*Harry cerca di conoscere questo misterioso bambino che vivrà con lui, ma Draco seppure ha 6 anni, non sembra per niente socievole. Nel frattempo Sirius e Narcissa discutono sulle motivazioni che l'hanno spinta a venire lì e anche se le pesa molto, viene fuori la verità. Dunque, ho letto la storia di Sirius (ho letto i libri anni fa e la mia memoria a volte si perde pezzi) e si evince che lui a 16 anni se ne è andato di casa ed ha vissuto da James, per questo viene bollato come 'traditore del sangue' (e per altri motivi) e teoricamente la sua famiglia lo disereda al punto che quando suo zio lo aiuta dandogli del denaro, viene allontanato anche lui dalla grande famiglia Black. Tuttavia, quando del suo ramo dei Black rimane in vita solo Sirius, la casa di famiglia, la famosa Grimmauld Place 12, passa a lui e questo indica che alla fine non l'avevano legalmente diseredato ma solo 'formalmente'. Tutto questo non l'ho specificato nei capitoli, ma volevo far sapere che non è un incongruenza dire che Sirius era stato diseredato (poichè da storia ufficiale lo zio viene allontanato dai Black proprio perché passa del denaro al nipote) e che era ugualmente proprietario di una residenza Black nonostante 'diseredato' non è la parola più esatta visto che se lo fosse stato davvero, non avrebbe ereditato mai la casa. Buona lettura. Baci Akane*

3. UN BENE PIÙ GRANDE

sirius remus harry

Non capiva cosa aveva sbagliato. Era stato gentile, aveva sorriso e si era presentato. 
Ma cosa significava quella cosa sulla discendenza e sul non dire il proprio cognome? 
Cosa c’era di male nell’essere un Potter? 
I suoi genitori erano degli eroi, lui era fiero di essere loro figlio. Non capiva quanto incredibile fosse essere sopravvissuto ad un Avada Kedavra da parte di Voldemort, ma capiva che erano stati loro a salvare il mondo. In qualche modo. Più o meno.
Insomma, per quel che ne capiva. 
Da quando erano arrivati, la bella signora cattiva ed i suoi zii stavano discutendo nella cucina, mentre avevano lasciato loro due nel salotto ad aspettare, tuttavia quel bambino non sembrava minimamente intenzionato a parlargli, come se non lo vedesse nemmeno. 
Sospirò diverse volte dopo averlo osservato e decise di fare qualche altro tentativo. 
Draco era molto simile a sua madre, vedendoli da vicino aveva potuto constatarlo. Lei, seppure antipatica, era la donna più bella che avesse mai visto. Sebbene ne avesse viste poche. 
Perciò poteva dedurre che anche quel bambino dai capelli quasi bianchi e la pelle color neve, fosse bello. Non che capisse molto del concetto di bellezza, ma aveva dei lineamenti che sembravano scolpiti in una statua di ghiaccio, sembrava disegnato. 
I capelli erano lisci ed ordinati, gli occhi azzurri carichi di indifferenza. 
“Forse si sente a disagio, non conosce nessuno...” voleva riprovarci, non poteva accettare di avere un compagno di giochi così ostico. 
- Tu sei Draco, vero? Mi hanno detto che ti chiami così. - ricordò la spiegazione di zio Remus su suo padre, era in prigione perché aveva fatto delle cose brutte, perciò probabilmente era triste perché non aveva potuto conoscerlo. Ma lui sapeva cosa significava dover fare a meno dei genitori. 
- Mi dispiace per tuo padre, so cosa significa rinunciare ai genitori. Ma per fortuna c’è tua madre... - solo dopo che la sua bocca aveva parlato si era ricordato dell’ammonizione di non citare il padre in alcun modo. Ormai era tardi. Harry si morse il labbro dispiaciuto e a quel punto Draco che cercava di ignorarlo si voltò verso di lui e per la prima volta si decise a parlargli: 
- Questo dovrebbe farmi sentire meglio? 
Harry trattenne il fiato mentre il suo cuoricino andava in tanti pezzettini. 
“Aveva ragione zio Sirius... non è per niente simpatico!” 
Suo malgrado, da bravo figlio di un uomo testardo ed una donna comprensiva, ci riprovò ancora per fargli capire che era a posto. Dopotutto aveva citato suo padre e zio Remus aveva detto che era tabù. 
- Ti va di vedere la tua camera? L’abbiamo preparata io e zio Remus! 

Draco gli lanciò un’occhiata di sufficienza che aveva imparato da sua madre e come se gli facesse un favore alzò le spalle. Harry saltellò in piedi e si mise a correre su per le scale dicendo di seguirlo. 
Draco scosse il capo scontento. Perché correre? Che bisogno c’era di essere così felici?
Per cosa, poi? Perché mostrava una stanza ad uno sconosciuto? 
Una volta dentro Harry gli illustrò tutto quello che era già piuttosto evidente di per sé. Ovvero il letto, l’armadio, il bagno...
- Il bagno ce l’abbiamo in comune perché confina con le nostre due camere e non c’è proprio un bagno per camera. Ma ce lo divideremo! 
Draco alzò gli occhi al cielo schifato ed esasperato. 
- Wow... - disse con l’entusiasmo di un morto. Harry rise trovandolo buffo facendosi così incenerire, ma non si perse d’animo.
- Sarò ospitale - ripeté la parola che gli aveva detto suo zio Remus. - Lo userai sempre tu per primo, va bene? 
Draco sospirò e alzò le spalle andando verso la finestra per guardare fuori nella speranza che quel bambino snervante se ne andasse. 
- Per qualunque cosa chiedimi, fra poco mangeremo, se quei tre la smettono di discutere! Ah tu per caso sai che problemi hanno tua mamma e zio Sirius? Non mi hanno detto molto... 
Harry aveva iniziato a parlare a macchinetta e Draco, per toglierselo dalle scatole, lo liquidò in un attimo con la sua tipica crudele sincerità: 
- Traditore del sangue. - disse zittendolo di botto. Harry lo guardò con i suoi grandi occhi verdi sgranati. - Dice sempre così lei quando parla di lui. Ma non so di preciso cosa intende. Credo che tuo zio abbia tradito la famiglia in qualche modo. 
Harry si incupì repentinamente, peggio che se avessero insultato lui.
Sirius era il suo eroe, non poteva osare. Strinse i pugni e gli si parò davanti per mettere subito in chiaro. 
- Impossibile! Mio zio è una brava persona, non tradirebbe mai nessuno! 
Draco alzò le spalle totalmente disinteressato a loro. 
- Allora lasciami in pace, non ne so di più! 

Harry si tranquillizzò notando che non insisteva su quella linea, così decise di lasciarlo solo prima di imbattersi in altri dialoghi spiacevoli. 
- Mi dispiace che state in un posto dove non volete, però siete voi che avete chiesto di venire qua. - con questo se ne andò. Se da sua madre Lily aveva ereditato la bontà, da suo padre la lingua lunga e l’incapacità di pensare prima di parlare. 

Draco voleva rispondergli qualcosa solo per non dargli la soddisfazione dell’ultima parola, ma si rese conto che dopotutto non gli importava poi molto. 
Non importava a sua madre.
A sua madre non importava davvero di niente se non delle apparenze, perciò cosa poteva interessare a lui di avere l’ultima parola con un fastidiosissimo bambino troppo entusiasta? 
Nemmeno lui capiva perché erano venuti lì, ma lei non glielo aveva detto e lui non aveva chiesto poiché tanto non avrebbe mai risposto. Comunque non lo sapeva. 
Sua zia Andromeda non era poi così male, aveva vissuto sei anni con lei, le cose erano andate bene. Anche zio Ted gli era piaciuto nonostante a sua madre non piacesse e lo trattava sempre malissimo. 
A volte si era chiesto se anche lui avesse dovuto fare come faceva lei, se lo faceva allora era giusto. Però davvero... lo zio era buono e simpatico, non era mai riuscito a trovare un appiglio per dirgli qualcosa di brutto. Sua madre doveva avere le sue ragioni che lui, troppo piccolo, non comprendeva e se non sapeva, perché fare qualcosa? Meglio piuttosto astenersi. Lo trovava più sensato. 
Tanto a lei non importava. 
A lei non importava mai. 
Draco si girò verso la finestra e guardò fuori, verso la città grigia. Era l’inizio dell’estate e sembrava quasi l’inizio dell’inverno, ma non gli interessava nemmeno quello. 
Niente gli interessava. Per lui era tutto grigio come quel cielo. 


- Puoi sempre tornare da dove sei venuta, se non ti sta bene qua! - Sirius non le mandava a dire e Narcissa sembrava più propensa a parlare con Remus piuttosto che con suo cugino. 
Remus non se ne spiegava il motivo visto che lui fra i due era il mezzosangue. 
Narcissa, una splendida donna altera dalla puzza sotto il naso, ignorò il proprietario di casa e ancora una volta si rivolse a lui, sia pure con aria di superiorità. 
- Se non sono la benvenuta ce ne andremo subito, voglio che siate chiari.  
- Bene, quella è la porta! 
Remus alzò gli occhi al cielo. Non ne sarebbero usciti vivi. Narcissa fulminò Sirius con un’occhiataccia terribile. 
- Siete i benvenuti entrambi, solo che forse dobbiamo chiarire davvero delle cose, prima di cominciare questa avventura. - disse calmo e diplomatico. Narcissa tornò a concentrarsi su di lui e ad ignorare Sirius, il quale si parò davanti al suo compagno e parlò ancora una volta senza peli sulla lingua: 
- Allora partiamo da questo. Lo sai che Remus ed Harry sono mezzosangue, no? 
Remus non voleva prenderla in modo tanto diretto, ma era comunque meglio chiarire anche quel concetto. 
- Ovviamente lo so. - rispose lei sempre con la chiara voglia di praticargli un Crucio. 
- Allora cosa diavolo ci fai qua? Potevi startene da tua sorella, per sei anni sei stata là con lei! Vive in una casa troppo umile per i tuoi gusti? Qual è il cazzo di problema? 
Narcissa davvero non lo sopportava più, ogni volta che suo cugino apriva bocca lei provava il desiderio di zittirlo con qualche incantesimo. Come poteva essere tanto fastidioso? 
Quel desiderio in quel momento era condiviso anche da Remus il quale gli aveva detto di lasciar fare a lui. Ovviamente invano. 
Alla fine dopo una lunga occhiata di fuoco dove sembrava essere davvero tentata dall’idea di andarsene, prese un profondo respiro e tornando a guardare Remus dietro Sirius, rispose sibilando. 
- Il problema è Draco. 
Sirius sbottò ancora: - Che c’è? È già razzista? Guarda che qua sarà peggio! 
Remus mise una mano sul suo braccio provando a zittirlo e Narcissa rispose alzando un po’ la voce.
- È apatico. - silenzio. Sirius e Remus si guardarono convinti di aver capito male, ovviamente il primo ad aprire bocca fu il suo parente. 
- E allora? Se ha l’entusiasmo di un morto il problema ce l’ha nel DNA... ricordo che Lucius non era un mostro di allegria.

Narcissa faticò a non prendere la bacchetta e fargli realmente un Cricio, ma Remus per fortuna intervenne mettendolo in parte. 
- Che genere di problemi ha Draco? Sii più chiara. 
Alla donna abituata a nascondere ogni problema bruciava molto aprirsi e spiegare certe cose, ma capì che era importante abbassarsi e farlo. Lo fece ovviamente guardando lui come se l’altro esemplare rumoroso non esistesse. 
- Sono seriamente preoccupata per lui, è come se non avesse desideri, come se non avesse volontà. Se non fosse un bambino di sei anni penserei che è depresso. È totalmente apatico e disinteressato a qualsiasi cosa. Ma a sei anni dovrebbe... 
- Dovrebbe avere l’argento vivo addosso... - completò Remus capendo. Lei annuì dimostrando finalmente la sua umanità di madre preoccupata. Solo per suo figlio avrebbe mai potuto. Solo per suo figlio era capace di venire a meno ai suoi modi altezzosi e principi rigidi. 
Sirius lo notò, non l’aveva mai vista così sinceramente preoccupata, così realmente umana. 
- Dovrebbe essere entusiasta, voler provare le cose... lui non fa niente, non vuole niente, non parla quasi nemmeno e... non lo so, Dromeda ha detto che forse crescere con un altro bambino come lui, ma più felice e allegro, avrebbe potuto fargli bene e influenzarlo positivamente. Io... 
Narcissa chinò lo sguardo capendo che era brutto dire una cosa simile, ma lo disse lo stesso sebbene fosse molto difficile: - sono disposta a venire a meno ai miei principi, pur di aiutare Draco. L’ho fatto finora vivendo sei anni con Ted, sono capace di fare il bene di mio figlio. 
Sirius dovette convenire con lei che era vero. Se aveva vissuto per sei anni con un babbano, poteva vivere con dei mezzosangue. Evidentemente era in grado di soprassedere a certe ideologie per il bene del suo stesso sangue e questo le fece acquistare dei punti. 
Alla fine sospirando annuì e Remus sorrise contento che anche lui potesse chiudere gli occhi per il bene di un bambino che non aveva colpe. 
- Può essere una buona idea. Harry è un bambino in gamba, molto più adulto per uno della sua età ed è felice, entusiasta e socievole. Era contentissimo di sapere che avrebbe avuto un amico con cui giocare. 
Quello non confortava Narcissa. 
- Il problema sarà Draco. 
A quel punto Sirius si intromise e non per dire cose seccanti. 
- Harry farà breccia, è impossibile il contrario. Vedrai. Tu però smettila di infilargli idee di merda sui purosangue e quelle stronzate lì o giuro che vi rilego in cantina! 
Remus a quello rise. Sirius rimaneva sempre Sirius. Narcissa trovò stranamente confortevole poter pizzicarsi con lui, nonostante capisse di dover abbassare un po’ le ali, anche se solo per il bene di Draco.
Per lui era disposta a qualunque cosa, lo era sempre stata.