CAPITOLO 37: 
IL REGALO MIGLIORE DEL MONDO

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Harry, fuori, aspettava il ritorno di Draco. Lo vedeva intento su una vetrina a guardare, ma si voltò per non farsi rovinare la sorpresa. 
Il cuore gli batteva impazzito, era come vivere un sogno. L’emozione era alle stelle. 
Il suo ragazzo in una gioielleria che gli sceglieva un regalo speciale di compleanno, come se non bastasse stavano passando il pomeriggio insieme in mezzo alla gente, a passeggiare mano nella mano come una vera coppia, senza doversi nascondere e stare attenti.
Era vero che forse era più facile per lui farlo in mezzo a degli sconosciuti in un ambiente estraneo piuttosto che davanti a persone che li conoscevano bene, come Hogwarts, però era comunque un enorme passo per lui e si sentiva al settimo cielo.
L’aveva quasi baciato felice per qualcosa che nemmeno aveva capito. Sapeva che con Draco certe cose non le doveva fare e si comportava in modo che lui si sentisse a suo agio, visto che stava già facendo qualcosa che non gli veniva di sicuro spontaneo. 
Pensare a lui, a farlo stare il meglio possibile gli veniva naturale come respirare, ma se per questi semplici gesti Draco lo premiava con atteggiamenti che sognava di ricevere da una vita, allora tanto di guadagnato. 
Non aveva minimamente intuito il reale motivo di quella strana scelta per il regalo, perché non prenderglielo e basta e fingere di farglielo scegliere? Non se lo era chiesto molto, aveva pensato fosse solo perché aveva temuto di sbagliare regalo, ma alla fine aveva prevalso la sua idea lo stesso. 

Quando Draco uscì sapeva che non c’erano ragioni per non darglielo subito, perché Harry non sapeva della festa a sorpresa a casa, momento perfetto per dargli un regalo, così pensò ad un modo carino per consegnarglielo ugualmente. 
- Andiamo in un posto, ti va? - fece sorprendendo il suo compagno. Harry annuì spaesato, stringendosi nelle spalle. 
Lo riprese per mano e lo portò verso il centro cittadino, lo condusse alla cattedrale che avevano già visto con Sirius e Remus i primi giorni. 
- La volevi rivedere? È molto bella... 
La cattedrale in stile gotico era una delle più belle che i ragazzi avessero mai visto, si ergeva maestosa nel centro storico ed era molto antica, erano rimasti ammaliati nel vederla il primo giorno. 
Draco scosse il capo ed indicò il campanile staccato dalla maestosa cattedrale. 
Una torre che si stagliava per cinquanta metri su nel cielo, con in cima una statua d’oro della Madonna. 

Harry guardò distrattamente ciò che indicava. Annuì. 
- Molto bello anche quello, sì sì... - disse distrattamente. Poi riguardò Draco, il suo sguardo risoluto puntava dritto dritto in alto, la cima, ed Harry impallidì. 
- Draco, non vorrai salirci sopra! - Draco non disse nulla, continuando a guardare là sopra come se fosse la cosa più perfetta del mondo. - Draco, sono 229 gradini! Li ho contati tutti quando li abbiamo fatti la prima e unica volta! 
Che ricordava bene, molto bene. Tragicamente bene, vista la fatica fatta e il divieto di usare la magia per motivi che non aveva compreso bene.
Aveva avuto a che fare con la legge ed un certa traccia magica che aveva sentito nominare diverse volte. 
- Chi ti dice che li faremo? - disse Draco con un’espressione assolutamente poco raccomandabile, sadica a dire il vero. Harry lo guardò meglio senza capire a cosa stesse pensando. 
- Non possiamo usare la magia fuori Hogwarts, abbiamo la traccia magica... se lo fanno i nostri zii su di noi è un conto, ma noi non possiamo... 
Tuttavia Draco lo interruppe alzando un dito con aria sadicamente precisa, i suoi occhi brillavano di un’aria geniale inquietante. 
- Non possiamo farci vedere che la usiamo. È diverso. Conosco bene la legge, l’ho studiata per capire tutto ciò che posso o non posso fare. Se siamo al riparo dagli occhi dei Babbani e non facciamo incantesimi eclatanti, possiamo usarla. Non avremo conseguenze. 
Harry normalmente era eccitato all’idea di infrangere le regole e uscire dagli schemi, ma solitamente Draco cercava di impedirglielo. Adesso che era lui a voler infrangere non le regole ma bensì la legge, lo metteva molto a disagio. Aveva il sacro terrore che avrebbero potuto passare il suo compleanno in qualche gattabuia magica. 
- E poi non siamo nemmeno in Inghilterra! Credo che la legge non sia applicabile al di fuori del nostro Stato! 
Di questo non ne era sicuro al cento percento. 
- Credi? - fece infatti preoccupato Harry, ma Draco annuì deciso, gli prese questa volta il polso e lo condusse in un vicolo vicino al campanile sul quale voleva salire. - Ma senti, puoi darmi il regalo anche su quel bel ponte che attraversa... 
Draco non ci sentiva più. 
- Volevi sapere come possiamo usare il mantello in modo costruttivo? - chiese sentendosi stranamente più vivo che mai. Harry annuì distrattamente, poi impallidì.
- Oh, tu intendi nasconderci con quello per poter infrangere meglio la legge? Mi sembra geniale! Wow! Addirittura sicuro, guarda... 
- Lo so, imparerai quanto utile può essere quel mantello! 
Draco era serio, mentre Harry ironico, ma lo girò e gli tirò fuori da solo il mantello.
Trovandosi in una viuzza al sicuro da sguardi indiscreti, si guardò intorno e poi se lo mise addosso. 
Harry cercò di dirgli di non farlo, ma la voce gli morì in gola quando usò la smaterializzazione per teletrasportarsi in cima al campanile, dove era già stato giorni prima. 
Harry non ebbe minimamente il tempo di dire ‘se’ e ‘ma’, da che era in un vicolo a terra, a che si ritrovò in mezzo alla gente, in cima alla torre del campanile che avevano già visitato. 
Con un senso di nausea inaudito che trattenne a stento premendo la faccia contro il petto di Draco, appendendosi a lui. 
Voleva dirgli mille cose, tutte urlate, ma prima voleva essere sicuro di non essere sentito e, magari, di non vomitare nel gridare. 
Alzò la testa rendendosi conto di essere totalmente fra le sue braccia, era pronto a dirgliene quattro, ma prima che lo potesse fare, Draco gli mise la mano sulla bocca per zittirlo. Cosa che lo fece infervorare. 
Il compagno, tuttavia, senza scomporsi, indicò con un gesto del capo intorno a loro ed Harry guardò. Non erano soli, c’era un numero considerevole di persone che ammiravano il panorama dopo una faticosissima salita di 229 gradini. Ma nessuno li stava guardando.
Nessuno li vedeva. 
Il mantello stava funzionando ed in un attimo Harry capì cosa aveva inteso quella mattina Draco, dicendo quanto utile sarebbe stato. 
Draco lo stava stringendo a sé e lui era appoggiato al suo petto, aggrappato alle sue spalle, a pochi centimetri dal suo viso. Non potevano parlare, nonostante di cose da dirgli ne avesse molte. 
Ma improvvisamente, davanti a ciò che stava succedendo, ogni cosa perse d’importanza.
Rimase solo quello.

Draco lo guardò negli occhi e capì che aveva realizzato ciò che anche lui ormai già sapeva. 
Quel mantello era stato decisamente il regalo migliore del mondo e senza nemmeno fiatare, Draco gli prese il viso fra le mani e fece ciò che voleva fare da ore. 
Lo baciò davanti a una decina di persone sconosciute, totalmente ignare della loro presenza e del fatto che due ragazzi fossero avvinghiati e si stessero amando senza paura. 
Era incredibile, la sensazione che stavano provando entrambi non aveva paragoni con altro.
Tecnicamente erano al riparo, nessuno li vedeva, ma di fatto erano in mezzo agli altri. Ma soprattutto Draco stava facendo ciò che aveva voluto fare da molto, non solo da quell’ora passata insieme in pubblico. 
Ogni giorno da quando si erano ufficialmente messi insieme, lui aveva sempre desiderato profondamente essere libero di baciarlo, abbracciarlo e tenerlo a sé davanti agli altri, quando lo desiderava. 
Poterlo fare con quel piccolo trucco lo faceva sentire libero, libero come quando era sulla scopa. O quasi. C’era ancora quel piccolo scoglio, un piccolo ostacolo che sapeva avrebbe dovuto superare, un giorno.
Farlo punto e basta, quando avrebbe voluto, in qualunque momento. 
Anche senza mantello e sicurezza. 
A quel punto, ne era certo, si sarebbe sentito veramente, completamente libero. Immaginandolo, si emozionò come di rado gli succedeva. 

Per Harry era un compromesso accettabile. Fare ciò che voleva con lui, quando voleva, purché ci fosse il mantello a proteggerli. Gli sarebbe andato benissimo, consapevole che era già molto più di ciò che aveva avuto fino ad ora. 
E poi comunque l’aveva tenuto per mano in mezzo alla gente. Forse non l’avrebbe mai fatto ad Hogwarts, anche se negli ultimi giorni aveva dimostrato di potersi sciogliere comunque.
Harry, con la sua positività innata, decise di crederci. Lì fra le sue braccia, abbandonato alle sue labbra e al sapore della sua lingua intrecciata alla propria, decise di crederci. Che sarebbe potuto succedere, dopotutto. Perché no? In un giorno del genere si poteva credere a qualunque cosa. 


Rimasti soli, si tolsero il mantello per non destare sospetti per una comparsa magica dal nulla di due che fino ad un momento prima non erano lì. 
A quel punto Harry si ricordò del resto e gli batté sul petto allontanandolo di scatto. 
- Tu! Hai usato la smaterializzazione! Come hai fatto? Non sapevo fossi già capace! È rischioso se non lo padroneggi bene! E poi ti sembra che il teletrasporto non sia una magia importante da fare in pubblico? Sei matto, Draco! Non possiamo usarlo prima dei 17 anni! Non dovresti nemmeno saperlo fare! 
Draco sorrise compiaciuto piegando per bene il mantello e riponendolo nello zainetto di Harry. 
- Ho imparato già un sacco di altre magie che non dovrei sapere. Per me il livello dei miei compagni è troppo indietro. - commento saccente, comprendendo Harry in quel ‘compagni’. Harry scosse il capo alzando gli occhi al cielo.
- E se il mantello non basta? Se la legge vale comunque anche fuori dall’Inghilterra perché siamo semplicemente maghi? 
- Ti sei trasformato in Hermione, per caso? - lo liquidò Draco girandosi verso l’esterno, verso la balaustra in pietra che delimitava il perimetro permettendo alla gente di ammirare il meraviglioso panorama. 
Harry non era solitamente quello puntiglioso e dedito alle regole, anzi, ma in quel caso era consapevole avevano rischiato grosso. 
Suo malgrado decise di lasciar perdere per non rovinare il meraviglioso momento che con tanto rischio avevano conquistato. 
Harry lo affiancò e si lasciò cogliere dallo stesso sentimento che aveva avuto quando c’era stato la prima volta. 
Lo spettacolo dell’intera città ai loro piedi era favoloso, ma ciò che lasciava di più senza parola, era l’altezza. 
Sembrava di essere in cima al mondo. 
Il vento era notevole e non si soffriva nemmeno il caldo, Harry guardò Draco per vedere che non se la fosse presa, ma lui era totalmente abbandonato al vento che gli scompigliava i capelli normalmente perfetti, ora i suoi fili biondi erano tirati all’indietro e lui sembrava stesse baciando un elemento che, a quanto pareva, gli piaceva molto. 
- Ti piace proprio quassù, eh? - disse Harry prendendo Draco a braccetto. Il suo compagno sfilò il braccio mettendoglielo intorno alle spalle, lo strinse a sé rimanendo rivolto verso il mondo. Il vento abbracciò entrambi e rimasero un po’ in silenzio a guardare la bellezza, a rilassarsi. 
Dopo un po’ Draco infilò la mano in tasca e prese il pacchettino che gli aveva comprato in gioielleria, si girò lievemente verso di lui e con un’aria totalmente rilassata, di chi semplicemente si era abbandonato al momento che stava vivendo, disse: - Buon compleanno! 
Forse, pensò Draco, era meglio darglielo in privato. Davanti alla gente invitata, non avrebbe potuto ricevere serenamente il suo bacio di ringraziamento, come in quel momento. 
Harry lo baciò e lo ringraziò. In quel momento arrivarono delle persone, ma non si separarono. 
- Non dovevi fare tutto questo. Però mi stai rendendo molto felice. Grazie. - sussurrò. Draco, felice, indicò con lo sguardo il regalo.
- Aprilo e dimmi se ho scelto bene. 
Harry così si dovette separare per aprirlo, vide che si trattava di un braccialetto in acciaio, intrecciato finemente, con una placchetta sopra dove inciso c’era un’ala. 
- Wow! È... è meraviglioso... mi piace un sacco, Draco! Grazie! E l’ala... che bel simbolo... sai, mi ricorda te, anche se non so bene perché! - Harry non ne aveva ancora idea, ma nell’arco di quell’anno l’avrebbe scoperto. 
Draco, colpito da quelle sue parole, lo guardò sorpreso.
- Davvero ti ricorda me l’ala? L’ho scelta perché mi piaceva di più fra gli altri... - non aveva trovato niente di particolare che gli ricordasse Harry o che fosse un augurio o qualcosa del genere, così si era fatto guidare dal suo istinto e gli aveva preso la placca con un’ala incisa sopra. Se l’era proprio sentita dentro.
Harry, abbracciandolo e baciandolo nonostante le persone intorno, non ne aveva idea che l’ala rappresentava quel senso di libertà così caro a Draco, quel bisogno di cui sentiva sempre più pressante la necessità. 
Ma sapeva che in qualche modo rappresentava lui. 
- È bellissimo, grazie Draco! - lo strinse rimanendo abbracciato a lui mentre il compagno, sollevato, si abbandonò ancora di più a quel senso di libertà. 
Si erano baciati e questa volta davanti a delle persone. Non si erano solo abbracciati, come prima, quando erano arrivati. Si erano baciati. E non era successo nulla.
Forse era solo cominciare, il difficile, si disse il ragazzo. Forse, dopotutto, era meno complicato di quello che aveva sempre immaginato. 


Note Finali: allora, so bene che la smaterializzazione per un quindicenne è forse troppo, ma la mia versione di Draco non solo è estremamente dotata, ma anche estremamente ambiziosa. Un conto è uno studente dotato che vuole impressionare i genitori ma di base si limita a quello, eseguendo alla perfezione tutto ciò che gli viene insegnato da programma, primeggiando sugli altri. Un altro è un ragazzo che vuole arrivare in cima a tutti per rivendicare il proprio posto nella società e diventare un mago forte. In quel caso non aspetterebbe gli altri e cercherebbe di precederli con le magie che sa essere importanti e difficili. È lo stesso principio per cui si è fissato con l'animagia, per cui ho pensato che sebbene molto azzardato, sarebbe plausibile per lui sper fare la smaterializzazione. In ogni caso se è ugualmente troppo, spero nessuno se la prenda. Così come spero anche che non sia un'incongruenza il fatto che si smaterializzano sotto il mantello invisibile fuori la Gran Bretagna. Mi sono informata per capire quanto impossibile sarebbe potuto essere, ma alla fine ho deciso di fare come Draco. Di azzardare. Spero ne sia valsa la pena. Baci Akane