CAPITOLO 50: 
LA STANZA DELLE NECESSITÀ

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Harry non voleva stare tutto il giorno a piangersi addosso, ma quando era apparsa quella stanza mentre vagava come un’anima in pena alla ricerca di un posto sicuro, isolato e alto, si era imbattuto nella stanza delle necessità.
La porta era apparsa da sola al terzo passaggio nello stesso corridoio e finché non ci era entrato, senza minimamente sapere di cosa si trattasse, non aveva capito cosa fosse né a cosa avesse realmente pensato fino a quel momento.
Una camera da letto era apparsa davanti a lui. Una bellissima camera da letto come un re od un principe d’altri tempi avrebbe potuto avere. 
Dunque la sua necessità era fare l’amore con Draco? 
Non aveva cercato la luce, aveva vagato in penombra all’interno ritrovandosi a sedersi sul materasso ed una volta lì aveva pianto. 
Non si trattava di fare l’amore con Draco, ma di avere un posto intimo dove stare con lui, dove lui potesse sentirsi al sicuro ed essere sé stesso. Dove potessero stare insieme senza freni di alcun tipo. 
Un rifugio per loro due. 
Una camera rispondeva a quel genere di necessità. 
Sentendo la porta aprirsi, non si era nemmeno voltato, consapevole che fosse sicuramente lui. 
Sapeva l’avrebbe cercato e sapeva l’avrebbe trovato. 
Quando l’interno si illuminò, si voltò e gli lanciò un’occhiata rimanendo stordito nel vederlo.
Per un momento, lì, con la sola fonte di luce fra le sue mani proveniente dalla sua bacchetta che gli illuminava il volto nella stanza buia, gli aveva fatto uno strano effetto. 
“Lui esce dalle tenebre ed io ci entro? Nessuno ne è esente, alla fin fine. Pensava di essere il solo, quello speciale e diverso. In realtà non gli capita né più né meno quel che capita a tutti. Remus direbbe questo, sicuramente. Mentre Sirius... beh, lui direbbe che conta combatterla, non averla o meno.”
Tornò a dargli le spalle rimanendo seduto ricurvo sul letto, non voleva consumare niente con lui, voleva solo stare in sua compagnia e basta. 
- Per essere uno che non fa che dirmi da quando sono piccolo di parlare e dire quello che ho dentro, sei uno che ingoia un po’ troppo... quanto pensavi di nascondere questo schifo che hai dentro? 
Draco dopo aver illuminato le lanterne sui comodini usando la magia, avanzò lentamente facendo il giro del letto fino a mettersi davanti a lui. Si fermò ad un metro a guardarlo; era dritto, elegante e bellissimo. La testa piegata di lato come a rimproverarlo senza essere però severo. 
I suoi occhi erano quasi sconsolati, non delusi, solo tristi in qualche modo. 
Harry li scrutò con paura. Paura di leggere della resa. 
- Certe cose non sono facili da tirare fuori... - mormorò guardandolo come si sfilava elegantemente il mantello della divisa nero dalle rifiniture verde scuro. 
Lo posò su una sedia dietro e si voltò verso di lui, ancora lentamente, calmo, con una totale padronanza di sé. 
Lo invidiava una volta di più.
Era bellissimo e pieno di qualità che emergevano via via sempre più, mentre sbocciava per quel che era davvero. 
Lui, invece, si ritirava a vista d’occhio. Si stavano invertendo i ruoli. 
Sarebbe stato meglio con Stevenson. Vedendoli in bagno insieme, vedendo come avevano parlato alla pari, come nessuno dei due avesse cercato di sopraffare l’altro in qualche modo, come Draco non l’aveva nullificato od ignorato, aveva capito che erano perfetti insieme. Avevano lo stesso portamento elegante e lo stesso potenziale di grandezza. 
- Ma va? - lo schernì Draco senza infierire troppo. Harry fece una smorfia e si asciugò gli occhi col palmo della mano, ancora gli bruciavano di lacrime. Si sentiva un idiota, ma ormai era ora di farglielo vedere per bene.
- Dovresti accettare la corte di Stevenson, è più bello di me e sembra dotato come mago. 
Ed ecco che i suoi complessi uscivano.
Si sentiva patetico e si vergognava, ma improvvisamente la propria bocca non sapeva frenarsi. Una volta iniziato a tirare fuori tutto, era impossibile bloccarsi. 
Draco rimase un attimo in silenzio ad ascoltarlo e iniziò ad avvicinarsi a lui. Quando gli arrivò davanti lo sovrastava per la posizione in piedi rispetto a lui che rimaneva seduto, era serio come non mai e sembrava dispiaciuto come a dargli conferma che voleva andare oltre anche lui, che condivideva quello che pensavano gli altri. 
A quel punto le lacrime tornarono ad uscire di nuovo copiose, terribili, amare. 
“Lo pensa anche lui, parleremo di questo, lo sapevo!”
Il panico lo invase insieme alla disperazione, ma quando Draco gli mise una mano sulla guancia e l’altra sulla fronte scostandogli la frangia, lo fece con una tale dolcezza da far sì che Harry si chiedesse se fosse veramente lui. 

Draco lo guardò negli occhi mentre lo carezzava. Vedeva tutta la sua disperazione, la vergogna, il dolore. 
Continuò a carezzarlo scostandogli la frangia, scendendo sulle sue guance. La sua cicatrice a forma di saetta ormai poco visibile anno dopo anno. 
- Non si tratta solo di gelosia... - glielo stava dicendo, non chiedendo. Sapeva che era così, ma voleva fosse lui a dirgli una volta per tutte di cosa si trattava. Sapeva che era meglio così, per lui. 
Si chinò e gli briciò la fronte. 
- No, non è solo quello... - finalmente trovava la forza di dirlo.
Draco spostò le mani, con una gli prese il volto mentre con l’altra la nuca, gli piegò il capo di lato per un accesso migliore e continuando a stargli in piedi davanti, si chinò ancora e lo baciò sulle labbra facendogli sentire tutta la sicurezza di cui era padrone ora.
Non aveva più alcun dubbio, voleva lo sapesse. 
Non gli asciugò le lacrime, era importante tirasse fuori tutto ciò che aveva dentro, lui aveva sempre avuto rabbia, Harry invece era uno emotivo. Non si stupì che il suo modo di sfogarsi fosse piangere.
Fu un bacio amaro, ma al tempo stesso dolce e purificatore. Mentre se lo davano, entrambi sentirono che qualcosa stava finalmente funzionando nel modo giusto. Infine, separandosi solo di pochi centimetri e continuando a guardarlo negli occhi da vicino, con un’intensità sconvolgente, Draco sussurrò: - Ma comunque è te che amo, perciò non accetterò la corte di nessuno... 
Scese infine a baciargli il collo e mentre lo faceva si inginocchiava per terra per arrivare meglio a lui ed essere più comodo. Continuò a tenergli il capo fra le mani, per fargli sentire che era suo.
- E ti desidero da matti... 
Mormorò sulla pelle sensibile del suo collo.

Harry abbandonò la testa di lato e all’indietro per dargli tutto ciò che voleva e mentre lo faceva i brividi per le sue labbra sul suo collo, lo ricoprirono ovunque.
L’accompagnò con le mani fra i suoi capelli quasi bianchi e lisci, sempre perfetti. 
Lentamente Draco spostò le dita dalla nuca e dal collo, scendendo sul colletto della camicia ed iniziando ad aprirglielo.
Era già mezzo slacciato perché non amava la perfezione, sebbene l’adorasse in lui. 
Mentre gli apriva la camicia, Harry capì che cosa stava per succedere e con una piccola parte di sé capì che lo faceva per convincerlo a non farsi indietro, ma non riusciva a frenarlo.
L’aveva desiderato così tanto che non poteva impedirglielo.
“Sarà il nostro addio. E poi se lo fa per sforzarsi lo capirò. A quel punto non avrò remore. Saprò che è inevitabile lasciarci.”
Lo pensò davvero, Harry. Ne era fermamente convinto e quando Draco scivolò con le mani sotto la camicia aperta per fargliela scivolare dalle spalle e poi sulle braccia, andò ad aprirgli frettolosamente la sua.
Tremava. 
Quando se ne accorse, Draco sorrise pieno di emozioni indecifrabili, si scostò, gli prese le mani e gliele allontanò da sé, infine si alzò, fece mezzo passo indietro e continuò a sbottonarsi da solo.
Capendo cosa voleva fare, Harry si eccitò immediatamente. 
Di quell’eccitazione che ormai non avrebbe più potuto raffreddare in alcun modo. 
Era spacciato, lo sapeva. 
Draco si tolse la camicia con la sua tipica eleganza, in aggiunta un tocco di sensualità innato.
Lo vide posarla con cura sulla stessa sedia dove aveva messo il mantello, si voltò di nuovo verso di lui e si aprì i pantaloni senza staccargli gli occhi di dosso un momento.
Harry aveva sete, si leccò le labbra riempiendosi di quella visione splendida.
Draco era bello, ormai era chiaro a tutti, ma in quel momento era anche sensuale e sarebbe stato suo. 
Draco si lasciò cadere l’indumento ai piedi e lo lasciò lì avanzando verso di lui, si infilò le dita sotto l’elastico dei boxer e strisciando languido sulle cosce fece cadere anche quelli.
Avanzò ancora lentamente fino a che gli fu davanti. Aveva un sorrisino indecifrabile che lo invitava a farsi avanti.
Gli tolse gli occhiali da vista, il mondo divenne un po’ più sfocato, ma la vicinanza era sufficiente per fargli vedere bene quel che contava.
Tuttavia la mancanza di una vista eccellente lo disturbò innescando un ulteriore bisogno. 
- Toccami... - sussurrò Draco come se capisse di cosa si trattava. 
Harry esitò per un momento, quasi spaventato che gli potesse piacere troppo e che poi non avrebbe potuto lasciarlo.
O spaventato dal trovare conferma alle sue paure.
Se non provava niente per lui, l’avrebbe sentito in quel momento. 
Draco però non esitò, gli prese i polsi e si portò le sue mani addosso, se le posò sulle cosce e le fece salire sui fianchi, infine se le spostò da solo sui glutei.
A questo Harry aprì la bocca soffocando un sospiro d’eccitazione. 
Doveva liberarsi dei vestiti o sarebbe esploso.

Harry posò le sue labbra aperte sulla pelle sensibile del suo inguine, con la lingua scivolò a stuzzicarlo fin giù, alla base del suo membro a riposo ancora per poco.
Quando lo fece, i brividi partirono e Draco inspirò socchiudendo gli occhi. Lasciò le sue mani e fu lieto che non smisero il suo percorso di esplorazione.
Le sue dita continuarono a carezzare con sempre più desiderio ed impeto le sue curve, fino ad infilarsi nella sua fessura. 
Draco fece un sorrisino divertito. 
Questa volta non l’avrebbe fatto lui, ma forse non l’aveva ancora capito. 
La sua bocca però si chiuse sulla sua erezione e mentre la succhiava facendola crescere sempre più, Draco abbandonò la testa all’indietro sospirando di piacere.
Harry penetrò con le dita e in quell’atto di doppio piacere, capì quel che molte volte gli aveva fatto provare lui.
Accompagnò i movimenti della sua testa infilando le mani fra i capelli spettinati attirandoselo addosso, si sentì fremere fino allo spasmo fra il piacere scaturito dalle sue dita dentro e dalla sua bocca davanti. 
Vicino all’orgasmo, infine, gli prese i capelli e se lo staccò usando un po’ più forza di quel che aveva pensato.
Stralunato si chinò giù improvviso visibilmente eccitato, aprì i pantaloni di Harry e senza perdere tempo, soprattutto senza eleganza e grazia tipiche sue, gli tolse tutto quel che indossava in una sola manovra sbrigativa.
Draco impaziente come non era mai stato, lo spinse indietro facendolo mettere meglio al centro del letto, lo fece stendere e gli salì sopra col bisogno più impellente che mai.
Non gli era mai capitato di averne come ora.
Di volerlo penetrare e farlo suo così tanto.
Si sentiva esplodere, fra le gambe. Impazzire.
Sapeva che avrebbe trovato sollievo solo se fosse entrato lui dentro Harry, quella volta, così partendo dalla sua bocca scese sul mento a succhiarglielo, arrivò al collo e proseguì sul resto del suo corpo magro e caldo.
Si avventò sui suoi capezzoli che reagirono subito indurendosi sotto la lingua, scese a leccare il suo ventre piatto che fremeva al suo passaggio ed infine giunse all’inguine. 
Lo mordicchiò facendolo gemere per poi raggiungere subito la sua erezione già indurita. 
Draco l’avvolse e si aiutò con la mano nei movimenti mentre lo succhiava con impeto e voglia e nel farlo, Harry iniziò a spingere il bacino contro la sua bocca. 
Quel gesto innescò ulteriormente Draco.
Lo sentiva? Si chiese se riuscisse a trasmettergli tutto il suo desiderio immenso e sincero.
Non aveva più paura.
Lo stava facendo, sarebbe andato fino in fondo e non ne aveva il minimo terrore, finalmente.
Anche se non era quando aveva pensato di farlo, sapeva di non star sbagliando. 
Con la stessa foga, gli alzò le gambe e scese ancora sotto il suo membro, continuò a stimolare ogni parte in cui si imbatteva finendo per concentrarsi sul suo piccolo ingresso esplorato finora solo dalle sue dita. 
Si aiutò con la lingua ed i gemiti di Harry riempirono la stanza, non ce la faceva più, ma temeva che non se ne accorgesse, che non capisse quanto lo desiderava, quanto sapeva che era giusto tutto quello. Aveva avuto un’epifania in quegli istanti in procinto ad andare fino in fondo con lui come aveva sempre sognato, come aveva sempre avuto paura di fare e desiderava profondamente mettere a parte il suo ragazzo. Voleva che Harry capisse cosa gli stava succedendo, come si sentiva, cosa provava, ma non era bravo a trasmettere le proprie emozioni. E se anche quella volta avesse fallito? Draco realizzò che non poteva permetterselo, quella volta non poteva assolutamente. 
Draco, deciso più che mai a fargli capire quel che provava, si alzò dalle sue zone inferiori, gli si stese di nuovo addosso e si strofinò su di lui con l’erezione dura e dritta. Gli faceva male, da quanto era eccitato. La stessa condizione di Harry.
Quando i due membri si strofinarono uno contro l’altro, entrambi gemevano e sospiravano totalmente presi da un piacere senza precedenti, non ce la facevano più. Le altre volte erano state belle, ma erano state le prime e come tutte le prime, naturalmente imperfette. Adesso era diverso, non solo era meglio per la pratica già fatta fin lì e la maggiore consapevolezza in quel che facevano, ma anche per il coinvolgimento che così come ora non c’era mai stato. Un coinvolgimento tale che li faceva esplodere di desiderio e voglia.
- Draco, prendimi... 
Harry aveva capito che l’avrebbe fatto lui, quella volta, ma forse era così preso che non capiva l’importanza di quel gesto da parte sua e Draco prima di farlo si fermò non potendo andare oltre se prima il suo ragazzo non avesse capito esattamente quel che stava significando per lui prenderlo e farlo suo in quel modo, in quell’istante della sua esistenza. 
Gli prese dunque il viso con una mano usando una certa prepotenza per farsi guardare e quando ebbe i suoi occhi verdi appannati dal piacere ed impazienti più che mai, Draco sussurrò intensamente: - Harry ti voglio da matti.