CAPITOLO 54: 
OMBRA SUL SOLE

draco

Il vento freddo lo schiaffeggiava tagliandogli via la pelle dal viso coperto solo in parte da una sciarpa e dagli occhialini da corsa.
Non era mai andato sulla scopa a quella velocità, sebbene fosse piuttosto dotato.
Il mondo non c’era più, non era una macchia indistinta, non era sfumato. Non c’era proprio.
Non sapeva dove stava andando, fissava un punto sull’orizzonte e andava lì muovendosi nello spazio circostante ad Hogwarts, dove consentito, totalmente a caso.
La sua mente completamente azzerata.
Era salito per non gridare o schiantare od esplodere, consapevole che ai suoi piedi che gli strisciava da sotto i vestiti risalendo sulle gambe, c’erano le spire dell’oscurità pronte a riprendere possesso di lui. 
Le aveva sentite prima con Liam e poi quando aveva litigato ancora con Harry, aveva tagliato corto apposta proprio sentendo la furia assalirlo. 
Avevano fatto l’amore, lui gli si era dato senza riserve e non se ne era pentito nonostante avesse avuto la consapevolezza che poteva essere presto. Sapeva di non essere veramente fuori dal pericolo delle tenebre. Forse non lo sarebbe mai stato.
Correndo a rotta di collo sulla scopa, per i cieli di Hogwarts, Draco pensò che non se ne sarebbe mai liberato. Non avrebbe mai completato quel percorso, sarebbe stato infinito, sarebbe durato tutta la vita. 
“Dovrò sempre combattere con questo buio interiore? Sarà solo un’illusione quando mi sentirò bene?”
Le lacrime sarebbero uscite se non fosse stato così schiacciato dall’aria autunnale che lì dove sorgeva il castello significava essere già preda di un freddo che poteva penetrare le ossa. 
I capelli tutti all’indietro, quasi strappati via dal vento. 
Non poteva nemmeno stare con Harry con la paura che senza di lui si sarebbe potuto trasformare in Voldemort 2.0; non era il motivo giusto per stare con qualcuno, se ne rendeva conto, ed era confuso.
Lo amava, ma il fatto che ci fossero ogni volta intorno mille dubbi e questioni, lo destabilizza. Specie quando poi litigavano o c’erano problemi con lui che gli riaccendevano le tenebre interiori. Se le sentiva proprio dentro.
Era un freddo oscuro che gli toglieva il fiato e gli faceva vedere tutto nero e marcio. 
Razionalmente si rendeva conto che non era così, ma era questo che sentiva.
Non poteva vivere tutta la sua vita così, con la paura che se si fosse allontanato da Harry avrebbe ceduto a quel lato di sé che odiava. 
Ma c’era un modo per abbatterlo definitivamente?
Ed in ogni caso era quello il motivo per cui stava con Harry ed insisteva sempre tanto?
“So benissimo che è questa la sua paura. Dice che teme io stia con lui scambiando l’affetto fraterno per amore, ma non è così. Io lo amo, ma in realtà abbiamo semplicemente paura e per entrambi è la stessa. Che io stia con lui perché ho paura che da solo un giorno venga inghiottito dalle tenebre e non è un buon motivo per legarsi a qualcuno.”
Draco continuò a correre all’esterno a pelo d’acqua fin quasi a bagnarsi, stava per frenare quando all’improvviso vide un’ombra arrivare dal lato e istintivamente invece di girarsi a guardare di chi si trattasse, pensando che comunque fosse Harry, aumentò la velocità continuando a volare.
Il nuovo collega di volo continuò ad inseguirlo standogli inizialmente dietro per poi avvicinarglisi sempre di più. Draco si acquattò ancora meglio sulla scopa senza distrarsi. Non voleva parlarne ancora, non voleva continuare a litigare. 
“Ma poi che cazzo ne sappiamo noi dell’amore vero? Abbiamo quindici anni! Possiamo mai distinguere l’affetto dall’amore? O è presto per pretendere di amare qualcuno in quel modo?” 
Voleva disperatamente trovare la sua strada di luce indipendentemente dagli altri, ma era convinto che per il momento non ne sarebbe stato in grado. 
Si sentiva come una Luna che desiderava essere il Sole. 
“Ma la Luna è solo un satellite, non potrà mai essere una stella!”
Intenzionato a seminarlo, virò all’improvviso per cambiare direzione, ma il compagno lo seguì a ruota dimostrando ottimi riflessi, allora Draco tentò qualche altra manovra inoltrandosi nel parco del castello, aggirandosi agilmente fra alberi e vari ostacoli dell’ultimo minuto.
Solo quando vide che l’altro continuava a tenergli testa mostrandosi estremamente abile, Draco si decise a girare la testa per lanciargli un’occhiata infastidita.
Come osava Harry insistere tanto? E perché non lo chiamava intimandolo di fermarsi a parlare?
Non che volesse, ma appena lo guardò di sfuggita, mentre continuava a correre, capì che non era lui.
Era più alto e snello e la sua pelle era quasi invisibile nella sera sempre più scura. 
- Zabini?! - lo riconobbe sorpreso. - Che ci fa lui ad inseguirmi? 
Nonostante fosse un altro la sua intenzione non mutò e continuò a cercare di seminarlo, anche se non aveva alcun problema col suo compagno di Casata. Non capiva che ci facesse lì a seguirlo sulla scopa, non ci aveva mai avuto particolarmente a che fare e oltretutto non era nemmeno mai stato uno che rompeva le scatole. Una rarità, per essere un Serpeverde. Sapere che l’aveva alle calcagna lo interdisse, ma non per questo decise di frenare per capire se Harry avesse dei problemi e magari lo stesse cercando per quello. Lì, in quel preciso istante, c’era solo il bisogno e la voglia di volare via da tutto e da tutti, nessun altro pensiero logico o razionale. Solo il vento.
Draco tornò a cambiare direzione effettuando diverse virate pericolose e difficili, ma Blaise continuò a tenergli testa e mentre volava, si sentiva investire da una strana euforia.
Era bello.
Per la verità era dannatamente bello volare a quel modo sulla scopa sfidando la sorte, la velocità, il vento, il freddo e Blaise. Così agile, quasi quanto lui. 
Anzi no. 
Proprio come lui. 
Draco iniziò così a dirigersi al Lago Nero, contemporaneamente a salire verso l’alto invece che in orizzontale. 
Blaise non aveva idea di che cosa volesse fare, ma non esitò a seguirlo in quella diagonale spedita verso il cielo ormai serale. 
Una volta arrivato abbastanza in alto, gli lanciò un’occhiata fugace e notando che era ancora testardamente quasi vicino, improvvisamente iniziò a scendere in picchiata, come un falco od un aquila che punta una preda sull’acqua. 
Era velocissimo, ma Blaise gli venne dietro senza tirarsi indietro tenendogli testa.
Il vento gli tagliava la pelle dal viso e se non fosse stato per gli occhialini non avrebbe potuto mantenere gli occhi aperti e vedere. Ma andò dritto contro la superficie oscura del lago, sarebbe stata terribilmente dura se avesse impattato a quella velocità.
All’ultimo virò e andò in orizzontale sfiorando l’acqua che schizzò di lato, dietro di sé Blaise probabilmente si bagnò ed un sorrisino affiorò sulle labbra. Si girò a guardare se era fradicio o se era addirittura finito in acqua, ma vide che gli era rimasto dietro usando perfettamente la sua scia senza schizzarsi nemmeno di un goccio e piegando le labbra all’ingiù, annuì ammirato e divertito.
A quel punto continuò a volare a fil di lago, ma rallentò lievemente permettendogli così di affiancarlo. Quando l’ebbe accanto non lo guardò, ma si sentì euforico.
Era stato bello gareggiare con qualcuno in quel modo spericolato, qualcuno che gli tenesse testa e soprattutto così sfacciatamente suicida da inseguirlo ancora nonostante quella corsa folle contro la superficie del lago. 
“Chissà che diavolo vuole da me? Ne ho un po’ le palle piene di gente che mi insegue, non potrebbero tutti lasciarmi semplicemente in pace? Mica mi verrà dietro anche questo?”
Non sapendo cosa pensare dedusse la cosa che in quell’ultimo periodo andava più di moda e mentre si rendeva conto che sarebbe stato un peccato se fosse piaciuto anche a Blaise, visto che in fondo quella bella corsa con lui gli era piaciuta, si chiese se Harry non avesse realmente ragione nel dire che era un maledetto narcisista. 
Beh, Harry non aveva mai usato la parola ‘maledetto’ e comunque pensare che gli piaceva correre con qualcuno sulla scopa a rotta di collo non significava apprezzare la sua corte, sempre che ci fosse. 
A parte che piaceva a tutti piacere, non era un crimine ed era piuttosto normale, ma forse nel suo caso era una semplice e naturale conseguenza di una vita passata ad essere disprezzato da tutti. 
Ricevere un po’ di ammirazione improvvisamente non era solo una cosa nuova, ma anche bella se non proprio intossicante. 
In ogni caso qualunque fosse la vera ragione che Blaise aveva avuto per inseguirlo, Draco realizzò che all’idea di piacere anche a lui si sentiva stuzzicato. A patto che non ci provasse vistosamente come l’altro pezzo di stronzo fastidioso come una zecca. 
Fu lì che sentì le spire oscure di prima salirgli fin sul petto, ma non gli toglievano il fiato. Era possibile conviverci, non erano un dramma. 
“Questo fa parte del mio lato oscuro? Il narcisismo, la vanità, il voler piacere per sentire l’ammirazione degli altri sono cose da lato oscuro? È questo da cui scappo?”
Era così brutto e sbagliato? 

Quando tornarono al magazzino, posando prima i piedi a terra e poi sollevando le scope, Draco si voltò verso Blaise e decise di mettere subito in chiaro onde evitare altri problemi. 
- Sarò subito esplicito, sto con Harry e sto bene con lui! Non sono interessato a nient’altro! - ringhiò tagliente e già sul piede di guerra. 
Blaise alzò le mani in segno di resa, una reggeva la scopa che posò subito al proprio posto insieme alle altre.
- No, lo so, ero solo preoccupato perché vi ho visti litigare e poi sei schizzato con la scopa come volessi schiantarti da qualche parte... - disse affrettandosi a spiegare le sue motivazioni. Non sembrava intimorito, per la verità, ma nemmeno troppo rilassato. Draco rimase fermo a guardarlo senza saper come gestirlo. Non aveva fatto niente per cui dovesse nullificarlo, per la verità, e poi la sua risposta era coerente. Si era messo davvero a correre come un pazzo. 
- Ci hai visto litigare? - fece focalizzandosi sulla cosa che lo straniva di più. Non si era nemmeno accorto che c’era qualcuno prima in camera? Si era proprio bruciato il cervello a furia di cercare di sistemare Stevenson, ma non sarebbe più successo. Era ora di riprendere possesso della migliore versione di sé, quello che non si faceva mai cogliere impreparato davanti a niente e che stava sempre sopra e davanti a tutti. 
Blaise si girò a guardarlo con aria di scuse, sinceramente pentito d’essere stato presente in quel momento. Rimaneva fermo ad aspettare che Draco mettesse giù la sua scopa per potersene andare. 
- Ero lì prima che voi cominciaste, ma ad un certo punto era tardi per muovermi. Mi sono scusato con Harry e volevo farlo anche con te e chiarire subito che avevo sentito ma non volevo e... 
Draco sospirò fermandolo, lo guardò con le braccia conserte e la posa altezzosa, cercando di analizzarlo per capirlo. Se voleva provarci con lui sarebbe stato il momento perfetto, erano soli nella penombra del magazzino delle scope, ma teneva una buona distanza di sicurezza. Non era spaventato e non voleva scappare, anzi, pareva tenerci a chiarire, forse voleva che i loro rapporti rimanessero buoni anche se era una cosa che lo stupiva e al tempo stesso gli faceva piacere. 
Qualcun altro oltre ad Harry ci poteva tenere a lui senza essere amico del suo ragazzo o avere mire sessuali nei suoi confronti?
Anche quello rientrava nel gruppo del narcisismo? Essere contenti che qualcuno tenesse alla propria amicizia era vanità o era normale?
Poi se ne rese conto e con questa consapevolezza Draco si sentì spaesato e senza parole, ma si controllò egregiamente senza darlo a vedere. 
“Sono contento. Se lui fosse qua davvero per mantenere i rapporti buoni con me senza volerci provare, se fosse qua perché cerca in me un amico, io ne sarei contento.”
Tanto più che si era dimostrato alla sua altezza, durante la corsa, e non era da poco, ma sapeva che era anche molto dotato a scuola ed aveva avuto coraggio nel cercarlo per dirgli che li aveva sentiti. Erano tutte cose che andavano in suo favore.
Fu così che Draco decise su due piedi di accettarlo, ma ci mise un po’ a capire il reale significato di quel suo gesto.
- Bella corsa. In pochi riescono a tenermi testa. - lo disse mettendo giù la propria scopa. Quello per lui era il suo modo di appianare le cose.
Blaise parve realizzare che stava accettando le sue scuse e sospirando rilassato, rispose come se prima non avessero parlato di altro e non ci fossero stati momenti di tensione.
- Quando hai fatto quella manovra suicida sul lago ero convinto di schiantarmi... - ammise Blaise ridendo. Draco alzò un sopracciglio uscendo per primo, il compagno lo seguì. 
- Però mi sei venuto dietro lo stesso... 
Blaise alzò le spalle rimanendo tranquillo, dimostrando di non avere paura di lui e che prima era stato ansioso solo temendo di mettersi in una cattiva luce ai suoi occhi.
- Ero certo che ti schiantassi anche tu...
Draco lo guardò come se avesse bestemmiato. 
- Io? - fece scettico. - Ma per favore! - e davanti a tanta arroganza, evidentemente innata in lui, Blaise scoppiò impunemente a ridere finendo per contagiare Draco con un sorrisino composto. 
Doveva ammetterlo, la sua compagnia era piuttosto piacevole, alla fin fine. 
“Quindi sarebbe il mio primo effettivo amico? Amico e non ammiratore o corteggiatore o amico di riflesso?”
Solo allora se ne rese conto e pensandolo, un assurdo senso di euforia lo disorientò. Si sentiva quasi ubriaco, per la verità. 
Amicizia normale? Tutta sua? Perché era lui a piacere ed in modo normale, come ragazzo e non come fidanzato di qualcuno o campione di Quiddich o coraggioso gay dichiarato di bell’aspetto?
- Comunque non serviva, me la so cavare, specie sulla scopa. Ho bisogno di stare solo e volare, ogni tanto... specie dopo quello che hai visto con Harry... - Draco infine ci tenne a chiarire e lo fece mentre entravano a scuola dirigendosi direttamente verso la sala grande per la cena. 
- Sai, quando eri in picchiata sul lago ti stavo dietro e col mantello che ti svolazzava dietro ed i tuoi capelli bianchi contro il nero della superficie del lago, per un momento a quella velocità assurda mi sei sembrato una splendida aquila bianca. 
Draco si voltò a guardarlo per capire se lo dicesse sul serio, Blaise sorrideva lieve, sembrava sincero e non era più teso. Poteva fidarsi, poteva addirittura rilassarsi. Non cercava di ingraziarselo, Draco voleva sperare che fosse così. Essere diffidente e pensare male per partito preso era uno dei suoi tanti difetti, ma quel che gli aveva appena detto, forse, era semplicemente quel che sembrava. Solo un bel complimento. 
- Grazie. - rispose solamente precedendolo dentro fra le tavolate alla ricerca di due posti vicini, cercando allo stesso tempo di individuare Harry. Vedendolo con alcuni compagni, decise di stargli lontano ancora un po’. Doveva pensare, l’ennesimo litigio proprio il giorno in cui avevano fatto l’amore nel modo in cui per lui aveva significato tanto, non era una cosa da cancellare come niente. 

Per osservare Harry, Draco non notò lo sguardo tagliente e minaccioso che Blaise lanciò a Liam nel passargli davanti e non notò nemmeno l’aria contrita e a disagio di risposta. Non era il loro primo scambio nel giro di quell’ultima ora e di quel che era accaduto precedentemente fra loro ne era a conoscenza solo Blaise, il quale non era per nulla intenzionato a far sapere a Draco che aveva minacciato in modo piuttosto efficace il suo disturbatore numero uno. 
Non se l’era cercata apposta, si era solo ritrovato lì nella speranza di intercettare Draco per chiarire e scusarsi d’averli spiati, ma nel vedere Liam lanciato al suo inseguimento per l’ennesimo atto di probabile corteggiamento seccante, Blaise aveva agito d’istinto mettendolo a posto. Così come poi, vedendo Draco sfrecciare con la scopa con una furia senza precedenti, aveva impulsivamente preso la propria per seguirlo sinceramente intenzionato ad impedirgli di farsi male.
Non era uno aggressivo, né che si metteva in mezzo, ma se serviva e lo riteneva necessario lo faceva e poteva essere piuttosto convincente ed intimidatorio. Avrebbe comunque tenuto qualche occhio in più su quel tipo fastidioso.
Non aveva mai pensato di poter diventare amico di Draco, ma davanti a quell’occasione aveva semplicemente colto l’attimo perché la verità era che lo ammirava, ma non in senso sessuale. 
Con tutto quel che aveva dovuto affrontare e superare, non aveva mai chinato la testa e cercava di viversi strappandosi il proprio legittimo posto nel mondo. Sperava solo, un giorno, di riuscire ad essere coraggioso e forte come lui. Non credeva avrebbe mai potuto fare coming out a sua volta, non c’era nemmeno un ragazzo che gli piacesse in modo particolare e che lo spingesse a farlo come aveva fatto Harry con lui, ma gli piaceva e questa era la sola verità. 

Niente di tutto quello fu notato da Draco, ma anche se fosse successo aveva deciso di ignorare Liam completamente da lì in poi sperando di non dare più segnali di alcun tipo nemmeno inavvertitamente e, soprattutto, di non stimolare ulteriormente la gelosia di Harry.
I due si sedettero vicino e Blaise lo guardò sorpreso, Draco però non disse niente e gradì che nemmeno il compagno accennasse ad Harry facendogli domande sciocche del tipo ‘perché non vai da lui?’ 
Dannazione, avevano litigato, era ovvio che non ci sarebbe andato subito.  
Lieto che si facesse i fatti suoi o che probabilmente capisse da solo l’ovvio, Draco si limitò a prendere qualcosa da mangiare e ad iniziare la cena.
“È questa l’amicizia? Stare bene con qualcuno, essere sulla stessa lunghezza d’onda, avere qualcuno che ti capisce al volo e che non ti irrita. Amicizia. Con gli amici di Harry alla fine mi trovo abbastanza bene, ma sono i suoi amici, no? È diverso.”
- Chissà se quell’idiota ha pulito anche la mia parte di sfera? - si chiese Draco riferendosi alla punizione della McGranitt. Blaise lo guardò come se sapesse perfettamente di cosa parlasse e rispose in tono indecifrabile cercando di apparire vago: - Conoscendolo avrà fatto solo la sua metà...
Draco percepì subito che gli nascondeva qualcosa, ma non volendo che lui ficcanasasse nei propri affari, non lo fece a sua volta. 
- Lo conosci bene?  
Blaise sogghignò iniziando a mangiare sembrando addirittura divertito.
- Non ci vuole un genio per capire che è un arrogante idiota pieno di sé. Non sembra gentile se non ha un vero scopo... 
Draco lo guardò sorpreso e ammirato per un momento leggendario, ricordando la conversazione con l’arrogante idiota pieno di sé in questione che aveva tentato di spacciarsi per uno ‘che non era loro nemico’ e che quindi faceva i favori ai loro compagni nei guai coprendoli con gli insegnanti. 
- In effetti no... - rispose con lo stesso ghigno in faccia, cominciando a divertirsi nel conversare con uno sveglio e con prontezza di spirito.
- La McGranitt probabilmente mi fustigherà se non vedrà quella dannata sfera pulita per domani. 
- Se ti svegli presto domani mattina e la pulisci, non se ne accorgerà. - suggerì Blaise.
- Mmm... ottima idea... - rispose Draco dando vita ad una chiacchierata così normale da farlo sentire strano per il semplice fatto che non la stava avendo con Harry. 
Il suo piccolo mondo si stava finalmente aprendo e per la prima volta il farlo non gli stava portando solo guai e seccature, com’era stato fino a quel momento. 


Note Finali: ecco che entra in scena Blaise e finalmente sparisce Liam. Anche Blaise ha un suo ruolo preciso ed un'importanza nella storia di Draco (così come a modo suo l'aveva Liam che ci doveva per forza provare con Draco), infatti, ormai si è capito e non dico niente di nuovo, diventa il suo primo effettivo amico; non cercato, ma accolto e acettato. Gli altri sono sempre stati gli amici di Harry ed anche se alla fine si trova bene con loro, non sono quelli di Draco e dal momento che non vedevo Tiger e Goyle abbastanza intelligente ed interessanti da inserirli con questo scopo, ho voluto usare Blaise che mi piace vederlo più come una sorta di angelo custode nell'ombra, in un certo modo. Ma come andranno invece le cose con Harry che in questo capitolo è stato messo da parte? Nel prossimo si vedrà. Buona lettura. Baci Akane