CAPITOLO 38: 
FESTA

drarry

Aveva ancora la sensazione di quel posto, lassù in alto.
La pelle intirizzita dal fresco che c’era, i capelli scompigliati, il vento in faccia e la sensazione di poter volare senza alcun mezzo magico. 
Draco era tornato faticosamente alla realtà ricordandosi il resto del programma, in virtù di questo riportò Harry nella casa affittata per le vacanze, alla festa che l’aspettava. Che fossero pronti o meno, loro stavano arrivando. 
Avrebbe potuto usare di nuovo la magia per trasformare Harry da rospo a principe, ma essendosene già servito, non voleva rischiare troppo. Non era sicuro che la legge si applicasse solo nel Regno Unito e soprattutto non era sicuro che facendo magie nascosti da tutti senza farsi vedere, non potessero venire puniti. Sapeva bene che dipendeva dal tipo di magia e da chi le vedeva, tuttavia aveva rischiato già molto con la smaterializzazione che non avrebbe potuto fare in quanto non ancora diciassettenne. 
- Sarebbe stato tutto più facile se avessimo avuto diciassette anni! - borbottò Draco afferrando Harry per il braccio come avrebbe potuto fare con un bambino piccolo. Harry lo guardò senza capire. 
- Eh? 
Draco non rispose, afferrò la passa-porta e tornò a casa senza poter rendere presentabile Harry; lo irritava non poco portarlo in quelle condizioni in mezzo a quella che sperava fosse una folla non esagerata di persone che voleva festeggiarlo. 
Giunti al solito punto preciso che collegava la passa-porta da casa loro al centro città, i due ragazzi si ritrovarono Remus ad accoglierlo. 
L’arrivo era dietro la casa, il passaggio magico era stato creato dai due maghi al loro arrivo per collegarsi più facilmente. 
La casa era sulla spiaggia, perciò l’allestimento fatto partiva dalla facciata anteriore e si allungava su tutta la spiaggetta privata e sufficientemente deserta a cui, comunque, avevano applicato incantesimi antibabbani per sicurezza. 
Avevano pensato a tutto, i due uomini, nella loro assenza. 
Proprio a tutto.
Draco guardò Remus e mentre Harry non capiva cosa ci facesse lì, lui ovviamente sì e con gran sollievo disse: - È tutto tuo! 
Remus non se lo fece ripetere e su un: - ma che diavolo... - di Harry, trasformò i suoi vestiti ed i suoi capelli, rendendolo finalmente un festeggiato coi fiocchi. 
- Si può sapere che fate? - disse Harry guardando il completo di pantaloni bianchi e camicia blu oltremare che indossava improvvisamente, qualcosa che non aveva nemmeno nell’armadio.
- Non potevo fare incantesimi, altrimenti l’avrei fatto io prima di usare la passa-porta! 
- Lo immaginavo, per questo vi aspettavo qua. Avete fatto un po’ di ritardo... 
Remus, che era vestito benissimo come di norma non usava ed aveva anche i capelli sistemati con un taglio migliore del solito, guardò l’ora avanzando per primo verso l’interno della casa. 
- L’ho fatto apposta, conoscendovi ho pensato fosse meglio darvi più tempo. 
Remus rise, ma la verità era che il giovane era stato parecchio lungimirante. 
I due trascinarono Harry dentro casa con poca delicatezza, il quale passando davanti ad uno specchio si fermò a guardarsi strabiliato.
- Oh mio Dio, ma cosa... 
- Dai non c’è tempo, ora! 
Non riuscendo per l’ennesima volta a finire una frase di senso compiuto, Draco lo riprese di nuovo per mano e lo condusse verso il salone, proprio davanti all’ingresso principale, solo a quel punto, prima di aprire la porta, i due accanto gli si misero davanti e lo guardarono. 
- Harry... - fece dunque Remus, esitando nel non saper come introdurre ciò che stava per succedere. Harry, totalmente stordito, li guardò ancora incapace di capire che stava accadendo, tutto troppo veloce. 
Remus guardò Draco in cerca di aiuto e questi ricambiò lo sguardo, alzò le spalle, gli si mise dietro, gli tolse lo zainetto di dosso che ancora gli era rimasto, lo gettò per terra e fece un cenno a Remus che capì. 
- Buon compleanno! - disse quindi senza troppe cerimonie. 
Senza esitare Remus aprì la porta di casa e Draco lo spinse, a quel punto venne catapultato in qualcosa che non era minimamente più il portico della casa affittata per le vacanze, ma uno spazioso e luminescente allestimento mai visto, dove scie di luci partivano dalla casa e si allungavano intrecciandosi fino alla spiaggia. Torce di fuoco illuminavano creando ulteriore atmosfera, diversi tavoli imbanditi di ogni ben di dio e, ovviamente, un’ovazione più forte che mai.
- SORPRESA! 
Davanti a lui un numero considerevole di persone l’accolsero applaudendo e spruzzando luci dalle bacchette. 
- BUON COMPLEANNO HARRY! 
Il coro esplose all’unisono insieme agli applausi e alle braccia alzate di amici e parenti radunati lì per lui.
Harry, stordito ed inebetito, guardò la gente sparsa davanti a lui in quella che era a tutti gli effetti una festa a sorpresa per lui. 
- Oh mio Dio, ma cosa avete fatto? 
Harry, commosso e al colmo della gioia, più incredulo che mai, si portò le mani alla faccia guardandosi intorno e notando un sacco di persone che era più che felice di vedere quel giorno. 
Sirius, più avanti degli altri, orgoglioso per la riuscita della sorpresa, si avvicinò a Remus lasciando suo figlioccio godersi la scena. 
Il festeggiato si girò verso Draco e l’abbracciò di slancio davanti a tutti, fregandosi altamente delle sue manie di contenersi in certi casi. 
Draco, che non si aspettava quella reazione, lo prese non avendo molta scelta ed imbarazzato lo tenne a sé davanti a tutti che applaudivano e sorridevano per loro. 
- Eri d’accordo con loro?! 
- Certo, ma hanno fatto tutto loro, io ti ho solo tenuto occupato... 
Harry ora poteva capire tutte le piccole stranezze a cui non aveva dato molto peso e lasciato Draco, si girò e saltò sui suoi zii che lo presero e lo strinsero mentre li ringraziava con le lacrime agli occhi.
- Grazie, grazie davvero! Sono così felice! Amo le feste! 
E le amava grazie all’equilibrio e alla gioia con cui lo avevano cresciuto, facendolo sentire amato e senza fargli mancare mai niente. 

Appena lo lasciò, Draco lanciò una lunga occhiata carica di ansia sulla folla alla ricerca di un volto in particolare. Volto che vide abbastanza facilmente poiché tendeva a distinguersi su tutti per via della sua estrema bellezza ed eleganza.
Narcissa era accanto a sua sorella Andromeda e come tutti non si era persa un istante di quanto appena visto, ma non poteva minimamente dire come l’avesse presa.
Lo sapeva comunque, non gli serviva leggerle nel volto privo di età, ma ugualmente gli sarebbe piaciuto capire quanto fosse alto il livello di disapprovazione.
Non era strano che Harry lo abbracciasse, lo faceva sin da quando erano bambini ed ormai se ne era fatta una ragione sebbene non le andasse a genio, ma lì c’era in gioco di più di qualche stretta amichevole ed innocente e lui lo sapeva. Temeva che lo sapesse anche lei. 
“Sarà l’ostacolo più grande dirlo a lei e farmi accettare.”
Dopo tutto quel tempo non era ancora riuscito a rivelarglielo e aveva pregato gli altri tre scapestrati di non farlo prima di lui e di stare attenti in sua presenza. 
Sapeva che con Harry prima o poi questo non sarebbe più potuto verificarsi, ma sperava nel frattempo di trovare il coraggio di dirglielo. 
Non era comunque facile, ma sicuramente non l’avrebbe fatto quella sera. Voleva che la festa di Harry fosse perfetta, i propri problemi e progetti li avrebbe rimandati a momenti meno imperfetti. 
Decise di andare a salutarla e si avvicinò alle due donne come sempre diverse nonostante la parentela stretta.
Sembravano quasi il giorno e la notte.
Ammirò segretamente l’estrema bellezza della madre nel suo vestito lungo elegante color viola scuro, i capelli biondo platino erano acconciati sul capo ed il trucco semplicemente perfetto.  
Nessun dubbio che lì dentro nonostante non fosse la più giovane, fosse la più bella.
Una volta che si fu avvicinato alle due, la zia dove era cresciuto fino a sei anni e che aveva regolarmente visto nel corso del tempo, l’abbracciò caloroso dimostrando gioia anche al suo posto, sempre troppo abituato a contenere certe dimostrazioni. 
Non la strinse come fece lei, ma provò un innegabile piacere nel sentirla e fece un mezzo sorriso spontaneo che tentò di nascondere. Lo fece male, perché quando si staccò da lui, aveva un incredibile colorito rossastro sulle guance solitamente cadaveriche. 

Narcissa lo guardò meravigliata mentre Andromeda sembrava totalmente nel suo ambiente. Come se non trovasse strano quel lieve imbarazzo e quel piccolo sorriso impacciato. 
- Wow Draco, come sei cresciuto dall’ultima volta che ci siamo visti! Anche un solo mese e sembri di anni più grande! Ti vedo in forma! 
L’aveva sempre riempito di complimenti, contenta che averlo fatto crescere con suo cugino ed il suo compagno alla fin fine fosse stata una mossa azzeccata. 
- Grazie, anche tu stai bene... - ricambiò il complimento da gentiluomo com’era stato cresciuto per poi fare un cenno educato a sua madre. Non si concessero abbracci né nulla, cosa del tutto normale poiché salvo alcune eccezioni, fra loro non era mai stato altro che quello. 
- Madre... - fece con fare cerimonioso che normalmente le riservava. 
- Draco... - rispose allo stesso modo la donna, squadrandolo con un certo orgoglio. Sua sorella aveva ragione, stava crescendo in fretta, ma decisamente molto bene. Non poteva che essere soddisfatto del ragazzo che stava diventando. Sapeva anche che eccelleva a scuola e che stava diventando un mago molto bravo. Non poteva lamentarsi di nulla, eccezion fatta che per quel rapporto troppo stretto con Harry. Ma doveva ammettere che l’aveva salvato dall’apatia e dalla depressione, perciò non poteva certo dire nulla. 
Non l’aveva mai fatto, non avrebbe iniziato ora. 
Finché rimanevano solo amici, non c’era da preoccuparsi.
Ogni volta che li vedeva cercava di leggere segni rivelatori circa la teoria che suo cugino aveva sempre avuto, ovvero che prima o poi sarebbero finiti per mettersi insieme. 
Sapeva che lo diceva solo per irritarla, ma dentro di sé sapeva che c’era realmente quel rischio. Temeva un giorno di vederli baciarsi e a quel punto probabilmente il resto del suo fragile ed instabile mondo ricostruito a fatica e non tanto soddisfacente, sarebbe crollato. 
Ma non le sembrava doversi preoccupare, tutto sommato. 
- Stai benissimo come sempre... - le fece un complimento doveroso ma al tempo stesso sincero e lei sorrise composta, apprezzando. 
- Anche tu. Come sta andando la vacanza? - chiese pensando fosse doveroso interessarsi a questo. Non che non le importasse, per lei suo figlio era il centro dell’universo, ma il fatto che in tale centro ci fossero persone di cui non le importava sostanzialmente nulla, le rendevano il compito difficile. 
Con Draco avevano fatto un lavoro eccezionale, buttando giù quel muro di ghiaccio costruitosi intorno a lui a causa sua, ma per lei ormai era stato tutto inutile. Ormai quel ghiaccio si era radicato saldamente in lei, l’avevano un po’ scalfito nel corso degli anni insieme, ma nulla di più.
Era loro riconoscente ed infatti convivevano civilmente, quando serviva li aiutava nella misura necessaria, ma non riusciva a considerarli la sua famiglia.
La sua famiglia era quella marcia ed oscura di cui era sempre andata fiera, ma che per sopravvivere aveva dovuto rinnegare. 
L’aveva fatto per Draco. 
- Bene, mi sto divertendo. - rispose suo figlio scatenando l’ilarità di Andromeda che rise spontaneamente.
- Non sembrerebbe da come lo dici! - sapeva che il suo problema era esprimere le proprie emozioni, ma sapeva anche che ne provava e questo era tutto ciò che contava. 
Draco arrossì capendo il motivo per cui lo diceva e sentendo del baccano familiare provenire da un lato del giardino allestito, prima di congedarsi per unirsi a quelli che considerava ormai amici, le disse qualcosa su cui aveva pensato a lungo. 
- Sarebbe bello se ti unissi a noi per il resto delle vacanze, sono sicuro che a Remus non dispiacerebbe. 
Si guardò bene dal mettere nel pacchetto anche Sirius perché sapeva che a lui sarebbe dispiaciuto, ma non aveva mai fatto una vacanza con sua madre e si chiedeva come sarebbe stata. 
Narcissa, stupita della sua richiesta educata ma in qualche modo sincera, non rispose e non lo fece non perché non volesse, ma bensì perché Draco pensando non l’avrebbe fatto, fece un cenno reverenziale e se ne andò dai ragazzi invitati alla festa, suoi compagni di scuola. 
Andromeda la guardò meravigliata e con interesse vivo e spiccato. 
- Però! Addirittura ti invita ad unirti a loro per il resto delle vacanze! Che ne è stato del piccolo Draco acido come uno yogurt stitico di affetto ed emozioni? 
Non che quelle che mostrava al momento lo fossero. Non per una persona normale, ma per lui lo erano e lo sapevano entrambe.
Narcissa non riuscì a rispondere, rimase a guardarlo mentre andava da quelli che avevano tutta l’aria di essere degli amici. 
Cosa che sua sorella naturalmente commentò senza peli sulla lingua: - Che cosa?! Ha pure amici normali? Per Merlino! Hai visto che alla fine il mio consiglio si è rivelato giusto? Farlo andare da loro è stata la mossa migliore!
Narcissa non l’avrebbe mai ammesso, ma capì che aveva ragione e lo pensava davvero. Non sorrise, non mostrò commozione né orgoglio, ma lo osservò intensamente senza staccargli gli occhi di dosso, mentre addirittura accennava a qualche sorriso a compagni di scuola a cui si era già unito Harry. 
Normale. Ora sì che sembrava normale, ma soprattutto le pareva fosse felice, cosa più importante di tutte.