che facesse veramente cadere qualcosa. Poi, girato verso di lui, lo degnò di una risposta accurata. 
- Non ho aggredito nessuno. Ho solo discusso. Ci siamo spinti, non è successo nulla. 

Ma Harry sapeva che mentiva. 
- Ti ho visto Draco. Che non ti venga in mente di dirmi palle ora, che non tira aria. 
Harry non era mai stato così furioso, non era uno che si arrabbiava spesso. Era impulsivo e combinava spesso cazzate, ma non era uno irascibile.
Forse quella era la prima volta che era veramente fuori di sé. Aveva dei lampi verdi che fiammeggiavano negli occhi. 
Gli si avvicinò di mezzo passo, ora si potevano quasi toccare, si respiravano. Draco rimaneva immobile, dritto, rigido. Senza alcuna espressione sul volto, come da piccolo, quando aveva ogni tipo di sentimento rinchiuso dentro di sé.
Avevano superato quell’ostacolo, Harry lo sapeva. Eppure ora, eccolo lì di nuovo quel Draco chiuso in una roccaforte di gelo per paura delle emozioni. 
- Se già sai, cosa vuoi da me? - disse tagliente, senza la minima inclinazione.
Harry esplose, non gli ci volle molto. 
Lo afferrò per la camicia e lo attirò a sé con decisione, avvicinando il viso al suo. 
- Stavi per usare la magia contro Seamus, Draco. Ti ho fermato io. Cosa ti salta in mente? Un conto è discutere e anche magari spingersi e litigare. Ma la magia contro un compagno solo perché ti ha detto chissà cosa? 
Draco gli prese i polsi, strinse per allentargli la presa e se li staccò di dosso con un gesto secco spingendolo lievemente. Una volta che ebbe spazio per respirare, rispose sempre freddamente: - Non chissà cosa. Ci ha deriso. Ha deriso me e te come coppia. Evidentemente sa già di noi. Come tutti ormai. Grazie a quella linguaccia di merda di Weasley. 
Harry alzò gli occhi al cielo e allargò le braccia girando su sé stesso con fare teatrale, cercando di calmarsi. 
- Oh andiamo, è Seamus. Non ci avrebbe mai deriso, lo conosco! Tu sei suscettibile su questo, ora, che sei convinto che ci metteranno sul patibolo perché stiamo insieme e vedi marcio in ogni cosa! 
A Draco non piaceva essere preso per bugiardo, tanto meno per esagerato. Anche se, in quel momento, Harry aveva completamente ragione. 
- Tu non hai visto come si è rivolto a me! Non hai sentito cosa ha detto. Non sono scemo! 
- Non dico che sei scemo! - Harry si sentiva ribollire più che mai e si rese conto che così non avrebbe ottenuto nulla di ciò che voleva. 
Si fermò e respirò a fondo cercando la lucidità che tanto facilmente perdeva. Specie se c’entrava Draco. 
Cercò di ricordare le parole di pace e serenità ed amore di Sirius e Remus. 
Non stava andando esattamente come si era figurato. 
- So che non vi piacete. Del resto non vai d’accordo con nessuno, qua dentro. E vi tollerate solo perché avete me in comune. E ne sono felice. - fece con un tono più calmo, mettendosi la mano sul petto. Draco non disse nulla, sempre fermo immobile nella sua posa statica e rigida, impettita, lì in attesa che Harry trovasse la chiave. 

Si rendeva conto di essersi chiuso al di là di un muro di ghiaccio, la sensazione era identica a quella da bambino. Quando vedeva il mondo da spettatore, incapace di viverlo. 
- Cosa ti ha detto Seamus? - chiese finalmente Harry, abbassando ancora il tono ed avvicinandosi. Gli prese la mano. Le sue erano calde e stringevano la propria, gelida. 
Iniziò a scaldargliela istintivamente e mano a mano che lo faceva, iniziava a sentirsi meglio.
Le spalle si abbassarono, rilassandosi. 
- Che solo tu mi sopporti e non sa come fai. - Harry attese il resto. Inarcò le sopracciglia incitandolo a proseguire. Draco fece un gesto con il capo, stizzito, realizzando che forse aveva davvero esagerato. - E basta. - 
Harry tornò a montarsi di rabbia, ma si limitò a stringere la sua mano, si avvicinò fino a toccare il suo corpo e guardarlo meglio in viso. 
Lo guardò con cura. 
- Draco, ti rendi conto che non è sufficiente per usare la magia contro qualcuno? Non ti ha offeso. Non ha nemmeno insinuato che stiamo insieme. Noi siamo amici da sempre, è risaputo che ‘solo io ti sopporto’. È così dal primo giorno... 
Draco inghiottì a vuoto mentre sentiva un sapore amaro in fondo alla gola. Mosse da solo la mano libera sul fianco del suo ragazzo e appena lo toccò di sua iniziativa, Harry sospirò ammorbidendosi mentre gli si appoggiava. A quel gesto, Draco sentì sciogliersi. 
Stava facendo breccia. 
Come se la chiave avesse appena preso la toppa. Ora doveva solo girarla e aprire la porta. 
- Non so cosa mi è successo. Da quando ho litigato con te mi sembra di essere sul punto di scoppiare. Scoppiare male. 

Harry, colpito che se ne rendesse conto, ma che soprattutto c’entrasse proprio lui con quel suo peggioramento repentino, gli lasciò la mano e lo abbracciò scivolando con le proprie sulla sua nuca, fra i suoi capelli biondo platino. 

Draco lasciò che il proprio viso scivolasse nel collo del suo ragazzo, trovando calore e vita. Quella che gli sembrava di aver perso quel giorno orribile. 
- Scusami, mi serviva un po’ di tempo per riflettere. Adesso sto bene. Dobbiamo parlare, ma non voglio che ti chiudi e mi respingi. Voglio che mi ascolti, ok? - disse Harry.
Il compagno con le braccia sempre intorno alla sua vita, annuì sentendosi gli occhi bruciare. Occhi che teneva stretti.
Non poteva fare a meno di lui. Un’altra volta così e sarebbe imploso. 
- Non lasciamoci più così. - Harry annuì. 
- Te lo prometto. 

Solo dopo alcuni istanti si rese conto che Draco si era rilassato con lui nonostante Seamus nella porta accanto. Avrebbe potuto vederli in qualsiasi momento, ma a lui non sembrava importare. Harry sorrise stringendo la presa intorno al suo corpo. 
Avrebbe fatto qualunque cosa per lui. 
- Parliamo in camera, dopo, ok? 
- Va bene. 
Ma, una volta spostato il viso per cercare un bacio con lui, Draco guardò la porta chiusa e mosse la testa all’indietro. Harry rise.
- Adesso ti riconosco. 
Draco gli mise la mano sulla faccia e lo spinse indietro accettando il gioco. 

Qualunque cosa. Con lui qualunque cosa riprendeva una dimensione normale.
Harry era decisamente la sua luce. 

Dopo aver chiarito con Seamus, lui e Draco si ignorarono, ma non litigarono più. 
Conclusero il lavoro assegnato e tornarono in camera con una fame accecante che venne soddisfatta dai fedeli amici di sempre, Ron, Dean e Neville i quali, pur facendo parte di Grifondoro come Seamus, diedero la roba raccattata di nascosto a cena anche ad Harry, da condividere con Draco se proprio l’avesse voluto.
Era vero che Draco non piaceva ai suoi amici, per lo più Grifondoro, ma l’avevano sempre tollerato per Harry. Lui era come una luce che attirava chiunque intorno a sé ed in quanto tale gli permettevano cose che, magari, non avrebbero concesso a tutti. 
Harry ringraziò e andò nella casa di Serpeverde con a seguito un taciturno Draco, il quale fece un’aria di sufficienza quando il compagno gli diede metà delle cose che gli avevano dato i suoi amici. 
- Non mi serve la carità di gente che mi detesta! - sbottò impettito Draco togliendosi la camicia e gettandola sul letto. 
Harry alzò gli occhi al cielo esasperato, iniziando a mangiare e gettando sul suo materasso le provviste. 
- Fa come vuoi, buttale se non le mangi! A me basta questo. - era un tortino di patate, porri, pancetta e uova avvolto in una morbida pasta a modo di pagnotta. Gliene avevano date due. 
Draco si aprì i pantaloni, fissò il tortino, irrigidì l’espressione del viso cercando di non far trapelare la propria fame. Si tolse i vestiti ed infine fu il suo stomaco a tradirlo. 
Harry scoppiò a ridere gettandosi sulla schiena. 
- Si vede proprio che non hai fame! 
- Non ho detto che non ho fame!
- Allora compatisco il tuo stomaco che deve stare dentro ad un testone come te. Se vuoi faccio finta di fare qualcos’altro così non ti vedo mangiare e poi darò la colpa ai Nargilli! 
La teoria di Luna secondo cui le cose sparissero per colpa dei Nargilli. 
Draco, oramai in boxer, sbuffò stizzito e si sedette nel letto prendendo lo sformato avvolto nel tovagliolo, lo aprì e lo azzannò come avrebbe potuto fare con Seamus o qualcuno di loro. Con foga e rabbia e quasi voglia di cancellarlo.
Alla fine lo mangiò tutto e anche piuttosto in fretta. 
Harry lo guardò scuotendo il capo, pensando che fosse un caso senza speranza. Ma decise di non infierire solo perché ora doveva parlare di cose più complicate.
Cose non facili da affrontare con lui mezzo nudo. 
- Meglio? - chiese quando ebbe finito di mangiare e bere, lui ancora vestito, stravaccato sul letto. 
Draco alzò le spalle ed iniziò a mettersi il pigiama, imitato poco dopo da Harry il quale lasciò un po’ di silenzio per far scendere l’atmosfera. 
Non erano soli nel dormitorio maschile dei Serpeverde, perciò sebbene magari si potesse parlare di cose private stando attenti a parlare piano, non si poteva di certo fare altro. 
Da un certo punto di vista era meglio, Harry voleva prima affrontare quel discorso.

Una volta pronti per infilarsi sotto le coperte, notando che Harry si mordeva le labbra incerto e cincischiava prima di stendersi, capì che voleva parlargli come gli aveva precedentemente anticipato. 
Non ne voleva sapere, in realtà Draco non voleva sapere cosa aveva Harry perché lo conosceva e sapeva non gli sarebbe piaciuto e non poteva pensare di litigare di nuovo con lui. Sentiva che se sarebbe successo ancora, sarebbe stato molto peggio. 
Tuttavia capendo che era meglio fargli tirare fuori il rospo prima di vederlo esplodere malamente, sospirando sconfitto gli indicò con un cenno del capo di scendere giù in sala comune per vedere se era vuota. 
Avrebbero parlato lì, meglio del dormitorio dove molti compagni stavano dormendo o parlottavano fra loro. 
Harry lo seguì e con sollievo videro che era vuoto, il fuoco acceso per le ore serali, per scaldare l’ambiente nei mesi autunnali dove faceva freddo quando il sole calava. 
Si sistemarono nel divano davanti al caminetto, come facevano spesso quando si isolavano dagli altri. 
Si sedettero vicini, Harry alzò i piedi piegando le ginocchia contro il petto, se le abbracciò ed appoggiò il mento, mentre il tepore del fuoco donava sollievo e pace. Un po’ il calore, un po’ i bagliori delle fiamme che tingevano di un suggestivo arancio d’orato entrambi. In particolare il viso sempre pallido di Draco, col fuoco assumeva un colore normale. I suoi capelli quasi bianchi sembravano color del grano al tramonto, li trovava splendidi, leggermente lunghi e lisci che gli incorniciavano parzialmente il viso ed il collo. Di anno in anno lo trovava sempre più attraente, mentre il suo corpo maturava. 
E lui? Lo trovava interessante? Gli piaceva fisicamente? O stava con lui perché ‘era il solo a sopportarlo’?
Non era comunque di quello che avrebbe parlato. No di certo. Quella volta avrebbe detto esattamente ciò che doveva dire, costasse quel che costasse. Sapeva nel profondo del suo cuore che stargli vicino e vegliare su di lui non era più sufficiente, e andando avanti, crescendo, lo sarebbe stato sempre meno.
Era ora che Draco ne diventasse consapevole. Era cosciente che non era un discorso facile da accettare, ma doveva iniziare da qualche parte e visto che al mondo ascoltava solo ciò che gli diceva lui, poteva avere qualche speranza. 


Note Finali: come sempre, la fan art non è mia ma di chi l'ha eseguita, io l'ho trovata su Pinterest come tutte le altre. Mi ha colpito perché si associava bene all'inizio del capitolo, quando stanno mezz'ora insieme a lavorare facendosi il muso. E perché qua Harry è Serpeverde! <3