CAPITOLO 40:
AMICI
Dopo aver riempito gli stomaci a volontà e senza risparmiarsi, con bevande in mano la gente si sparse in giro per l’area adibita per la festa, area che si allargava fino alla spiaggia come una sorta di raggio che dal portico della casa, si apriva a ventaglio grazie alle luci che aleggiavano in alto come delle vie e alle fiaccole sospese ad un metro circa dalla sabbia.
In diversi angoli erano state sistemati gruppi di sedie per permettere alla gente di stare comoda.
Non avendo potuto programmare niente, Harry dovette improvvisare qualcosa, perché fosse mai che il passatempo ad una festa fosse un paio di semplici conversazioni come avrebbe preferito Draco.
C’era tempo per quelle. Quando sarebbero stati adulti.
Al momento bisognava giocare, per riempire il tempo. Senza discutere.
- Certo che potevi pensare a qualcosa, eri l’unico a sapere che avremmo fatto una festa... - lo rimbeccò Harry mentre il suo cervello sciorinava una serie di cose divertenti da fare per nulla intenzionato a stare inattivo.
Draco alzò un sopracciglio scettico.
- Come se tu non fossi già pieno di idee...
- Certo che sono pieno di idee, ma non è questo il punto... - rispose subito Harry rendendosi conto che stava per perdere un battibecco con lui. Come sempre.
- Ah no? E quale sarebbe?
- Bah, lascia perdere!
Alle risate degli altri sulla loro prevedibile conversazione, Harry decise di cambiare discorso gettando nel piatto una proposta che gli sembrava divertente.
- Potremmo giocare al mimo! - esclamò quindi selezionandone uno fra i molti nomi che aveva in testa.
- Oh Harry, nemmeno a 15 anni cresci? - fece Hermione sbuffando, per niente intenzionata a coprirsi di ridicolo in uno dei suoi stupidi giochi.
- Che c’è? È divertente... ne avevo in mente molti altri, ma il mimo è divertente e non richiede chissà quale attività...
La ragazza alzò gli occhi al cielo esasperata.
- Non lo farò mai!
- Nemmeno io! - replicò Draco concordando con lei. I due avevano qualcosa in comune, ovvero entrambi si sentivano superiori agli altri e forse anche per lo stesso motivo. Perché ritenevano il proprio cervello di diversi gradini migliore rispetto a quello degli altri. Fatto, questo, che gli impediva di andare d’accordo ad eccezione di qualche rara volta.
Harry sbuffò. Decisamente se Draco in particolare, ma anche Hermione, non giocavano non avrebbe avuto senso.
Sbuffò e incrociò le braccia al petto voltandosi dall’altra parte, mentre gli occhi sorvolavano il mare buio nella notte che non si distingueva bene, ma lo si percepiva. Per un momento pensò di proporre un bagno notturno ma suppose che Remus non ne sarebbe stato felice.
Rivalutò tutti gli altri giochi scartandoli a priori senza nemmeno proporli in virtù delle loro prevedibili risposte e tutto per non escludere quei due saputelli.
Era quasi disperato quando qualcuno del gruppo propose qualcosa di più normale per ragazzi della loro età.
- Perché non facciamo obbligo o verità?
A quello in molti si illuminarono, alcuni impallidirono e mentre Harry fissava speranzoso Draco per capire se avesse avuto successo, lo vide lanciargli un’occhiataccia sbieca per poi realizzare che a qualcosa avrebbe dovuto acconsentire, o non avrebbe mollato.
Così con un sospiro rassegnato, fissando il cielo buio illuminato dalle lucine suggestive, annuì.
- E sia... - rispose con l’entusiasmo di un morto.
A quello Harry saltellò contento alzando le braccia al cielo felice come un matto.
Era un gioco statico, cosa che non adorava, ma sarebbe potuto essere divertente.
Sperava.
Solo in un secondo istante, quando si sistemarono tutti intorno ad una fiaccola sospesa a mezzo metro dalla sabbia, sedendosi sulle sedie poste in cerchio, si rese conto che forse divertente non era il termine più adatto per quel gioco.
Tuttavia era l’unico a cui Draco aveva acconsentito, perciò decise di non sindacare e accettò da bravo festeggiato di stare sotto per primo decidendo ovviamente di rispondere senza problemi a tutte le domande, anche le più indiscrete e fastidiose.
La prima domanda indiscreta e scontata venne dal più impertinente, Seamus.
- Tu e Draco avete già fatto sesso?
- No! - rispose subito Harry senza problemi e nemmeno imbarazzarsi. Poi si premurò di aggiungere: - Per ora. Ma stasera è il mio compleanno perciò... - non poté finire la frase perché Draco si mise a tossire soffocandosi con la bevanda che aveva in mano.
Harry guardò perplesso il suo compagno mentre veniva rianimato da Luna che gli dava delle dolci pacche sulla schiena.
- Ma quindi non avete fatto niente? - chiese ancora Seamus sorpreso.
- Avete una domanda a testa! - ricordò acido Draco per evitare che Harry andasse nei dettagli anche su quello.
- Ok tocca a me, - fece allora eco Dean, fedele compagno di Seamus: - quindi non avete fatto niente oltre al sesso? - era quasi retorica, sebbene tutti avessero immaginato che Draco fosse sveglio in quel senso almeno quanto Harry fosse addormentato.
- Certo che abbiamo fatto altro, dannazione! Per chi ci prendete?
- Ok, posso rispondere io alle sue domande? - replicò Draco prendendo Harry per il collo da dietro poco gentilmente.
- Ma tu non risponderai mai a queste domande! - ribatté Ron che si stava divertendo molto a loro spese, come tutti.
- Proprio per questo chiedo di rispondere al suo posto! - aggiunse Draco fulminando Ron con lo sguardo.
- No no, faccio io, sta buono! - ruggì Harry togliendosi la mano dal collo e mettendo la propria sulla sua faccia stile mosca scacciata. Draco spalancò gli occhi incredulo che avesse osato tanto davanti agli altri, ma allo scoppio ulteriore di risate si rese conto che non si sentiva umiliato, come avrebbe immaginato.
Si sentiva bene.
Si sentiva uno di loro.
Così decise di lasciar perdere limitandosi a ringhiare a denti stretti: - Me la paghi cara... - in una versione malvagia di sé.
- Quindi cosa avete fatto? Fino a che punto siete a arrivati? - ripeté Dean fulminato da Draco.
- Hai già fatto la tua domanda!
- È la stessa! Non ha realmente risposto. Dire ‘sì’ o ‘no’ non è sufficiente!
Per la verità si stava inventando la regola, ma confidava nel fatto che Draco non ne avesse idea e così fu.
Infatti sbuffò girando lo sguardo altrove. Dean puntò il proprio inquisitore e divertito su Harry, come anche tutti gli altri curiosi in attesa.
Il festeggiato sospirò e si grattò la nuca per nulla imbarazzato, ma prima di rispondere lanciò un’occhiata al gruppo degli adulti per controllare che nessuno fosse in arrivo.
A quel punto, vedendo che erano tutti insieme sufficientemente distanti, rispose schietto:
- Mani e sesso orale...
Draco sbuffò in un principio di infarto e non facendocela più mentre si sentiva andare a fuoco come la fiaccola davanti a loro, si alzò andando a prendere da bere nel disperato tentativo di mitigare il proprio imbarazzo.
Al suo ritorno gli altri guardavano Harry strabiliati, chi in totale shock, chi sognante e chi stupito ed ammirato.
Da quello capì che gli aveva spifferato ogni dettaglio.
Ogni. Intimo. Singolo. Maledettissimo. Dettaglio.
Fu così che seguì l’impulso che gli nacque spontaneo e rovesciò la coca cola che si era preso sulla testa del suo forse non più fidanzato.
Harry saltò istintivamente su pronto ad uccidere male chiunque avesse osato, ma quando vide che era lui gli sorrise con aria colpevole e si allungò per dargli un bacio sulla bocca. Bacio che Draco bloccò in tempo.
- Dio, Harry, ma ce la fai a frenare la tua boccaccia?
Solo allora si ricordò di essere nei pressi di sua madre, così per qualche miracolo invece di baciarlo si tolse al volo i vestiti quasi in un unico gesto ed alzando il dito in segno di ‘scusate un attimo’, corse in mare per sciacquarsi dalla coca cola facendo in realtà proprio quello a cui aveva puntato dall’inizio della serata. Il bagno notturno!
Remus stava amabilmente conversando con gli altri invitati di età adulta, tutte persone della loro cerchia con cui andavano d’accordo, eccezion fatta per Narcissa che comunque era loro coinquilina e quindi stava lì.
Aveva faticosamente digerito il fatto che Harry avesse già aperto tutti i regali, ma si era rimesso di buon animo pensando che almeno il taglio della torta sarebbe stato perfetto. Aveva ordinato la torta alla pasticceria più rinomata della città e gli era costata un’occhio della testa, ma rappresentava un altro dei suoi regali per lui, perciò l’aveva fatto volentieri.
La torta era bellissima ed Harry era stato ben sistemato da lui all’inizio della festa, perciò avrebbe fatto delle foto ricordo stupende e almeno quel momento sarebbe stato come aveva sognato.
Perciò era lì tranquillo sulla sua sedia, davanti alla loro fiaccola, insieme a molti che considerava amici. Parlavano tutti, scherzavano, stavano tutti molto sereni e rilassati e lui stava bevendo una birra, quando lanciò di sfuggita un’occhiata al gruppo dei ragazzi, sentendo da lontano movimento.
La birra gli andò di traverso e soffocò vedendo proprio il festeggiato togliersi i vestiti che sembravano imbrattati di qualcosa e lanciarsi come un bambino di 5 anni in mare.
Ululando divertito, addirittura. Come se fosse la cosa che aveva voluto fare dall’inizio.
Ci mise qualche lungo istante a riprendersi dalla quasi morte, mentre Sirius si preoccupò di battere sulla schiena per farlo riprendere, senza capire che gli prendesse.
Quando riuscì di nuovo a parlare lo fece con uno sguardo inquietante, simile a quello degli assassini, cosa anomala per un bonaccione come lui.
A Sirius venne quindi un colpo.
La sua voce era anche roca per le vie aeree ostruite:
- Io. Lo. Uccido. - ringhiò simile al latrato di quando si trasformava in lupo mannaro.
Sirius istintivamente alzò gli occhi al cielo terrorizzato dal fatto d’aver dimenticato la Luna Piena, ma vedendo che era una normale luna, tornò a fissare il suo uomo paonazzo.
- Remus, ma stai bene? - sibilò mentre gli altri sembravano non averli notati, non tutti per lo meno, e continuavano a parlare fra di loro.
- Perché diavolo tuo figlioccio sta facendo un bagno di notte proprio durante la sua festa e prima del taglio della torta?
Sirius a quel punto voltò lo sguardo verso i ragazzi e vide che Harry mancava all’appello e che al contrario nuotava in mare poco più avanti di dove si erano sistemati in cerchio con le sedie.
Lo vide e rise. Rise di gusto, naturalmente, ed anche con orgoglio, non certo fece alcun’aria di disapprovazione come avrebbe dovuto.
- Ah, lo trovi divertente? - sibilò Remus isterico in sua direzione.
- È suo padrino, l’ha cresciuto lui, come pensavi che venisse su? Senza contare che nel suo sangue scorre quello di un certo individuo che non era famoso per essere coscienzioso...
La voce severa di Narcissa arrivò ad infilare il dito nella piaga mentre dipingeva alla perfezione il quadro chiamato Harry Potter.
Remus ora in fase di disperazione, si rivolse a lei ignorando totalmente il suo compagno che ancora rideva.
- Sì, ma c’ero anche io a crescerlo... e comunque nel DNA c’è anche quello di Lily... lei era una a posto!
Narcissa avrebbe voluto discuterne in quanto una che sposava uno come James Potter, uno dei peggiori soggetti di disturbo dell’ultimo secolo, non doveva essere tanto a posto, ma si controllò con gran nervo ed invece di dire qualcosa, lanciò un incantesimo a distanza ad Harry prelevandolo dal mare e tirandolo fuori per poi posarlo asciutto e rivestito e di nuovo pettinato e a posto.
- Grazie Narcissa. - fece Remus tragicamente rassegnato.
- Oh andiamo, sono ragazzi... devono divertirsi...
- Adesso? Proprio ora devono divertirsi? Non possono aspettare dopo?
- Dopo non è divertente...
- Già... dopo non mi farebbero venire un infarto!
Quando toccò a Draco stare sotto, su desiderio di Harry fu il secondo, il giovane esordì con un facile e sicuro: - Vi risparmio la fatica di pensare. Scelgo direttamente obbligo. Non risponderò mai a nessuna domanda.
Harry lo guardò pensando scherzasse e quando il compagno incrociò le braccia al petto con la sua tipica arroganza e lo guardò in attesa inarcando le sopracciglia, lui sbottò shoccato: - Oh, tu dici davvero? Cioè non stavi scherzando?
Draco annuì perplesso della sua incredulità. Lo conosceva, doveva immaginare sarebbe andata così.
- Per nulla!
- Ma Draco!
- Lo sapevi che sarebbe andata così, di cosa ti stupisci? - fece eco Hermione la quale iniziò ad irritare in modo particolare il diretto interessato, suo malgrado Harry lanciò un sorriso stentato all’amica, poi un’altro minaccioso a Draco che non sortì il minimo effetto.
- Fate prima a pensare ad un unico pegno... - suggerì la ragazza sagacemente sapendo che se fosse stato solo uno per tutti avrebbero tirato fuori molta più cattiveria, specie perché sapeva che Harry era sul piede di guerra.
Draco le lanciò un’occhiata tagliente e velenosa delle sue che lei ignorò trionfante per averlo messo almeno un po’ più nei guai di quanto lui avesse preventivato all’inizio.
Il ragazzo ne era consapevole, sapeva che pagare il pegno di una massa di adolescenti non sarebbe stata una passeggiata, tuttavia preferiva quello che rispondere alle dannatissime domande di quei curiosi pettegoli dei suoi amici.
“Amici?” si rese conto di aver pensato. Sorrise fra sé e sé, senza farlo con la bocca. “Sì, non suona male. Anche se mi irritano tutti, Hermione più degli altri, ma... beh, dai... comunque amici sono. Suppongo.”
Tutto sommato supponeva bene.
Note Finali: ho pensato tanto ad un passatempo per dei quindicenni e ho ripiegato sul classico 'obbligo o verità' che penso sia ever green. Se così non dovesse essere sappiate che i miei tempi erano diversi da quelli attuali e sono i miei ad essere gli stessi dei protagonisti qui presenti, perciò ho ragione io e basta ciao! La fan art non rispecchia alla perfezione nessuna scena, ma ci va abbastanza vicino, ritengo che rendesse l'idea degli scambi esilaranti fra Harry e Draco. Mi sono divertita tanto a scrivere questi capitoli sulla festa. Grazie a chi segue la mia fic. Baci Akane