CAPITOLO 53: 
CORTE SERRATA

drarry

Il cortile di trasfigurazione era un chiostro interno del cortile, uno spazio verde con al centro un bell’albero antico ed un enorme sfera piena di anelli di un metallo simile all’ottone. 
Accanto c’erano dei secchi con acqua, spugne, detersivi specifici e spazzole. 
Draco imprecò apertamente seccato. 
- Merda, che bella punizione del cazzo! 
Liam ridacchiò.
- Perché, ci sarebbero punizioni piacevoli? 
Draco alzò gli occhi al cielo sbuffando, in seguito si tolse il mantello nero della divisa e lo lasciò a terra. 
La fine delle lezioni pomeridiane corrispondeva con l’inizio di un suggestivo tramonto che da lì si intravedeva abbastanza bene, ma nessuno dei due vi badò. Liam imitò Draco togliendosi il mantello e si avvicinò come lui al materiale da usare. 
C’erano anche due scalette per agevolare il compito di pulizia nella parte superiore della sfera. 
Draco prese lo spazzolone e fece una smorfia per nulla contento, sbuffò ancora e fece per lanciarlo ma non potendosela prendere con nessuno se non con sé stesso, decise di rassegnarsi e darsi da fare. 
Prese così un secchio d’acqua e ci mise dentro del detersivo, con questo andò alla sfera decidendo di partire dal basso di uno dei lati.
Liam ridacchiò senza infierire, non essendocene ragione. Era sorprendente che non sbuffasse e non lo trovasse seccante, ma Draco non lo commentò. 
Vide che si metteva come lui in basso ma dal lato opposto e che come lui iniziava a grattare prima le parti esterne passando poi a quelle interne. 
- Come mai sei qua, comunque? - chiese Draco seguendo un’intuizione di cui voleva essere prima sicuro. 
Liam parve stupirsi che volesse improvvisamente conversare visto che qualche ora prima non si erano lasciati proprio serenamente.
- Ho fatto tardi alla sua lezione stamattina e non mi sono giustificato. 
Draco alzò un sopracciglio. Ed ecco che la sua intuizione era corretta. 
C’entrava lui! 
La McGranitt era molto rigorosa. Potevi far tardi alle lezioni di Difesa contro le Arti Oscure di Remus, ma non alle sue o a quelle di Pozioni di Piton, lo sapevano tutti. 
- Avrai avuto una valida ragione, bastava dirglielo. - insistette per farlo venire allo scoperto. Era ora di smettere di fingere che fosse tutto un caso e che mettesse le sue dannate carte in tavola. Era stufo di ritrovarselo sempre intorno come se fosse una coincidenza.
- Mi vergognavo a dire che avevo dimenticato il suo libro ed ero tornato in dormitorio a recuperarlo e che poi le scale avevano cambiato troppo e non ero più riuscito a tornare in tempo in aula. 
Sembrava una giustificazione normale, per la verità. Ovvero quella usata da tutti gli studenti che facevano tardi, appunto per questo mai omessa. Le scale cambiavano con i ragazzi sopra e non era assurdo che facessero far tardi alle lezioni.
Di per sé non sembrava nulla di che, se non che Draco era ormai estremamente sicuro di quel che c’era dietro ed alzando lo sguardo sottile e affilato, smise di grattare con la spazzola. Improvvisamente non mosse più un muscolo e attese che Liam ricambiasse lo sguardo e solo allora parlò piatto e tagliente: - Mi stavi seguendo? 
Liam non fiatò e si immobilizzò, ma ricambiò lo sguardo apparentemente pacifico. 
- Se vuoi sapere se so che non eravate in camera come hai dichiarato, lo so. I dormitori erano vuoti. - Draco strinse il manico dello spazzolone irritato sforzandosi di non spaccarglielo in testa, ma rimase fermo, lo squadrò passandolo da parte a parte ed indurì la mascella. Lo prendeva per un idiota? Sapeva che l’aveva seguito e che in camera non c’era mai stato. Altro che sapere che era vuota. 
“Va bene, reggiamogli il gioco e vediamo se si impicca da solo.”
In ultimo decise di essere subdolo invece che aggressivo come sentiva di voler essere.
- E perché non ci hai smerdato con la professoressa? 
Liam alzò un sopracciglio e piegò le labbra.
- Perché avrei dovuto? Avete bigiato, lo sanno tutti che Harry non stava male. State insieme, avrete consumato da qualche parte. Ti ho solo visto salire le scale e allontanarti dalle aule... 
Per Draco non era sufficiente e con una falcata gli fu addosso a premerlo contro la sfera ben più grande di loro, una mano sul petto a schiacciarlo, lo sguardo minaccioso, affilato. L’ira stava divampando in lui e la sentiva nera. Più nera che mai. Intossicante. 
Probabilmente però Liam stava bene lì in quella situazione visto che non sembrava spaventato o allarmato.
- Torno a chiedere, perché non ci hai smerdato con lei? 
Odiava essere preso in giro e lui lo stava facendo. Pensava di poterlo manipolare per arrivare a lui od entrare nelle sue grazie. Qualunque fosse il motivo non aveva importanza. Nessuno doveva osare. Né a rigirarselo, né a prenderlo in giro. Mai. 
Si sentiva tremare dentro, da tanto che era irritato.  
- Perché avrei dovuto dire che tu ed Harry avete saltato le lezioni per scopare? Che tornaconto avrei avuto? Mica sono vostro nemico... 
La risposta in effetti era ragionevole e coerente, non avrebbe avuto un tornaconto nel caso in cui non si considerasse un loro nemico o rivale. A quel punto dire tutto alla McGranitt sarebbe stato sciocco, tanto più che avrebbero tolto punti alla loro casa.
- Allora cosa sei? - chiese sibilando mentre l’odio non pareva voler scemare, non si spostò rimanendogli addosso minaccioso a premerlo con la mano sul petto che stringeva la camicia. Voleva che venisse allo scoperto, non avrebbe mollato a costo di usare la forza e poi gli avrebbe dato una lezione, era questo che sentiva di volere profondamente.
Il cielo gli sembrò rabbuiarsi improvvisamente e molto più in fretta del solito, quasi come se una nube fosse passata sopra le loro teste.
- Uno dei tuoi tanti ammiratori. - ammise Liam sorridendo malizioso eccitandosi per la posizione.
Draco spalancò gli occhi spontaneo, chinò il capo notandolo ed indietreggiò di schianto lasciandolo subito quasi schifato. 
Questa apertura improvvisa distrasse Draco dal proprio buio che stava prendendo il sopravvento, non aspettandosi certo di sentirlo fisicamente eccitato; Liam invece di imbarazzarsi lo guardò compiaciuto. 
Draco però si riprese subito dalla sorpresa tornando ad un tono velenoso, realizzando che l’aveva avuta vinta ed era riuscito a farlo scoprire.
- Avevo ragione prima, allora. Mi segui perché ti piaccio. 
- Non ti stalkero, è stata una piacevole coincidenza. - fece Liam sfacciato avvicinandosi a lui. Draco capì che se fosse indietreggiato avrebbe fatto la figura dell’idiota che scappava e non l’avrebbe mai permesso, così l’altro arrivò a lui fino a sfiorarlo. 
Draco alzò il mento con aria di sfida per non apparire debole. Non aveva di certo paura di lui e non voleva nemmeno dargli filo, però stava strenuamente lottando contro la voglia di picchiarlo o scagliargli contro un incantesimo per ferirlo.
“Tenebre,” si disse. “Le mie vecchie care amiche. Non mi eravate mancate. Eccole qua, invece.” 
Pur rendendosene conto, era estremamente difficile gestire la situazione come voleva senza cedere a quel suo lato tornato come un uragano all’improvviso.
- E cosa vuoi da me? Aiutandomi con la professoressa pensi di entrare nelle mie grazie? Sai che a me non piace nessuno... 
Tentò di fare appello al suo fantomatico caratteraccio, ma Liam rise per niente convinto che quello fosse un deterrente. 
Draco odiava sempre più la sensazione di essere in una posizione inferiore, doveva essere lui a dominare, non essere dominato. Perché non poteva semplicemente scagliarlo via con la magia? 
“Harry non vorrebbe...” si disse ancora con disperazione in una lotta strenue con sé stesso.
- Ora che fai parte di un così bel gruppetto eterogeneo di amici è molto difficile credere che non ti piaccia nessuno... - rispose invece divertito Liam rimanendogli davanti.
Ormai era anche piuttosto ufficiale che aveva degli amici e non lo rimpiangeva, ma lì si rese conto di non sapere come tirarsene fuori senza usare forza e cattiveria. Nell’istante in cui si chiedeva come gestire la situazione, Liam annullò la breve distanza rimasta e gli carezzò il viso sistemandogli una ciocca di capelli. 
Draco scattò istintivo e gli prese il polso stringendo forte per fermarlo, ma non scappò né lo colpì. Si trattenne all’ultimo a stento. Si sentiva tremare di nuovo dentro, con quel fastidio oscuro profondo che sembrava divorarlo. Era come se si nutrisse dopo un sacco di tempo passato a farlo seccare. Ma non era morto, quel suo lato oscuro. Era ancora lì. Era sempre lì. Più che mai. 
Draco cercando disperatamente di non annegare in sé stesso, nullificò Liam con uno sguardo carico di disprezzo. 
- Ti ho detto che sto con Harry e sto bene con lui. Se ci provi con me in qualunque modo, sei finito. - sibilò minaccioso. 
Sperò di sembrare ancora convincente come quando l’aveva fatto con Ron l’anno precedente, ma da come lo sguardo di Liam parve accendersi d’eccitazione, dedusse che così gli piacesse ancora di più. 
- C’è qualcosa di male se mi piaci e ti corteggio? So bene che stai con lui e non voglio di certo che tu lo lasci per me, ma come posso dire... - il compagno di scuola roteò gli occhi cercando le parole adatte, poi lo guardò ancora sorridendo enigmatico. 
- Non è un reato provarci con qualcuno. Non ci devi mica stare, se non vuoi. - l’ultima frase la pronunciò basso avvicinando il viso al suo, ma Draco lo lasciò indietreggiando in tempo per evitare un bacio rubato. 
- Rifallo, Stevenson. E ti paralizzo le mani a vita. Conosco l’incantesimo. 
Non era vero, o meglio lo conosceva ma non l’aveva mai praticato perché non era di quelli che si potevano fare. L’aveva studiato insieme a tutte le altre maledizioni, una della quale aveva praticato sotto coercizione su Harry. 
Dopo di questo, senza lasciare tempo a Liam di rispondere, se ne andò.
- Questo te lo pulisci da solo! Dillo pure alla McGranitt. Sarò lieto di svolgere un’altra punizione senza di te!
Andandosene percepì il suo sorrisetto soddisfatto e l’odio tornò a divampare più forte di prima, gli sembrava d’aver perso quella discussione ed era inaccettabile. Non stava forse scappando? Doveva rimanere e scaraventarlo a terra e far sì che fosse lui ad andarsene, quello era vincere. Invece batteva in ritirata come un codardo.
Andandosene aumentò invece l’andatura stringendo i pugni con forza, pensando disperatamente ad Harry e a come l’avrebbe guardato se avesse fatto veramente quel che aveva appena pensato. Non poteva perderlo. Quella era la cosa veramente inaccettabile, non perdere una discussione con un idiota e lasciarlo intero sui suoi piedi e ridere. 
Stava facendo il suo gioco come uno stupido, ma aveva capito che Stevenson era uno di quelli che qualunque cosa si facesse, era solo peggio. 
Se lo ignorava prendeva corda da solo e approfittava, se lo minacciava si eccitava e gli si attaccava ancora di più, se scappava si metteva a pensare che fosse ricambiato. 
Draco si rese conto di avere a che fare con una persona molto complicata e per evitare di mandare all’aria il fin troppo delicato equilibrio appena ottenuto con Harry, decise che gliene avrebbe parlato. 
“Anche perché capirà da solo che c’è qualcosa che non va. E dovrei dirgli che volevo fargli male? Proprio ora che sembrava andare tutto bene con questo argomento?”
Draco si rese conto che di strada nel suo percorso personale ne aveva ancora molta da fare e si sentì sconfortato.
“Non sei un Signore Oscuro in miniatura, Draco. Ricordatelo.”
Ma non gli sembrava di essere molto convincente.


Harry non fece saltare per aria tutto il dormitorio per miracolo. Quando si era visto arrivare Draco consapevole che avrebbe dovuto scontare la punizione, si era preoccupato chiedendogli subito cos’era successo.
Draco a quel punto non si era guardato intorno molto bene sperando forse che non ci fosse nessuno e che fossero tutti in giro a svagarsi.
- Stevenson ci ha apertamente provato con me e mi ha detto che gli piaccio. 
Lo disse come uno sparo che tolse il fiato ad Harry, quasi come fosse lui il ricettore di tale proiettile. 
- Cosa? - fece con un filo di voce tirandosi su a sedere bene dal letto in cui era rimasto a dormicchiare su ordine della McGranitt. Non stava realmente male, ma aveva approfittato per fingersi fisicamente giù di corda. In realtà lo era, ma perché fare il passivo, specie la prima volta, l’aveva stancato. 
- Sì, ad un certo punto mentre pulivamo la sfera mi viene davanti, mi tocca il viso e mi dice che gli piaccio! Io l’ho subito fermato dicendo di non azzardarsi, che non sono interessato e che sto bene con te.
Draco gli spiegò fin troppo brevemente quanto accaduto risparmiando i particolari, si sedette invece sul letto con lui, sopra i suoi piedi. Harry non li spostò, sentendosi però montare da una rabbia che probabilmente l’avrebbe presto trasformato in un Troll di caverna. 
- E lui che ti ha detto dopo? - chiese shoccato dal fatto che Liam avesse avuto tutta quella faccia tosta. 
- Che non è un reato provarci con qualcuno e che se non voglio basta io non ci stia!
Harry spalancò ancora di più gli occhi domando a stento il desiderio di far saltare tutto per aria, strinse le lenzuola sotto di sé provando un insano istinto di andare a cercare Liam e prenderlo a pugni.
Gli aveva detto che era impegnato e che stava bene con il suo ragazzo ed in aggiunta che non era interessato e lui ci aveva comunque provato. Questo di per sé era inaccettabile, ma sentiva istintivamente che c’era qualcosa che non andava. Harry nella foga e nel caos dei propri sentimenti sempre tanti e sempre esplosivi, capì che doveva scavare, che c’era qualcosa da tirare fuori, qualcosa che non riusciva a focalizzare.
- Ma così all’improvviso viene e ci prova con te? - saltò su fissandolo accusatore, troppo accecato dall’ira per ragionare lucidamente ed usare modi meno bruschi. Dentro di sé sapeva che se Draco gli nascondeva qualcosa non glielo avrebbe mai tirato fuori con la forza, che quello non era il metodo giusto, ma lì pieno di una furiosa gelosia e di un fastidio senza precedenti, sentì solo di doverglielo far dire. Di qualunque cosa si trattava. E cosa poteva essere se non quello?

Draco ci mise due secondi a capire cosa intendeva con quella domanda e provò l’impulso di mandarlo a quel paese ed andarsene, ma capendo che Harry era geloso e che era comprensibile visto la sfacciataggine di Liam, prese un respiro molto profondo. Dopotutto gli nascondeva realmente qualcosa, ma Harry non poteva immaginare di cosa si trattava veramente e non era ancora sicuro di poterglielo dire. 
Finché se ne vergognava così tanto, non poteva.
“Harry, sai quel lato oscuro che stavo cercando di combattere e che pensavo di aver ridotto ai minimi termini? Quello per cui non volevo trombare con te... ecco, quello. Bene, non è per niente stato debellato! Non è ai minimi termini! Per poco non praticavo un ‘crucio’ a quello stronzo!”
No, non glielo poteva dire, non poteva sopportare il suo sguardo, perciò capiva che Harry ora era un mastino che aveva fiutato un segreto, ma non glielo poteva rivelare. La paura di perderlo era troppo grande. Era un mostro, ora. Un mostro scuro che si schiudeva dentro di sé fatto di buio puro.
Non si alzò da lì, rimase assolutamente immobile, dritto con la schiena, nella sua posizione rigida. Le mani sul bordo del letto e lo sguardo più sottile e tagliente che mai. Un avvertimento.
‘Spegniti o ti spengo io.’
- Non gli ho dato segnali perché ho un ego grande come un castello, se è questo che vuoi sapere. Sono stato subito chiaro. 
Harry non sembrava ancora nella fase della comprensione e si mise le gambe sotto di sé sporgendosi in avanti verso di lui, come in procinto di attaccare. Si tratteneva a stento, ma era evidente quanto furioso fosse. 
Aveva già complessi di inferiorità verso di lui per un presunto aspetto non da modello e per probabili risultati scolastici che non spiccavano, insomma si vedeva mediocre sotto ogni punto di vista, se poi ci si mettevano anche quelle idee condite da una gelosia eccessiva, sarebbe finita male. 
Draco cercava di tenere a mente quello come tutto il resto, mentre non lo mandava a quel paese. 
- In che senso chiaro? 
- Ho capito che ci aveva visto che non eravamo in camera, così gli ho chiesto se mi seguiva e perché non mi aveva smerdato con la professoressa. A quel punto ha detto che era un mio ammiratore e... - era una versione molto semplificata, ma Draco in quel momento pensava solo a non dire che aveva voluto fargli seriamente male per tutto il tempo. Solo troppo tardi si rese conto di come suonò la sua descrizione scarna. 
Harry infatti lo fissò in un misto fra lo shoccato e l’accusatore. 
- Ah, perciò l’hai cercata tu la dichiarazione! L’hai spinto a dirtelo tu! Era come immaginavo! Te la sei cercata! Il tuo ego narcisista più che mai! Che bel pregio ti è venuto fuori! Pensa, se ti facevi i cazzi tuoi e pulivi quella cazzo di sfera non succedeva niente! 
Draco lo fissò esterrefatto, non capiva come mai ora sembrasse che ricevere dichiarazioni ed essere corteggiati fosse una grave colpa.

Harry eccedette decisamente nella sua reazione, com’era nel suo stile più classico, ma lo fece perché si sentiva ancora inferiore sia a Draco che, a quanto pareva, a molti altri intorno a sé. Si sentiva idiota a provare quel genere di sentimento, ne era consapevole, ma non ci poteva fare nulla. 
Naturalmente le sue reazioni impulsive sulla foga del momento erano come sempre leggendarie.
Draco si alzò in piedi di scatto e si girò verso di lui ancora seduto sul letto. Strinse i pugni e tese tutti i muscoli mentre la rabbia fluiva in lui di nuovo più potente ed oscura che mai. Doveva controllarsi anche con lui, ora? Non bastavano gli altri? 
Lo guardò come a trapassarlo da parte a parte cercando di trattenersi. 
- Di cosa mi stai accusando, di preciso? Di provocare gli altri e spingerli a provarci con me? Di cercare di piacere, cosa che per inciso non è vera? Non capisco bene cos’è che ti fa incazzare. Perché devo capire da cosa mi devo difendere. 
Harry sapeva d’aver sbagliato con quella frase e che se era narcisista non era una colpa, così come se lui era impulsivo non poteva essere messo in croce, ma sapeva anche che ormai aveva fatto il danno e comunque era sicuro di una cosa.
Si alzò in piedi con un salto e serrando la mascella ancora pieno di rabbia, stringendo i pugni a sua volta, lo guardò a tu per tu, pochi centimetri  a separarli. Infine ruggì basso e penetrante: - Perché hai dovuto chiarire per forza, farlo venire allo scoperto? Perché, Draco? Magari non avrebbe mai fatto nulla, non avremmo avuto certezze e saremmo stati tutti benissimo! 
A Draco scintillarono gli occhi ora di una sinistra sfumatura grigia. Sottili. Affilati come la sua lingua. 
- Perché io devo sempre sapere contro chi combatto, devo capire che tipo di nemico ho davanti, qual è il problema, quanto grande è l’ostacolo. Qualunque esso sia. Non posso muovermi al buio e basarmi su istinti e supposizioni! Sapevo che eri geloso di lui, dovevo capire se avevi ragione. Adesso sappiamo che l’avevi. So gestire la gente, specie se si limitano a corteggiarmi. 
Dopo di questo non gli lasciò il tempo di rispondere, si girò e veloce come il vento, quasi come avesse le ali, se ne andò senza notare che durante tutta quella discussione, non erano stati soli. 

Harry, shoccato e senza parole, seguendo con lo sguardo Draco notò in fondo al dormitorio un movimento. Col cuore in gola strinse e puntò istintivamente la bacchetta, troppo traumatizzato per quella discussione per essere lucido. 
Da un angolo cieco delle camere dei ragazzi, si palesò un loro compagno.
Era uno del loro stesso anno, teneva le mani alzate in segno di pace ed aveva un’espressione sinceramente mortificata, imbarazzata e scossa. 
Harry lo riconobbe subito e abbassò la bacchetta sospirando, era fra i pochi Serpeverde tollerabili, non uno che si era mai messo in mostra e nemmeno che aveva dato loro contro per qualche motivo. 
- Blaise... - disse Harry indeciso su come affrontarlo. Non ci poteva di certo pensare ora, ma dalla sua aveva la consapevolezza che tanto tutti sapevano già ogni cosa della loro relazione. 
- Non... non volevo sentire, ma quando avete iniziato a discutere ero già qua e ho capito che muovermi sarebbe stato peggio. - spiegò calmo e dispiaciuto Blaise. Harry scrollò le spalle e la testa. 
- Va bene, fa nulla... - rispose distogliendo lo sguardo e mettendo via la bacchetta. Non aveva idea di cosa fare con Draco e lui era sinceramente la sua priorità. - Non c’è comunque nulla di scabroso... era solo una banalissima lite fra fidanzati... 
“Banalissima?” si chiese. Lo era davvero? 


Note finali: entra in scena Blaise e presto vedrete in che ruolo, ma posso dire che Liam sta per levarsi dai piedi. Ha eaurito il suo compito: complicare le cose, rompere le palle, provarci con Draco (almeno uno che lo faceva ci doveva essere) e fargli tirare fuori quel suo vecchio lato che sta combattendo. Non per niente l'attuale parte si chiama 'L'anno della maturità'. Loro sono più grandi ed i problemi che affrontano iniziano ad essere più seri, specie in virtù dell'argomento principale della storia: le tenebre di Draco. Alla prossima. Baci Akane