CAPITOLO 27:
PARTI OSCURE

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Harry non sapeva come affrontare l’argomento, sapeva di non avere molto tatto e soprattutto di non essere minimamente portato per i discorsi. Non che avesse mai avuto bisogno di farne. 
Però sapeva che Draco non si sarebbe mosso prima di sapere tutto ciò che lo angustiava e ad ogni modo gliene doveva parlare. 
- Non credo tu ne sia consapevole, Draco. Io ho iniziato a notarlo dall’anno scorso ed ho pensato che sarebbe stato sufficiente starti vicino e riempirti di tutto l’amore di cui avevi bisogno e che potevo darti. Ma mi sto rendendo conto che forse non è sufficiente. È ora che tu te ne accorga e lo inizi ad affrontare. 
Fin qui non era andato male. Ora mancava la cosa più difficile. 
Decisamente la peggiore.

Draco lo guardò da vicino, senza capire dove volesse andare a parare. Che fosse qualcosa di difficile da dirgli era ovvio, che non gli sarebbe per niente piaciuto sentirlo, anche. Ma adesso iniziava a scocciarsi di tutti quei preamboli. Quanto avrebbe dovuto aspettare ancora per sentire ciò che Harry aveva da dirgli realmente? 
- Avanti, Harry, sto perdendo la pazienza. E già non ne ho! 
Harry sospirò e si decise, fissando il fuoco e cercando la forza di dirlo. Sperando disperatamente di usare le parole giuste. 
- Hai una parte oscura, dentro di te che ogni tanto prende il sopravvento. Più cresci e più è evidente. Tutti ce l’abbiamo, eh? Solo che dobbiamo esserne consapevoli e scegliere la parte giusta. Perché non c’è solo quella oscura. C’è anche quella luminosa. Devi fare appello a quella lì, come dobbiamo fare tutti. 
Draco si chiuse a riccio, istintivamente si rese conto di innalzare un muro altissimo fra lui ed Harry e realizzò che il fuoco gli dava fastidio, lo stava quasi bruciando tanto da non riuscire nemmeno più a guardarlo.
Per questo prese e si girò di schiena rispetto ad Harry, sollevando le gambe e abbracciandosele contro il petto, in una posa simile a quella del suo compagno. 
Sentì gli occhi penetranti e sorpresi di Harry, sentì il suo terrore nell’averlo ferito. Non doveva parlare, non doveva dire nulla. Bastava gli respirasse accanto. Da come lo faceva ormai capiva alla perfezione il suo stato d’animo.
Adesso era nel terrore.
- Non devi prenderla male, Draco. Tutti siamo luce e tenebre, in alcuni momenti prevale uno o l’altro, solo che dobbiamo esserne consapevoli e fare in modo di scegliere prevalentemente la luce... 
- Pensi che io sia un futuro signore oscuro? - chiese Draco diretto, sempre rimanendo di schiena. Era come se gli leggesse dentro. Non lo pensava, ma Harry sicuramente ne aveva il sacro profondo terrore. 

Harry si sentì brutalmente denudato e idiota nel pensare una cosa simile di qualcuno, ma peggio si sentì orribile nel pensarlo della persona che amava. 
Si girò di schiena a Draco a sua volta e appoggiò la nuca sulla sua spalla, sospirando come se si arrendesse ad esprimere tutte le proprie paure insite, quelle che non avrebbe decisamente mai voluto esprimere. 

Il contatto aiutò Draco. Non per il calore, già portato dal fuoco, insopportabile che ora almeno era meno bruciante. 
Bensì per la morbidezza. 
- Bisogna lottare per la luce, Draco. E voglio che come lo faccio io e lo fanno tutti, anche tu ti impegni per questo. 
Draco strinse gli occhi sentendosi dilaniare dall’interno, ma incapace di staccarsi da quella dolcezza, ne cercò altra appoggiando la nuca contro la sua spalla in una posa a specchio. Lentamente sentì strisciare la pace dentro di sé insieme alla capacità di accettare quell’amara opinione. Forse una verità, dopotutto. 
- Non mi vorresti più se non usassi più luce che tenebre? 
Non sindacava sul fatto che avesse usato delle parti oscure, non ne era mai stato consapevole, non del tutto, ma si fidava di Harry al punto da non mettere in dubbio che lui l’avesse visto e che fosse successo. 
Ma al momento, piuttosto che accertarsi su cosa e quando fosse successo, era più urgente capire quello.
La paura che fosse così, che Harry l’avrebbe lasciato se non fosse stato capace di usare la luce piuttosto che le tenebre, lo invase. Per un momento non vide più nemmeno il bagliore del fuoco. Per un momento sembrò tutto buio, completamente. 
Il suo silenzio gli tolse il fiato.

Harry si accorse che Draco era rigido e non respirava e capendo che stava male, mandò al diavolo ogni cosa e decise di prevaricare e fare a modo suo, come sempre. Così si girò e lo girò a sua volta, prendendolo poi fra le braccia forte, fino a nascondere il suo viso contro il proprio petto. Come a proteggere l’essere più prezioso del mondo. 
Tale, in effetti, era per lui Draco. 

Draco, dal buio gelido in cui era, tornò al calore. Un’ondata improvvisa lo avvolse con forza e prepotenza e sentì gli occhi bruciargli. 
Si aggrappò a lui accettando quell’abbraccio di cui aveva un disperato bisogno. 
Harry, in ginocchio sul divano, lo teneva stretto a sé, seduto ora davanti. 
- Ti sarò sempre vicino, ma vorrei che anche gli altri fossero qui con noi. 
- A me basti tu, non mi interessa degli altri. 

Quelle frasi che Draco diceva lo spiazzavano e lo facevano sentire bene ed amato. 
Il suo ragazzo amava, ne era assolutamente certo. Ma non doveva allontanarsi dal mondo ed isolarsi con lui e basta. 
- Non puoi cedere a quel lato oscuro quando si tratta degli altri, anche se è per proteggermi in qualche modo. A parte che so difendermi da solo. Però voglio che tu capisca che ti puoi fidare anche degli altri. Forse non di tutti, però qualcuno sì. Ed anche se ti deludono o ti feriscono, non è una tragedia. Ci sono modi accettabili di affrontare le situazioni brutte. 
Era più facile a dirsi che a farsi, se ne rendeva conto, ma dirglielo l’avrebbe fatto riflettere e stare più attento. 

Draco voleva chiedergli a cosa si riferiva, quando aveva usato la sua parte oscura, ma dentro di sé lo sapeva. Sapeva quando e sapeva che aveva ragione.
Dentro di sé l’aveva sempre vista, quella luce oscura. 
- Io a volte è come se venissi inghiottito dal buio. Non sono più io e agisco d’impulso. 

Harry lo sapeva e contento che se ne rendesse finalmente conto e che lo ammettesse, gli prese il viso fra le mani e lo guardò. Draco si lasciava prendere da lui come se fosse un artista che modellava la creta. 
- Lo so, ma se lo sai puoi lottare... cosa ti succede? Perché ti lasci andare a quella brutta parte? 
Anche lui era impulsivo e irascibile, ma non arrivava mai a certi livelli. Forse perché aveva avuto il dono di una vita equilibrata e piena di amore e cose positive, nonostante la tragedia dei suoi genitori.
Sirius e Remus non gli avevano mai fatto mancare nulla. 
- Non... non lo so... - Harry insistette. 
- Pensaci Draco. Perché in quei momenti reagisci così? Cosa ti succede? Devi rifletterci o non ne uscirai mai. Per combatterlo lo devi conoscere! 
Non ci stava nemmeno pensando, stava parlando ad istinto, con fervore e spinto da quell’intensità nei suoi occhi, Draco sputò fuori senza rifletterci molto. 
- Paura! Ho paura che quello che mi sono conquistato con unghie e con denti, quel poco di bello che adesso ho nella mia vita di merda, mi venga portato via da degli idioti che non sanno niente di me! E non sanno che anche io merito di essere felice e che se ti amo è affar mio e non devono osare separarci od ostacolarci. 
Harry sospirò capendo che un bel gran primo passo era stato fatto, nonostante avesse pensato sarebbe finita male. 
Così sorrise contento che l’avesse ammesso. Commosso dal fatto che centrasse lui.
- Draco, non esiste forza al mondo in grado di staccarmi da te. 

Appena sentì la sua risposta, Draco capì d’aver fatto il passo giusto. Di aver usato la luce, come lui voleva.
Rendendolo felice, gli prese il viso fra le mani, si sollevò leggermente e lo baciò con impeto e passione. Un bisogno che esplose riempiendolo di dolcezza e calore. 
Tutto ciò di cui aveva bisogno era nelle sue mani e se per non farlo scappare doveva essere luce, si sarebbe sforzato e lo sarebbe stato. 


Sarebbero potuti stare anche tutta la notte seduti davanti al caminetto, abbracciati.
Dopo aver chiarito e sistemato tutto, Harry aveva preso dei cuscini e li aveva sparsi per terra, avvicinandosi di più al caminetto dove adorava stare, soprattutto di notte e d’inverno. 
Si sedettero sopra ed Harry si mise dietro Draco abbracciandolo come un koala al suo albero di eucalipto. 
Draco lo lasciò fare tenendo sempre ben in allerta i sensi per sentire eventualmente se qualcuno veniva.
Era ormai notte inoltrata e dubitava che si sarebbero svegliati, ma sarebbe stato attento. 
Harry era totalmente rilassato contro di lui, lo avvolgeva con le gambe da dietro e le sue mani giocavano con la sua pancia, sotto la maglia comoda del pigiama. Comoda e leggera di un elegante nero che risaltava la pelle candida. 
Gli piaceva che le sue dita giocassero sulla sua pelle liscia, si stava addormentando fissando le fiamme danzanti nel focolare. 
Nel silenzio più completo da cui erano assorbiti da un po’, le dita di Harry iniziarono a salire sui capezzoli, mentre la sua bocca iniziò a baciargli il collo, scivolando di lato ed allargandogli lo scollo della maglia. 
Draco chiuse gli occhi colto impreparato dal piacere che salì ad ondate. Per un momento pensò di lasciarsi andare, di lasciarlo fare, vedere quanto avanti sarebbe potuto andare. 
Finalmente, pensava fra sé e sé. Anche Harry stava avendo un approccio sessuale. Poi quando con le mani scese alla cinta dei pantaloni leggeri, Draco spalancò gli occhi e si svegliò tutto d’un colpo realizzando quanto pericoloso fosse fare quelle cose in quel posto e gli prese di scatto le mani bloccandolo con decisione.

Harry spalancò gli occhi irrigidendosi, il compagno voltò il capo per guardarlo con aria shoccata.
- Sei impazzito? - sibilò. - Ti sembra il posto? - aggiunse stizzito. 
Harry, enormemente deluso, fece il broncio nascondendo il viso contro il suo collo, sentendo un enorme senso di vergogna per essere stato rifiutato nel suo momento di massimo coraggio. Per lui agire così, prendere quel genere d’iniziativa, non era stato facile. E Draco lo fermava?
Come poteva? 
Realizzando che ci era rimasto male, Draco gli baciò le mani cercando di essere il più morbido possibile. 
- Lo voglio con tutto me stesso, ma sai che dobbiamo stare attenti, la sala comune della nostra casa non è il posto più adatto... 
Harry, insofferente per quella sua fissa, decise di non fare polemiche proprio dopo aver fatto faticosamente pace al termine di una giornata complicata. 
Voleva scusarsi, ma gli uscì un misto fra un verso che era un miagolio ed un lamento, soffocando contro il collo di Draco che, pieno di brividi di piacere e voglia di ribaltarlo sul pavimento, cercò di riderci su. 
Anche Harry rise per il proprio verso da micio offeso e finì veramente per essere ribaltato sul pavimento, fra i cuscini e sul tappeto. Il caminetto riluceva con il fuoco che andava via via affievolendosi, mentre Draco abbracciava Harry cercando di correggere un tiro che sapeva l’aveva fatto rimanere male. 
Non facciamo sesso in pubblico, ma un abbraccio lo possiamo fare, lo vedi?
Nella sua mente sarebbero dovuti rimanere così per poco, per poi andare in camera a dormire, sui loro letti. 
Nella sua mente. 
Nella realtà non dissero nulla, sebbene entrambi avrebbero voluto precisare alcune cose. Del tipo che non era un vergognarsi uno dell’altro, ma solo un volersi proteggere. Ed Harry avrebbe chiesto se fosse davvero sessualmente attratto da lui. 
Ma nella realtà si addormentarono abbracciati nel pavimento, sui cuscini e con una coperta tirata giù dal divano. 
Fino a che Draco, poche ore prima dell’alba, si svegliò e rendendosi conto di essere ancora abbracciato al suo ragazzo gli posò un delicato bacio sulla guancia, lo coprì meglio e facendo più delicatamente possibile, se ne andò in camera, lasciandolo solo. 

Al suo risveglio, Harry, non vedendolo lì con lui ci rimase male, ma sapendo il motivo per cui l’aveva fatto, decise di non dire niente.
Specie per la famosa giornata complicata del giorno prima.
Decise di dare tregua ad entrambi e di rimandare quella nuova conversazione, ingoiandosi a tutti i costi la domanda.
“Gli piaccio veramente o sono semplicemente la sola persona che gli è sempre stata vicino e quindi l’unica con cui pensa di poter stare?”


Note Finali: come sempre, le fan art non sono mie ma trovate in rete, perciò degli autori originali. Le ho prese tutte da Pinterest. Servono solo per rendere un po' l'idea di certe scene che ho scritto, perché mi piace come si associano a quel che scrivo. Per seguire le mie pubblicazioni, c'è la mia pagina su FB. Grazie a chi segue, legge e commenta. Baci Akane