*Siamo ancora nella fase dell'infanzia. Draco inizia ad integrarsi nella sua nuova famiglia adottiva e mostra interesse per la magia che Sirius gli ha mostrato trasformandosi in cane. Mentre Narcissa ne è sconvolta e contenta, e per questo la vediamo più umana, Draco farà una scoperta che continuerà il processo di cambiamento già attivo in lui. Ho pensato che nella Narcissa chiusa in sé stessa e fredda, sebbene ami Draco, non sia mai riuscita a parlare molto con lui né a coccolarlo come le madri normali, questo sicuramente ha portato a delle conseguenze. Per fortuna l'ambiente in cui è finito ora è l'ideale per lui. Buona lettura. Baci Akane*

5. SCOPRIRE LA MAGIA

sirius remus harry

Draco si era addormentato sul divano senza riuscire né a cenare, né ad arrivare al letto. 
Narcissa, sorpresa, guardava le sue guance rosse per il sole ed i capelli spettinati perché si erano asciugati male. 
- Davvero ha imparato a nuotare ed ha chiesto degli animagus? - non credeva al racconto di Remus. Harry gli dormiva sopra come se fossero amici e Draco l’aveva lasciato fare. 
- Era molto interessato alle questioni magiche. Quando ha visto Sirius trasformarsi in cane era abbagliato. - Narcissa non sorrise ma era contenta che avesse già iniziato a reagire. - Poi gli abbiamo insegnato a nuotare e alla fine ha anche giocato con Harry e Sirius col frisbee. 
Non poteva figurarsi tutto quello, però le veniva quasi da piangere all’idea che forse c’era speranza per suo figlio. 
- Non gli ho mai parlato molto della magia. - poi si corresse dovendo ammettere: - Non parliamo molto per nulla. 
Remus sorrise comprensivo, quasi fraterno in un certo senso. 
- È molto incuriosito. Credo che senta il richiamo della magia, ma non osa chiedere. Tuo figlio non è apatico, Narcissa. Ha solo bisogno di essere coinvolto nella vita. 
Narcissa non disse nulla e guardò altrove nascondendo il proprio disagio verso sé stessa. 
Inaccettabile, si disse. Inaccettabile aver trasformato suo figlio in un guscio vuoto quando in realtà era un essere umano normale come tutti, solo bisognoso di stimoli.
“Dunque sono io l’incapace a farlo vivere!” 
Sirius prese Harry in braccio per non svegliarlo e vedendo che Narcissa non lo faceva poiché avrebbe ovviamente usato la magia per trasportarlo in camera, Remus la precedette prima che se ne accorgesse e lo raccolse fra le braccia. Il bambino si accoccolò contro il suo collo automaticamente, accettando nel sonno quel contatto. Remus sorrise dolcemente e vedendoli salire così, Narcissa provò vergogna verso sé stessa per non essere capace di un gesto simile, così umano, così genitoriale. Remus lo faceva, un mezzosangue che aveva disprezzato da sempre. Lei no. Lei che era sua madre e che lo amava più della sua vita, lei che per lui era disposta a tutto e tutto aveva fatto, non riusciva ad essere dolce e affettuosa come voleva. 
Quando le era venuto quel gelo intorno al cuore? Quando aveva rinchiuso la propria anima in una spessa coltre di ghiaccio a discapito del figlio? 
Con l’incriminazione di Lucius il mondo le era totalmente crollato addosso, da quella volta lei era svanita. 
“Se questi tre possono salvare il mio Draco, non esiterò a lasciarglielo fare. Qualunque cosa pur di aiutarlo.”
E forse dopotutto sarebbe bastato dirglielo e basta, invece di fare tanti tentativi. 

- Dovrebbe solo dirglielo. - sussurrò Sirius sulla soglia della camera di Draco, guardando come Remus lo metteva a dormire con dolcezza. Sul bambino si era ricreduto in poco tempo; grazie anche alla perseveranza di Harry aveva capito che era un bambino come gli altri, non il figlio di Lucius e Narcissa. 
Su di lei non ci riusciva. 
- Cosa? - chiese Remus rimboccandogli le coperte. 
- Che gli vuole bene! - Remus ridacchiò.
- Hai sentito tutto? 
Sirius si raddrizzò come nella posa da cane e Remus quasi vide le orecchie puntare davanti a sé in segno di ascolto. 
- Ho un udito fine, cosa credi! -
Il compagno ridacchiò e lo raggiunse mettendogli le braccia intorno al collo, prima di baciarlo lo guardò divertito. 
- Impareranno entrambi a comunicare in modo normale. - era fiducioso. Sirius vedeva sua cugina come un caso senza speranza, sebbene per il momento non l’avesse irritato tanto come si era figurato inizialmente. 
- Piuttosto hai sentito quanto era ammaliato dalla tua trasformazione? 
Sirius sogghignò orgoglioso. 
- Che dubbi avevi? Sono un cane meraviglioso! - Remus rise appoggiando il viso contro il suo collo in un gesto spontaneo e intimo. 
- Pura razza bastarda! 
Il bastardo in questione quasi si mise a brillare di orgoglio a quello che ovviamente per lui non era un offesa. 
- Un gran bel bastardo! - precisò. 
L’altro, sempre ridendo, lo baciò per zittirlo, senza sapere che Draco si era svegliato sentendoli ridere. Li guardò e non provò nulla di speciale, ma rimase a fissarli incuriosito di quelle manifestazioni così uguali a quelle di zia Andromeda e zio Ted. 
Dunque anche loro si amavano e a quanto pareva non c’erano problemi anche se erano due uomini. 
Draco archiviò l’informazione per poi girarsi dall’altra parte e continuare a dormire, sognando di diventare un animagus fortissimo e trasformarsi in una tigre bianca di quelle che aveva visto nei documentari in tv. 

Draco stava scoprendo cosa gli piaceva, ma al tempo stesso fu piuttosto chiaro anche cosa non gli piaceva.
Non gli piaceva, per esempio, aprire gli occhi in piena notte e nel buio completo della camera ritrovarsi davanti un’ombra accucciata accanto al proprio letto. 
Draco spalancò gli occhi col cuore in gola ed un sacro terrore che lo prese dalle viscere paralizzandolo, ma quando mise a fuoco Harry gli tirò il cuscino addosso imprecando: 
- Ma sei scemo? Ti sembra il modo di svegliare la gente? No dico, ti sembra normale fissare gli altri mentre dormono, al buio e in silenzio? Accendi almeno la luce, accidenti! 
Narcissa aveva ben educato Draco a non usare un certo linguaggio. Harry steso a terra col cuscino addosso, si tirò su e lo guardò con aria di scuse mentre lui accendeva la luce del comodino. 
- Scusami... è che non volevo svegliarti, ma volevo che ti svegliassi e...  
- E ti sei mangiato il cervello! O lo volevi o non lo volevi! Scegli una delle due! - disse sgarbato ancora col cuore in gola. La sensazione di paura non era fra le cose che Draco avrebbe annoverato come piacevoli. 
Harry non riuscendo a scegliere, cambiò discorso saltando in piedi. 
- Hai fame? Io sto morendo di fame! Qua si sono dimenticati di noi! 
Draco alzò gli occhi al cielo esasperato da quei pochi giorni con quel tipo strano. 
- Mi hai svegliato per chiedermi se ho fame? 
- Certo, se ho fame io, anche tu dovresti... 
Sbuffò seccato. 
- Se uno dorme forse significa che non ha fame o magari preferisce dormire in ogni caso. 
Harry fece il broncio. 
- Ma hai fame o no? - chiese senza capire la risposta finale. Draco scosse il capo infilandosi sotto le lenzuola, senza cuscino.
- Lasciami in pace! - brontolò infastidito sentendolo rimanere in piedi lì accanto in silenzio a fissarlo qualche altro secondo, incredulo che davvero non avesse fame. 
In quello si sentì chiaramente il suono del proprio stomaco contorcersi e un gran bel sorriso vittorioso si dipinse nella faccia di Harry quando il proprietario del rumore riemerse dalle lenzuola e guardandolo sottile e minaccioso di natura. 
- Andiamo a mangiare! 

Harry non capiva quale fosse il problema nell’ammettere di avere fame, ma se non voleva che lo dicesse a nessuno, avrebbe tenuto il silenzio. 
Una volta in cucina andò dritto all’armadio più alto arrampicandosi sui ripiani per arrivare a ciò con cui si era svegliato. 
- Mio zio Sirius nasconde la nutella pensando che io non sappia dove la mette... - disse con la lingua all’angolo della bocca, concentrato per arrivare in quello scaffale così alto. Non facile, ma nemmeno impossibile. 

Draco con un sopracciglio alzato e l’aria scettica lo guardò da sotto mentre notava quanto spericolato fosse. 
Ad un certo punto iniziò a tremare tutto con lui appeso come una scimmia e stava per chiedergli se da grande sarebbe diventato un animagus scimmia, ma la domanda gli morì in gola quando lo vide cadere miseramente verso di sé col barattolo di nutella in mano. 
Non voleva di certo prenderlo per evitare si facesse male, ma lo fece perché era proprio sotto di lui e la caduta fu veloce di per sé. 

Harry si ritrovò seduto sulla sua pancia, intatto e col barattolo in mano, e sentì Draco rantolare. Stava per alzarsi quando venne scaraventato dall’altra parte ma non da un calcio o da qualcosa di fisico, bensì da qualcosa di invisibile e forte. 
Harry la riconobbe subito. 
- Magia! - esclamò saltando subito in piedi dopo essere volato di qualche metro sul pavimento senza farsi male. Gli occhi gli brillavano di già, sapendo cosa significava, ma vide Draco che nemmeno era consapevole di ciò che aveva fatto. Infatti stava rotolando tenendosi la pancia. 
- Mi hai ucciso Harry! 
Harry si grattò la nuca perplesso. 
- Beh, se parli sei ancora vivo... - e a questo Draco gli lanciò la ciabatta, questa volta con la forza meccanica del proprio braccio. Harry ridacchiando saltò evitandola, poi si precipitò a terra davanti a lui, aprì il barattolo, infilò la mano dentro e gliela infilò in bocca soffocandolo per zittirlo e rabbonirlo, poi infilò l’altra libera e tenendo il barattolo coi piedi, se la mise nella propria bocca. 

Draco lo guardò stupito. 
- Sei proprio una scimmia. - disse con la bocca piena. Ma poi rimase distratto dalla bontà della nutella che gli riempiva il palato e dimenticò in un attimo il dolore alla pancia. 
Harry ridacchiò. 
- L’avevi fatto altre volte? - chiese continuando a succhiare. 
- Mangiare di notte? No! - Harry rise intingendo di nuovo la mano. Draco allontanò la sua per infilare la propria, imitandolo nonostante lo ritenesse schifoso. Schifoso ma buono.
Non l’aveva mai fatto, ma non poteva immaginare che in qualche modo fosse bello e divertente. Anche la nutella era molto più buona mangiata così. 
- La magia! 
Draco lo guardò aggrottandosi senza capire cosa diceva. 
- Mi hai scaraventato via con la magia. Non te ne sei accorto? - chiese meravigliato. - Io non ci sono mai riuscito! Non so ancora se sono un mago, so che sono figlio di due maghi, spero di esserlo... - Harry continuò a parlare e mangiare senza rendersi conto che Draco non lo ascoltava molto, si era fermato al fatto d’aver usato la magia senza accorgersene. 
Era stato il dolore acuto provato ed il forte desiderio unito alla necessità di scaraventarlo via per liberarsi. 
Bene, si era detto provando un calore infinito mai sentito prima, non in quel modo. 
“Allora sono un mago anche io!” 
E non capì come, ma per la prima volta seppe distintamente di essere felice.