CAPITOLO 33: 
IL PRIMO PASSO

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Era fra la terza e la quarta ora, si stavano spostando insieme da un’aula all’altra, Harry parlava fitto con Ron e Seamus delle ricerche che stava dando Remus agli studenti, sui quali Hermione li aveva prontamente illuminati rivelando subito che si trattava tutti di maghi gay. 
Draco stava salendo le scale dietro di loro, da solo, come si era spostato per le altre aule. 
Fissava intensamente la sua nuca scura e spettinata, il colletto della sua camicia, i libri da un lato. 
Era ora, si disse Draco.
Per lui ne valeva la pena. 
Si diede una breve occhiata in giro, c’era una folla nella media, non eccessiva come in sala grande, ma nemmeno scarsa come in aula. Diverse classi si stavano incrociando per le scale, studenti di svariate sezioni si spostavano da un’aula all’altra. 
Alzò le spalle. 
Non aveva importanza. Per Harry l’avrebbe fatto.
Accelerò il passo, salì due gradini in una volta, si affiancò ad Harry intrufolandosi fra lui e Seamus, gli prese la mano, intrecciò le dita e non contento si portò il suo braccio intorno alle proprie spalle. Una volta che la mano intrecciata alle sue dita fu vicino al viso, gliela baciò.

Harry si zittì così come Ron e Seamus, ma non solo loro. Molti lì nei dintorni fecero altrettanto, qualcuno mancò lo scalino e per poco non si ribaltò rovinosamente.
La maggior parte comunque li guardò, ad Harry si fermò letteralmente il cuore, mentre dopo lo stupore, la realizzazione gli portò un’ondata immensa di gioia ed euforia.
Gli strinse le dita di rimando e gli si attaccò posizionandogli il braccio meglio intorno alle spalle. 
Il suo sorriso fu contagioso, anche Ron e Seamus sorrisero sorpresi e contenti, così come gli altri amici intorno a proteggerli come uno scudo, tutti a fissare male gli altri che cercavano di sparlare di loro, pronti a partire in un senso o nell’altro.
Ma nessuno osò. 
Draco lanciò un’occhiata breve ma significativa a Ron e Seamus, fece mezzo sorriso, accennato ma innegabile, annuì col capo in segno di ringraziamento, e proseguì la camminata con loro. 
Nessuno disse nulla a proposito, ma non servì.
Quello sancì la fine di qualcosa e l’inizio di qualcos’altro.
E mentre Harry cercava di non piangere stupidamente, gli altri ripresero a parlare come niente fosse successo. 
Il passo più importante di Draco non l’avrebbe dimenticato. 

In poco tempo la morbosità calò e rimase una normale curiosità più blanda. 
La novità shoccante stava scemando in quanto ormai era una notizia vecchia di addirittura un giorno. 
Loro erano già venuti pubblicamente allo scoperto, l’avevano ammesso con candore e pronti a fare la guerra a chiunque, aiutati dai loro amici. 
Non sarebbe valsa la pena finire nei guai per loro, a nessuno importava realmente chi stava con chi, non al punto da finire in punizione per qualche litigio o simili. 
Soprattutto alcuni di loro avevano ampiamente dimostrato di essere pronti ad andare alle mani o peggio alle bacchette. 
Non sarebbero passati impuniti e l’idea di pagarla più cara del necessario non piaceva a nessuno.
Dopotutto erano solo due che avevano fatto coming out. Per quanto strano e disturbante, per motivi incomprensibili, non ne valeva la pena. 
Avevano parlato di loro che ora si mostravano apertamente senza il minimo ritegno per il resto del giorno. Quello successivo già la folla ne parlava di meno. I più omofobi li fissavano male, magari parlottavano sottovoce, ma non per farsi sentire e scatenare una reazione. Venivano facilmente sistemati con qualche occhiataccia di Draco o di qualche amico che stava con loro e nessuno andava oltre. 
Draco si rese conto che aveva sopravvalutato quel discorso.
Fare coming out.
Aveva pensato che sarebbe stato molto peggio di quanto poi non era e ripensandoci a posteriori, qualche giorno dopo, si rese conto che in realtà era andata bene per due motivi. 
Erano tutti studenti, i ragazzi giovani sapevano essere istintivamente crudeli, ma erano anche in grado di accettare i cambiamenti più facilmente e velocemente di un adulto. 
Si adattavano in fretta alle novità ed essendo in un contesto scolastico dove se finivi nei guai venivi punito e toglievano punti alla tua squadra, cercavano di limitarsi se non era una cosa davvero importante. E quello, evidentemente, non lo era poi così tanto. 
Curiosità morbosa e pensieri da gregge non avevano aiutato all’inizio, perché l’effettivo difetto dei giovani era quello. Non ci pensavano realmente. Non avevano un’idea propria, non tutti. Molti andavano dietro a quelli che magari ne avevano una perché più abituati ad avere opinioni personali. Oltretutto la curiosità di sapere che succedeva c’era sempre, era inevitabile, ma veniva tutto presto dimenticato. Non da tutti, non sempre facilmente. A volte ce ne voleva di più, ma con la reazione giusta da parte dei protagonisti dello scandalo e con qualche aiuto mirato, si poteva risolvere le questioni facilmente.
Molto l’aveva fatto la ricerca che Remus aveva assegnato a tutti gli studenti, i quali avevano capito non solo che lui non avrebbe in realtà accettato il minimo segno di omofobia e razzismo in quel senso, ma che di fatto quel discorso, nuovo e mai affrontato così apertamente, non era poi così tanto scabroso, interessante o speciale come avevano inizialmente pensato. 
La novità, il non aver mai vissuto una situazione simile poiché prima di Draco ed Harry le coppie gay od i ragazzo omosessuali stavano tutti ben nascosti, li aveva tutti resi un gregge morboso, ma sapere che non erano realmente così unici e diversi come avevano pensato all’inizio, aveva aiutato a bloccare la macchia. 
Ad ogni modo nessuno aveva più voglia di fare altre stupide noiose ricerche o finire in punizione per una cosa che, di fatto, era davvero insulsa. 
Gli altri, quelli più agguerriti sull’argomento perché cresciuti da famiglie più arretrate ed intransigenti, si erano scontrati un paio di altre volte con gli amici di Harry, con inevitabili ovvie conseguenze. 
Comunque dopo di loro altri avevano fatto coming out, incoraggiati indirettamente dai due eroi del momento e lentamente, entro la fine dell’anno, non furono più gli unici. Questo più che mai aiutò Draco a sentirsi meglio e a capire che spesso le paure peggiori non avevano minimamente bisogno di esistere. 
Ma non aveva capito solo quello. 
Aveva appreso un’altra cosa importante. 
“Non sono solo. Non c’è solo Harry nella mia vita.”
Questo, più di qualunque altra cosa vissuta fino ad ora nella sua vita, l’aveva aiutato profondamente e gli effetti si sarebbero visti l’anno successivo. 


Draco aprì gli occhi con ancora un velo leggero di sonno addosso, rimase fermo mentre la sensazione della realtà circostante si faceva strada fra i suoi sensi. 
La vista gli restituì la forma addormentata di Harry, davanti a sé, nel proprio stesso letto. Il tatto invece gli fece notare che le loro mani erano ancora intrecciate. 
Sorrise spontaneo e si sentì strano, con i muscoli facciali che tiravano. Non era abituato a sorridere, non di certo appena sveglio. 
Da quanto tempo non si sentiva così? 
Aprire gli occhi al mattino e sentirsi così bene da poter sorridere senza motivo, senza che Harry lo spingesse a farlo. 
Eppure forse qualcosa l’aveva fatto.
Esisteva ed aveva pazienza continuando a stargli vicino. 
Sapeva di essere fortunato e di non poter sprecare la grande occasione che la vita gli aveva dato. 
Osservò il viso addormentato di Harry, meno rilassato del solito. Da un po’ non era più lo spensierato di un tempo, aveva notato l’espressione naturale del suo volto, le sue sopracciglia a volte erano aggrottate. 
L’aveva preoccupato molto, lo sapeva che era colpa sua, ed ora era sull’attenti nonostante adesso Draco stava meglio. 
Era qualcosa che però aveva appena scoperto di sé stesso.
Quella serenità spontanea senza motivo apparente. 
La scuola era finita ed erano appena arrivati a casa, finalmente avevano potuto dormire insieme nello stesso letto, com’erano abituati sin da piccoli quando Harry sgattaiolava nel suo. 
Adesso Harry non doveva più preoccuparsi per lui, glielo doveva far sapere in modo che tornasse tranquillo com’era sempre stato. Voleva togliergli quell’ombra di preoccupazione dal viso, adesso doveva occuparsi di lui, era ora. 
Era stato così tanto concentrato su sé stesso per la paura di cedere al lato oscuro, deludere e allontanare Harry, contaminarlo, che non aveva fatto nulla per lui, non gli era stato minimamente dietro. 
Sapeva quali erano le sue preoccupazioni e che Harry temeva di non essere abbastanza desiderato, ma fino a quel momento non aveva potuto sistemare anche quella faccenda, perché per sistemarla doveva prima accertarsi di essere degno di stare con lui. 
Adesso si sentiva meglio, sapeva di non aver vinto alcuna battaglia, né tanto meno la guerra. Poiché quella l’avrebbe portata avanti per sempre, ma aver superato una delle sue paure peggiori, venire allo scoperto nella propria sessualità e sulla relazione con Harry; vedere che la sapeva gestire ed anche bene, l’aveva aiutato. Adesso non viveva tutto male per partito preso, aveva scoperto che poteva fidarsi degli amici di Harry e che non era realmente solo, al di là di lui. 
Aveva capito che non era una lotta estenuante essere il fidanzato pubblico di un altro ragazzo, non stava perdendo Harry e si sentiva ancora migliore degli altri per il proprio talento ed ambizione di diventare un mago esperto e forte. 
Forse non tutti lo prendevano sul serio come prima, aver mostrato il proprio punto debole, un lato umano ed essersi aperto all’amicizia di qualcun altro al di là di Harry, l’aveva forse messo sotto una luce diversa da prima. Prima era inavvicinabile e temuto e questo faceva sì che lo rispettassero in un certo senso, nessuno aveva messo in dubbio la propria superiorità e aveva reputato essenziale quel fattore per raggiungere l’obiettivo di diventare il mago forte. Ma adesso era diverso. 
Non avevano più così tanta paura perché avevano visto che anche nel momento peggiore, sapeva controllarsi e non reagiva davvero male, perciò non c’era da aver poi così tanta paura di lui.
Non era un piccolo mago oscuro nei panni di uno studente di Hogwarts, come ad un certo punto molti avevano pensato. 
Non aveva solo Harry, che non era solo un suo amico ma anche il suo compagno, aveva anche degli amici. E se provocato malamente, alla fine non faceva saltare per aria nessuno. 
Insomma, era una persona affrontabile. Non facile, non leggera, non da prendere sotto gamba, ma che si poteva affrontare. 
Non sapeva se gli piaceva questa nuova versione di sé, ma sicuramente si sentiva meglio in mezzo agli altri, non lo poteva negare. 
Il prossimo anno scolastico sarebbe stato determinante per il suo percorso personale. 
Aveva fatto coming out alla fine ed era andato tutto bene, qualche litigio di troppo, ma niente di eccessivo. Però di fatto si era trattato solo di qualche settimana. 
Un anno intero era diverso. Voleva essere più sereno e rilassato con Harry in pubblico, comportarsi proprio da fidanzato nel modo in cui entrambi si sentivano e volevano.
A casa stava meglio perché se voleva dormire con lui poteva farlo, se voleva abbracciarlo o appoggiarsi su di lui lo poteva fare senza problemi, pur stando attento che non ci fosse sua madre in giro. A scuola gli aveva solo preso la mano e gliel’aveva baciata, gli aveva messo il braccio intorno alle spalle e gli era stato vicino, ma non aveva fatto molto in quanto fidanzato di Harry. Nonle cose che lui sperava di poter fare con lui un giorno. Ciò che facevano le coppie normali, insomma. 
Amoreggiare alla luce del sole, scherzare, abbracciarsi, stendersi uno sull’altro. 
Fare l’amore. 
Draco sospirò alzandosi dal letto silenzioso. 
Sapeva che quello era il cruccio più grande di Harry, lo conosceva, ma doveva avere ancora un po’ di pazienza, aveva bisogno di mettersi ancora un po’ alla prova prima di procedere oltre. 
Aveva già fatto un enorme passo in avanti, ma lo doveva vivere meglio, essere sicuro e sereno di quel nuovo Draco, perché esserlo a casa era un conto, ma a scuola era un altro.
Per cui Harry doveva fare ancora un piccolo sforzo e aspettare. L’estate era una pausa, a settembre avrebbe ripreso i propri personali test nella speranza che tutto andasse bene.
Voleva riuscire ad essere il fidanzato pubblico di Harry e fare tutto ciò che voleva; se ce l’avesse fatta senza innervosirsi, scappare e reagire male, allora sapeva che era pronto per il passo successivo. Quello che tanto voleva il suo ragazzo. 
Non sarebbe stato facile, ma doveva essere sicuro, certo al cento percento di non fallire nel suo percorso. Non si trattava di recuperare una materia in cui prendeva un brutto voto. Si trattava della loro vita. 
Sapeva di chiedere molto ad Harry, ma avrebbe continuato in quel modo. 

Harry si svegliò che era già solo nel letto, non si era accorto di quando Draco se ne era andato. Fece il broncio non apprezzandolo e lo cercò con aria assonnata. Aria che mantenne anche quando si alzò andando al bagno.
Lo incontrò sulla porta, Draco si era probabilmente appena svegliato, ma era ancora in pigiama, aperto sul davanti perché se l’era appena sbottonato per cambiarsi, i capelli scompigliati meno di quanto fossero i suoi normalmente. 
Quasi si scontrò, ma Draco, il più sveglio dei due, lo prese al volo per le braccia, gli sorrise divertito e gli toccò la punta del naso con il dito, poi gli strizzò le guance ed infine, come avesse a che fare col suo orsacchiotto, lo baciò sulla bocca stringendolo a sé.
Harry, stordito dal risveglio, si abbandonò al suo trattamento finendo poi per accoccolarsi su di lui.
“Meglio!” pensò al contrario di come si era sentito non trovandolo nel letto. Ci era rimasto male che non lo svegliasse con qualche bacio romanticamente, ma gli avrebbe dato qualche giorno per abituarsi al cambio d’ambiente. 
Passare da scuola a casa non era facile per uno che viveva entrambi i posti in modo diverso fra loro e nessuno con spontaneità.
A casa Draco si sentiva sicuramente più sereno e tranquillo, ma il fatto che ci fosse comunque sua madre lo lasciava teso inevitabilmente. Era sereno a tratti, ma per lo meno non avrebbe più avuto scuse sul fare certe cose nel posto e nel momento adatti.
Lì di privacy ce ne avevano a volontà e non avrebbe potuto tirare fuori ancora quella scusa. Che per quanto banale, non aveva torto. Insomma, essere beccati a fare sesso dai loro compagni non sarebbe stato di sicuro piacevole. 
Ma lì nessun compagno, una camera tutta loro, gli incantesimi per chiudersi dentro al sicuro e gli orari strategici da utilizzare per non rischiare di essere beccati dagli adulti!
“Eh no, caro il mio Draco! Non mi fregherai per tutta l’estate come hai fatto a scuola! Qua non avrai scuse! Io e te perderemo la verginità! Sarà la missione dell’estate!”
Tanto Draco era sicuro nelle proprie intenzioni di aspettare ancora, tanto Harry lo era nel fare anche quel passo. 
Difficile capire chi avrebbe vinto.


Note Finali: le fan art non sono mie ma trovate su pinterest. Soprattutto quella del braccio intorno al collo che gli bacia la mano, mi ha aiutato a scrivere la scena perché pensavo a cosa avrebbe potuto fare Draco come segno verso Harry davanti a tutti, posto che non voleva lo baciasse. Così scartabellando fra le fan art quella lì mi ha dato un ottimo spunto. La seconda è un po' 'riadattata' alla mia scena scritta, ma ci calzava a pennello.
Questo capitolo comunque chiude il quarto anno e dà il via all'estate, con essa inizia una nuova parte, la quarta, che ancora non so come chiamerò, (penso 'maturità') ma la faccio iniziare dal prossimo capitolo. In quella appena conclusa Draco era alle prese con le prime scoperte di sé e delle proprie paure, iniziava la consapevolezza e concludeva con una sorta di piccola vittoria da parte sua, una realizzazione importante per la sua crescita. Non è solo e ce la può fare. La quarta parte sarà un po' più matura nel senso che Draco ed Harry affronteranno situazioni più adulte e complesse, come è normale che sia entrando nei 15 anni.
Grazie a chi segue la fic. Buona lettura. Baci Akane