CAPITOLO 29: 
PAURE

drarry

- Draco, questa sarà la nostra ultima lezione. 
Come un fulmine a ciel sereno, arrivò la notizia di Sirius. 
Draco lo guardò aggrottandosi.
- Che diavolo dici? Perché? Non mi sono ancora trasformato! 
Era logico, per lui, ma lo era anche per Sirius che aprendo le braccia in segno che non ci poteva fare niente, fece mezzo sorriso: - Ehi, il mio corso base per Auror l’ho finito, non ho ufficiali motivi per restare. Ed ormai ti ho insegnato quello che serve per trasformarsi. 
- Ma se non l’avessi notato, io ancora non mi sono trasformato! - sbottò acido, innervosendosi. 
Sirius alzò le spalle incrociando le mani dietro la nuca, sembrava non fosse un dramma. 
- Allora magari non ti ci devi trasformare! - si era anche steso nel divano che aveva richiesto per stare più comodo nelle loro lezioni private. Come la prima donna che era sempre. 
Accavallò una gamba e lo guardò di sottecchi. Draco era in piedi, shoccato, incredulo. 
- Come sarebbe che non devo trasformarmi? 
Sirius rimase esattamente così, come se nulla fosse troppo importante. Quasi lo ignorava. 
- Non tutti possono essere animagus. Ci provi ma per quanto ti sforzi non ci riesci. O è troppo presto, o non è la tua cosa. Voldemort non era un animagus ed era uno dei maghi più forti. Silente pure. - spiegò senza troppo conto la questione, come se non fosse niente di che.
A Draco ribolliva il sangue, dopo una vita passata a volerlo, finalmente ci era vicino e cosa faceva lui? Gettava ogni sforzo al vento dicendogli che forse non era nel suo DNA? Ovvero che non poteva nemmeno volendo? 
- Mi stai dicendo che potrei sforzarmi come un dannato e fare di tutto, ma potrei non riuscirci mai? 
Sirius annuì ancora senza guardarlo, dondolando il piede accavallato sull’altra gamba e a Draco saltò il nervo tanto che lo prese per i vestiti e lo strattonò violentemente facendolo cadere dal divano.
- E GUARDAMI DANNAZIONE! 
Sirius non parve turbarsi o arrabbiarsi, si limitò a sollevarsi sulle ginocchia rimanendo per terra e a guardarlo come se fosse impazzito. 
- Senti, ragazzo, non è colpa mia. Ti ho insegnato quello che dovevo. Io nella stessa maniera ci sono riuscito, tu no. Forse non sei un animagus. Tutto qua! Devi accettarlo! 
Ovviamente non se ne parlava. 
Draco si inginocchiò davanti a lui per guardarlo meglio in viso. Come se lo pregasse, gli prese la maglia ed iniziò a scuoterlo con un furore che non gli aveva mai visto. Sirius, a quel punto, era visibilmente shoccato e senza parole. 
- COME PUOI DIRMI QUESTO? È IL SOLO ED UNICO DESIDERIO CHE IO ABBIA MAI AVUTO! DA QUANDO TI HO VISTO TRASFORMARTI IN CANE IO HO SOLO DESIDERATO FARLO A MIA VOLTA! PER ME ESSERE ANIMAGUS È MAGIA PURA! NON PUOI DIRMI CHE FORSE SEMPLICEMENTE NON POSSO! 
Era come se il mondo gli crollasse addosso. Non poteva accettarlo. Cerano cose che aveva dovuto ingoiare, apprendere e accettare. Quella non ci riusciva. 
Non poteva semplicemente arrendersi. Era troppo importante, non riusciva a spiegare realmente il motivo, era come se un’esplosione atomica fosse partita da dentro di lui.

Sirius dandogli quella notizia non aveva minimamente pensato che potesse scatenare una reazione simile, ma lì preda della sua onda d’urto capì che per Draco andava oltre il realizzare il suo più grande desiderio o il diventare un mago fortissimo e rispettato. 
Sapeva bene di cosa si trattava, perché Draco prendeva fuoco solo per un motivo.
Anzi, per una persona. Lo ricordava bene. 
Così lo prese per le braccia con forza e fermezza, poi calmo e deciso disse penetrante: - Draco, dovrai scoprire qual è il tuo animo in un altro modo. Mi dispiace. 
A quel punto il ragazzo si accasciò contro il suo petto e liberò un grido così forte da essere sentito dai quadri fuori dalla stanza. Accorsero dei fantasmi per vedere se fosse successo qualcosa e Sirius, sconvolto della sua reazione, mentre abbracciava protettivo Draco come se fosse suo nipote, fece un cenno alle entità di andarsene. 
Se lo tenne stretto senza dire niente, lasciando che i nervi si calmassero. Dopo quello scoppio sicuramente sarebbe stato meglio, ma era solo una cosa momentanea. 
- Devi trovare il modo di tirare fuori tutto quello che ti opprime il cuore. Sai, forse non riesci a trasformarti perché le tue paure ti bloccano. O magari sei tu stesso che blocchi il tuo animo, per paura di ciò che puoi essere. Ma questo non ti porterà da nessuna parte. Dovrai liberarti, scoprire ciò che sei e accettarlo. Oppure combatterlo. Però devi lasciarti andare. Libera il tuo animo dalle tue paure. 
Non era uno che amava le prediche, quella era la grande passione di Remus, ma in quel momento, con quel corpo teso come un unico fascio di nervi fra le braccia, sperò in un lieto fine per lui.
Con tutto il cuore, lo sperò sinceramente. 

Draco iniziò a sognare di trasformarsi in serpente piuttosto frequentemente e da allora smise di provare a diventare animagus. Un po’ per la partenza di Sirius, poiché temeva che da solo sarebbe potuto andare storto qualcosa. Gli inconvenienti ed i rischi erano molti, se non lo si faceva bene. 
Un po’ per paura di diventare realmente un serpente e se fosse successo, avrebbe avuto conferma di avere un animo marcio.
Non gli piaceva vivere nell’ignoranza, non era nel suo stile, ma aveva deciso di non tentare la sorte. 
Quando a Trasfigurazione arrivò il momento di affrontare l’animagia, Draco già sapeva tutto ma non ostentò nulla, al contrario di Hermione che come sempre sapeva tutto e lo ostentava ben volentieri. 
Prese comunque il massimo dei voti, ma non espresse minimamente interesse per diventare animagus.
La professoressa fece provare a tutti gli studenti per valutare se qualcuno di loro avesse quella dote naturale, oltre che per accontentare gli alunni che volevano tentare. 
Draco non si fece avanti e quando la McGranitt disse che come tutti doveva fare un tentativo ed impegnarsi, lui si rifiutò. 
- Se non sono interessato perché dovrei provare? - chiese impertinente. Non aveva mai mancato di rispetto a nessun professore, trattava male gli altri studenti, ma gli adulti mai. 
La professoressa ci rimase male.
- Fa parte del programma, la pratica come la teoria. Nessuno si aspetta che dei ragazzi così giovani ci riescano, ma è obbligatorio tentare. 
Molti non ottenevano il minimo risultato, qualcuno ci andava vicino riuscendo a trasfigurare il proprio corpo in modo parziale; assumevano alcune caratteristiche animalesche, ma nessuno mutò del tutto. Qualcuno riuscì a trasformare una mano. 
Draco non era mai riuscito a fare assolutamente nulla al suo corpo, nonostante le lezioni con Sirius fossero state identiche se non migliori di quelle con la McGranitt. Non voleva tentare, ma non per paura di fallire, bensì per il terrore di riuscirci.
Dopo i sogni, si era convinto che sarebbe diventato un serpente e a quel punto tutta la bellezza di quell’arte, per lui, perdeva il suo fascino. 
- Beh, mi metta zero nella pratica, allora. Tanto ho avuto il massimo nella teoria! - sbottò acido il giovane. La professoressa lo guardò strabiliata e lo cacciò dalla classe quasi delusa, non arrabbiata. Aveva capito che doveva esserci dell’altro. La maggior parte degli studenti che provava a trasformarsi in animale non era interessato, ma ci provava lo stesso poiché era obbligatorio. Non era un dramma per nessuno. Molti incantesimi da provare non avevano successo per qualcuno. Andava bene comunque, tentavano lo stesso. 
Nel caso di Draco era evidente che c’era dell’altro e consapevole del legame del giovane con il signorino Potter, la donna a fine lezione lo trattenne per chiedergli se sapeva cosa era successo a Malfoy. 
- Onestamente non immaginavo che reagisse così. So che è da sempre il suo sogno riuscire a diventare un animagus. - Harry si guardò dal rivelarle delle lezioni segrete con Sirius, immaginava che avrebbe potuto non prenderla bene. 
- Cosa può essere successo, secondo lei? Non è mai capitato che qualcuno si rifiutasse così di provare e dai voti che ha preso nella teoria si capisce che aveva studiato già da prima l’argomento. Ne era interessato realmente. 
Era nella natura della McGranitt preoccuparsi per i suoi studenti, Harry si strinse dispiaciuto nelle spalle, in pensiero lui stesso. 
- Non saprei, forse ha paura di fallire. È una cosa a cui tiene troppo... proverò a parlargli. 
Ovviamente l’avrebbe fatto, ma non voleva sembrare troppo coinvolto, sapeva come la pensava Draco sul far sapere a tutti di loro. 
- Gli dica che sono disposta a farlo riprovare in una lezione extra solo fra noi due. Se teme il pubblico, posso chiudere un occhio in questo caso. Il signorino Malfoy è straordinariamente dotato ed è un peccato vederlo buttare via questa occasione. 
In tutta onestà era stata estremamente sicura del successo del ragazzo. Si era detta che se uno dei suoi studenti ci fosse riuscito, quello sarebbe stato sicuramente Draco Malfoy.
Tanti studenti erano bravi e dotati, ma lui era diverso. Lui voleva riuscire nelle cose che determinavano un mago eccellente. Era ambizioso, ma non era tutto lì. 
La sua ambizione lo rendeva effettivamente bravo, uno dei migliori. 
Vederlo andarsene in quel modo, senza nemmeno provare, l’aveva shoccata. 

Draco era appoggiato all’apparentemente poco sicura balaustra del ponte di legno che collegava il retro di Hogwarts con l’esterno, attraversava alcune delle voragini che circondavano il castello. Non era solito sostare lì, ma era uno dei posti più solitari della scuola e quando voleva essere sicuro di non essere disturbato, andava lì dove si godeva di un discreto paesaggio. 
Non si stupì di essere raggiunto poco dopo da Harry il quale straordinariamente silenzioso, gli si mise accanto toccandogli il gomito col proprio. Lo scrutò in viso e Draco non si mosse, fece come se non ci fosse nemmeno. 
- Non proverò. - disse comunque sapendo cosa era venuto a dirgli. Immaginava che la McGranitt gli avesse chiesto di provare a convincerlo. 

- Lo so. - rispose calmo Harry fissando il paesaggio immenso e suggestivo che si apriva davanti a loro, in uno scenario a dir poco spettacolare.
Hogwarts sorgeva in una zona montuosa fra le più belle, circondata da monti, boschi e fiumi. Entrambi trovavano rilassante ammirare la bellezza della natura. 
- Hai paura di fallire? 
Harry andò dritto al sodo, ormai conosceva Draco come le sue tasche ed anche se non si era aperto su questo discorso e lui gli aveva lasciato i suoi spazi, sapeva all’incirca cosa gli capitava. 
Specie dopo il loro discorso. Adesso Draco era più consapevole del suo lato oscuro, prima poteva avere il beneficio del dubbio perché magari non essendone consapevole poteva non rendersene conto. Ora sapeva, ora lottava proprio contro quell’aspetto di sé. 

Draco contrasse la mascella, assottigliò lo sguardo che fissò innanzi a sé senza spostarlo su Harry, spaventato che gli potesse leggere dentro. 
Non glielo voleva dire, ma sapeva che se non l’avesse fatto sarebbe stato peggio. Da quel litigio in poi aveva capito che non poteva stare lontano da lui. 
- Sogno spesso di trasformarmi in serpente. - disse infine, laconico. Un forte senso di umiliazione si fece strada in lui mentre lo diceva ad alta voce, era come ammettere che lo fosse realmente. Lui era un serpente. Era una creatura vile e meschina, velenosa e subdola. 
Ecco cos’era in realtà.
Non solo dirlo ad alta voce, ma dirlo proprio a lui. 
Harry lo guardò di scatto fissandolo con occhi sgranati, shoccato. Draco si morse il labbro picchiando la punta del piede contro il pavimento in legno, seccato. Ora si sarebbe schifato e spaventato. 
“Penserà che sono davvero un mago oscuro! Se prima aveva paura che lo diventassi, ora avrà solo certezze. Mi lascerà. Presto o tardi succederà ed io sarò inghiottito dal buio. Non ci sarà speranza per me.” 
Le nocche delle dita che stringevano la balaustra meno pericolante di quanto sembrasse, erano bianche da quanto stringeva. Il piede picchiava sempre più forte, non riusciva nemmeno a nascondere la sua ansia, ormai era al limite. 
Ma infine Harry si decise a parlare e lo fece cingendogli le spalle con un braccio. 
- Ma è solo un sogno, non è la realtà. Sono solo le tue paure. Non puoi sapere se andrà realmente così! - disse tranquillo Harry, con un tono leggero, quasi di scherno. Lui alleggeriva tutto, vedeva ogni cosa come niente di che. Era un dono che a lui mancava e che gli invidiava, normalmente lo faceva sentire bene, ma ora si sentì peggio e finalmente girò lo sguardo verso di lui, senza però liberarsi del suo braccio come normalmente avrebbe fatto per paura di essere visti. 
- E se invece succederà? Se mi trasformerò davvero in serpente? Sai bene che l’animale in cui ci trasformiamo indica la nostra natura profonda! Tuo zio è un cane perché è la persona più fedele ed affidabile del mondo! 
Entrambi sapevano la storia di James che si trasformava in cervo, animale simbolo della rigenerazione vitale e della forza, Remus aveva sempre raccontato del padre di Harry come di una persona carismatica, forte e incrollabile. 
Sapevano anche di Minus, il loro amico che si trasformava in topo, colui che poi li aveva traditi passando dalla parte di Voldemort. 
Harry strinse la mano sulla spalla e lo attirò deciso a sé. 
- Ma non lo sai finché non succede. Non ti devi preoccupare. Non fasciarti la testa prima di romperla! 
Per lui era facile, Draco lo guardò esterrefatto. Come poteva vederla così semplice quando in realtà non lo era?
- E se succede? Cosa farai? - insistette irritandosi. Sentiva la rabbia montargli dentro e sapeva che era sbagliato, ma non poteva farci niente, era così che si sentiva. 
- Non trasformarti non servirà a nulla, se tu sei davvero così. Servirà solo a non saperlo con certezza, ma a cosa serve non sapere? Non è meglio sapere ed eventualmente rimediare e combattere contro un obiettivo reale e concreto? 
Harry era positivo di natura, grazie alla vita felice che aveva avuto e a Remus. Non aveva motivo di vedere le cose nella loro accezione peggiore. Draco lo guardò disperato, sperando di assorbire un po’ del suo modo di essere. Continuava a vedere tutto nero. 
- Io non ce la faccio. Io non riesco ad essere così positivo. Io non vedo... 
Non riuscì a finire la frase, perché in realtà Draco si sentiva come cieco. In realtà gli sembrava di non vedere niente. Harry allora lo abbracciò del tutto, forte e sicuro, fregandosene dei rischi del farlo all’aperto. 
Draco non riuscì a respingerlo. 
- Io sì! Io vedo! Lascia che veda io le cose come stanno! Forse sono troppo positivo e faccio male, ma in questo momento non ci sono prove concrete che ci debbano far pensare al peggio. Non è ancora successo nulla! Non ti sei trasformato in niente. Non sei costretto a farlo se ne hai paura. Ma sappi che farlo o non farlo non cambierà la tua natura. Al massimo la rivelerà. Ma se sei una cosa, la sei in ogni caso. Però se lo sai, poi in caso la puoi cambiare. Io so di essere impulsivo e non mi piace esserlo e sto cercando di fermarmi a pensare prima di agire. 
Draco sorrise contro il suo collo caldo e confortevole, dove aveva trovato un buon rifugio.
Non era così semplice. Non si trattava di affrontare un banale difetto caratteriale, ma un modo di essere. L’oscurità.
L’oscurità l’aveva davvero o no? E se sì, in che misura? 
Sirius aveva ragione a dirgli di lasciarsi andare e affrontare le sue paure, ma in realtà non sapeva come farlo. In teoria erano tutti bravi a parlare. 
- Stammi sempre vicino! - mormorò infine stringendosi ad Harry, aggrappandosi alla sua maglia. Harry annuì.
- Lo sai che lo farò sempre. 
Lo sapeva davvero, ma aveva bisogno di sentirlo, sentirlo di più.
Voleva perdersi in lui e fare l’amore con lui, farlo suo, ma la paura di essere davvero malvagio era troppo pressante. Non l’avrebbe sporcato. 
- Sono contento che tu ne abbia parlato con me. Fino a poco tempo fa avresti tenuto tutto dentro. Stai già migliorando, lo vedi? Non devi nascondermi nulla, vedrai che insieme ne verremo a capo. 
Harry ne era graniticamente convinto, al punto che gli prese il viso fra le mani, si fece guardare negli occhi da vicino e quando Draco annuì più convinto di prima, il compagno sorrise e lo baciò.
Impulsivo come sempre. 
“Meno male che sta cercando di pensare prima di agire!” pensò Draco divertito, schernendolo fra sé e sé mentre accettava le sue labbra per un bisogno superiore alle sue paure. 
Paure che, per una volta, avrebbe fatto bene a mantenere. 
Una volta.
Solo una.
Ma è normale, succede sempre quando si abbassa la guardia e Draco l’aveva sempre saputo, per questo non l’aveva mai abbassata. 
Tranne in un solo momento, l’unico in cui aveva avuto un disperato bisogno di un bacio.
Bacio che vide anche qualcun altro, qualcuno che non aveva a che fare coi loro amici, ma che era un semplice studente che di loro non sapeva niente e che anzi non sopportava Malfoy, come la maggior parte degli altri. 
Così uno degli incubi di Draco prese forma. 


Note Finali: non ho molta fantasia coi titoli dei capitoli, me ne rendo conto ma fa niente. Adesso siamo ad un punto cruciale, la crisi di Draco è evidente e totale, ma dovrà conviverci perché non ci saranno soluzioni facili e veloci ai suoi dubbi. Tuttavia Harry è del tutto intenzionato a non lasciarlo mai solo. Ma ecco che nel punto più delicato della loro vita, si affaccia un nuovo problema che esploderà nel prossimo capitolo. So che sono crudele a farli finire così, ma ogni autore che si rispetti deve essere un po' sadico. Le fan art non sono mie ma dei loro bravissimi autori, io ho solo preso in prestito (da Pinterest). Fra 4 giorni (spero) il prossimo capitolo. Buona lettura. Baci Akane